VENEZIA, CONTO AL RISTORANTE DA 1.100 EURO: ECCO LA PROVA DELLA TRUFFA AGLI STUDENTI GIAPPONESI
NESSUN CONTO CON SPECIFICHE, NESSUN SCONTRINO FISCALE, PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO
Hanno formalizzato la denuncia nella caserma della Guardia di Finanza di Bologna, città dove risiedono per studiare, i quattro giovani turisti giapponesi che in dicembre hanno pagato 1.100 euro per un pranzo a Venezia.
Il maxi-conto è stato pagato dai giovani, studenti di cucina e ospiti in Italia all’osteria Da Luca vicina a piazza San Marco per quattro bistecche (in realtà si trattava di quattro fiorentine da 400 grammi), una frittura mista di pesce, acqua e servizio.
Il comando della Polizia municipale di Venezia ha convocato Marco Gasparinetti, il portavoce della piattaforma civica «Gruppo 25 Aprile», il primo a rendere nota la vicenda.
Il ristorante non avrebbe emesso lo scontrino fiscale, i ragazzi come prova hanno solo il tagliandino stampato dopo aver pagato il conto con la carta di credito.
Per questo motivo i giovani hanno presentato alle Fiamme gialle non una denuncia per truffa, ma un esposto sul pagamento, ipotizzando la violazione fiscale per il mancato rilascio dello scontrino.
La ricostruzione
Secondo la denuncia presentata a Bologna, gli studenti, liberi da impegni scolastici, alle 12 sono entrati nel locale e hanno ordinato una fiorentina a testa (il menù citava il peso della carne, circa 400 grammi) e una frittura mista di pesce da condividere.
I giovani hanno precisato che prima dell’arrivo dei piatti, per due volte il cameriere ha versato un calice di vino senza che fosse stato ordinato.
Alla richiesta del conto, lo stesso cameriere avrebbe fatto la somma con una calcolatrice portatile, mostrando l’importo finale ai commensali.
Il commento dell’Ascom
«L’episodio non dà certo una bella immagine di Venezia e dei suoi ristoranti». Lo dice il presidente del settore turismo dell’Ascom Giuseppe Galardi, sottolineando che «per fortuna però, questo come altri, sono casi isolati perchè l’offerta della città è ben altro, e il cliente generalmente viene rispettato».
«Come Ascom Venezia – spiega – sono anni che ci impegniamo nel far proporre servizi di qualità da parte dei nostri associati, facendo seguire un codice etico e organizzando corsi di formazione. Mi pare che in questo caso il ristorante sia svincolato da qualsiasi associazione di categoria e questo è il risultato».
La proposta
Il presidente Ascom Venezia Roberto Magliocco lancia una proposta: «Perchè non creare un marchio legato al codice etico con il patrocinio dell’amministrazione comunale? L’operatore che dovesse aderire all’iniziativa riceverebbe una vetrofania da esporre nel proprio locale così da essere riconoscibile e far sentire il turista tutelato».
(da “Il Corriere della Sera”)
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