“SI FACCINO VEDERE”: UN CAPITANO E LA SUA CIURMA FANTOZZIANA
I SOVRANISTI ANALFABETI INTERLOCUTORI PERFETTI PER SUPPORTARE L’ODIO RAZZISTA
Abbasso la capitana Carola! Così la parola d’ordine in voga nel brogliaccio sovranista. Passato temporaneamente in second’ordine l’astio populista per “la Boldrini”, i nostri impagabili sovrani analfabeti assenti per sport a ogni suggestione civile, e proprio in forza di questo privilegiati da Salvini come interlocutori suoi perfetti, appositamente selezionati tra officina d’elettrauto, punto-scommesse e compro oro, se ne stanno lì, tra sdraio e suggestioni da fantacalcio, a supportarlo in ogni sua dichiarazione, fosse anche la più platealmente ottusa e, appunto, razzista.
In questo esatto momento, forte dei suoi Totti o CR7, i preferiti, i beniamini, lì in effigie a campeggiare accanto a Padre Pio nel bocchettone dei propri profili social, scaduto l’astio verso il precedente bersaglio, la controparte, i radical chic, questo ideale eppure assai concreto dirimpettaio ha finalmente un nuovo obiettivo contro cui lanciare le freccette del sentire reazionario, la capitana della nave Sea Watch, insieme al suo carico di migranti, Carola Rackete, laureata in conservazione ambientale alla Edge Hill University nel Lancashire, addirittura con una tesi sugli albatros…
E già qui, il salviniano medio, posto che ignori ciò che di filosofico su quel nostro volatile ha detto Baudelaire, prende subito a storcere la bocca, e ancor di più forse compie scoprendo che la capitana, prim’ancora di conquistare i gradi, è stata al timone di una nave rompighiaccio nel Polo Nord per un istituto oceanografico tedesco, ufficiale di navigazione dell’Alfred Wegener Institute, presso il quale ha lavorato dal 2011 al 2013.
Che poi chi si storce, è forse lo stesso che ha magari apprezzato il filantropo ecologista Checco Zalone alle prese con gli orsi nei medesimi ghiacci, o anche Verdone appassionato di versi di poiane e cuculi con Sordi; su tutto alla fine resta un meglio di no, “lassamo perde, nun me fa’ di’!”
“La collaborazione con Sea Watch inizia con un mese di volontariato nel maggio 2016. Una esperienza che la segna e la spinge nel 2017 a intensificare la collaborazione volontaria con l’Ong specializzata in aiuto umanitario e soccorso in caso di calamità …”, e anche di fronte a questo curriculum il medio salviniano (e, perchè no, l’alleato grillino) trova un nuovo “… anvedi ‘sta str…!”.
Aggiungete che la nave batte bandiera olandese, dunque, sempre secondo quell’altro, il Capitano, “dovrebbe andare in Olanda”. L’intento umanitario, unito alle ottime referenze sociali, in questo caso appaiono un’aggravante, certamente agli occhi di un orizzonte culturale che non si sporge oltre le saghe di “Fantozzi” e “Amici miei”, anche in questo supportati dall’onnipresente Salvini che, sarà forse un caso, proprio ieri sera, ospite di Paolo Del Debbio su Rete4, riferendosi proprio a chi dovesse obiettare circa la condotta del governo sui migranti, ha pronunciato convintamente un “Si faccino vedere” (sic), ottima prosa da troll che implica una sosta ospedaliera, ben lo sa chi abbia provato a indicare la complessità delle cose, sentendosi rispondere di andare a farsi appunto visitare “da uno bravo”.
Riassumendo, costoro imputano alla capitana Carola d’essere “ricca”, di giungere alla cronaca politica da un contesto socialmente affluente, agiata dunque assente alle vere priorità , quei “lavori donneschi”, così come sulle pagelle del secolo scorso venivano indicati il taglio il cucito e forse anche d’orlo rapido al pantalone del maschio.
Vuoi vedere invece che, al contrario, lo si è già detto, nel loro orizzonte da pomeriggio trascorso dall’elettrauto, arde al momento unicamente Salvini, innalzato come unico spinterogeno capace di innescare la doverosa scintilla di un razzismo finalmente legittimato in nome dell’amor proprio, per sentimento nazionale, rionale, da guardiola, di più, sottoscala: perchè le coste sono nostre, e allora se ne andassero a fanculo in Olanda.
Un istante ancora, ed ecco che dagli oblò di Twitter e Facebook c’è modo di trovare affacciato il corrispettivo femminile antitetico alla capitana Carola, turpi facce da troniste, modellate nel glamour tatuato del “Chiudiamo i porti!”, cui seguono i meme di scherno verso i soliti “sinistri”, “comunisti con Rolex”, così all’ombra di tragici orecchini che arredano facce di supplici di De Filippi e D’Urso, anche queste campionesse pronte a reggere la sdraio gestatoria del Capitano
Una foto che risponde al piccino laboratorio lombrosiano da social sovranista che ama indicare tutti gli altri, la controparte, come una razza di mangiapane a tradimento, posto che, dimenticavo di dirlo, il cavaliere e l’amazzone che dovessero apprezzare Salvini trovano irrilevante ogni possibile corruzione che sfiori la Lega, niente domande al loro Matteo su dove siano finiti quei 49 milioni, conta piuttosto che, ministro degli Interni in testa, la condotta poliziesca e repressiva diventi pratica permanente, e se dovesse servire, se sarà il caso, scenderanno anche loro a prendere a calci in culo i “parassiti”, quelli che vorrebbero l’Italia invasa dagli stranieri
E intanto che Salvini, con la solita cantilena da Orso Yoghi offerta nei video, insiste a dire che “chi sbaglia paga, non solo questa sbruffoncella della comandante che fa politica sulla pelle degli immigrati”, ecco che pure la Meloni è lì a pretendere una ribalta nell’occupazione della fascia destra, invocando testualmente l’affondamento della Sea Watch, così i un gioco al rilancio della piccineria razzista mostrata invece in forma di vero sentire nazionale, perchè non vorrai forse tollerare che Salvini strappi a Fratelli d’Italia la ciliegia che proprio Giorgia ritiene propria di diritto ereditario?
Nell’odierno Mercante in fiera degli orrori politici, giusto per non farsi mancare nulla, tra gli sputi incrociati ai migranti colpevoli d’essere poveri, meglio, di avere come unico passaporto la propria miseria, occorre altresì constatare l’arrivo di alcuni aspiranti comprimari, in veste di servi di scena del copione salviniano, redivivi, rigenerati, pronti a mostrare, a partire dalla propria prossemica, cioè invadendo lo spazio dei talk, la propria dialettica a favore della voce del nuovo padrone, davvero invidiabili nella loro duttilità attitudinale.
Sullo sfondo tragico di una compagine di incapaci che maschera ogni proprio limite aizzando la plebe in nome di un nuovo razzismo antropologico, si evidenzia, perfino lessicalmente, l’assenza dell’opposizione, posto che Zingaretti, assente ingiustificato a Lampedusa diversamente dai nostri nuovi eroi distesi inermi sotto coperta, interpellato sullo stato generale delle cose, ha trovato appena queste parole: “Dal governo solo pannicelli caldi”.
Si può mai ribattere con il nulla a chi nel frattempo è lì a orinarti in testa dalla veranda? Dimenticavo, dalla veranda abusiva. Si potrà mai consentire ai concessionari di una così brutta umanità di provare a dare lezioni di morale?
(da “Huffingtonpost”)
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