TE LO DO IO IL “MIRACOLO ECONOMICO” DI GIORGIA! CI VOLEVA IL QUOTIDIANO FRANCESE LIBÉRATION PER SPAZZARE VIA LA NARRAZIONE SULLA DUCETTA E I SUOI PRESUNTI SUCCESSI ECONOMICI: “LA PREMIER È INCENSATA ALL’ESTERO DAI CONSERVATORI PER LA BUONA SALUTE ECONOMICA DEL PAESE MA LE RIFORME STRUTTURALI SONO ASSENTI E IL PIL È MANTENUTO A GALLA DALL’AIUTO MASSICCIO DELLA UE”
IL MIRACOLO MELONI SI BASA SOPRATTUTTO SUL FATTO CHE NON HA FATTO NIENTE. IL SUO TALENTO È SAPER SFRUTTARE LE RIFORME DEI SUOI PREDECESSORI (FRA I QUALI MARIO DRAGHI) E, PARADOSSO GUSTOSO, DELL’IMMENSA MANNA FINANZIARIA EUROPEA. SENZA L’UE, L’ITALIA OGGI SAREBBE IN RECESSIONE”
Apertura di prima pagina e tre pagine all’interno del quotidiano Libération, secondo il quale la premier italiana “elogiata dalla destra e dall’estrema destra francesi per i suoi risultati, cavalca in realtà le riforme dei suoi predecessori e approfitta degli aiuti massicci dell’Unione europea”.
“Tre anni dopo il suo arrivo al potere – scrive Libération – la premier è incensata all’estero dai conservatori per la buona salute economica del paese. Ma le riforme strutturali sono assenti e il PIL è mantenuto a galla dall’aiuto massiccio della UE”.
Nell’editoriale dal titolo “Menzogna”, il quotidiano scrive: “Giorgia Meloni, o il miracolo economico italiano…questo ritornello si è imposto da alcuni mesi. Viene ripreso in Francia da coloro che navigano sull’argomento che prima di gridare al lupo in caso di arrivo dell’estrema destra al potere, bisognerebbe forse provarla e giudicare sui fatti”.
“Ma – continua l’editoriale – appoggiarsi sui risultati economici di Meloni per far credere che funziona e anche non male, che tutto va bene, è una menzogna. Perché Oltralpe, di miracolo economico non ce n’è affatto. Se il deficit è controllato meglio che in Francia, il peso del debito resta più importante e la crescita ristagna.
Per riassumere, il miracolo Meloni si basa soprattutto sul fatto…che non ha fatto niente, o non un granché, in ogni caso nessuna riforma importante. Il suo talento è saper sfruttare le
riforme dei suoi predecessori (fra i quali Mario Draghi) e, paradosso gustoso, dell’immensa manna finanziaria europea. Senza l’Europa, l’Italia oggi sarebbe in recessione”.
(da agenzie)
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