SONDAGGIO: CRESCE LA FIDUCIA IN MONTI, IN VENTI GIORNI BALZO DI 5 PUNTI
SECONDO IPR, NONOSTANTE LE PROTESTE PER LE LIBERALIZZAZIONI, I CONSENSI NEL PREMIER PASSANO DAL 52% AL 57%…TRA I MINISTRI IN TESTA LA CANCELLIERI
Con negli occhi le immagini delle proteste dei tassisti, camionisti, avvocati, farmacisti e affini, la lettura del sondaggio di Ipr Marketing consegna una diversa fotografia della realtà .
Ovvero che la fiducia nel governo guidato da Mario Monti è in crescita. E non di poco.
Dal 7 gennaio a oggi sono 5 i punti guadagnati dal premier. Un balzo in avanti nonostante le dure proteste che hanno accolto il pacchetto delle liberalizzazioni. Mario Monti, insomma, va avanti.
E lo fa, stando al sondaggio, in un clima di fiducia che, vista la durezza delle misure messe in campo, quasi sorprende.
I dati, però, sono chiari.
Dal giorno dell’affidamento dell’incarico (era il 16/11/ 2011) a oggi la fiducia in Monti è salita di 2 punti percentuali.
In calo, certo, rispetto a quell’inizio di dicembre scorso in cui fece segnare un 62% restato picco mai più raggiunto.
Ma era prima della manovra e questo può bastare a spiegare il calo, di 10 punti, registrato il 7 gennaio di quest’anno. Poi, però, qualcosa è cambiato.
Nonostante i contraccolpi delle liberalizzazioni, dal 7 gennaio a oggi la fiducia in Monti è tornata a salire di 5 punti, toccando quota 57%.
Il tutto in soli 20 giorni. Specularmente è calata la percentuale dei poco convinti delle mosse del premier (adesso attestati al 34%).
Stabile, invece, il gradimento del governo nel suo complesso. Il 12 dicembre scorso era al 54%, oggi è al 55% (contro un 35% di sfiduciati).
Altro aspetto significativo sono le ricadute sui partiti che sostengono il governo. Tenuto in piedi da una maggioranza “anomala”, Terzo Polo, Pdl e Pd, l’ex presidente della commissione europea, non si nasconde le difficoltà legate alla tenuta delle formazioni politiche schierate al suo fianco.
Se si esclude il Terzo polo, imbarazzi e tensioni sono visibili in parte nel Pd ma soprattutto nel Pdl.
E proprio dal partito del Cavaliere si sono levate voci che chiedono di staccare la spina all’esecutivo e andare al voto. Non a caso, scorrendo la tabella, solo il 30% degli elettori del Pdl dicono di avere fiducia in Monti.
Una percentuale di poco superiore al 28% del carroccio. Con una differenza significativa: la lega è all’opposizione, il Pdl sostiene il governo.
Ben più convinto il sostegno di Terzo Polo e Pd.
L’85% degli elettori dei centristi dichiara di avere fiducia nel premier, così come il 78% dei sostenitori democratici.
L’Idv, invece, resta nel guado. Nonostante Di Pietro abbia negato il sostegno al governo, il 60% degli elettori dell’Idv dichiarano di avere fiducia in questo esecutivo. E anche tra chi si dice indeciso nella preferenza elettorale, la percentuale di chi dice di appreazzare la compagine governativa è alta: ben il 53%.
Infine i ministri.
Il primo dato è che, per la maggior parte, sono poco noti.
Per questo il sondaggio prende in esame solo quelli che superano un livello di conoscenza del 25%.
In vetta si piazza il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri che, seppur in calo di due punti (rispetto al 12 dicembre scorso), raggiunge il 53%.
Cresce, invece, la fiducia nel ministro per la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi (dal 48% al 51%).
Nel piano della difficile trattativa sulla riforma del mercato del lavoro, crolla il gradimento di Elsa Fornero. Lei, il ministro che pianse al momento della presentazione delle misure economiche varate dall’esecutivo, registra una brusca discesa: dal 58 al 50%.
Chi invece sale è Corrado Passera alla testa dello Sviluppo economico. Proprio lui che, almeno stando alle indiscrezioni, viene dato come tutt’altro che in sintonia con Elsa Fornero. Bene, Passera passa dal 46% al 50%.
In calo il Guardasigilli Paola Severino (dal 48% al 46%) e il ministro per i Rappori con il Parlamento Piero Giarda (dal 54% al 50%).
Stazionari, al 37%, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini e al 45% quello dell’Istruzione Francesco Profumo.
Tutti gli altri, per avere un voto, dovranno attendere.
Che più gente li conosca.
(da “La Repubblica“)
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