ANCHE VITTORIO FELTRI SPOSA LA CAUSA GAYFRIENDLY
CONFERMA L’ASSE CON FRANCESCA PASCALE E SUPERA LA PROPOSTA DEL GOVERNO SULLE UNIONI CIVILI: “SI’ AI MATRIMONI E ALLE ADOZIONI”
Francesca Pascale ha addirittura portato Vladimir Luxuria a cena a casa di Silvio.
Vittorio Feltri è però l’altra gamba su cui si muove la mutazione pro gay di Forza Italia, che tanto dispiacere dà alla parte più conservatrice del centrodestra.
Il direttore del Giornale, come Pascale, ha preso la tessera di Arcigay, prima dell’estate.
Il piano politico, l’aveva spiegato in un editoriale: «Un eccesso di conservatorismo, spesso fratello gemello del bigottismo, aiuta a congelare due voti, ma te ne fa perdere otto. Non è molto vantaggioso».
Aprire ai gay, dunque, conviene. Poi, immaginiamo, è anche giusto.
Soprattutto perchè Feltri, le prime aperture sul tema, le fece nel 2012, recensendo il libro “La vera storia dei miei capelli bianchi. Quarant’anni di vita e di diritti negati” scritto dall’ex deputata del Partito Democratico Anna Paola Concia.
Titolo in prima pagina: “Amore e fame valgono per tutti, anche per i gay”.
«Tutti teniamo a passare per evoluti», scriveva Feltri, «ma quando si tratta di parlare di omosessuali, bene che vada ricorriamo a logori luoghi comuni, banalità sconce da caserma, frasario da bar».
Certo pochi mesi dopo a Domenica In gli scappò di dire «io non giudico gli omosessuali. Basta che stiano ad un metro da me», ma la teoria c’è: «Nel linguaggio corrente», continuava nella recensione, «mancano perfino le definizioni appropriate: frocio, culattone, busone, orecchione, finocchio eccetera. Un vocabolario meschino, oltre che triviale, totalmente inadeguato a un discorso non dico serio, ma almeno sereno, per discutere di una questione vecchia come il mondo»
Ora che il governo prepara un decreto sulle unioni civili, Feltri si conferma conservatore ma a modo suo («sono favorevole alla dolce morte» ha anche detto, qualche mese fa, alla platea dei giovani meloniani, ad Atreju, parlando di eutanasia) e ospite de L’aria che tira, il programma di Myrta Merlino, su La7 ha messo agli atti la sua posizione definitiva, seppur con ironia: «Sono favorevole ai matrimoni gay, ormai non si sposa più nessuno, non vedo perchè negare a loro la possibilità di commettere gli errori che abbiamo fatto noi».
La finissero Gianni Alemanno e Roberto Formigoni, presenti in studio, dunque, di paventare un attacco alla famiglia («Ma quale attacco» dice Feltri, «se c’è un luogo di vipere è proprio la famiglia!») e riflettessero anche sull’ipotesi delle adozioni, non solo quelle del figlio del partner, che già Renzi vuole prevedere.
La spiegazione è semplice: «Credo che un bambino, piuttosto che stare in un orfanotrofio, vada volentieri con due mamme o due papà !».
Luca Sappino
(da “L’Espresso“)
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