VINCE CAMERON: “GOVERNERO’ PER TUTTI”, CONSERVATORI 325 SEGGI, LABURISTI IN CALO, CROLLO LIBERALI E FARAGE, TRIONFO NAZIONALISTI SCOZZESI
CONSERVATORI A UN SOFFIO DALLA MAGGIORANZA ASSOLUTA SECONDO GLI ULTIMI EXIT POLL
A sorpresa trionfa il premier David Cameron, restano indietro i laburisti, con Ed Miliband sull’orlo delle dimissioni, conquistano ben 56 seggi su 59 i nazionalisti scozzesi con Alex Salmond e ritorna in Parlamento – dopo 7 anni di assenza.- Boris Johnson, il sindaco di Londra: anche se lo scrutinio non è ancora ufficialmente terminato, si delinea il quadro dei risultati delle elezioni in Gran Bretagna.
La vittoria di Cameron
Lo accusavano di essere apatico, debole, quasi appagato se non rassegnato. Di lui i nemici di partito a metà campagna elettorale dicevano: «David Cameron? Too posh to push». Troppo fighetto per spingere, per trascinare il popolo Tory a una vittoria che sarebbe dovuta arrivare facilmente, secondo alcuni osservatori, sull’onda dei dati macroeconomici della ripresa Brit.
E invece gli elettori lo hanno premiato: la Bbc, mentre si sta concludendo venerdì mattina lo spoglio delle schede delle elezioni britanniche, prevede che in conservatori di David Cameron riusciranno a conquistare 329 deputati sui 650 dei Comuni, ad un solo voto dalla maggioranza assoluta.
Un trionfo se il dato sarà confermato.
I Laburisti sulla base degli stessi dati si fermerebbero a 233 e i nazionalisti scozzesi a 56.
Al partito del Galles andrebbero tre seggi, all’Ukip di Nigel Farage due, ai Verdi uno, ad atri partiti 19.
La Borsa di Londra già festeggia sulla scia della vittoria dei conservatori: il Ftse 100 ha aperto in aumento dell’1,19% per poi accelerare subito a +2%.
Strong night
Alle 5 e 45 del mattino David Cameron è comparso davanti ai microfoni, in giacca e cravatta, stanco ma soddisfatto. Senza sorrisi e senza trionfalismi ha rimesso il cappello sulla sedia che già occupa da cinque anni al numero 10 di Downing Street. Ha parlato di una strong night, «una notte forte per noi Conservatori».
Poi il premier britannico ha twittato: «Un futuro migliore per tutti» e la foto di un abbraccio a sua moglie.
«Una nazione, un Regno Unito, ecco come spero di governare se sarò abbastanza fortunato da continuare come primo ministro», scrive Cameron.
Guerra Mondiale
Cameron ha parlato da statista, ringraziando per primi «coloro che settant’anni fa hanno lottato per salvare il nostro Paese e la nostra democrazia». Oggi è l’anniversario del VE Day, 8 maggio 1945, la vittoria in Europa, la fine della Seconda Guerra Mondiale.
La storia e il futuro: «Andiamo avanti nel nostro lavoro, costruiamo sulle fondamenta di quanto fatto finora», ha detto il primo ministro davanti a una piccola folla di simpatizzanti, nella circoscrizione dell’Oxfordshire dove è stato rieletto.
Poche parole prima di rimettersi in auto e tornare a Londra con «il difficile compito di tenere unito il Paese».
Capolinea Miliband
Sotto il Big Ben laburisti indietro di almeno settanta deputati (una ventina in meno rispetto alla sconfitta che costò il posto a Gordon Brown nel 2010). Per il suo successore Ed Miliband, 45 anni, il leader che doveva riportare il partito di Tony Blair alla vittoria elettorale, il capolinea potrebbe essere vicino.
Miliband ha parlato prima via Twitter e poi dietro il podio: «Notte difficile e deludente». Snob o no, ha vinto Posh Cameron.
Il quarantottenne primo ministro alla fine ha spinto eccome. E a Miliband non resterebbe che dimettersi: potrebbe farlo già nelle prossime ore.
Ma sono state un vero e proprio bagno di sangue le elezioni politiche di giovedì per il partito laburista guidato da Ed Miliband: persino Ed Balls, ministro ombra per l’economia, ha perso il suo seggio di Morley.
Balls è stato sconfitto per soli 422 voti,consentendo al partito conservatore di ottenere il seggio, e secondo alcune voci potrebbe chiedere un riconteggio delle schede.
Balls fra l’altro è anche marito di Yvette Cooper, anch’essa parlamentare laburista e ministro ombra dell’Interno.
Ambizione Bionda
Nelle retrovie del partito già sventolava impaziente la capigliatura di Boris Johnson, il sindaco uscente di Londra detto anche «Ambizione Bionda», pronto a prendere la guida dei Conservatori se «Posh David» avesse fallito addormentandosi sugli allori.
E invece, Ambizione Bionda dovrà aspettare il prossimo giro: ma la sua non è una sconfitta perchè il sindaco di Londra ritorna in Parlamento dopo sette anni di assenza. È stato eletto nella circoscrizione di Uxbridge and South Ruislip con oltre il 50% dei voti. Johnson è già stato in Parlamento per sette anni tra il 2001 e il 2008, per la circoscrizione di Henley in Oxfordshire.
Lasciò l’incarico per assumere il governo della capitale.
I massacrati di Nick
I liberal-democratici del vice premier Nick Clegg, alleati dei conservatori nel governo uscente, sono usciti con le ossa: una decina di seggi sui 57 che avevano. La «decapitation strategy» dei conservatori ha funzionato.
«Notte crudele e punitiva» ha commentato a caldo Clegg, che ha comunque mantenuto il seggi nella circoscrizione di Sheffield. Una batosta che fa dei Gialli di Nick (la sensazione del 2010) uno sparuto gregge di tramortiti agnellini al gioco di Cameron, nel caso Posh David ne avesse bisogno per avere una maggioranza in Parlamento.
Da escludere, per i lib-dem, una cosiddetta «alleanza dei perdenti» con i laburisti azzoppati, pur sorretti dalle schiere trionfanti dei deputati scozzesi dello Scottish National Party che la capoclan Nicola Sturgeon spedisce a Londra dal Nord.
Ukip terzo partito, Farage rischia di non essere eletto
Dal gioco elettorale esce con tanti voti ma pochi seggi l’Ukip (United Kingdom Independence Party), il partito anti-europeista e anti-immigrati di Nigel Farage.
Il sistema elettorale britannico (uninominale secco) gli permette di ottenere «soltanto» due seggi a Westminster, ma il bottino del 13-14% dei voti fa dell’Ukip (che chiede l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea) il terzo partito su scala nazionale. Anche se fino all’ultimo è rimasto incerto il destino del suo leader, imbrigliato dai conservatori di Cameron in una lotta all’ultima scheda in una circoscrizione costiera del sud.
Lo choc della serata
Passerà alla storia il momento in cui milioni di persone ieri sera hanno appreso i risultati degli exit polls. Per giorni e giorni i sondaggi avevano dato i due principali partiti in sostanziale parità . Una parità che riduceva lo scarto dei deputati e sembrava favorire la formazione di un governo Miliband, in quanto il Labour (pur secondo partito) avrebbe potuto contare sul sostegno dei separatisti scozzesi dati da tutti in grande avanzata.
Come previsto, il trionfo degli Highlander in Scozia c’è stato: gli exit polls alla chiusura dei seggi hanno attribuito al partito guidato dall’abilissima, calmissima Nicola Sturgeon, 44 anni. Addirittura 56 seggi sui 59 in palio sopra il Vallo Adriano. «Il leone di Scozia ha fatto sentire il suo ruggito» in tutta la Gran Bretagna, «inconcepibile ignorarci».
Così Alex Salmond, ex leader degli indipendentisti dello Snp ha celebrato il trionfo del suo partito alle elezioni britanniche.
Proprio Salmond guiderà ora un gruppo di ben 56 deputati alla Camera dei Comuni, mentre Nicola Sturgeon resta a Edimburgo. In Scozia, dove il conteggio è concluso, lo Snp ha preso 56 collegi su 59, quasi spazzando via il Labour da quella che fu una sua roccaforte e patria di vari suoi leader.
Chilometri di idee David ha spinto davvero. Di certo ha spinto (sull’acceleratore) l’autista del suo pullman elettorale: nelle ultime 48 ore prima del voto il premier ha girato no-stop da un angolo all’altro del Paese. Il più sedentario Miliband aveva fatto spallucce: «Non contano i chilometri, ma le idee».
(da “il Corriere della Sera”)
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