UN GRANDE DAVIGO RINCARA LA DOSE: “LA CLASSE DIRIGENTE CHE DELINQUE PEGGIO DEI LADRI DI STRADA”
E CONTRO UN VERO UOMO DI DESTRA SI SCATENANO PD, FORZA ITALIA E LEGA
“La classe dirigente di questo Paese quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente
più elevato di qualunque delinquente da strada e fa danni più gravi”.
Lo ha detto il presidente dell’Anm, Piercamillo Davigo, durante la lectio magistralis al master in prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e corruzione dell’ Università di Pisa.
“In Italia – ha detto – la vulgata comune è dire che rubano tutti. No, mi fa arrabbiare questa cosa, rubano molti. Non tutti. Altrimenti non avrebbe senso fare i processi”.
Il neo presidente dell’Anm, dunque, rilancia e dopo un’intervista al Corriere della Sera (“I politici non hanno smesso di rubare. Hanno smesso di vergognarsi. Rivendicano con sfrontatezza quel che prima facevano di nascosto. Dicono cose tipo: ‘Con i nostri soldi facciamo quello che ci pare. Ma non sono soldi loro; sono dei contribuentì”) ritorna a sparare a zero scatenando un vespaio di polemiche.
Molti magistrati ne prendono le distanze. Un fronte politico bipartisan (Pd, Fi, Lega, Ap) lo attacca.
La stupida (e corrotta) destra italiana compresa.
Il j’accuse di Davigo.
Parlando all’università di Pisa, Davigo ha detto: “Per un paio di decenni l’attività di
questo paese non è stata quella di contrastare la corruzione ma i processi sulla corruzione. Questo è stato un messaggio fortissimo”.
“Dire che i magistrati devono parlare solo con le loro sentenze – ha aggiunto – equivale a dire che devono stare zitti”.
“La classe dirigente di questo Paese quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente più elevato di qualunque delinquente da strada e fa danni enormi”. “La corruzione è un reato particolarmente segreto, occulto, non si fa davanti a testimoni, è noto solo a corrotti e corruttori, non viene quasi mai denunciato. È un reato a cifra nera. È un reato seriale. Per questo è necessario premiare chi parla”
Le dichiarazioni di Davigo hanno spaccato il mondo della magistratura.
Critico il vicepresidente del Consiglio Superiore della magistratura Giovanni Legnini: “Le parole del presidente Anm – ha detto – rischiano di alimentare un conflitto di cui la magistratura e il Paese non hanno alcun bisogno.
Da Davigo prende le distanze anche l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara (“Non alimentare scontro con la politica. No a generalizzazioni”).
Gli ex magistrati, ora politici.
Davigo non ha risparmiato bordate anche nei confronti dei suoi colleghi che si sono dati alla politica. “I magistrati – ha dichiarato – non dovrebbero mai fare politica. Sovente sono pessimi politici”.
Tra i suoi ex colleghi parlamentari, alcuni gli hanno dato contro, altri lo hanno appoggiato. Tra i critici, Donatella Ferrante, pd, presidente della commissione Giustizia della Camera (“Uno scontro fino a se stesso, un pregiudizio verso una intera classe. Auspico una presa di posizione da parte della Giunta dell’Anm”).
E il senatore dem Felice Casson (“Da Davigo una ruvidezza, i politici rubano, ma è un errore generalizzare”).
Tra chi condivide il suo pensiero, il deputato di sc Stefano Dambruoso: “Condivido l’allarme di Davigo, soprattutto per la politica locale”.
Gli attacchi bipartisan.
Duro il presidente del Pd e commissario del partito a Roma, Matteo Orfini: “Le classi dirigenti dovrebbero aiutare a distinguere, a far capire le differenze ai cittadini e non a generalizzare come si fa al bar”.
Il deputato di Fi Luca Squeri commenta: “Generalizzazione populista”. Matteo Salvini, leader del Carroccio: “Non può permettersi di generalizzare”. Fabrizio Cicchitto, Ap: “Vuole alzare la tensione al massimo”. “È incendiario e contradditorio”, taglia corto Luca D’alessandro, di Ala.
M5s e Si fanno quadrato.
Sostengono Davigo M5s e Si. Luigi Di Maio, del direttorio 5Stelle: “Solidarietà a Davigo per gli attacchi che sta ricevendo. Invece di attaccare uno dei simboli dell’inchiesta Mani Pulite, i partiti dovrebbero guardarsi in casa loro e fare pulizia”. Alfredo D’Attorre, dell’esecutivo nazionale di Sinistra Italiana, dice: “Colpisce davvero che i dirigenti del Partito Democratico reagiscano all’intervista di Davigo con gli stessi toni e argomenti che un tempo caratterizzavano il centrodestra e che oggi non a caso vengono riproposti da Cicchitto e dai Verdiniani”.
(da “La Repubblica”)
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