SUI TEMI ETICI LA CHIESA BATTE LA POLITICA
EMERGE LA DIFFERENZA TRA REALISMO E OPPORTUNISMO… QUESTIONI DELICATE USATE COME REGOLAMENTO DI CONTI
Il contrasto non potrebbe essere più stridente.
Da una parte, un percorso lento, molto sofferto, pure duramente contrastato e lacerante, segnato da bruschi avanzamenti e da improvvise fermate, ma con una marcia rettilinea e comprensibile
Dall’altra, capovolgimenti di fronte repentini, uno zizzagare impazzito di opinioni, a pronto uso per l’ultima dichiarazione in televisione o sui giornali, nel segno della strumentalità più cinica.
In questi giorni, sulle questioni etiche più delicate, quelle in cui la coscienza di tanti cittadini si confronta con la concretezza di una vita che spesso non obbedisce più non solo alle norme, ma anche alle consuetudini, quelle sulla famiglia o sulle famiglie, sull’amore o sugli amori, sulla nascita e sulla morte, colpisce il confronto tra gli uomini della Chiesa e quelli del nostro Stato.
La relazione sulla prima parte del dibattito che si sta svolgendo al Sinodo documenta, con trasparente evidenza, non solo le importanti novità , persino con toni linguistici sorprendenti, di una Chiesa cattolica impegnata in un serio cammino di apertura anche agli aspetti più controversi della modernità , ma anche i turbamenti, le divisioni, le perplessità che tale riflessione suscita nella comunità dei vescovi e dei cardinali.
Pare proprio che siano state accolte pienamente le raccomandazioni di Papa Francesco all’apertura dei lavori, quelle di parlare con sincerità e senza troppe diplomazie verbali, ma, e soprattutto, quelle di ascoltare con animo privo di pregiudizi e disponibile al convincimento
Ecco perchè la discussione sembra vera e profonda, come quando non viene mai meno il rispetto per se stessi, sia fra coloro che rivendicano la coerenza di una vita pastorale spesa per difendere la dottrina da più comode e ambigue interpretazioni modernizzanti, sia fra quelli che si rendono conto di un distacco crescente e forse irrimediabile tra la coscienza di tanti cattolici e la rigidità di precetti che finiscono per negare il primo e fondamentale precetto, quello della comprensione e dell’accoglienza per ogni essere umano.
Così, il contrasto tra i cosiddetti conservatori e i cosiddetti progressisti al vertice della Chiesa non si maschera nell’ipocrisia, nè si confonde in una ambigua trasversalità di posizioni, ma permette di trovare una sintesi, se vogliamo pure un compromesso, che consenta comunque un avanzamento collettivo verso una realtà profondamente mutata e incoraggi un forte stimolo alla sua comprensione
Se guardiamo, invece, al «dibattito», chiamiamolo pure così, tra la nostra classe politica su questi temi etici, lo spettacolo è davvero desolante.
Amore, figli, famiglia, sentimenti che accompagnano tutta la vita dei cittadini, tra meravigliose consolazioni e squassanti dolori, vengono palleggiati, con superficiale disinvoltura e spietata ricerca della convenienza elettorale, per immediate esigenze di schieramento.
Questioni così delicate servono per regolamenti di conti nel centrodestra, tra un Berlusconi, fino a poco tempo fa, orgoglioso di un maschilismo esibito per vellicare gli istinti più conservatori del suo elettorato e, ora, accogliente padrone di casa di Luxuria e un Alfano che cerca di trasferire nel suo partito la parte più tradizionalista di quello schieramento, probabilmente sconcertata dall’influenza che la giovane fidanzata riesce ad avere nei confronti del leader di Forza Italia.
Ma anche a sinistra, le cautele di Renzi di fronte alle sollecitazioni che gli arrivano da molte parti del suo partito, ultime quelle del presidente dei democratici, Matteo Orfini, perchè acceleri il varo di una legge più aperta ai gay e alle adozioni di figli tra omosessuali, sono significative delle sue preoccupazioni di non ostacolare il travaso di simpatie che, dal centrodestra, si sta convogliando verso di lui e verso il suo governo.
L’atteggiamento della Chiesa e quello della nostra classe politica offre una dimostrazione da manuale della differenza tra realismo e opportunismo.
Sia l’una sia l’altra cercano il consenso, la prima quello dei fedeli, la seconda quello degli elettori.
Sia l’una sia l’altra rincorrono i mutamenti della realtà , degli umori, delle speranze dei cittadini.
Sia l’una sia l’altra tentano di modellare antichi precetti e vecchie concezioni del mondo alle attese di ascolti sempre più distratti e sfiduciati.
La Chiesa dimostra di farlo con dignità e sofferenza, tra lacerazioni di coscienze e faticosi ravvedimenti, ma con la confortante sicurezza di chi crede in un approdo provvidenziale. La politica brancola alla ricerca affannosa dell’ultimo sondaggio, perchè, oltre alle morte delle ideologie, ha perso anche la forza di un serio e moderno pensiero laico sull’esistenza.
Senza il quale, il credente è solo costretto a obbedire e il non credente trova impossibile capire il significato della propria vita.
Luigi La Spina
(da “La Stampa”)
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