SUI TEMI AMBIENTALI MENO GIOCHI “DI PRESTIGIACOMO”
ERA PROPRIO NECESSARIO AFFIDARE IL DELICATO MINISTERO DELL’AMBIENTE A CHI DETIENE QUOTE AZIONARIE PERSONALI E FAMILIARI IN AZIENDE CHE OPERANO NEL SETTORE PLASTICO, METALMECCANICO E PETROLCHIMICO?… L’ACCORDO DI PROGRAMMA SUL SITO DI PRIOLO, VICINO A SIRACUSA, ANCORA DISATTESO
Se esiste un ministero che, dopo la fallimentare gestione di Pecoraro Scanio, doveva essere affidato a un politico esperto e “al di sopra di ogni sospetto” era quello dell’Ambiente.
Anche per i riflessi futuri che la “questione ambientale” rivestirà nei prossimi anni in Europa e nel mondo e di cui vediamo in questi giorni i contrasti e gli interessi tra esigenze reali e lobbie economiche di pressione che si stanno esercitando.
Un ministero spartiacque tra crescita e controllo, tra esigenze di riconversione e tutela dell’occupazione: un ruolo chiave che avrebbe bisogno di una guida ferma e sicura, attenta alla tutela dell’ambiente e della salute.
In Europa il centrodestra ha vinto addirittura delle elezioni ( in Norvegia) su temi ambientalisti, vi sono leader come Sarkozy e la Merkel che sono estremamente attenti a una seria politica di riduzione dell’inquinamento, e su questi temi conquistano consensi.
Il centrodestra avrebbe dovuto individuare in Italia un ministro “innovatore” che sapesse combattere le lobbie degli inquinatori e fosse estraneo a pressioni degli ambienti industriali.
Delle posizioni della Prestigiacomo poco o nulla è emerso nei primi mesi di governo, un lavoro sottotraccia di routine, fino alla polemica che l’ha costretta a presentarsi in Lussemburgo ieri per “chiedere rinvii e rinegoziazione del protocollo di Kyoto”, a fianco dei paesi dell’Est e isolata dalle grandi potenze economiche europee.
Un ruolo di “esecutrice di disposizione altrui” che suscita molte perplessità di fronte alla difesa di qualche settore industriale, restio a mettersi in regola con le direttive europee e che tende a procrastinare in ogni caso l’evento il più in là possibile.
Posizione legittima per certi ambienti economici, ma da parte del Ministero dell’Ambiente ci saremmo aspettati la posizione logica della tutela dell’ambiente, altrimenti tanto vale chiamarlo ministero dell’industria.
Persino il Ministro Scajola ha assunto una posizione più “ambientalista” e di rispetto del protocollo di Kyoto, il che non depone a favore della Prestigiacomo.
Come, senza nulla sottointendere, ma trattasi di realtà che non è da noi insabbiare, non giova all’esponente politica siciliana il fatto di non avere rinunciato a quote azionarie che detiene in alcune società controllate dalla sua famiglia.
Insieme alla sorella e al padre ha interessi in varie società che operano in campi come la metalmeccanica e la plastica, tra Bologna e la Sicilia, fino al Petrolchimico di Priolo, a due km da Siracusa, dove la popolazione di 12mila abitanti da 50anni respira fumi e dove qualche giorno fa un’esplosione in un impianto della Isab Energy ha creato allarme tra la popolazione.
Nel silenzio “imbarazzante”della Prestigiacomo, in un’area dove operano altre aziende riconducibili alla sua famiglia.
Non solo. Risulta che la Stefania Prestigiacomo mantenga ancora il 21,5% del capitale sociale della Fince srl, azienda di Casalecchio sul Reno, con interessi nel ramo della plastica.
Soci della Fincoe sono anche la sorella e il padre, con interessi concentrati in Sicilia.
La società ha in portafoglio il 99% della Coemi spa, società che opera a Priolo Gargallo, nel petrolchimico.
A sua volta la Coemi controlla, attraverso una quota del 59,1% la Vetroresina engineering development ( Ved), sempre sita a Priolo.
Il 22,5% della Ved risultava di proprietà del gruppo Sarplast, il cui 6,29% è riconducibile a Giuseppe Prestigiacomo.
La Sarplast è fallita nel 1997, nell’azienda di verificarono alcuni incidenti, malattie legati a problemi polmonari. La procura di Siracusa aprì un’inchiesta per lesioni colpose mentre nelle aziende dei Prestigiacomo furono rilevate una seria di violazioni, tra cui pendenze col fisco per circa 3 milioni di euro nel giro di tre anni.
Nell’accordo di programma sulla chimica a Priolo, da tre anni chiuso nel cassetto, ci sono impegni chiari per la riduzione del rischio ambientale.
Nel conglomerato industriale operano diversi impianti per la produzione chimica, energetica e petrolifera, nonchè colossi come Erg ed Eni. Da tre anni è tutto fermo ( due di Prodi e 6 mesi di governo di centrodestra).
Ora che c’e’ un ministro dell’Ambiente proprio della zona qualcosa cambierà ?
Rimane il fatto che non è ammissibile che un Ministro dell’Ambiente abbia una presenza azionaria diretta e familiare, in società che possono vedere come controparte lo stesso Ministero intervenire per eventuali problemi inquinanti.
A Bossi forse basterà che la Prestigiacomo sia “bella”, noi avremmo preferito che fosse brutta ma “inattaccabile” per eventuali conflitti di interesse.
Non abbiamo votato per eleggere miss Italia ( e neanche miss Padania), ma per dare una svolta politica al Paese.
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