UNA COLOMBA FINIANA NON FA PRIMAVERA: UN SENATORE DI MENO, TANTA SALUTE DI PIU’
CHI HA LAVORATO PER SFALDARE IL GRUPPO FLI AL SENATO, SI RITROVERA’ UN GRUPPO UNICO DEL TERZO POLO CON VENTI SENATORI GUIDATO FORSE DA PISANU…FINI: “VADANO PURE, TANTO NON LI RICANDIDO NEMMENO”… L’ACCATTONE MOFFA PRENDE LA PORTA IN FACCIA PURE DAI RADICALI
Ieri è suonata forte la grancassa dei “culi flaccidi” alla notizia che “il gruppo di Futuro e Libertà al Senato si era sfaldato”: al momento della votazione del decreto milleproroghe infatti quattro senatori finiani hanno votato contro, uno si è astenuto, uno (Menardi) ha votato a favore, quattro sono risultati assenti.
In realtà , assenti giustificati a parte, il caso riguarda il senatore di Cuneo Guseppe Menardi, prossimo al ritorno al partito del bunga bunga, la cui defezione porterebbe al venir meno dei 10 componenti minimi richiesti per poter fare gruppo al Senato.
Da qui la irrefrenabile gioia del partito degli accattoni che ogni giorno lavora per comprarsi qualche parlamentare, con scarsi esiti peraltro, in modo da non perdere anzitempo le poltrone.
Ma vediamo la motivazione addotta da Menardi: “Non condivido un’alleanza di “tutti contro Berlusconi” che ci esclude dal campo del centrodestra”.
Menardi è inorridito al pensiero di una alleanza che intanto non esiste, ma che per lui deve essere un incubo notturno.
L’ipotesi, solo l’ipotesi, badate bene, di un fronte comune con la sinistra per liberarsi di questo governo, lo scandalizza.
Ma come mai non lo ha scandalizzato dividere per due anni la compagnia della Lega, l’unico partito antinazionale e xenofobo che dovrebbe essere quanto di più distante dalla sua solida cultura di destra?
Come mai altrettanta indignazione non l’ha mostrata quando i leghisti hanno usato il tricolore per pulirsi il culo?
Su, diccelo Menardi, esempio di corenza e di virtù.
O forse non è lo stesso Menardi che a Mirabello aveva detto: “La rottura con il Pdl è inevitabile, noi siamo per una destra repubblicana, sul modello gollista”.
Forse la stessa, caro Menardi, che in Francia ha rifiutato ogni rapporto con Le Pen, mentra qua il Pdl si fa ricattare ogni giorno da Bossi?
O vogliamo dimenticare cosa avevi dichiarato, caro Menardi, uscendo dal Pdl pochi mesi fa?
Non ricordi? Ti aiutiamo noi: “Il Pdl non ha dato seguito alla mission che era stata annunciata al momento della sua fondazione”
Per questo ci ritorni ora?
Per domostrare la tua coerenza?
Sistemato Menardi, passiamo al gruppo: non esiste alcun problema.
Si formerà e ci stanno già lavorando Fini e Casini, il gruppo del Terzo Polo con 9 senatori Fli, 4 Udc, 5 rutelliani e 2 Mpa.
Contatti in corso anche con Musso e la Poli Bortone.
Corre anche voce che il colpo a sorpresa potrebbe essere l’adesione di Pisanu in qualità di capogruppo.
Oltre venti senatori per la gioia dell’accattone Moffa che ieri mattina aveva annunciato l’adesione al governo dei sei radicali, salvo essere sputtanato in serata da Pannella con un gelido: “Noi non entriamo”.
L’unica cosa certa è che Fini non ha alzato nemmeno il telefono per cercare di conciliare con Urso, Viespoli e Ronchi: “Quei tre, per quanto mi riguarda, vadano pure, tantro non li ricandido nemmeno”.
Chi l’ha avvicinato, ha definito Fini determinato e “spietato”, deciso a dar un segno di cambiamento al partito e a porsi come riferimento di una nuova destra, anche nel metodo.
Finito il tempo dei colonnelli e dei ricatti, ormai si guarda avanti.
E, come ha sottolineato Granata, il Sel Vendola non ha rappresentanti in Parlamento, ma viene accreditato di un 9% di consensi, quindi il problema non si pone.
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