“TOTI VOLEVA I FINANZIAMENTI ILLECITI”: CI MANCAVA SOLO IL MISTERO DEL VERBALE
NELLE TRASCRIZIONI DELL’INTERROGATORIO DI ROBERTO SPINELLI, FIGLIO DEL PRESUNTO “CORRUTTORE” ALDO, SPUNTA LA PAROLA “ILLECITI”. DOPO QUALCHE ORA GLI AVVOCATI DELL’IMPRENDITORE PRECISANO: “HA DETTO LECITI”… PERCHÉ AVREBBE DOVUTO SPECIFICARE, SE PARLAVA DI PAGAMENTI REGOLARI? … LA PRESA DI DISTANZA DAL PADRE: “NON MI DICEVA PIÙ DEI FINANZIAMENTI, NON NE VOLEVO SAPERE. TOTI LO CERCAVA”
Nell’arco di una manciata di ore il destino giudiziario di Giovanni Toti sembra prima sprofondare nel baratro. Poi, improvvisamente, appare sospeso, congelato.
Le trascrizioni della registrazione dell’interrogatorio di garanzia di Roberto Spinelli davanti alla gip raccontano una risposta dell’imprenditore che più chiara non si può.
Il governatore, racconta il figlio del grande elemosiniere scio’ Aldo , faceva le «sceneggiate» perché «voleva i finanziamenti illeciti».
Per la già complessa posizione del presidente della Liguria, è una scure. Il magistrato stesso appare forse sorpreso, come se volesse approfondire il tema in altra sede, e in udienza taglia il discorso: «Va bene, basta ». Ma qualche ora dopo aver ricevuto trascrizioni così scottanti, dallo studio legale di Andrea Vernazza, l’avvocato presente all’interrogatorio e difensore degli Spinelli insieme ad Alessandro Vaccaro, parte una Pec.
È indirizzata alla giudice Paola Faggioni e al pm Luca Monteverde: «Con la presente nego di aver utilizzato l’aggettivo “illeciti” e ritengo, come ho fatto, di aver detto “leciti”».
Tutto chiarito? Fino a un certo punto. Perché è la Procura che deve stabilire, in questa fase preliminare, se i finanziamenti fossero leciti o illeciti. A prescindere dal parere dell’indagato.
Appare comunque quantomeno insolito che Spinelli junior abbia pronunciato la parola “leciti”. Se intendeva davvero parlare di pagamenti regolari, avrebbe potuto usare la sola parola finanziamenti, senza specificarne, per così dire, la “tipologia”.
È solare, invece, che nell’interrogatorio Roberto prenda le distanze dal padre Aldo: «Mio padre ormai non mi diceva più dei finanziamenti perché io gli avevo detto “io non ne voglio più sapere”… perché io non volevo finire sui giornali, né in un’aula di tribunale.
Ogni volta che c’era un articolo di giornale, se voi li andate a riprendere, penso che questo comitato Change (uno dei due creati da Toti, ora chiuso, ndr ) sia stato finanziato da mezza Liguria, da tutta Genova. Se voi andate a vedere le uniche persone che uscivano eravamo noi e quindi gli ho detto “guarda, io non voglio più sapere di finanziamenti soci” e quindi mi dribblava. Lo sapevo poi a posteriori dall’amministratore finanziario quando poi venivano fatti».
Roberto dunque si chiama fuori — «se c’è una chiamata mia e di Toti… io non ho neanche il numero di Toti» — ma tiene ben dritta la barra su “chi cercava chi”. Il pm chiede «lei dice “non ricordo se è stato mio padre a offrire sua sponte un finanziamento o è stato Toti a chiedere un finanziamento”». E lui: «Ma figuriamoci, lui diceva: “Ci sono le elezioni, ricordati delle elezioni”». «Lui chi? Toti?». «Toti ». E ancora: «A parte che non è mio padre che chiama, ma Toti che chiama mio padre».
Da una parte la richiesta pressante di soldi, dall’altra le promesse al vento. Già Aldo Spinelli aveva raccontato al gip che Toti «millantava », quando prometteva di impegnarsi per trasformare da pubblica a privata la spiaggia di Punta dell’Olmo, a Varazze, dove la società degli Spinelli ha acquistato e venduto immobili di pregio
Il figlio Roberto circostanzia il ragionamento: «Quando Toti diceva “accorpiamo, facciamo” glielo giuro io ridevo perché dicevo “Cosa sta dicendo questo signore?”. È come promettere che domani costruiamo sulla Torre Eiffel».
(da la Repubblica)
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