“RIPRENDIAMOCI SCAMPIA”: MOBILITAZIONE SU TWITTER
SALVARE IL QUARTIERE A NORD DI NAPOLI STRETTO TRA CAMORRA E DROGA: NASCE OCCUPYSCAMPIA
Salvare Scampia. Con un tweet. E un obiettivo: “Occupyscampia”.
Richiamando giovani e tende, meglio se fisicamente, nel droga shop più vasto del Mediterraneo, nella catena di montaggio delle quindici piazze di spaccio.
“Ma vogliamo gente vera, non passerella”, avvertono gli indignati.
Da un sasso lanciato on line dalla deputata Pd Pina Picierno, è scattata la mobilitazione sui social network per contrapporre il rumore della vita ai regolamenti di conti ripresi tra il clan degli “scissionisti” e una fazione di vecchi killer legati ai Di Lauro (8 morti in sei mesi).
La paura spinge le famiglie a chiudersi in casa, c’è chi ha colto indiscrezioni su un “coprifuoco” che sarebbe stato imposto dalla camorra.
Notizia smentita ufficialmente sia dalle forze dell’ordine, sia dal procuratore aggiunto antimafia di Napoli, Alessandro Pennasilico, secondo cui “non si registra alcun riscontro su tali notizie. Si tratta di una circostanza infondata in base a tutti i rilievi in corso sul territorio”.
Che ci sia o meno il coprifuoco, gennaio è stato un mese di angoscia per chi vive a ridosso dei “signori” dello spaccio, tra le Vele o al lotto P.
Per gli abitanti di Scampia, c’era il rischio di una nuova faida. Per gli inquirenti, invece, “si è trattato solo di un assestamento”.
E’ al nuovo clima di violenza e prevaricazione che ha cercato di dar voce la deputata Picierno con quel Twitter che fa il verso a Zuccotti Park, – Occupyscampia – poi seguito da centinaia di indignati al giorno.
Un tam-tam che registra un twitter al minuto.
E se il marchio Scampia da sempre fa discutere, Occupyscampia suscita mobilitazione, passione e anche dissenso.
Il giornalista Sandro Ruotolo scrive: “La liberazione di Scampia può partire solo da Scampia”.
E Lorenzo Tag risponde: “Infatti! Se ne hanno voglia che lo facciano loro! Sarebbe la prima volta che gli italiani rinunciano alle deleghe…”.
Elladbs è di tutt’altro avviso: “Spero che #occupyscampia qualunque cosa voglia dire vada in porto. Abbiamo bisogno di sperare”.
Scrive Francesco Gentile: “Se occupiamo Scampia da “stranieri” per poi tornarcene a casa, non serve a nulla. Parli il territorio e ci dica cosa serve”.
Cifella avverte: “Questa cosa di Occupyscampia mi eccita”. Salvio Sapio li sveglia: “Va be, Scampia va di moda quindi presidiamo Scampia. Melito non fa notizia e poco importa se è un marciapiede più in là “. (Melito è il territorio attaccato alla periferia di Scampia, ma fa comune a sè ed è travolto dalle lotte).
Salvatore Sanna lancia: “Okay per occupyscampia ma occuparla qui su Twitter non serve a molto. Bisogna andare dint’ a Scampia, guagliu'”.
E Ciro Pellegrino risponde: “Per me si può fare pure domani, ho anche pensato a dove mettere le tende”.
E Devandrea sostiene da lontano. “Coraggiosi i ragazzi di occupyscampia. Supporto e ammirazione da un campano emigrato”.
Ma Orsatti63, a chi chiede in cosa si concretizzerà questa mobilitazione, risponde: “Guarda, non penso che sarà un corteo. Quello che si tenterà è occupyscampia vera. Niente passerelle. Gente”.
E per Emensileonline: “L’hashtag del giorno, per noi, è #occupyscampia”.
Eppure, sono tante le voci di Scampia che non vogliono essere rappresentante come “colonia criminale e basta”.
Che non vogliono commentare “il coprifuoco perchè sono fenomeni mediatici che non servono a Scampia”.
Da Gianni Maddaloni, maestro di judo e soprattutto padre del campione olimipico Pino che lì guida una palestra al preside dell’Istituto modello “Ferraris”, dagli operatori sociali delle sessanta associazioni che interagiscono con il territorio ai religiosi come il gesuita Fabrizio Valletti e il parroco Vittorio Siciliani, hanno sempre la stessa parola: “Scampia ha bisogno di fatti, e di esempi positivi”.
Conchita Sannino
(da “la Repubblica“)
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