TOSI CACCIATO DALLA VICEPRESIDENZA DEL PARLAMENTO DELLA PADAGNA, MENTRE BOSSI CAMBIA NUMERO DI CELLULARE E MANDA SMS
LEGA NEL CAOS: TOSI “DIMESSO” DAL “CERCHIO MAGICO” PER PRESUNTO ASSENTEISMO… IL SENATUR CAMBIA NUMERO DI TELEFONINO E FA IL DEMOCRATICO: “CHIAMATEMI DIRETTAMENTE”, MA POI RISPONDONO LE SEGRETARIE
Flavio Tosi non è più vicepresidente del parlamento della Padania.
Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Adnkronos, il sindaco di Verona sarebbe stato sostituito, nella carica che ricopriva assieme a Federico Bricolo e Roberto Castelli, da Gianpaolo Dozzo, da poco nominato capogruppo del Carroccio alla Camera.
La scelta di sostituire Tosi, presa all’unanimità , sarebbe legata all’assenteismo del primo cittadino, mai presente finora alle quattro convocazioni ( ma lui ribatte di esserci stato in due) dell’ufficio di presidenza del parlamento della Padania riaperto dopo il cambio di governo e l’approdo a Palazzo Chigi di Mario Monti.
L’avvicendamento rischia di creare un nuovo caso per il partito, attraversato da forti polemiche e liti interne. Il Carroccio è ormai di fatto spaccato in due.
Da una parte il cosiddetto Cerchio Magico e dall’altra i Barbari Sognanti, i militanti che sostengono Roberto Maroni come successore e leader della nuova Lega.
Lo scontro negli ultimi mesi ha raggiunto lo stesso Capo, contestato anche alla manifestazione di Milano a fine gennaio perchè non ha voluto lasciare la parola dal palco all’ex titolare del Viminale.
In questa spaccatura, dunque, si inserisce anche il braccio di ferro in corso tra Flavio Tosi e i vertici del partito, quel Giancarlo Gobbo, segretario federale Veneto, che ha bocciato senza mezzi termini la volontà espressa dal sindaco scaligero di presentarsi con una propria lista alle prossime amministrative.
Gobbo è un leghista di stretta osservanza bossiana, Tosi, invece, è considerato un maroniano e soprattutto è uno dei sindaci, insieme ad Attilio Fontana, che hanno fortemente criticato il sostegno del governo Berlusconi da parte dei vertici del partito e, in particolare, i tagli agli enti locali.
Secondo quanto riporta l’Adnkronos le assenze di Tosi dalle riunioni del parlamento della Padania non sarebbero state casuali, alla luce delle ultime dichiarazioni in cui il primo cittadino veronese ha sottolineato di essere molto nazionalista, di non credere nella secessione e di reputare il programma della Padania solo un concetto filosofico e senza concretezza. Inoltre, il sindaco uscente, ha recentemente espresso la volontà di presentarsi alle prossime amministrative con una lista civica e i vertici glielo hanno vietato. Ma la questione è ancora aperta, tanto che lui ha minacciato di poter rinunciare a candidarsi di nuovo.
Ma contemporaneamente ieri è scoppiato un secondo caso, derivante dal fatto che Umberto Bossi ha un nuovo telefonino.
Nel proteiforme mondo leghista la cosa ha suscitato parecchio subbuglio. Oltre che una robusta – meglio: robustissima – dose di dietrologia.
È accaduto che dalla tarda mattinata di ieri un gran numero di senatori e deputati padani, ma anche esponenti di spicco del Carroccio di territorio abbiano ricevuto un sms totalmente inaspettato.
Anzi. Gli sms sono (almeno) due, il che non ha contribuito a placare gli interrogativi.
La versione numero uno è, in sostanza, la seguente: «Da questo momento, contattatemi direttamente al mio nuovo numero di cellulare».
A seguire, un recapito telefonico e, soprattutto, quella firma: Umberto Bossi.
La seconda versione è un po’ più freddina e impersonale. Qualcosa come «Il nuovo numero del segretario federale Umberto Bossi è…».
In molti padani, la prima reazione è stata di incredulità : «Dà i, prova a chiamare, tanto è uno scherzo…». «Se è uno scherzo, perchè non provi tu?». «Se poi fosse vero, non saprei che cosa dire…».
Alla fine, tuttavia, qualcuno ci ha provato davvero a chiamare il «Capo».
E, secondo quanto riferiscono gli audaci, a rispondere all’altro capo della cornetta ieri erano le due fedelissime segretarie di Bossi in via Bellerio, il quartier generale della Lega. Doriana e Daniela hanno confermato ai cauti interlocutori che sì: il messaggio è autentico.
E sì: per parlare con il «Capo» d’ora in avanti il numero è quello.
Occorre precisare che con il passare delle ore e della crescita della curiosità è circolata anche una spiegazione ufficiosa.
Il telefonino a cui fino al giorno prima ci si rivolgeva per tentare di parlare con Bossi era ancora quello di proprietà del ministero alle Riforme (o meglio, della presidenza del Consiglio), che poi l’ha rivoluto indietro.
E dunque, occorreva cambiare.
Anche se la portabilità del numero è consentita ai ministri così come ai comuni cittadini.
Fatto sta che, al di là delle spiegazioni fatte filtrare, erano in molti i leghisti che almanaccavano sull’inedito sms.
Significativa, tuttavia, la spiegazione corrente prima della versione para ufficiale: «Bossi – spiega un deputato – si è reso conto di aver perso quello che è sempre stato uno dei suoi punti di forza, l’accessibilità da parte del movimento. E ha dunque deciso di limitare i filtri che negli ultimi anni – almeno dal 2009 – si sono frapposti tra lui e il suo popolo».
Una spiegazione evidentemente condizionata dall’opinione degli avversari del cosiddetto «cerchio magico», che si basa su una vulgata che nei suoi termini generali suona più o meno così: «Bossi non ha più il polso del movimento in quanto circondato da individui che filtrano le persone e le informazioni a cui il “Capo” ha accesso».
Ecco allora la farsa del nuovo numero che si può democraticamente comporre a dimostrazione che è ancora in libera uscita.
Anche se si fa la pennichella pomeridiana in via Bellerio rispondono pur sempre le segretarie.
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