TROVARE LAVORO AGLI “OCCUPABILI” DEL REDDITO DI CITTADINANZA È QUASI IMPOSSIBILE
RAFFAELE TANGORRA, COMMISSARIO DELL’AGENZIA PER LE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO: “TRE QUARTI SONO DISOCCUPATI DA OLTRE TRE ANNI O NON HANNO MAI LAVORATO. SPESSO SI TRATTA DI PERSONE CHE NON SANNO LEGGERE NÉ FAR DI CONTO”
«Solo il 13% dei beneficiari del Reddito di cittadinanza presi in carico dai centri per l’impiego e inseriti nel programma Gol sono pronti a lavorare, work ready come si dice in gergo», dice Raffaele Tangorra, commissario dell’Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. «Una percentuale che invece sale al 74% tra chi percepisce la Naspi, il sussidio di disoccupazione».
E questo cosa significa?
«Significa che ha un’estrema difficoltà a collocarsi e necessita di una vera e propria riqualificazione. E questo perché è molto lontano dal mondo del lavoro: tre quarti non lavorano da oltre tre anni o non hanno mai lavorato. Spesso si tratta di persone che non sanno leggere né far di conto».
Ce la farà il governo a rimetterli in pista in otto mesi?
«Non siamo all’anno zero delle politiche attive del lavoro. Molto è stato fatto: oggi siamo in grado di fare meglio del passato nell’accesso ai servizi. Molto deve essere fatto, se si pensa che in questi tre anni le Regioni sono riuscite ad assumere solo la metà degli 11.600 nuovi addetti dei centri per l’impiego previsti dalla legge sul Reddito del 2019. Anche il miliardo messo a disposizione dei centri per il loro rilancio, cresciuto di altri 200 milioni col Pnrr, non è ancora stato del tutto impiegato».
Ma quanti sono gli occupabili tra i beneficiari di Reddito?
«Circa 833 mila, di cui 173 mila hanno un impiego. E gli altri 660 mila no. Per noi “occupabili” significa che hanno lavorato almeno un giorno negli ultimi due anni o sono stati almeno un giorno in Naspi. Oppure se hanno un membro in famiglia che ha lavorato almeno un giorno nell’ultimo biennio. E poi tutti i giovani».
Chi prende il Reddito e lavora che lavoro fa?
«Tendenzialmente sono lavoretti. Per più di un terzo dei casi di durata inferiore ai tre mesi. Oltre la metà sotto i sei mesi. Sono lavoratori poveri, a part-time, che integrano col Reddito».
Chi prende il Reddito non lo molla più e si rifiuta di lavorare?
«Non è quello che osserviamo. Nei primi sei mesi di quest’ anno il tasso del turn over è stato dell’84% su 900 mila indirizzati ai centri per l’impiego. Si esce e si entra dalla misura con rapidità».
(da la Repubblica)
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