TRUMP HA 3MILA MILIARDI DI MOTIVI PER NON TRATTARE CON L’EUROPA: A CHI, COME GIORGIA MELONI, PENSA CHE SI POSSA NEGOZIARE CON IL TYCOON SUI DAZI, BISOGNEREBBE FAR PRESENTE CHE LE ENTRATE DOGANALI SERVONO AL PRESIDENTE USA PER FINANZIARE IL MAXI TAGLIO DELLE TASSE DEL “BIG BEAUTIFUL BILL”
SENZA QUEI SOLDI IN PIÙ, LE CASSE DELLO STATO AMERICANO COLLASSEREBBERO: LA LEGGE DI BILANCIO CAUSERÀ UN DISAVANZO PRIMARIO DI 300 MILIARDI L’ANNO, CIRCA L’1% DEL PIL, CHE IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO SPERA DI RIPIANARE CON I DAZI
Per capire la minaccia di Trump sui dazi all’Europa bisogna partire anche dal Big Beautiful Bill. Semplificando, il BBB si compone di tre parti: circa 2,2 trilioni (migliaia di miliardi) di dollari in dieci anni per il prolungamento dei tagli di tasse del 2017 che scadevano; altrettanti nuovi tagli di tasse; e 1,3 trilioni di tagli di spesa.
Il disavanzo primario (la differenza tra spesa pubblica al netto degli interessi sul debito ed entrate fiscali) di almeno 3 trilioni nei prossimi dieci anni, o 300 miliardi l’anno, circa l’1 percento del Pil
ul prolungamento dei tagli del primo Trump c’è molta ipocrisia. Da anni si sapeva che sarebbero stati prolungati, e la stessa amministrazione Biden non ha fatto niente di concreto per cambiarli .
E c’è anche molta confusione riguardo ai suoi effetti. Una premessa: proprio perché il sistema impositivo americano è progressivo e molti non pagano tasse, qualsiasi intervento sulle sole tasse non può beneficiare i più poveri. Se si esclude quindi chi non paga tasse, il BBB non cambia di tanto la progressività.
John ha un reddito di 100 dollari e paga 10 dollari in tasse: la sua aliquota media è il 10 percento. Peter ha un reddito di 1000 dollari e paga 200 dollari in tasse: la sua aliquota media è il 20 percento, il doppio di John. Dunque l’aliquota media aumenta all’aumentare del reddito: la definizione di progressività.
Se ora il governo decide di dimezzare le aliquote medie (in realtà la riduzione delle aliquote è molto inferiore, in media di 1,5 punti percentuali), dovrà tagliare le tasse di 5 dollari a John e 100 a Peter. Ovviamente Peter beneficia di più in termini assoluti, perché pagava più tasse, ma l’aliquota media di Peter rimane il doppio di quella di John: la progressività tra chi paga le tasse è invariata.
La seconda componente del BBB, i nuovi tagli di tasse, contiene acune misure come il credito d’imposta per i figli condivise (magari in privato) anche da molti democratici e che si concentrano sulla classe media e medio-alta, e dunque addirittura aumentano la progressività fra chi paga le tasse.
Se invece si include chi non paga tasse, il BBB riduce la progressività del sistema. Ma contrariamente a quanto molti pensano il sistema americano di tassazione federale del reddito rimane estremamente progressivo, e probabilmente più progressivo di quello italiano.
Poi ci sono i tagli di spesa, in particolare a Medicaid, il programma di assistenza sanitaria ai meno abbienti e ai disabili. A prima vista è un taglio economicamente e politicamente inspiegabile. Medicaid è enormemente popolare: ha il supporto del 77 percento della popolazione, e del 63 percento degli stessi elettori repubblicani.
Secondo alcune stime 12 milioni di persone perderanno l’assistenza sanitaria, tre quarti di quelli che l’avevano ottenuta con la riforma di Obama. Sembra una misura meschina e inutilmente punitiva […]. Due le spiegazioni possibili: dopo il fallimento di Musk e del suo DOGE rimanevano pochi giorni per coprire almeno parzialmente i tagli alle tasse con qualche taglio di spesa, e non potendo colpire capitoli ancora più sensibili politicamente come pensioni e Medicare, rimaneva Medicaid.
La seconda: i tagli alla fine saranno molto inferiori, perché interverranno gli stati a supplire. Benché probabilmente in gran
parte indifferenti al destino di Medicaid, i repubblicani si sono spaccati sulla dimensione dei tagli alle tasse, almeno fuori dal Congresso.
Per i conservatori l’aumento del disavanzo e del debito causerà un aumento dei tassi di interesse che rallenterà la crescita economica. L’ala MAGA dei repubblicani si affida alla sempreverde “curva di Laffer”: quando le aliquote delle tasse scendono si stimolano gli investimenti e la crescita aumenta così tanto che le entrate fiscali aumentano nonostante le aliquote ridotte.
Ma qui il BBB incontra i dazi. Secondo alcune stime i dazi potrebbero portare nelle casse dello stato fino a 3 trilioni in dieci anni, e anche di più se attuati ai livelli minacciati in questi giorni: la stessa cifra del buco causato dal BBB .
«I tagli alle tasse pagati dagli stranieri che sotto Obama e Biden ci hanno sfruttato»: un vecchio slogan MAGA, e pazienza se alla fine a pagare i dazi sarà soprattutto il consumatore americano. È sempre difficile interpretare le azioni e le intenzioni di Trump e dei suoi collaboratori, ma il BBB è un motivo in più per cui noi europei saremmo imprudenti se assumessimo che Trump alla fine cederà sui dazi.
(da La Stampa)
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