SMONTATO LO STAND DI ALTAFORTE AL SALONE DEL LIBRO, L‘EDITORE ORA FA LA VITTIMA: “ESCLUSI PER AVER PUBBLICATO IL LIBRO DI SALVINIâ€
CHI PUBBLICA UN LIBRO DI SALVINI NON PUO’ ESSERE UN FASCISTA, E’ SOLO UN MERCANTE DI TAPPETI, TANTO PER EVITARE DI SANTIFICARE CHI PENSA AL BUSINESS E NON ALLA COERENZA
“Quello del Salone è un atto di censura e tutte le forze politiche e i liberi pensatori dovrebbero stigmatizzarlo. La censura degli organizzatori colpisce Altaforte e anche il ministro Salvini perchè è per il libro intervista che siamo stati esclusi”.
Francesco Polacchi, editore di Altaforte e attivista di CasaPound si presenta al Lingotto nonostante il contratto sia stato stralciato ieri sera su richiesta di Città e Regione: “Mi impediscono di entrare ma il libro lo presenteremo comunque qui a Torino sabato. Senza dubbio faremo causa, ci stiamo confrontando con i legali per capire chi denunciare, valutiamo anche se coinvolgere Regione e Comune” annuncia Polacchi
Sulle parole che gli sono costate una denuncia per apologia di fascismo non torna, ma dice: “Per me quel reato è anacronistico”.
Una frase che pronuncia fuori dall’Oval proprio mentre Halina Birenbaum tiene la sua lectio magistralis riparatrice in Sala Oro.
Sul rapporto tra lui e Salvini Polacchi minimizza, ma gli lancia una stoccata: “L’ho incontrato anni fa, mi aspettavo ci cercasse in questi giorni che siamo nel mirino – dice l’editore – Però è sempre sotto attacco della sinistra quindi capisco tengs una posizione defilata. Però secondo me la censura non è scattata per le mie frasi ma per il libro intervista a Salvini, un libro che sta facendo il boom di vendite e che fa paura”.
Martedì Regione Piemonte e Comune di Torino hanno presentato un esposto contro Polacchi e la procura ha aperto una inchiesta per apologia di fascismo. Poi ieri Chiamparino e Appendino, dopo una lunga giornata di trattative, in qualità di soci fondatori del Salone del libro, hanno chiesto al braccio operativo del Salone di espellere la casa editrice vicina a Casapound.
In realtà lo stand non esiste più. E’ già stato smontato e tolto dal Lingotto. Polacchi ieri sera a mezzanotte, dopo che la vigilanza dell’ente fieristico aveva invitato i collaboratori dell’editrice a lasciare il Lingotto, ha scritto una mail certificata in cui annuncia azioni legali contro il Salone. “Se non mi fanno entrare farò subito causa”.
Due giorni fa era già stato deciso lo spostamento dello stand della casa editrice – in un primo tempo posizionata all’Oval, a due passi dalla Sala Oro, quella dove si tengono gli incontri principali del Salone – in una posizione più defilata, vicino allo stand del Ministero della Difesa, per “motivi di sicurezza”, considerato le annunciate proteste e sit in davanti alla sede di Altaforte.
“Sono assolutamente d’accordo con le scelte fatte insieme dalla sindaca Chiara Appendino e dal presidente della Regione Sergio Chiamparino perchè quando si fa politica si tratta anche di scegliere. Sono state dette delle cose gravi, di cui non si può far finta di nulla. E bisogna prendere delle posizioni”. Lo ha detto il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli a margine dell’inaugurazione del Salone del Libro di Torino 2019.
(da agenzie)
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