IL PETROLIO DELLA IPLOM E’ ARRIVATO IN SPIAGGIA, LA REGIONE SCOPRE L’ACQUA CALDA: “L’IPLOM NON SI IMPEGNA”
PETROLIO GIA’ AL LARGO DI VARAZZE E LOANO: MENO MALE CHE ERA TUTTO SOTTO CONTROLLO
È stata avvistata a Varazze. A Pegli ha inquinato 300 metri del Lungomare. È una chiazza oleosa, che dopo aver superato le barriere alla foce del Polcevera, vaga in mare, spinta dalle correnti.
Va verso ponente, ha già percorso undici miglia fuori controllo, il rischio è che arrivi sulle coste della Francia, innescando un incidente internazionale.
La pioggia prevista domani fa paura, ma soprattutto è il mare l’incognita.
Arpal prevede che sarà molto mosso e questo significa un pericolo: che le panne si spostino, lasciando al greggio una facile via di fuga.
Parte la bonifica della spiaggia di Pegli inquinata dalle chiazze di greggio arrivate dal mare.
“Genova è stata colpita da un disastro ambientale serio. Il petrolio è arrivato in mare perchè la predisposizione di barriere probabilmente non è stata veloce come avrebbe potuto essere, quindi Iplom deve proseguire il lavoro di messa in sicurezza in stato di emergenza”.
Lo dichiara il sindaco Marco Doria intervistato dall’emittente Telenord a proposito dello sversamento di greggio dall’oleodotto Iplom a causa della rottura di una tubatura. “Il referendum sulle trivelle c’entra con l’incidente genovese, è qualcosa di più di una coincidenza, è la dimostrazione che il tema del controllo di impianti di attività a rischio è centrale nella nostra società , non possiamo metterlo nell’angolo”, ha aggiunto Doria annunciando che “il Comune, in caso di procedimento penale per lo sversamento di greggio dall’oleodotto Iplom si costituirà parte civile e si impegnerà affinchè il territorio della Valpolcevera sia risarcito nel modo più completo”.
“Iplom si impegni”.
La Regione chiede più impegno a Iplom, dopo che una patina iridescente si è spiaggiata al porticciolo. Dopo tre ore in cui è stato analizzato come si sta muovendo la macchina operativa (in cui è emerso che a monte e alla foce il petrolio è “scappato”, riuscendo a passare muretti e panne), è stato lanciato l’ultimatum all’azienda di Busalla.
Se entro oggi pomeriggio Iplom non porterà al tavolo tecnico risultati migliori, la Regione prenderà in mano le redini della situazione, chiedendo un intervento della protezione civile nazionale per un maggiore spiegamento di mezzi. Poi agirà in danno. Parallelamente si muove l’inchiesta giudiziaria.
Accompagnata dalla Capitaneria, la polizia municipale del reparto Ambiente prima che salpasse è salita sulla nave russa che domenica sera stava pompando il greggio nella tubazione. Gli inquirenti hanno esaminato tempi e orari, concentrandosi sui secondi in cui c’è stato il calo di pressione che segnalava la fuoriuscita. Il sostituto procuratore Walter Cotugno ha effettuato un lungo sopralluogo con la squadra di polizia giudiziaria dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente partendo dalla prima parte della conduttura nel porto petroli di Multedo fino a Fegino.
I tecnici hanno effettuato le misurazioni con un laser scanner lungo il fianco della collina. Serviranno per quantificare quanta terra è stata smossa, se la frana sia avvenuta prima dell’incidente o se è causata dall’esplosione.
Con il magistrato c’era il geologo Alfonso Bellini. Un nuovo incarico, avendo investigato per conto della procura sulle alluvioni di Sestri Ponente, quelle causate dalle esondazioni del Bisagno e recentemente per la frana di Arenzano.
Ha avuto il compito di stabilire se la rottura del tubo è stata provocata da uno smottamento. L’altra ipotesi è che ci sia stato un cedimento strutturale. Sarà affiancato da un ingegnere impiantistico e da uno esperto in materiali.
La squadra di pg ha anche iniziato a sentire le prime persone informate dei fatti, tecnici e operai tra quelli presenti domenica sera per “fotografare” le fasi di emergenza e quello che è stato fatto per affrontarla.
(da “La Repubblica”)
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