PAPA FRANCESCO A SCAMPIA: “LA MANCANZA DI LAVORO TOGLIE DIGNITA’, REAGITE ALLA CAMORRA, LA CORRUZIONE SPUZZA”
L’ABBRACCIO DI NAPOLI AL PONTEFICE CHE SA PARLARE AL CUORE DEGLI UOMINI: DA POMPEI A SCAMPIA, DA PIAZZA DEL PLEBISCITO A POGGIOREALE, SEMPRE A FIANCO DEI PIU’ DEBOLI: “NON LASCIATEVI RUBARE LA SPERANZA”
“Cari napoletani, non lasciatevi rubare la speranza. Non cedete alle lusinghe di facili guadagni o di redditi disonesti. Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri e i deboli, con il cinico commercio della droga e altri crimini”.
E anche: “La vita a Napoli non è mai stata facile ma non è mai stata triste. È questa la vostra grande risorsa. Il cammino quotidiano in questa città produce una cultura di vita che aiuta sempre a rialzarsi dopo ogni caduta e a fare in modo che il male non abbia mai l’ultima parola. Vi auguro il meglio, andate avanti”.
La Campania accoglie le dieci ore dell’intensa visita pastorale di Papa Francesco che esordisce con queste parole prima davanti alla folla del quartiere Scampia – scelto non a caso come prima tappa del suo giro – e poi a Napoli in una piazza del Plebiscito gremita.
Discorsi in cui torna a condannare lo sfruttamento della persona e in cui ripete più volte: “La mancanza di lavoro ci ruba la dignità . E senza lavoro ciascuno di noi può scivolare verso la corruzione”.
Corruzione.
“Una società corrotta ‘spuzza’ – incalza – non è cristiano chi si lascia corrompere. Tutti abbiamo la possibilità di essere corrotti, è uno scivolare verso lo sfruttamento. Quanta corruzione c’è nel mondo”, è il grido di dolore lanciato dal Papa a cui segue il monito: “Andiamo avanti nella pulizia perchè non ci sia la ‘spuzza’ della corruzione nella vostra città . San Gennaro interceda per voi”.
Parole durissime che costituiranno l’ossatura del tour de force condotto nelle periferie all’ombra del Vesuvio, tra gli ammalati, i detenuti e la gente della città capoluogo: i giovani, le famiglie, il clero, ma anche i disabili e i bisognosi.
Immigrazione.
In più passaggi, Bergolio sceglie di toccare il tema degli immigrati che chiedono di essere riconosciuti come figli di Dio: “Ma è necessario arrivare a questo?”, chiede ancora dinanzi ai fedeli di Scampia, in risposta a una donna immigrata che aveva introdotto l’incontro.
“I migranti – prosegue – sono cittadini di seconda classe? Dobbiamo far sentire loro che sono cittadini come noi, figli di Dio, migranti come noi, perchè siamo tutti migranti, nessuno di noi ha dimora fissa in questa terra e tutti dobbiamo andare a trovare Dio, uno prima e l’altro dopo o come diceva quell’anziano vecchietto furbo, andate voi, io vado per l’ultimo: tutti dobbiamo andarci”.
Nel rione stamani era presente anche una delegazione dell’Arcigay Campania che ha poi commentato: “È stata una breccia nella via del dialogo”.
Speranza.
“Oggi comincia la primavera – dice Bergoglio in piazza durante l’omelia – e la primavera è tempo di speranza. Ed è tempo di riscatto per Napoli: questo è il mio augurio e la mia preghiera per una città che ha in sè tante potenzialità spirituali, culturali e umane, e soprattutto tanta capacità di amare. Le autorità , le istituzioni, le varie realtà sociali e i cittadini, tutti insieme e concordi, possono costruire un futuro migliore. E il futuro di Napoli non è ripiegarsi rassegnata su sè stessa, ma aprirsi con fiducia al mondo. Questa città può trovare nella misericordia di Cristo, che fa nuove tutte le cose, la forza per andare avanti con speranza, la forza per tante esistenze, tante famiglie e comunità . Sperare è già resistere al male. Sperare è guardare il mondo con lo sguardo e con il cuore di Dio. Sperare è scommettere sulla misericordia di Dio, che è Padre e perdona sempre e perdona tutto”.
L’appello ai criminali.
A seguire, l’appello più struggente: “Ai criminali e a tutti i loro complici la Chiesa ripete: convertitevi all’amore e alla giustizia! Lasciatevi trovare dalla misericordia di Dio! Con la grazia di Dio, che perdona tutto, è possibile ritornare a una vita onesta. Ve lo chiedono anche le lacrime delle madri di Napoli, mescolate con quelle di Maria, la Madre celeste invocata a Piedigrotta e in tante chiese di Napoli. Queste lacrime sciolgano la durezza dei cuori e riconducano tutti sulla via del bene”.
L’itinerario.
Già alle 9 di stamani il Pontefice ha lasciato il santuario della Beata Vergine del Rosario decollando a bordo dell’elicottero che lo aveva portato a Pompei pochi minuti prima delle 8.
A salutarlo, così come all’arrivo, il sindaco Nando Uliano e l’arcivescovo Tommaso Caputo, delegato pontificio. Bergoglio arriva poi a Scampia, seconda tappa del suo tour pastorale, dove partono i selfie e gli abbracci soprattutto con giovani e bambini. Tanta l’emozione tra i fedeli, soprattutto quelli che sono riusciti ad avvicinarsi di più a lui.
A Pompei il Pontefice ha pregato davanti al quadro della Beata Vergine del Santo Rosario, nel santuario fondato dal beato Bartolo Longo.
Alla folla che lo ha salutato davanti al santuario ha detto: “Grazie tante per questa calorosa accoglienza. Abbiamo pregato tutti la Madonna perchè ci benedica tutti, voi, me, tutto il mondo. Ne abbiamo bisogno, perchè la Madonna custodisca tante cose. Pregate per me”. A seguire, si è congedato dicendo: “Arrivederci a presto”.
Papa a Scampia, benedice in napoletano: “A Maronna v’accumpagne!”
Al suo arrivo in elicottero nel campo sportivo comunale di Scampia, il Papa è stato accolto dall’arcivescovo di Napoli, cardinal Crescenzio Sepe (su cui Bergoglio ha scherzato durante il suo discorso dicendo “mi ha minacciato se non fossi venuto a Napoli”), dal presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, dal prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, e dal sindaco della città , Luigi De Magistris.
In auto, Bergoglio raggiunge piazza Giovanni Paolo II dove incontra la popolazione del rione Scampia e diverse categorie sociali in rappresentanza del mondo della cultura, della legalità , dei professionisti, del mondo del lavoro, degli emarginati e dei migranti.
L’incontro si apre con l’indirizzo di saluto del cardinal Sepe, quindi il sindaco consegna al Papa le chiavi della città .
Prendono poi la parola un immigrato della comunità delle Filippine; un lavoratore e il presidente della Corte d’Appello di Napoli, Antonio Bonaiuti.
Lasciata Scampia, Papa Francesco arriva in piazza del Plebiscito a Napoli, accolto dagli applausi della folla in festa, dai cori, dalle bandiere e dalla commozione: qui la celebrazione della messa.
Terminata la cerimonia eucaristica, il programma prevede che il Pontefice raggiunga il carcere di Poggioreale per pranzare con i detenuti.
(da “La Repubblica”)
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