TRIESTE: I CAZZARI DI CENTRODESTRA FORNISCONO L’ASSIST ALLA SERRACCHIANI CHE RINGRAZIA
LO STRISCIONE SU REGENI TOLTO IN COMUNE VIENE APPESO IN REGIONE… COSI’ I SOVRANISTI PATACCA SONO RIUSCITI A FARSI RICONOSCERE ANCHE QUESTA VOLTA… E IL 65% DEI TRIESTINI VUOLE CHE LO STRISCIONE RIMANGA
La presidente del Friuli-Venezia Giulia, la dem Debora Serracchiani, ha affisso questa mattina a un balcone del Palazzo del Lloyd, sede della Regione che si affaccia su piazza Unità a Trieste, lo striscione giallo di Amnesty International con la scritta “Verità per Giulio Regeni”.
Un analogo striscione era stato invece rimosso ieri dal municipio su disposizione del sindaco forzista Roberto Dipiazza.
Oggi la ‘risposta’ concreta della Serracchiani a Dipiazza: pochi minuti prima delle 12, la presidente – che è anche vicesegretaria del Pd – insieme con altre due persone, ha materialmente sistemato e assicurato al balcone lo striscione.
Poi ha annunciato l’esposizione con un post su Twitter.
Si è concluso con un assist perfetto al Pd la penosa esibizione dei cazzari del centrodestra triestino che sono stati pure sepolti dal 65% di voti on line dei triestini in dissenso dal loro sindaco, sondaggio lanciato dal maggiore quotidiano locale.
I responsabili, è bene ricordarlo, sono quattro consiglieri (Lega, Fdi e Forza Italia) che avevano chiesto al sindaco la rimozione dello striscione e il sindaco ha preso la palla al balzo per “togliere la carie” rappresentata dallo striscione di Amnesty International.
Il sedicente centrodestra triestino che dovrebbe rappresentare la “sovranità nazionale” e la legalità è riuscito così a dimostrare:
1) che se ne fotte se un regime militare, autore di crimini e torture condannate da organismi internazionali, sevizia e ammazza un italiano.
2) che la denuncia di questo crimine è “una carie”
3) che la solidarietà verso la famiglia e la richiesta di giustizia è “a tempo” finchè “assuefazione” non la separi: quindi ora possiamo dimenticare il crimine, gli esecutori e i mandanti.
4) che la destra patacca non è capace di ergersi a livello istituzionale come punto di riferimento etico ma lascia campo e terreno a una sinistra che non avrebbe nulla da insegnare a una destra civile e seria.
Quando invece sulla tutela della sovranità nazionale (quella vera, non quella degli ex secessionisti convertiti sulla via del potere) ci dovrebbe essere una convergenza nazionale fuori dagli steccati partitici.
Se poi qualcuno dei firmatari è un estimatore del regime di Al Sisi può sempre chiedere la cittadinanza egiziana e togliersi dai coglioni, che già di questa categoria in Italia ne abbiamo fin troppi.
Ultima riflessione: qualche imbecille ha commentato che “se Regeni fosse stato a casa sua sarebbe ancora vivo” senza neanche riuscire a capire che Giulio è stato mandato in Egitto dal suo tutor e “datore di lavoro” ovvero dalla università di Cambridge non per diletto, e con il compito specifico che stava assolvendo.
Comunque se “ognuno deve stare a casa sua”, confidiamo che tale invito sia seguito anche dalla Pubblica Assistenza quando gli imbecilli di cui sopra chiederanno l’invio urgente di una ambulanza perchè sono in pericolo di vita.
Forse i loro eredi capiranno che la vita è fatta anche di solidarietà .
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