“SE DA DAGOSPIA SI PASSA A GIORGIASPIA È LA FINE DELLO STATO DI DIRITTO”: MATTEO RENZI È L’UNICO POLITICO DELL’OPPOSIZIONE CHE CONTINUA A INCALZARE GIORGIA MELONI E ALFREDO MANTOVANO PER IL CASO DEI GIORNALISTI SPIATI ILLEGALMENTE CON LO SPYWARE DI PARAGON
“IL GIORNALISMO PUÒ E DEVE CONTROLLARE IL GOVERNO. IL GOVERNO INVECE NON PUÒ CONTROLLARE I GIORNALISTI” … “SE FANNO QUESTO AL TELEFONINO DI UN GIORNALISTA FAMOSO, POTETE IMMAGINARE CHE COSA SONO IN CONDIZIONI DI FARE A UN CITTADINO COMUNE?”
“La vicenda dello spionaggio ai danni dei giornalisti è sempre più incredibile. E il bello è che tocca a me difendere giornalisti contro cui ho sempre discusso o litigato. Ma una cosa è discutere con i giornalisti e una cosa è spiare i giornalisti. Mi fa ridere chi mi dice: ma proprio tu che hai querelato decine di persone ti metti a fare il paladino della libertà di stampa?
È il sintomo che ormai il populismo annebbia definitivamente le menti. È ovvio che io querelo chi dice il falso su di me. Se uno scrive che io sono un ladro, ho il dovere – non solo il diritto – di agire in sede giudiziaria per difendere il mio onore. Ma se accetto che le Istituzioni comprino software che spiano i giornalisti non è più problema di onore o di querele: è un problema di Stato di diritto. Chi non lo capisce è in malafede!”. A scriverlo nella sua e-news è il senatore di IV Matteo Renzi.
“Il fatto che ci sia anche Dagospia tra le testate intercettate è un salto di qualità – aggiunge – Dagospia è un sito irriverente e fuori dagli schemi, una testata che dà molte notizie: non tutte vere, per me, e infatti siamo andati in causa in più di una circostanza. Ma attenzione: il giornalismo può e deve controllare il Governo. Il Governo invece non può controllare i giornalisti”.
“Se da Dagospia si passa a Giorgiaspia è la fine dello Stato di diritto. Mi sconvolge che su questo tema combatto in solitudine. Sarà che mi hanno pubblicato intercettazioni, conti correnti, lettere private a mio padre, atti giuridici privati e dunque ci sono passato e so quanto male fa essere messo alla berlina pur non avendo fatto nulla di male. Ma ho giurato a me stesso che non avrei mai accettato che facessero ad altri ciò che ha fatto male a me!”, prosegue Renzi.
“Ripeto quello che ho detto dalla Gruber: se fanno questo al telefonino di un giornalista famoso, potete immaginare che cosa sono in condizioni di fare a un cittadino comune?”, conclude il parlamentare.
(da agenzie)
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