UN LEONE CHE NON RUGGISCE: IL GRADO DI FIDUCIA DEGLI ITALIANI VERSO PAPA LEONE XIV E’ AL 60%, ( BERGOGLIO AL MOMENTO DELL’ELEZIONE AVEVA UN GRADIMENTO MOLTO PIU’ ALTO, INTORNO AL 75%)
I PIU’ VICINI A PAPA AMERICANO SONO GLI ELETTORI DI FORZA ITALIA, AZIONE E LEGA – I MENO ENTUSIASTI SONO I FAN DI M5S, +EUROPA E ALLEANZA VERDI SINISTRA
È trascorso poco più di un mese da quando papa Leone XIV è stato eletto Pontefice. Robert Francis Prevost è nato a Chicago, 70 anni fa. Al momento della nomina il grado di fiducia nei suoi riguardi, secondo le stime di Demos, era il 60%. Non dissimile a quello verso Papa Francesco, Jorge Maria Bergoglio, nell’ultimo periodo della sua vita.
Al momento dell’investitura, alla fine del 2013, Papa Francesco, peraltro, era apprezzato da quasi 9 italiani su 10. Ma erano altri tempi. Perché da allora la fiducia verso la Chiesa è praticamente crollata. Insieme alla frequenza alla Messa, che fornisce un indice di appartenenza significativo. Lo ha rilevato l’Istat quando, nel 2022, ha segnalato come meno di un italiano su cinque (per la precisione, il 18,5%) vada a messa almeno una volta a settimana.
Così anche la fiducia nel Pontefice è scesa al 60%. Un dato comunque elevato, in quanto si tratta della figura istituzionale più apprezzata in Italia, dopo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella , La fiducia nei confronti del Pontefice fra coloro che dichiarano una frequenza «assidua» alla messa, peraltro, raggiunge l’80%.
Scende poco sotto al 70% fra quanti definiscono «saltuaria» la loro pratica religiosa. E scivola a 36% fra quanti si dicono «non praticanti». Questi dati dimostrano come la frequenza alla messa costituisca un fattore importante. Ma non definitivo. Il consenso Papa, infatti, supera le mura della Chiesa. Della fede. Parallelamente, la fiducia verso il Papa riflette l’età delle persone.
Come la frequenza alla messa. E tocca i livelli più elevati quando si superano i 55 anni. In misura coerente con la pratica religiosa. Per scivolare rapidamente sotto il 50% via via che l’età cala. Di nuovo, però, occorre sottolineare come l’attenzione verso Leone XIV risulti molto alta, superiore al 40%, anche fra coloro che hanno meno di 30 anni
Un contributo importante è, inoltre, fornito dalla posizione politica e, soprattutto, dalla preferenza di partito. […] La Chiesa
e il mondo cattolico, infatti, hanno avuto — in passato — legami stretti con la politica. Il Nord Est era conosciuto come “zona bianca”. La pratica religiosa, infatti, si incrociava con la presenza delle associazioni del mondo cattolico. E con la Democrazia cristiana. Nelle Regioni dell’Italia centrale, soprattutto in Emilia-Romagna e Toscana, invece, prevalevano i partiti di sinistra.
Lontani dalla Chiesa. E, per questo, definivano la “zona rossa”. Diversa era, invece, la situazione nel Nord Ovest, area metropolitana, orientata dall’asse Milano-Torino. Nel Mezzogiorno, infine, pesava il ruolo dello Stato centrale. Sul piano dei finanziamenti. E non solo.
Naturalmente molto, anzi: tutto è cambiato nella Seconda Repubblica. Con l’avvento di Silvio Berlusconi. Un “imprenditore politico” alla guida di un partito impresa. In seguito, si è imposto il sentimento dell’antipolitica. Espresso dal M5S.
E, quindi, dalla Lega, sorta come “partito del Nord”, in Veneto e successivamente in Lombardia. Per divenire, a sua volta, antipartito. Così si è affermata la Terza Repubblica. E la “democrazia del pubblico”, interpretata da Berlusconi, attraverso i media e soprattutto la televisione, ha lasciato il posto alla “democrazia immediata” e al digitale.
Così la figura del Papa si conferma importante. Perché, come si è detto, contano l’immagine, la persona. E mentre le ideologie declinano insieme ai colori politici del territorio, la fede resiste. È base della fiducia. E il consenso nei confronti di papa Leone appare ampio e trasversale. Da destra a sinistra, passando per il centro
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