“CICLONE SUSY”, IN FORZA ITALIA SI FA STRADA LA DE MARTINI: “IN EUROPA E DA DOMANI NEL PARTITO NON QUOTE ROSA, MA SOLO QUOTE DI MERITO”
LA CANDIDATA ALLE EUROPEE NEL NORD OVEST LANCIA UN APPELLO: “BASTA SIGNORSI’ E RACCOMANDATE, IL POPOLO DI CENTRODESTRA RITORNI PROTAGONISTA”
Parlamentare europea uscente, una brillante carriera di docente universitaria in neuropsichiatria negli Usa con successivo rientro in Italia vincendo un regolare concorso, l’impegno in politica sempre fuori dagli schemi, Susy De Martini è un personaggio scomodo per la nomenklatura di partito, certamente non omologabile.
Si può anche non essere d’accordo con lei, ma non si può non riconoscerle una intelligenza vivace, arguta, la battuta pronta e pungente, lo spirito libero e la capacità di comunicazione sui media.
Un caso raro in un partito come Forza Italia dove spesso sono state premiate più le donne “decorative” che quelle professionalmente preparate.
E’ stata a un passo da essere persino esclusa dalla lista.
Ora, dopo un mese di campagna elettorale, si può dire che sia la candidata che ha fatto più parlare di sè i media tra le donne del partito.
Da semplice candidata ligure è diventata punto di riferimento di tutti gli scontenti di Forza Italia, quelli che vorrebbero ritrovare lo spirito delle origini.
Proviamo a provocarla sulla presenza femminile nelle liste, visto che nella sua circoscrizione figurano anche la Comi e la Ronzulli.
Soddisfatta delle quote rose in politica? E’ una norma che permette di far emergere candidature al femminile…
Ma che quote rose, le donne non sono una specie in via di estinzione che hanno bisogno di una riserva, io sono per le quote di merito.
Ci spiega cosa intende?
Semplice: le quote rose sono semplicemente un sistema per promuovere racccomandate e amanti, nel migliore dei casi le genuflesse. Io propongo le quote di merito: va premiato chi vale, uomo o donna che sia. Se devo scegliere un medico mi informo se è competente, non mi pongo certo il problema se è uomo o donna. All’estero in politica è così e le donne sono ai vertici dei partiti.
Lei è stata molto polemica sui criteri di composizioni delle liste e sui metodi interni ai partiti per conquistare i voti di preferenza. E’ arrivata a parlare di “elezioni truccate”…
Dato che non sono ipocrita, confermo e preciso: siamo in presenza di un voto di scambio nel rapporto tra candidato e dirigenze locali. Molti aspiranti parlamentari europei stringono alleanze con i maggiorenti locali promettendo di tutto: dalle nomine remunerate in enti, fondazioni e organismi ad appoggi per future candidature. Siamo in presenza di un mercato dove non conta la competenza del candidato ma solo le alleanze e gli appoggi dei signori locali delle tessere.
Quindi gli eletti si conoscono già ?
Ha presente lo scandalo Expo? Ricorda i pizzini che Catozzo teneva nascosti nelle mutande? Ecco, siamo in presenza del “metodo Catozzo”, con la differenza che i pizzini negli slip non contengono le cifre delle tangenti ma i nomi di chi deve essere eletto.
Visto che la troviamo in forma, le ricordiamo che lei è giunta a parlare di “rottamazione” necessaria anche all’interno di Forza Italia. O abbiamo capito male?
Lo ribadisco: o ci si rinnova o non si va da nessuna parte. Sul territorio ci sono tanti bravi dirigenti che tirano il carro, ma anche una moltitudine di vecchi tromboni che avrebbero dovuto avere da tempo il buongusto di farsi da parte. Il problema riguarda tutti i partiti, io guardo al mio.
Un pensiero isolato il suo o ha ricevuto sostegno dalla base?
Ricevo centinaia di mail di sostegno ogni giorno da parte di ex elettori di centrodestra che da tempo non votano più a causa di quanto io denuncio. Mi dicono di non mollare, di andare avanti, sono disponibili a rimettersi in gioco per fare pulizia nel partito in base a criteri meritocratici.
Elettori in imbarazzo?
Siamo seri: ci sono persone perbene, non importa la categoria sociale, che si vergognano di dire che votano un partito dove vengono tutelati inquisiti, imputati e sciacquette senza titolo di studio, ma evidentemente con altre qualifiche.
E cosa pensa di fare?
Lancerò nei prossimi giorni un appello affinchè si crei un movimento interno di pressione affinchè la base di Forza Italia “si riprenda” il partito, dicendo basta a raccomandati e lecchini. Si applichino i criteri di merito, competenza e onestà : solo una democratica rivolta del popolo di centrodestra potrà ottenere questo risultato, basta delegare ai capibastone.
Queste elezioni europee penalizzano le regioni più piccole: il suo collegio è composto da sei milioni di elettori lombardi, quattro milioni di piemontesi e solo un milione di liguri. Che possibilità esiste che un ligure difenda le istanze della regione a Bruxelles?
Se la classe politica ligure comprendesse che occorre, in certe occasioni, fare squadra non sarebbe ridotta com’e’, ovvero a non contare nulla. O, come nel caso del Pd, a candidare Cofferati che viene dato in quota Liguria solo perchè ha sposato una genovese.
Tutti parlano dei Fondi europei, stanziamenti per progetti specifici che spesso vedono l’Italia come fanalino di coda tra gli Stati che ne usufruiscono. Possibile che non riusciamo a utilizzarli, a differenza delle altre nazioni?
Qua siamo di fronte alla palude degli incapaci. Il meccanismo è semplice: la Ue emana le linee di indirizzo e i settori in cui mette a disposizione i Fondi per progetti specifici. Primo problema: i parlamentari europei dovrebbero subito informare governo e Regioni, invece spesso dormono. Siamo in presenza di una filiera comunicativa: se salta un anello salta possibilità di attingere ai Fondi nei tempi dovuti. Vi sono Paesi dove la catena funziona, la burocrazia agevola, la politica non ostacola, i governi cofinanziano. E ci meravigliamo se altri coprono il 100% del plafond e noi arranchiamo?
Puo’ farci un esempio concreto?
E’ stato ora approntato il progetto “Orizzonte 2020” nel campo della innovazione ricerca e sviluppo: è un progetto che va cofinanziato, il che vuol dire 50% lo mette l’Europa, l’altro 50% i governi. Sa quanto mette sul piatto l’Italia? Appena 7 miliardi contro i 20-25 miliardi degli altri governi. E’ inevitabile che a noi riservino le briciole…
Lei ha denunciato anche il problema delle infrastrutture ferroviarie in Liguria
E’ un caso emblematico: possibile che da Genova a Milano occorrano 10 minuti in più rispetto a cento anni fa? Che siano necessarie 2 ore per coprire un tratto di 145 km? E ne occorrano quasi tre per i 147 km tra Genova e Ventimiglia? Possibile che un viaggiatore tra Genova e Milano (o Torino) paghi 11 centesimi a km, ovvero la stessa cifra che un romano paga per raggiungere Milano in 3 ore percorrendo 600 km? Ma che servizio è mai questo? Per non parlare dei carri bestiame dei pendolari…
Moretti voleva garanzie sul suo stipendio …
Non mi faccia arrabbiare, è facile fare utili tagliando le linee locali, lucrando su quelle veloci o trasformando i diretti in intercity. Non mi pare che Moretti sia stato richiesto da ferrovie straniere…
In trenta giorni da outsider potrebbe diventare “eletta a furor di popolo”: è una sua scomessa?
E’ una prova dove mi sono quasi posta come cavia: voglio vedere se un elettore di centrodestra preferisce mandare in Europa una donna combattiva e professionalmente competente o veline e badanti.
E se non ci riuscisse?
Non vivo di politica, torno a occuparmi di malati, di chi ha bisogno, di chi soffre. Tranquilli, che dormo serena lo stesso.
In bocca al lupo, dottoressa...
Sono io il lupo, non se n’e’ accorto?
Leave a Reply