“TANGENTI INCASSATE E GIRATE ALLA LEGA: UNA PARTE DEI SOLDI PERCEPITI DAL LEGHISTA BONI FINIVANO AL PARTITO”
L’ATTO DI ACCUSA DEI PM AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA COINVOLGE LA PADAGNA DEL MAGNA MAGNA.. INDAGATO ANCHE MARCO PAOLETTI, CONS. PROV. DELLA LEGA
I pm Robledo e Filippini contestano mazzette per centinaia di migliaia di euro e ipotizzano che siano finite nelle casse del Carroccio.
Il presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, Davide Boni, della Lega Nord, è indagato dalla procura di Milano per corruzione.
Ma i soldi, per un totale di circa un milione di euro, potrebbero essere finiti nelle casse del partito di Umberto Bossi.
L’indagine per presunte tangenti in campo urbanistico è condotta dai pm Alfredo Robledo e Paolo Filippini che hanno fatto notificare all’esponente del Carroccio un avviso di garanzia.
Inquisiti anche un suo stretto collaboratore, Dario Ghezzi, per concorso in corruzione, e l’immobiliarista Luigi Zunino.
A quanto emerge, l’inchiesta riguarda una serie di irregolarità nelle concessioni per aree edificabili, aree commerciali e immobili.
“Boni e Ghezzi utilizzavano gli uffici pubblici della Regione come luogo di incontro per concludere accordi nonchè per la consegna dei soldi”, scrivono i pm Robledo e Filippini nel decreto di perquisizione.
E stimano un giro di tangenti per circa un milione di euro, tra date e promesse, “girate” tra il 2008 e il 2010, anche se si sarebbero verificati episodi più recenti.
Una parte delle mazzette, secondo gli inquirenti, sarebbe andata a finanziare la Lega.
I pm prefigurano una sorta di sistema finalizzato non solo all’arricchimento personale di chi intascava le tangenti, ma anche a foraggiare il partito.
Il grosso del denaro sarebbe stato utilizzato per “esigenze del partito”, mentre alcune mazzette di importo minore, secondo l’accusa, sarebbero state dirottate da Boni e Ghezzi ad altri esponenti della Lega per essere utilizzate nell’attivita’ politica.
Gli indagati sono sei: Davide Boni, Dario Ghezzi, l’architetto Michele Ugliola, il cognato di quest’ultimo Gilberto Leuci, l’ex assessore al Comune di Cassano d’Adda e attuale consigliere provinciale della Lega Marco Paoletti e l’ex sindaco di Cassano d’Adda Edoardo Sala.
Il coinvolgimento di Boni, infatti, deriva da una precedente inchiesta su presunte tangenti che ha toccato i vecchi amministratori del Comune di Cassano D’Adda, in provincia di Milano. Inchiesta che aveva portato all’arresto dell’allora sindaco Sala.
A dare impulso al nuovo filone investigativo sarebbero state una serie di dichiarazioni rese agli inquirenti dall’architetto Ugliola, coinvolto anche nel caso Montecity-Santa Giulia.
Le accuse al presidente del Consiglio regionale lombardo fanno riferimento al periodo in cui rivestiva l’incarico di assessore all’Urbanistica e Territorio della Regione Lombardia, tra il 2005 e il 2010.
”Sono aperte tutte le possibilità , ma al momento non c’è alcuna richiesta formale”, afferma il vicepresidente leghista della Regione Lombardia, Andrea Gibelli, a proposito de un’eventuale richiesta di “passo indietro” a Davide Boni.
“Spero — ha spiegato Gibelli — che Boni darà informazioni coerenti con quello che ci attendiamo: dopo, come partito, faremo tutte le valutazioni del caso”.
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