Marzo 21st, 2015 Riccardo Fucile
RENZI USA IL SUO METRO: QUELLO DEI DUE PESI E DUE MISURE
Lui, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, appena può, ripete la frase da talk show: “Sono garantista”.
E ha anche un buon motivo: nel suo governo di indagati ce ne sono in abbondanza.
Un ministro, Stefania Giannini, è stata citata a giudizio dalla Corte dei conti per un danno erariale stimato in 420 mila euro, relativo ai tempi in cui ricopriva la carica di rettore dell’Università per stranieri di Perugia.
C’è poi un caso conclamato: Francesca Barracciu, sottosegretario del ministero dei Beni Culturali, era la candidata del Pd alle elezioni regionali in Sardegna, un anno fa. Aveva vinto le primarie, ma il giorno stesso l’avvisarono anche dell’indagine per peculato che aveva avviato la Procura di Cagliari nei suoi confronti.
Secondo l’accusa, Barracciu avrebbe speso 80 mila euro senza nessuna giustificazione. Tutti soldi, dice lei, finiti in benzina.
I magistrati non le hanno creduto ed è ancora indagata.
Per evitare che corresse come presidente della giunta sarda, Matteo Renzi se l’è portata a Roma.
Indagato in corsa, invece, una delle new entry di Palazzo Chigi ai tempi di Matteo: lui si chiama Davide Faraone, responsabile del Welfare del Pd e, soprattutto, sottosegretario all’Istruzione: è indagato per peculato sulle spese pazze in Sicilia.
A Renzi piace assai anche Vasco Errani, ex presidente della Regione Emilia Romagna, carica dalla quale si è dimesso per una condanna in secondo grado per falso.
Renzi, garantista fino in fondo, lo vuole a Roma con un incarico importante. Per adesso è stato lo stesso Errani a declinare l’invito in attesa del terzo grado di giudizio. La lista prosegue con Ernesto Carbone, un procedimento civile e uno penale, e Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, candidato Pd alle prossime elezioni regionali in Campania.
Tra i governatori non se la passa bene neppure Enrico Rossi della Toscana: è indagato per un buco da 300 milioni di euro dell’Asl di Massa e Carrara.
Emiliano Liuzzi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Marzo 21st, 2015 Riccardo Fucile
L’ITALIA DEI SILENZI, DEI RINVII E DELLA COMPLICITA’
Il giorno prima della retata Grandi Opere, la parola d’ordine dei politici era una sola, categorica e
impegnativa per tutti: farla pagare ai giudici con la responsabilità civile e salvare i condannati per abuso d’ufficio dalla legge Severino.
Ora è più chiaro il perchè.
Fortuna per il governo, anzi per gli ultimi dieci o venti governi, che non c’è la responsabilità civile dei ministri, sennò sai che festa con tutti i miliardi che dovrebbero restituire per le opere pubbliche inutili, e anche per quelle utili costate il doppio e il triplo del dovuto, magari dirottandovi i fondi destinati agli alluvionati o al riassetto del territorio.
Ora però Lupi si è dimesso (grazie alla mozione di sfiducia M5S-Sel), il governo è più forte e tutto va ben madama la marchesa.
Pazienza per le notizie sparse qua e là sui giornali, messe in giro dai soliti gufi.
L’anno scorso il ministro Lupi aveva diramato ai dipendenti del ministero delle Infrastrutture una circolare draconiana: “Non si accettano regali oltre i 150 euro di valore”.
Fedele Sanciu, commissario dell’Autorità portuale Nord Sardegna, a cui Lupi & C. si erano rivolti per affidare la direzione lavori del nuovo terminal del porto di Olbia all’amico Stefano Perotti, ha la terza media.
Il presidente di Federacciai Antonio Gozzi, noto per aver accusato i giudici di Taranto di rovinare l’immagine delle imprese italiane nel mondo con le indagini sull’Ilva, viene arrestato in Belgio per tangenti pagate in Congo.
Così, tanto per migliorare un po’ l’immagine delle imprese italiane nel mondo.
Il commissario Fabrizio Barca comunica che il Pd romano “è cattivo e pericoloso”, “lavora solo per gli eletti”, ha un iscritto finto su cinque, una spiccata predisposizione a “deformazioni clientelari e una presenza di carne da cannone da tesseramento”.
Il presidente del Parma Calcio Giampietro Manenti finisce in carcere per riciclaggio: l’ultima idea era salvare la società facendola finanziare da una banda di hacker legati alla mafia che aveva svaligiato alcune banche per 70 milioni in tre giorni.
Indagati anche due funzionari della Ragioneria dello Stato.
Chiesto il rinvio a giudizio del professor Antonio Patruno, docente a contratto della facoltà di Architettura alla Sapienza di Roma.
Agli studenti diceva: “Sono 2.000 euro a esame. Lo so che è illegale, ma me ne fotto”. Il Csm continua a negare al pm Nino Di Matteo il posto che gli spetta alla Procura nazionale antimafia, preferendogli tre colleghi più giovani e meno titolati.
Però, due anni dopo le condanne a morte pronunciate da Riina e le riunioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica a Palermo col ministro Alfano che propose di farlo girare a bordo di un carrarmato Lince modello Kabul, il perspicace organo di autogoverno scopre di botto che Di Matteo a Palermo rischia la pelle.
E lo convoca d’urgenza per chiedergli se per caso vuol essere trasferito in una località a piacere.Purchè la smetta di occuparsi di mafia e politica.
Processo sulla trattativa Stato-mafia: gli avvocati degli imputati denunciano i pm di Palermo perchè continuano a indagare sulla trattativa Stato-mafia, e pare brutto. Secondo la Corte costituzionale, in base a una legge del 2013, due dirigenti su tre dell’Agenzia delle Entrate sono illegittimi.
Secondo l’Osservatorio per la Legalità della Regione Lazio, la presenza mafiosa è cresciuta del 30% in 7 anni: ora sul territorio laziale sono attive 88 famiglie mafiose, ‘ndranghetiste, camorristiche e indigene, che controllano i mercati di droga, usura, racket, prostituzione e appalti. Se ne gioverà il Pil.
Con le dimissioni di Massimo Bray, entra di diritto alla Camera il primo dei non eletti Pd (espressione eccessiva, visto che nessuno è mai stato eletto col Porcellum, neppure gli eletti): Ludovico Vico, lo stesso che tre anni, al telefono con il faccendiere dell’Ilva Girolamo Archinà , teorizzò: “Ora a questo punto lì alla Camera dobbiamo fargli uscire il sangue a Della Seta perchè lui deve capire e non deve rompere le palle”.
Della Seta denunciava le emissioni killer dell’Ilva, infatti il Pd non lo ricandidò. Vico invece sì.
Nunzia De Girolamo, capogruppo (fino all’altroieri) di Ncd alla Camera, si rammarica di essersi dimessa da ministro del governo Letta per una semplice indagine a suo carico ed elogia il premier per i passi in avanti compiuti da allora a oggi: “Renzi ha superato il giustizialismo, ha messo al governo indagati, ha candidato De Luca (condannato in primo grado, ndr) su cui incombe la legge Severino: mi auguro che prosegua in questo senso”.
È già migliorato, ma se si impegna può fare di più.
Un pregiudicato (Ncd ne ha tanti) al posto di Lupi potrebbe andarle bene?
Slitta ancora la norma per levare il vitalizio agli ex parlamentari condannati, che continuano a riceverlo, anche in carcere.
L’emendamento Orlando sul falso in bilancio prevede divieto assoluto di intercettazioni e prescrizione obbligatoria per le società non quotate (il 99% del totale) che truccano i conti. Una vera rivoluzione.
Nessuna notizia del decreto sui reati fiscali, varato il 24 dicembre scorso col condono per evasori e frodatori sotto il 3% dell’imponibile dichiarato, poi bloccato da Renzi preso col sorcio in bocca, poi riannunciato per il 20 febbraio, e mai più pervenuto. Tanto non c’è fretta.
La legge Anticorruzione, dopo due anni di marcia a tappe forzate, approda finalmente in aula al Senato, ma geneticamente modificata. Piero Grasso, che la presentò nel lontano febbraio 2013, non la riconosce più.
In attesa dei restauratori, complice un decreto dimenticato dal governo, si rinvia. Tanto c’è tempo.
Marco Travaglio
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Marzo 21st, 2015 Riccardo Fucile
CI HA CREDUTO, CI HA PROVATO, HA PERDUTO
Il cortile di un pronto soccorso californiano.
E un medico, appena uscito dalla sala operatoria dove ha provato invano a salvare un ragazzo ricoverato in condizioni disperate, che si appoggia al muretto con la testa china.
La foto, scattata da un collega forse coinvolto nel medesimo intervento, è l’istantanea di una sconfitta, il momento in cui ogni persona si ritrova sola con i propri fantasmi. Eppure in poche ore l’emozione catturata da questa immagine ha fatto il giro del mondo.
Deve avere toccato qualche corda viva che le dosi quotidiane di cinismo non sono ancora riuscite ad anestetizzare.
Racconta la storia drammatica e purtroppo comune di un medico che voleva risolvere un caso disperato e non c’è riuscito.
Ci ha creduto, ci ha provato, ha perduto.
Per lui quel ragazzo era uno sconosciuto. Però era lo sconosciuto che la vita gli aveva affidato, assegnandogliene la responsabilità .
La foto rubata compie il miracolo.
Cogliendo la dimensione umana in un’intimità quasi pornografica, trasforma la tragedia in riscossa.
Il dolore di questa persona dà improvvisamente un senso a tutto quello che fa. Dovrebbero farne un poster e appenderlo nelle facoltà di medicina.
Massimo Gramellini
(da “La Stampa”)
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Marzo 21st, 2015 Riccardo Fucile
LASTRE MEDICHE, FLOPPY DISK E MASCHERE DA SALDATORE PER LO SHOW DEL SOLE NERO
Altro che occhialini da eclissi, introvabili in tutto il paese. 
Con gli occhi al cielo ieri mattina gli italiani si sono rivolti usando la fantasia: maschere da saldatore, lastre mediche, floppy disk e rullini fotografici.
E sono stati premiati con un cielo generalmente sereno, tranne al nord-ovest.
In Italia il disco solare è stato coperto in media al 50% (con un picco al nord del 70%), la luce è diventata metallica e crepuscolare e la temperatura si è abbassata alle 10 e mezza. I meglio organizzati nord-europei, armati degli speciali occhialini con protezione solare, non hanno invece trovato in cielo che nuvole.
Il bilancio del nostro fai-da-te è stato di numerose persone (23 a Roma e 2 a Milano) visitate al pronto soccorso per problemi alla vista.
Peggio è andata a un appassionato della Repubblica Ceca che aveva raggiunto le isole Svalbard per osservare l’eclissi totale.
Giovedì notte si è ritrovato un orso nella tenda e ha trascorso il momento clou in ospedale con qualche ferita.
L’altro luogo dove la Luna ha coperto l’intero disco del Sole e dove il buio sulla Terra è stato completo sono state le isole FaerOer.
Ma qui pioggia, vento e temperature a meno venti hanno lasciato i turisti gelati e delusi
La rete elettrica europea è stata in un certo senso messa alla prova.
Non per il temuto calo dell’energia solare, ma perchè gli appassionati delusi dalle nuvole si sono rivolti a Internet e televisione.
In Gran Bretagna 10 milioni di Tv e 3,2 milioni di teiere si sono accese contemporaneamente, provocando un picco di 2 gigawatt.
La Germania – che dispone di 38 degli 89 gigawatt di capacità solare in Europa – ha retto bene al repentino calo di irraggiamento.
L’energia generata dal Sole era di 21 gigawatt alle 9 e mezza, 6 alle dieci e mezza e 15 un’ora più tardi.
La rapidità dello sbalzo ha creato un temporaneo aumento dei prezzi delle altre fonti energetiche
Alla fine i più soddisfatti sono stati coloro che hanno seguito l’eclissi da osservatori e planetari, con appuntamenti organizzati in tutta Italia, e non solo.
Dallo spazio infatti l’astronauta Samantha Cristoforetti ha trasmesso foto spettacolari con il suo speciale punto di vista sull’eclissi.
Agli scienziati il fenomeno ha dato l’occasione di studiare la corona, la parte più esterna e turbolenta del Sole, grazie alla Luna che ha fatto da schermo.
L’allineamento fra la stella e il satellite, che fa sommare la loro forza di gravità , sta provocando maree più alte del normale sulle coste dell’Atlantico, della Manica e del Mare del Nord.
Il prossimo appuntamento con un’eclissi così importante in Europa sarà nel 2027, dove il 97% del Sole sarà coperto a Lampedusa.
Elena Dusi
(da “La Repubblica“)
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Marzo 21st, 2015 Riccardo Fucile
L’ABBRACCIO DI NAPOLI AL PONTEFICE CHE SA PARLARE AL CUORE DEGLI UOMINI: DA POMPEI A SCAMPIA, DA PIAZZA DEL PLEBISCITO A POGGIOREALE, SEMPRE A FIANCO DEI PIU’ DEBOLI: “NON LASCIATEVI RUBARE LA SPERANZA”
“Cari napoletani, non lasciatevi rubare la speranza. Non cedete alle lusinghe di facili guadagni o di redditi disonesti. Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri e i deboli, con il cinico commercio della droga e altri crimini”.
E anche: “La vita a Napoli non è mai stata facile ma non è mai stata triste. È questa la vostra grande risorsa. Il cammino quotidiano in questa città produce una cultura di vita che aiuta sempre a rialzarsi dopo ogni caduta e a fare in modo che il male non abbia mai l’ultima parola. Vi auguro il meglio, andate avanti”.
La Campania accoglie le dieci ore dell’intensa visita pastorale di Papa Francesco che esordisce con queste parole prima davanti alla folla del quartiere Scampia – scelto non a caso come prima tappa del suo giro – e poi a Napoli in una piazza del Plebiscito gremita.
Discorsi in cui torna a condannare lo sfruttamento della persona e in cui ripete più volte: “La mancanza di lavoro ci ruba la dignità . E senza lavoro ciascuno di noi può scivolare verso la corruzione”.
Corruzione.
“Una società corrotta ‘spuzza’ – incalza – non è cristiano chi si lascia corrompere. Tutti abbiamo la possibilità di essere corrotti, è uno scivolare verso lo sfruttamento. Quanta corruzione c’è nel mondo”, è il grido di dolore lanciato dal Papa a cui segue il monito: “Andiamo avanti nella pulizia perchè non ci sia la ‘spuzza’ della corruzione nella vostra città . San Gennaro interceda per voi”.
Parole durissime che costituiranno l’ossatura del tour de force condotto nelle periferie all’ombra del Vesuvio, tra gli ammalati, i detenuti e la gente della città capoluogo: i giovani, le famiglie, il clero, ma anche i disabili e i bisognosi.
Immigrazione.
In più passaggi, Bergolio sceglie di toccare il tema degli immigrati che chiedono di essere riconosciuti come figli di Dio: “Ma è necessario arrivare a questo?”, chiede ancora dinanzi ai fedeli di Scampia, in risposta a una donna immigrata che aveva introdotto l’incontro.
“I migranti – prosegue – sono cittadini di seconda classe? Dobbiamo far sentire loro che sono cittadini come noi, figli di Dio, migranti come noi, perchè siamo tutti migranti, nessuno di noi ha dimora fissa in questa terra e tutti dobbiamo andare a trovare Dio, uno prima e l’altro dopo o come diceva quell’anziano vecchietto furbo, andate voi, io vado per l’ultimo: tutti dobbiamo andarci”.
Nel rione stamani era presente anche una delegazione dell’Arcigay Campania che ha poi commentato: “È stata una breccia nella via del dialogo”.
Speranza.
“Oggi comincia la primavera – dice Bergoglio in piazza durante l’omelia – e la primavera è tempo di speranza. Ed è tempo di riscatto per Napoli: questo è il mio augurio e la mia preghiera per una città che ha in sè tante potenzialità spirituali, culturali e umane, e soprattutto tanta capacità di amare. Le autorità , le istituzioni, le varie realtà sociali e i cittadini, tutti insieme e concordi, possono costruire un futuro migliore. E il futuro di Napoli non è ripiegarsi rassegnata su sè stessa, ma aprirsi con fiducia al mondo. Questa città può trovare nella misericordia di Cristo, che fa nuove tutte le cose, la forza per andare avanti con speranza, la forza per tante esistenze, tante famiglie e comunità . Sperare è già resistere al male. Sperare è guardare il mondo con lo sguardo e con il cuore di Dio. Sperare è scommettere sulla misericordia di Dio, che è Padre e perdona sempre e perdona tutto”.
L’appello ai criminali.
A seguire, l’appello più struggente: “Ai criminali e a tutti i loro complici la Chiesa ripete: convertitevi all’amore e alla giustizia! Lasciatevi trovare dalla misericordia di Dio! Con la grazia di Dio, che perdona tutto, è possibile ritornare a una vita onesta. Ve lo chiedono anche le lacrime delle madri di Napoli, mescolate con quelle di Maria, la Madre celeste invocata a Piedigrotta e in tante chiese di Napoli. Queste lacrime sciolgano la durezza dei cuori e riconducano tutti sulla via del bene”.
L’itinerario.
Già alle 9 di stamani il Pontefice ha lasciato il santuario della Beata Vergine del Rosario decollando a bordo dell’elicottero che lo aveva portato a Pompei pochi minuti prima delle 8.
A salutarlo, così come all’arrivo, il sindaco Nando Uliano e l’arcivescovo Tommaso Caputo, delegato pontificio. Bergoglio arriva poi a Scampia, seconda tappa del suo tour pastorale, dove partono i selfie e gli abbracci soprattutto con giovani e bambini. Tanta l’emozione tra i fedeli, soprattutto quelli che sono riusciti ad avvicinarsi di più a lui.
A Pompei il Pontefice ha pregato davanti al quadro della Beata Vergine del Santo Rosario, nel santuario fondato dal beato Bartolo Longo.
Alla folla che lo ha salutato davanti al santuario ha detto: “Grazie tante per questa calorosa accoglienza. Abbiamo pregato tutti la Madonna perchè ci benedica tutti, voi, me, tutto il mondo. Ne abbiamo bisogno, perchè la Madonna custodisca tante cose. Pregate per me”. A seguire, si è congedato dicendo: “Arrivederci a presto”.
Papa a Scampia, benedice in napoletano: “A Maronna v’accumpagne!”
Al suo arrivo in elicottero nel campo sportivo comunale di Scampia, il Papa è stato accolto dall’arcivescovo di Napoli, cardinal Crescenzio Sepe (su cui Bergoglio ha scherzato durante il suo discorso dicendo “mi ha minacciato se non fossi venuto a Napoli”), dal presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, dal prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, e dal sindaco della città , Luigi De Magistris.
In auto, Bergoglio raggiunge piazza Giovanni Paolo II dove incontra la popolazione del rione Scampia e diverse categorie sociali in rappresentanza del mondo della cultura, della legalità , dei professionisti, del mondo del lavoro, degli emarginati e dei migranti.
L’incontro si apre con l’indirizzo di saluto del cardinal Sepe, quindi il sindaco consegna al Papa le chiavi della città .
Prendono poi la parola un immigrato della comunità delle Filippine; un lavoratore e il presidente della Corte d’Appello di Napoli, Antonio Bonaiuti.
Lasciata Scampia, Papa Francesco arriva in piazza del Plebiscito a Napoli, accolto dagli applausi della folla in festa, dai cori, dalle bandiere e dalla commozione: qui la celebrazione della messa.
Terminata la cerimonia eucaristica, il programma prevede che il Pontefice raggiunga il carcere di Poggioreale per pranzare con i detenuti.
(da “La Repubblica”)
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Marzo 21st, 2015 Riccardo Fucile
NCD CHIEDE IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE
Chiuso il caso Lupi, il paese “torna normale, dove ci si può dimettere anche senza essere indagato”. 
Matteo Renzi riprende il fiato che aveva perso per un’intera settimana. Ritrova il sorriso e la favella.
Il premier parla, finalmente parla del caso Lupi da Bruxelles, subito dopo il consiglio europeo, in una improvvisata conferenza stampa in cui dice tutto ciò che si è preparato per il gran giorno: il giorno delle dimissioni di Maurizio Lupi, ormai ex ministro delle Infrastrutture finito nella bufera per l’inchiesta sul sistema di corruzione intorno alle grandi opere.
Con il passo indietro di Lupi, il governo si è tolto un dente molto doloroso e il ‘partito della nazione’ di Renzi si è tolto un peso.
Ora vola verso il rimpasto, operazione che il premier vorrebbe sbrigare nel più breve tempo possibile e che punta naturalmente a sfilare a Ncd un ministero pesante come quello che sotto Lupi metteva insieme Trasporti e Infrastrutture.
In pole per sostituire il ministro c’è l’ex pm anti-Camorra Raffaele Cantone, ma oggi gira anche il nome di Graziano Delrio.
Ncd però punta i piedi e chiede il ministero dell’Istruzione oppure gli Affari regionali ma non senza la delega sui fondi europei, che ora è nelle mani di Delrio.
Dopo un tira e molla durato una settimana intera, tra i pressing privati di Renzi per il passo indietro ‘volontario’ di Lupi e gli imbarazzati silenzi pubblici sul caso più scottante per il suo giovane governo, il presidente del Consiglio prende l’interim delle Infrastrutture e Trasporti ma solo per alcuni giorni, assicura da Bruxelles.
Per lo meno, fino all’incontro con Sergio Mattarella fissato per lunedì.
Al Quirinale il premier conta di esporre la sua idea per sostituire Lupi e insieme cogliere l’occasione per ridare slancio al governo e per riquadrare tutti gli equilibri politici tra i partiti della maggioranza.
Non è un mistero che Renzi mediti il rimpasto da tempo, già dalle europee dell’anno scorso che gloriarono il suo Pd del 40,8 per cento dei consensi, inchiodando Ncd al 4 per cento e Scelta Civica allo 0,72 per cento.
Ora l’occasione è servita su un piatto d’argento.
Pare che Cantone stia già assaporando la nomina da ministro, dettata anche dall’urgenza di dare un segnale forte di cambiamento all’opinione pubblica.
L’ex pm anti-Camorra, voluto dal premier all’authority anti-corruzione di Palazzo Chigi, sarebbe la carta mediaticamente più spendibile per far dimenticare il brutto ‘affaire Lupi’.
Allo stesso tempo però, Renzi vorrebbe trasferire la Struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture alle dipendenze di Palazzo Chigi.
Nello specifico: alle dipendenze del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti.
Uno schema che non deporrebbe a favore della nomina di Delrio in sostituzione di Lupi, visto che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio gestisce la delega pesante ai fondi europei che non lascerebbe certo per finire a gestire un ministero ‘svuotato’.
Ma proprio quella delega è nelle mire del Nuovo Centrodestra, che la vorrebbe assegnata al ministero degli Affari Regionali, vacante dalle dimissioni di Maria Carmela Lanzetta il 30 gennaio scorso.
E’ per questo che Alfano sta puntando i piedi. Più che Alfano, li sta puntando Gaetano Quagliariello, senatore e coordinatore di Ncd, diretto interessato alla nomina.
“Il Nuovo Centrodestra non accetterà penalizzazioni rispetto a quanto abbiamo perduto – scandisce Quagliariello, in un’intervista al Quotidiano Nazionale – Credo che sia esigenza del presidente del Consiglio mantenere l’equilibrio esistente, così come c’è la nostra esigenza che questo governo non diventi un monocolore”.
Cioè un monocolore Pd.
Senza delega ai fondi europei, Ncd ha già fatto sapere al premier di non essere interessata gli Affari Regionali. A quel punto, meglio l’Istruzione, che allargherebbe il rimpastino ad un’altra casella di governo, quella che ora è nelle mani di Stefania Giannini di Scelta Civica.
In tutto, dunque potrebbero essere tre le sostituzioni: alle Infrastrutture e Trasporti, Affari Regionali (pensati per la giovane Anna Ascani del Pd prima che esplodesse il caso Lupi) e Istruzione.
Di certo, Renzi non vorrebbe trascinare questa storia per molto, ora che finalmente è riuscito a far dimettere Lupi. C’è l’urgenza di rimettere olio negli ingranaggi del governo, inceppati dalle polemiche di questa lunga settimana di fuoco.
C’è necessità di fare benzina di popolarità per riguadagnare slancio da qui alle amministrative di giugno e anche da qui all’inaugurazione dell’Expo il primo maggio. E il primo passo per ritrovare l’equilibrio è fingere che la scelta di Lupi sia avvenuta davvero spontaneamente e senza strappi.
“E’ stata una sua decisione — dice il capo del governo da Bruxelles – Si può decidere di essere indagati e aspettare o si può decidere pur non essendo indagati di continuare a fare politica in un altro modo. Lupi ha fatto bene, è stata una scelta giusta”, un gesto di “grande dignità e sensibilità , sulla base di una sua valutazione politica che ha spiegato in Parlamento. Il mio rapporto con lui rimane, anzi si rafforza”.
Il premier si prepara a gestire le pretese di Ncd sui ministeri.
Ma conta di poter affidamento sulla forza di attrazione del suo ‘partito della nazione’, irresistibile per un partito come quello di Alfano, dilaniato dalle spinte centrifughe.
(da “Huffingtonpost“)
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