SI INDAGA SUI FONDI DELL’EDITORIA CONCESSI ALL’AVANTI: 2,5 MILIONI DI EURO PER UN GIORNALE FANTASMA
LAVITOLA CANCELLATO DALL’ORDINE DEI GIORNALISTI… SECONDO UN EX SOCIO SOLO UN TERZO DEL CONTRIBUTO PUBBLICO VENIVA UTILIZZATO PER IL GIORNALE, GLI ALTRI DUE TERZI FINIVANO SU CONTI DI LAVITOLA ALL’ESTERO
Il direttore dell’Avanti, Valter Lavitola, è stato cancellato dall’elenco professionisti dell’Ordine dei giornalisti del Lazio
Lavitola, spiega l’Ordine del Lazio, è stato raggiunto da un mandato di arresto da parte della magistratura e per questa ragione il Consiglio ha preso la decisione di sospenderlo, conseguente a quanto emerge dalle indagini sul caso Tarantini.
La scelta dell’ordine dei giornalisti del Lazio è stata presa in base all’articolo 39 della legge n.69 del 1963: al secondo capoverso, recita testualmente: “ove sia emesso ordine o mandato di cattura gli effetti dell’iscrizione sono sospesi di diritto fino alla revoca del mandato o dell’ordine”.
Ma i guai non sono finiti. I magistrati indagano anche sull’uso dei fondi per l’editoria concessi all’Avanti (2,5 milioni di euro l’anno)
Pare che, in parte, siano finiti a un’impresa di pesca gestita da Lavitola in Brasile.
Sia i soldi usati per ricattare il premier, sia quelli incassati grazie ai contributi per il giornale, sarebbero infatti usati per finanziare le sue attività private.
“Il Fatto” avvalora la tesi (tutta da verificare: precisa comunque il quotidiano) intervistando uno dei soci della cooperativa che editava l’Avanti, Raffele Panico.
“Lavitola – denuncia l’uomo – dirottava in Brasile, dove gestiva un’impresa di pesca, una parte dei soldi destinati all’attività dell’Avanti”.
Panico decise di lasciare anche per questo il giornale: “Perchè non condividevo quello che avevo visto e che ero stato costretto a fare per assecondare Lavitola”.
Ma c’è di più.
Quei soldi arrivati dai contributi all’editoria, in realtà , non sarebbero giustificati
Sempre il Fatto ricorda che a luglio rivelò di un controllo in vista per l’Avanti volto a verificare se le copie dichiarate per ottenere i contributi erano reali
“Grazie alla legge attuale – scrive Il Fatto – il Dipartimento editoria della presidenza del Consiglio deve finanziare non solo i giornali comprati realmente in edicola, ma anche quelli che dichiarano tirature enormi grazie al meccanismo delle vendite in blocco e dello strillonaggio”
Queste norme, peraltro, riguardano solo i quotidiani e non i periodici.
Quando a giugno il Dipartimento avvia quindi un’indagine per verificare questi fenomeni, l’Avanti risulta il primo della lista.
Dopo la denuncia del Fatto, che rivela l’avvio dei controlli, Lavitola si agita.
“Alla presidenza non mi rispondono”: dice preoccupato il 17 luglio a un collaboratore.
E dice al suo uomo di “mettere a posto le carte” in vista di una visita della Guardia di Finanza.
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