Maggio 19th, 2014 Riccardo Fucile
INTERVISTATO DAL WELT AN SONNTAG: “CHIEDO SCUSA AI TEDESCHI PER LE FRASI SUI LAGER”…”LA MERKEL DIVIDE L’EUROPA, GRILLO E’ UN PAZZO”
Berlusconi che si scusa è un evento abbastanza raro. Per quello fanno notizia le sue affermazioni, in
un’intervista al quotidiano tedesco Welt am Sonntag: “Forse mi sono espresso in modo infelice, e mi scuso con coloro che si sono sentiti offesi”.
L’ex premier si rivolge così direttamente ai tedeschi che aveva offeso con la sua recente affermazione sul fatto che in Germania non si riconoscerebbe l’esistenza dei lager, frase che aveva scatenato un pandemonio di reazioni e di condanne.
Berlusconi si scusa, ma poi non manca di attaccare i giornali, e in particolare la “stampa di sinistra”: ha infatti ribadito che le sue parole sui lager sono state divulgate fuori contesto e ha criticato certa stampa estera che in modo “forse un pò pigro si limita a fare da cassa di risonanza” ai media di sinistra.
Con le scuse di Berlusconi sui lager – e dopo le affermazioni su Hitler e Stalin di Grillo, ieri a Torino – la campagna elettorale italiana si conferma quindi incentrata su parole e concetti che risalgono al secolo scorso.
L’ex cavaliere non manca anche di attaccare il leader del M5s per le parole di ieri: “A me Grillo fa paura e perciò vorrei che si potesse arrivare a spiegare ai cittadini italiani che votano per M5S che non votano un progetto politico, che non c’è, positivo, costruttivo. Lo votano perchè sono disperati, furiosi, inviperiti” e poi torna a parlare del complotto antidemocratico che lo avrebbe cacciato dal governo: “La situazione dei cittadini è molto peggiorata da quando ci sono questi tre governi non eletti dal popolo” e gli elettori pensano che l’unico modo per reagire sia votare “questo pazzo”.
Poi, sempre nell’intervista alla Welt am Sonntag, Berlusconi parla anche di temi più attuali: “Un’uscita dall’euro sarebbe un errore. Noi non la proponiamo affatto. Ma diciamo chiaramente che l’euro, così com’è, è destinato a fallire”.
La Bce debba “in futuro garantire i debiti degli Stati e stampare moneta”.
Sulla Merkel: “Io mi limito a dire che Kohl ha unito la Germania e la cancelliera Merkel, con la politica economica che sostiene, sta dividendo l’Europa. Questo mi dispiace in modo particolare anche perchè con Frau Merkel abbiamo qualcosa in comune relativamente ai valori di base e alle questioni di comprensione culturale”.
(da “La Repubblica”)
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Maggio 19th, 2014 Riccardo Fucile
LA CANDIDATA ALLE EUROPEE NEL NORD OVEST LANCIA UN APPELLO: “BASTA SIGNORSI’ E RACCOMANDATE, IL POPOLO DI CENTRODESTRA RITORNI PROTAGONISTA”
Parlamentare europea uscente, una brillante carriera di docente universitaria in neuropsichiatria negli Usa con successivo rientro in Italia vincendo un regolare concorso, l’impegno in politica sempre fuori dagli schemi, Susy De Martini è un personaggio scomodo per la nomenklatura di partito, certamente non omologabile.
Si può anche non essere d’accordo con lei, ma non si può non riconoscerle una intelligenza vivace, arguta, la battuta pronta e pungente, lo spirito libero e la capacità di comunicazione sui media.
Un caso raro in un partito come Forza Italia dove spesso sono state premiate più le donne “decorative” che quelle professionalmente preparate.
E’ stata a un passo da essere persino esclusa dalla lista.
Ora, dopo un mese di campagna elettorale, si può dire che sia la candidata che ha fatto più parlare di sè i media tra le donne del partito.
Da semplice candidata ligure è diventata punto di riferimento di tutti gli scontenti di Forza Italia, quelli che vorrebbero ritrovare lo spirito delle origini.
Proviamo a provocarla sulla presenza femminile nelle liste, visto che nella sua circoscrizione figurano anche la Comi e la Ronzulli.
Soddisfatta delle quote rose in politica? E’ una norma che permette di far emergere candidature al femminile…
Ma che quote rose, le donne non sono una specie in via di estinzione che hanno bisogno di una riserva, io sono per le quote di merito.
Ci spiega cosa intende?
Semplice: le quote rose sono semplicemente un sistema per promuovere racccomandate e amanti, nel migliore dei casi le genuflesse. Io propongo le quote di merito: va premiato chi vale, uomo o donna che sia. Se devo scegliere un medico mi informo se è competente, non mi pongo certo il problema se è uomo o donna. All’estero in politica è così e le donne sono ai vertici dei partiti.
Lei è stata molto polemica sui criteri di composizioni delle liste e sui metodi interni ai partiti per conquistare i voti di preferenza. E’ arrivata a parlare di “elezioni truccate”…
Dato che non sono ipocrita, confermo e preciso: siamo in presenza di un voto di scambio nel rapporto tra candidato e dirigenze locali. Molti aspiranti parlamentari europei stringono alleanze con i maggiorenti locali promettendo di tutto: dalle nomine remunerate in enti, fondazioni e organismi ad appoggi per future candidature. Siamo in presenza di un mercato dove non conta la competenza del candidato ma solo le alleanze e gli appoggi dei signori locali delle tessere.
Quindi gli eletti si conoscono già ?
Ha presente lo scandalo Expo? Ricorda i pizzini che Catozzo teneva nascosti nelle mutande? Ecco, siamo in presenza del “metodo Catozzo”, con la differenza che i pizzini negli slip non contengono le cifre delle tangenti ma i nomi di chi deve essere eletto.
Visto che la troviamo in forma, le ricordiamo che lei è giunta a parlare di “rottamazione” necessaria anche all’interno di Forza Italia. O abbiamo capito male?
Lo ribadisco: o ci si rinnova o non si va da nessuna parte. Sul territorio ci sono tanti bravi dirigenti che tirano il carro, ma anche una moltitudine di vecchi tromboni che avrebbero dovuto avere da tempo il buongusto di farsi da parte. Il problema riguarda tutti i partiti, io guardo al mio.
Un pensiero isolato il suo o ha ricevuto sostegno dalla base?
Ricevo centinaia di mail di sostegno ogni giorno da parte di ex elettori di centrodestra che da tempo non votano più a causa di quanto io denuncio. Mi dicono di non mollare, di andare avanti, sono disponibili a rimettersi in gioco per fare pulizia nel partito in base a criteri meritocratici.
Elettori in imbarazzo?
Siamo seri: ci sono persone perbene, non importa la categoria sociale, che si vergognano di dire che votano un partito dove vengono tutelati inquisiti, imputati e sciacquette senza titolo di studio, ma evidentemente con altre qualifiche.
E cosa pensa di fare?
Lancerò nei prossimi giorni un appello affinchè si crei un movimento interno di pressione affinchè la base di Forza Italia “si riprenda” il partito, dicendo basta a raccomandati e lecchini. Si applichino i criteri di merito, competenza e onestà : solo una democratica rivolta del popolo di centrodestra potrà ottenere questo risultato, basta delegare ai capibastone.
Queste elezioni europee penalizzano le regioni più piccole: il suo collegio è composto da sei milioni di elettori lombardi, quattro milioni di piemontesi e solo un milione di liguri. Che possibilità esiste che un ligure difenda le istanze della regione a Bruxelles?
Se la classe politica ligure comprendesse che occorre, in certe occasioni, fare squadra non sarebbe ridotta com’e’, ovvero a non contare nulla. O, come nel caso del Pd, a candidare Cofferati che viene dato in quota Liguria solo perchè ha sposato una genovese.
Tutti parlano dei Fondi europei, stanziamenti per progetti specifici che spesso vedono l’Italia come fanalino di coda tra gli Stati che ne usufruiscono. Possibile che non riusciamo a utilizzarli, a differenza delle altre nazioni?
Qua siamo di fronte alla palude degli incapaci. Il meccanismo è semplice: la Ue emana le linee di indirizzo e i settori in cui mette a disposizione i Fondi per progetti specifici. Primo problema: i parlamentari europei dovrebbero subito informare governo e Regioni, invece spesso dormono. Siamo in presenza di una filiera comunicativa: se salta un anello salta possibilità di attingere ai Fondi nei tempi dovuti. Vi sono Paesi dove la catena funziona, la burocrazia agevola, la politica non ostacola, i governi cofinanziano. E ci meravigliamo se altri coprono il 100% del plafond e noi arranchiamo?
Puo’ farci un esempio concreto?
E’ stato ora approntato il progetto “Orizzonte 2020” nel campo della innovazione ricerca e sviluppo: è un progetto che va cofinanziato, il che vuol dire 50% lo mette l’Europa, l’altro 50% i governi. Sa quanto mette sul piatto l’Italia? Appena 7 miliardi contro i 20-25 miliardi degli altri governi. E’ inevitabile che a noi riservino le briciole…
Lei ha denunciato anche il problema delle infrastrutture ferroviarie in Liguria
E’ un caso emblematico: possibile che da Genova a Milano occorrano 10 minuti in più rispetto a cento anni fa? Che siano necessarie 2 ore per coprire un tratto di 145 km? E ne occorrano quasi tre per i 147 km tra Genova e Ventimiglia? Possibile che un viaggiatore tra Genova e Milano (o Torino) paghi 11 centesimi a km, ovvero la stessa cifra che un romano paga per raggiungere Milano in 3 ore percorrendo 600 km? Ma che servizio è mai questo? Per non parlare dei carri bestiame dei pendolari…
Moretti voleva garanzie sul suo stipendio …
Non mi faccia arrabbiare, è facile fare utili tagliando le linee locali, lucrando su quelle veloci o trasformando i diretti in intercity. Non mi pare che Moretti sia stato richiesto da ferrovie straniere…
In trenta giorni da outsider potrebbe diventare “eletta a furor di popolo”: è una sua scomessa?
E’ una prova dove mi sono quasi posta come cavia: voglio vedere se un elettore di centrodestra preferisce mandare in Europa una donna combattiva e professionalmente competente o veline e badanti.
E se non ci riuscisse?
Non vivo di politica, torno a occuparmi di malati, di chi ha bisogno, di chi soffre. Tranquilli, che dormo serena lo stesso.
In bocca al lupo, dottoressa...
Sono io il lupo, non se n’e’ accorto?
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Maggio 19th, 2014 Riccardo Fucile
E’ CANDIDATO PER GREEN ITALIA ALLE EUROPEE: “UN PROGETTO NUOVO CHE UNISCE UOMINI DI PROVENIENZA DIVERSA”… “OGGI IL CONFLITTO NON E’ PIU’ TRA DESTRA E SINISTRA, MA TRA CHI PENSA CHE TUTTO ABBIA UN PREZZO E CHI INTENDE DIFENDERE CIO’ CHE HA VALORE”…”TERRA, TRADIZIONE E TALENTO: L’IMMAGINE PER LA VALORIZZAZIONE DELLA MIA SICILIA”
Vi sono politici che frequentano salotti e rilasciano interviste in sale ovattate, altri che trovi più
facilmente ai banchetti di propaganda nelle piazze e che quasi confondi con i semplici militanti.
Fabio Granata appartiene alla seconda categoria e chiacchierare con lui è come rivivere una intera stagione della politica italiana.
Oggi è il capolista di Green Italia – Verdi europei per la circoscrizione Isole (Sicilia e Sardegna), nonchè candidato anche nella circoscrizione meridionale (Abruzzo, Puglia, Campania, Basiicata e Calabria)
Il suo è un lungo percorso politico di militanza a destra, vissuto sempre con passione. Cosa ha rappresentato per lei l’impegno politico?
La politica è passione o non è: chi ha avuto come punti di riferimento grandi uomini prima che grandi politici ha imparato a essere ribelle, a mettersi in gioco, ad andare oltre il contingente e le ideologie. Essere eretici non garantisce poltrone, ma lascia una traccia nelle intelligenze e nelle coscienze. Non so se ci sono riuscito, ma certo ci ho provato.
Del giovane ventenne diventato consigliere comunale a Siracusa sono rimasti ancora dei valori di riferimento o il tempo ha prodotto cambiamenti?
Un calciatore a vent’anni non ha magari una grande visione di gioco e sopperisce con l’agonismo e la corsa. Quando è più avanti negli anni cerca di non disperdere energie, l’esperienza gli permette di vedere prima il compagno smarcato e la traiettoria per il lancio vincente. Ma in entrambi i casi occorrono motivazioni ideali e voglia di vincere, altrimenti meglio accomodarsi in panchina. Ecco, io mi vedo ancora in campo
Lei ha passato varie fasi della destra italiana, da quella rautiana ad An, fino a seguire Fini in Futuro e Libertà , con ruoli di rilievo: oggi la Destra in Italia esiste ancora?
Posso dire di essere stato fortunato: ho vissuto nel Movimento sociale le prime battaglie giovanili, le eresie di Beppe Niccolai, il fascino delle idee sociali di Pino Rauti, gli albori dell’ ecologismo, la cultura di destra, i campi Hobbit, le lacerazioni fino a Fiuggi, i “mali assoluti” fino alla nefasta confluenza nel Pdl. E’ stata una stagione irripetibile per circostanze e motivazioni fino al sogno della rivolta attraverso quel “dito puntato”e le giornate esaltanti di Bastia Umbra. Fino alla triste consapevolezza della totale inadeguatezza della gestione di quel gesto di ribellione contro un potere politico, economico, mediatico e criminale enorme. Ma resta l’orgoglio per le aspre battaglie parlamentari in difesa di legalità e dignità , i tetti della Sapienza, l’incontro con le agende rosse,Via D’Amelio e la nuova cittadinanza, la speranza di una Destra legalitaria e repubblicana moderna. Oggi la destra è conformismo, servilismo, liberismo, tentativi di anteporre interessi personali a quelli della Comunità . Non è la mia destra.
Una volta sciolto Futuro e Libertà , alcuni suoi ex esponenti hanno scelto di aderire a Fratelli d’Italia. Una scelta incompatibile per lei?
Non mi sono mai iscritto al partito dei reduci e degli opportunisti quando avrai potuto trarne vantaggio. Non entro nella macchina del tempo per ritrovarmi a servire a tavola chi oggi è costretto a sua volta dalla legge a prestare servizi sociali ad altri. La destra ha bisogno di idee nuove non di volti nuovi in photoshop con idee vecchie.
La sua decisione di aderire al progetto ambientalista di Green Italia è sembrata a molti una rottura con il suo passato. Ma l’ambientalismo e la tutela dei beni artistici sono battaglie così estranee e lontane da una certa destra italiana ?
Tutt’altro: la dfesa del patrimonio ambientale e culturale trova radici profonde nella cultura di destra e nella visione tradizionale della comunità nazionale. Ricordo che 30 anni fa sorsero a destra avanguardie ecologiste che seppero condurre battaglie sul territorio e crearono interesse nei media. Purtroppo non furono supportate adeguatamente, ma questa è una caratteristica costante della classe dirigente di destra.
Dopo l’esperienza dei Verdi al governo, il movimento ambientalista non ha saputo rinnovarsi, mentre in Europa tuttora rappresenta la quarta forza politica. Problema di leadership o di contenuti?
Penso che il prevalere della connotazione politica su quella tecnica non abbia giovato. Così come la scarsa incisività quando sono stati assunti ruoli governativi. L’identificazione “a sinistra” ha garantito inizialmente un “fondo cassa” elettorale, ma alla lunga, esauritosi questo bacino per il sorgere di concorrenti, non c’è stato il colpo d’ali necessario per affrontare il mare aperto.
Green Italia in cosa è difforme dalle precedenti esperienze ambientaliste? La prima cosa che si nota è che raccoglie esponenti di vario orientamento politico. Può essere un valore aggiunto?
Certamente sì: trovare intorno a un progetto comune uomini e donne provenienti da esperienze diverse, permette di crescere nel confronto rispetto alla moda del pensiero unico. Senza fretta, con capacità di analisi, competenze e progettualità , Green Italia è destinata a far parlare di sè nel panorama politico italiano come altri gruppi verdi hanno saputo in Europa rappresentare un’alternativa al modello di sviluppo imperante.
Perchè la tutela ambientale è considerata in Italia ancora una battaglia di nicchia ?
Esiste un motevole bacino potenziale, basti esaminare il successo di trasmissione televisive dedicate a temi di tutela ambientale e artistica. In Italia paga la politica urlata, noi proponiamo temi concreti: quando gli italiani capiranno che gli urlatori non risolvono i problemi reali torneranno a cercare alternative.
Non è che il vostro raggio d’azione è di fatto limitato dal successo dei Cinquestelle? Da parte loro è vero ecologismo o si limitano solo a cavalcare battaglie come quella sul Tav?
La componente ecologista era presente nei meet-up grillini agli albori del Movimento e ne ha costituito per molto tempo una qualificata componente. La deriva populista ha portato a rincorrere tutto e il contrario di tutto, alla sola ricerca del consenso elettorale. E inevitabilmente snaturando la genuinità di certe battaglie. Chi ha il 25% di consensi ha il dovere di ottenere dei risultati: i cortei fini a stessi li può fare chi raccoglie il 2% di consensi, da chi ha il voto di un italiano su quattro si pretendono fatti, non parole. Ma se si cerca il voto sia dell’ambientalista che dell’inquinatore è un po’ difficile mantenere la parola con entrambi…
Una domanda che molti elettori potrebbero porvi: in che coalizione vi collochereste attualmente in Italia?
Non ci interessano coalizioni, ci preme far approvare progetti di recupero del patrimoni artistico e culturale, di bonifiche del territorio, di misure contro l’inquinamento. Siamo noi a domandare agli altri: chi ci sta? Un esempio: chi è disposto a impegnarsi per risolvere il problema del dissesto idrogeologico del territorio? Noi le idee le abbiamo chiare, gli altri no.
Lei è stato assessore regionale ai beni culturali e al turismo in Sicilia: quali successi rivendica?
Un’azione costante di tutela e valorizzazione: 73 vincoli ambientali, l’approvazione del Piano paesaggistico regionale, l’istituzione della Soprintendenza del mare, la legge Granata sul sistema dei Parchi archeologici e la legge quadro sul turismo, l’utilizzo sapiente dei fondi comunitari con il recupero del patrimonio monumentale, artistico e archeologico, il conseguimento di due riconoscimenti Unesco per il Val di Noto e Siracusa-Pamtalica.
Pensa che concetti come “identità culturale” e “difesa della Bellezza”, oltre che valori, siano anche una moneta produttiva spendibile al Sud?
Il Sud è un campo sterminato di potenzialità paesaggistiche, artistiche e culturali. Io ho sintetizzato nello slogan “Terra, Tradizione e Talento” una possibile e concreta linea di intervento che nel Meridione d’Italia porterebbe sviluppo e occupazione, riqualificazione e valorizzazione delle intelligenze. Investire su questi tre concetti vorrebbe dire diventare un polo di attrazione turistica che darebbe lavoro pulito ai giovani della mia terra. Interventi che possono essere finanziati dalla Ue se sappiamo fornire tempi certi, progetti d’avanguardia e meno burocrazia.
In Sicilia fa discutere il progetto MUOS, gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per la realizzazione di un sistema di comunicazioni satellitari: quali sono le ragioni di chi, come voi, si oppone al progetto?
I cittadini temono le conseguenze dell’istallazione di tale sistema su: salute umana, ecosistema della Sughereta di Niscemi, qualità dei prodotti agricoli, diritto alla mobilità e allo sviluppo del territorio, diritto alla sicurezza del territorio e dei suoi abitanti. Gli americani hanno installato tre sistemi analoghi in aree desertiche, mentre in Sicilia ciò avviene nel cuore di un’area molto popolata che già subisce a pochi chilometri la presenza della raffineria di Gela, tra le più inquinanti del mondo.
Voi proponete la rinconversione ecologica del polo petrolchimico, la bonifica dei terreni contaminati e lo sviluppo delle energie rinnovabili in Sicilia: è un programma fattibile?
E’ fattibile in un contesto di intervento coordinato. Occorre inserire nel codice penale i delitti contro l’ambiente dando alla magistratura strumenti efficaci contro ecomafie e avvelenatori industriali e chiamare tutte le imprese più inquinanti a finanziare un Fondo nazionale con cui provvedere agli interventi di bonifica nei Siti d’Interesse Nazionale. Nell’area di Priolo, Augusta , Melilli, Siracusa, contaminate da decenni di avvelenamento industriale, vivono centinaia di migliaia di italiani che, a causa dell’inquinamento, si ammalano e muoiono di più che nel resto del Paese. Ricordo i dati drammatici del Progetto Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale sui territori inquinati). dove si evidenzia che per il mesotelioma, patologia per cui risulta l’associazione con le esposizioni ambientali rilevate, nell’area di Priolo sono morti uomini e donne in numero 4 volte maggiore rispetto a ciò che avviene nel resto della Sicilia.
Lei è stato in prima linea sul tema della lotta alla mafia e la difesa della legalita: sono battaglie che intende ancora portare avanti?
Oggi una delle principali fonti di reddito della criminalità mafiosa deriva dalla gestione dei rifiuti tossici. Non ci può essere tutela ambientale e bonifica delle aree inquinate senza il ripristino della legalità e una profonda lotta anche culturale alla mafia. Ma va cambiata anche quella parte di classe politica che trasversalmente è profondamente “inquinata” dalla illegalità e dalla corruzione e di conseguenza connivente con la criminalità .
Se un domani nascesse una moderna destra in Italia potrebbe contare ancora su Fabio Granata?
Chi combatte in nome di valori universali non sceglie spesso lui il campo di battaglia, sono le circostanze a indicarne la rotta. Per dirla alla De Benoist “la differenza e il conflitto non sarà più tra destra e sinistra, ma tra coloro che credono che tutto abbia un prezzo e chi invece ritiene di dover difendere ciò che ha valore”.
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Maggio 19th, 2014 Riccardo Fucile
“AVANTI ANCHE SU AUTORICICLAGGIO”… “NOSTRA IDEA DIVERSA DALLA SINISTRA”
“A giugno si farà la riforma della giustizia”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ospite di Lucia Annunziata a In mezz’ora, confermando così le anticipazioni fornite oggi da Repubblica . “A giugno il tema della riforma della giustizia è già nell’agenda del governo – ha proseguito il leader del Nuovo centrodestra, oggi in maggioranza con Matteo Renzi ma sino all’anno scorso dentro al Pdl -. Ci saranno molti capitoli, abbiamo un’idea molto chiara – però sottolinea – diversa dalla sinistra. Io sono molto attento al rafforzamento dei poteri di contrasto nei confronti della criminalità organizzata”.
Per i reati contro criminalità economica e finanziaria “credo, non ne abbiamo ancora parlato, che su autoriciclaggio e falso in bilancio si andrà avanti. Anche su questo Ncd avrà una posizione avanzata e non sulla difensiva”.
Riportare a 5 anni, come in passato, la punibilità massima del delitto azzerato dall’ex premier oggi presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, con le modifiche del 2002 è riforma a cui il ministro della Giustizia in quota Pd, Andrea Orlando vorrebbe riuscire a legare il proprio nome, ma di cui il Guardasigilli parla da tempo in maniera riservata per evitare le inevitabili ‘guerre di religione’ che l’ipotesi di ripristino di quel reato ha sempre provocato.
Sul caos Expo, poi, Alfano afferma che Raffaele Cantone, a capo dell’Autorità anticorruzione, “oltre che più uomini avrà un accesso preventivo alle informazioni, per lavorare con un’azione di prevenzione”.
Dobbiamo “mettere in squadra prefettura, forze dell’ordine e Anticorruzione: con Cantone si assumeranno le decisioni necessarie”, ha aggiunto.
Il ministro ha rimarcato che “fin qui per l’Expo il nostro piano anti infiltrazioni ‘mafia free’ ha funzionato contro la criminalità organizzata”.
“Sulla corruzione invece c’è stata falla, ma i pm sono intervenuti per tempo”.
(da “La Repubblica”)
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