MANOVRA, LA “PILLOLA AVVELENATA” SI CHIAMA “CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA”
AUMENTI AUTOMATICI DELL’IVA E DELLE ALTRE IMPOSTE INDIRETTE PER 12,4 MILIARDI NEL 2016, DI 17,8 NEL 2017 E DI 21,4 NEL 2018: ECCO COSA SI RISCHIA SE NON SARANNO RISPETTATI GLI OBIETTIVI
I piani originari, quelli firmati dal commissario alla spending review Carlo Cottarelli, mettevano in conto per l’anno prossimo ben 17,2 miliardi di risparmi legati alla revisione della spesa.
Poi sappiamo come è andata: Cottarelli è stato rispedito al Fondo monetario (ormai è questione di giorni..) e quasi tutti i suoi progetti sono rimasti nei cassetti.
Si tratta di ben oltre 20 studi che analizzano settore per settore tutta la spesa pubblica e suggeriscono come procedere e che continuano a restare di fatto segreti (con grande scorno di molti dei curatori).
Evidentemente si trattava di proposte politicamente difficili da sostenere e mettere in campo anche da parte del premier-rottamatore, per cui è stato azzerato (o congelato) tutto.
E così è nata la “favola”dei tagli semi-lineari, poi siamo passati alla richiesta di tagliare il 3% ai fondi di tutti i ministeri, e infine siamo approdati ad una sorta di “si farà quel che si può” ridimensionando notevolmente gli obiettivi sino ad un minino “sindacale” di 5 miliardi.
Che poi però sono saliti a 8, quindi a 10 ed ora ad almeno 13,3 miliardi.
Che sommati ad un po’ di tasse in più (sulle slot), ad una quota di recupero dell’evasione e a 11,5 miliardi di maggior deficit consentono al governo di mettere assieme quei 30 miliardi che permetteranno di tagliare l’Irap alle imprese, finanziare il jobs act e la conferma del bonus da 80 euro magari allargandolo un poco.
Lo scoglio della spending, su cui nelle settimane scorse si sono infrante molte speranze, però resta tutto.
L’esperienza di questi mesi insegna infatti che è particolarmente difficile ottenere in così poco tempo, ovvero nel 2015, un intervento di una portata così grande.
Il Def, iL Documento economico finanziario appena approvato dal Parlamento, è vero che sposta al 2017 il pareggio di bilancio, ma ha già al suo interno quello che potremmo chiamare una “poison pills”, una vera e propria pillola avvelenata.
I tecnici la chiamano “clausola di salvaguardia”, e negli ultimi anni non c’è manovra che non ne preveda una, tanto era certa la solidità dei piani che venivano varati.
In questo caso, ahinoi, si calca davvero la mano prevedendo aumenti automatici dell’Iva e delle altre imposte indirette per 12,4 miliardi di euro nel 2016, 17,8 nel 2017 e ben 21,4 nel 2018 nel caso non venissero rispettati gli obiettivi di medio termine.
C’à da augurarsi solo che i conti sia rispettati, altrimenti saranno veri dolori.
Paolo Baroni
(da “La Stampa”)
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