TRA LITI E INSULTI VA IN ONDA LA POLITICA DALLE UNGHIE LACCATE
LA RISSA TRA LA DE GIROLAMO E’ SOLO L’ULTIMA DI UNA LUNGA SERIE: DA CARFAGNA-MUSSOLINI A BOSCHI-FINOCCHIARO, QUANTI SCONTRI AL FEMMINILE
Ci sarà un motivo per cui è stato girato «Eva contro Eva» ma non c’è mai stato un «Adamo contro Adamo».
Non perchè gli uomini non litighino tra di loro. Ma perchè, generalmente, lo fanno lontano dai riflettori.
Mentre le donne, il più delle volte, si fanno tradire dalla propria passionalità e, se hanno qualcosa da obiettare a una collega, non la mandano certo a dire.
E se questo rientra nella norma quando a sfidarsi sono due signore di diversi schieramenti, a far notizia sono soprattutto gli scontri all’interno dello stesso partito.
Nel centrodestra, ad esempio, le liti al femminile sembrano un’abitudine.
Ultima quella andata in scena all’assemblea di Ncd tra il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e il capogruppo alla Camera Nunzia De Girolamo.
Ieri le due hanno fatto pace su Twitter: #nunziativogliobene è stato l’hashtag lanciato dalla Lorenzin. «Anch’io ti voglio bene» ha replicato immediatamente la collega.
Quando siano sincere le loro parole lo si capirà solo nel tempo.
Per ora basti sapere che le donne gravitate nell’orbita del berlusconismo, lungi dall’essere le «veline» immaginate dalla sinistra, non mancano di tirare fuori gli attributi quando ce n’è bisogno.
Memorabile lo scontro tutto campano tra Mara Carfagna e Alessandra Mussolini a fine 2010.
Era l’epoca dello strappo di Fini e Bocchino, la Mussolini vide la collega parlare fitto fitto con Italo e l’attaccò, senza tralasciare sottintesi intimi.
Rapida arrivò la reazione della Carfagna, che diede della «vajassa» alla rivale, sdoganando in tutta Italia un termine che a Napoli significa «donna dei bassi», «donna sguaiata».
Ma per trovare scontri «sorellicidi» tra berlusconiane non serve andare così lontano nel tempo.
Basta pensare alla frecciata tirata da Francesca Pascale a Daniela Santanchè qualche settimana fa.
La seconda l’aveva criticata per la svolta «gay-friendly», la fidanzata di Berlusconi aveva replicato alludendo alle borse false acquistate dalla «pitonessa». Circostanza, in verità , poco credibile, data l’attenzione riservata al look dalla Santanchè.
In ogni caso, le parole della Pascale rivelarono la perfidia tutta femminile di chi sa che essere punte sul vestiario può, per una donna, essere più grave di subire una critica politica.
A sinistra, invece, in apparenza sembra esserci più discrezione. Anche se, specie sul recente scaricabarile legato all’immunità parlamentare da applicare al nuovo Senato, il ministro Maria Elena Boschi e la senatrice Anna Finocchiaro hanno dimostrato a colpi di interviste al veleno quanto possano essere tesi i rapporti rosa anche nel Pd.
E gli uomini? Beh, loro certamente non si attaccano sul taglio delle giacche che indossano.
Semmai, tavolta, passano direttamente alle mani in Parlamento oppure fanno allusioni alla forma fisica.
E sembra che a Renzi non vada giù chi gli fa notare, come ha fatto Berlusconi, i chili di troppo messi su da quando siede a Palazzo Chigi.
In ogni caso, tendono a preferire le trame oscure. E, anche quando cercano lo scontro in diretta, sembra lo facciano più per parlare alle telecamere che all’avversario.
I casi più noti sono il «che fai? Mi cacci?» di Fini a Berlusconi e il gelo di Enrico Letta alla cerimonia del passaggio di consegne con Renzi.
Gesti studiati, volutamente eclatanti, pronti magari – come è successo proprio nel caso di Fini – a essere riproposti sui manifesti elettorali.
Tutto finalizzato a un obiettivo.
Vuoi mettere con la sana e sincera rissosità delle signore?
Carlantonio Solimene
(da “il Tempo“)
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