TANTE GRAZIE ALL’“AMICO” TRUMP : I DATI SUL COMMERCIO ESTERO AMERICANO CERTIFICANO LA STANGATA PER IL MADE IN ITALY A CAUSA DELLE TARIFFE IMPOSTE DA “THE DONALD”
L’EXPORT NEGLI USA DI PRODOTTI ITALIANI È IN CALO DEL 17% IN AGOSTO RISPETTO AL 2024 E DEL 26% RISPETTO A LUGLIO. COME FARÀ GIORGIA MELONI A DIFENDERE ANCORA LA POLITICA COMMERCIALE SCELLERATA DEL SUO AMATO TYCOON?
Con più di un mese di ritardo per lo shutdown del governo federale, ieri sono arrivati i dati del commercio estero americano dopo l’entrata in vigore di gran parte dei dazi. Lo US Census Bureau ha pubblicato gli andamenti di agosto, da cui emerge un effetto molto forte dei nuovi prelievi.
Nei primi otto mesi del 2025, dei quali sette e mezzo sotto l’amministrazione di Donald Trump, il deficit commerciale americano è cresciuto invece di scendere per gli effetti dei dazi. Ad agosto il disavanzo cumulato negli scambi di beni degli Stati Uniti arriva a 918,5 miliardi di dollari, quasi il 20% di quello aggregato nei primi otto mesi di un anno fa. Ma i dati non restituiscono ancora un verdetto finale sulle misure imposte da Trump.
Senz’altro sull’aumento delle importazioni americane nel 2025 pesa la corsa alle scorte dei primi mesi dell’anno, in anticipazione proprio dei dazi che la Casa Bianca aveva annunciato dall’inizio
Diverso invece l’effetto più di breve termine. In agosto il disavanzo commerciale degli Stati Uniti scende del 12% rispetto allo stesso mese di un anno fa e quasi del 18% rispetto a luglio di quest’anno.
La ragione non è difficile da individuare: con l’entrata in vigore dei dazi in agosto (per l’Unione europea salgono dal 10% al 15%), su quel mese crollano gli arrivi di merci da grandi Paesi fornitori quali l’Italia e la Germania.
Il made in Italy risulta in calo in America del 17% in agosto, rispetto allo stesso mese di un anno fa e del 26% rispetto a luglio.
Quanto ai prodotti tedeschi, l’import dagli Stati Uniti si contrae in agosto del 13% su luglio e del 17% sull’agosto 2024. Senz’altro sia Italia che Germania mettono a segno un rimbalzo in settembre, come segnalato dai rispettivi dati nazionali. Ma potrebbe trattarsi di ricostituzione delle scorte dopo la frenata nella stagione più calda dei negoziati sui dazi.
(da agenzie)
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