Destra di Popolo.net

REGALATEVI IL SOGNO DI UNA DESTRA DIVERSA: SOSTENETE “DESTRA DI POPOLO”

Dicembre 2nd, 2016 Riccardo Fucile

SUPERATA QUOTA 2.145.000 LETTORI,   29.570 ARTICOLI PUBBLICATI, CENTINAIA DI VISUALIZZAZIONI OGNI GIORNO, 500 FOLLOWERS SU TWITTER, COPERTURA DI 20 GRUPPI SU FB PER CIRCA 300.000 UTENTI… UN BLOG CHE DA NOVE ANNI E TRE MESI FA INFORMAZIONE SENZA PADRONI

Lanciamo, come ogni fine anno, un appello ai nostri lettori, con la premessa che potrebbe essere l’ultimo, in mancanza di un vostro sostegno concreto.
Nove anni e tre mesi fa abbiamo creato un blog dalla forma “professionale” che copre 18 ore al giorno, sette giorni su sette, con circa 15 articoli ogni 24 ore: tutto questo è garantito solo dal sacrificio personale di pochi che, oltre che a collaborare gratuitamente, devono pure fare fronte alle spese vive per acquisto quotidiani, abbonamenti, manutenzione del sito e rinnovo materiali (circa 5.000 euro l’anno).
Abbiamo raggiunto un successo impensabile, diventando uno dei siti di area più seguiti in Italia e con decine di lettori ogni giorno anche dall’estero, fornendo un servizio gratuito di approfondimento attraverso una linea editoriale coerente.
Se volete metterci nelle condizioni di continuare anche per il 2017, vi chiediamo di darci una mano con un contributo libero per le spese che dobbiamo affrontare ogni mese, non avendo partiti o padrini alle spalle.

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PARLA LUI: TUTTE LE VOLTE CHE GRILLO HA ABUSATO DELLA CREDULITA’ POPOLARE

Dicembre 2nd, 2016 Riccardo Fucile

QUANDO CI RACCONTAVA CHE COMPRANDO PALLE DI PLASTICA AVREMMO POTUTO DIRE ADDIO AI DETERSIVI, CHE LA CHEMIOTERAPIA UCCIDE E CHE L’AIDS NON ESISTE

Qualche giorno fa durante uno dei suoi MatteoRisponde il Presidente del Consiglio ha mostrato il facsimile di quella che potrebbe essere la scheda elettorale per eleggere i consiglieri regionali che andranno al nuovo Senato delle Autonomie.
Renzi ha precisato che si trattava di un facsimile perchè al momento non esiste una legge che regolamenti l’elezione dei nuovi senatori, questo naturalmente non è uno scandalo, perchè è la stessa riforma costituzionale a prevedere che il meccanismo con cui verrà  composto il Senato debba essere stabilito tramite una legge ordinaria (perchè le leggi elettorali sono leggi ordinarie).
A Grillo però quella scheda elettorale (facsimile lo ricordiamo) non è andata proprio giù, e ha annunciato di voler denunciare Renzi “per abuso della credulità  popolare”,
C’era una volta un blog di “informazione”
Grillo lo ha scritto ieri sul blog prendendo spunto da un post pubblicato dal cittadino/portavoce/deputato Danilo Toninelli (che già  tante gioie ci ha procurato in passato con i suoi post) che paragonava Renzi ad un venditore di pentole (un paragone davvero originalissimo) e annunciava che il MoVimento avrebbe denunciato Renzi per abuso della credulità  popolare perchè “il Presidente del Consiglio induce gravemente e intenzionalmente in errore i cittadini che sono in buona fede“.
Ora, a parte il fatto che il decreto legislativo numero 8 del 15 gennaio 2016 ha depenalizzato il reato di abuso della credulità  popolare e che quindi al massimo Renzi potrebbe rischiare (nel fantasioso mondo delle leggi grilline) una multa. Involontariamente Grillo e Toninelli ci offrono un interessante spunto di riflessione perchè è proprio il caso di dire “da che pulpito”.
Beppe Grillo è infatti noto per essere uno che le spara grosse e che al di là  della fede cieca nell’onestà  e nella trasparenza sulla credulità  popolare ci ha costruito una fortuna, economica prima e politica poi.
Vi ricordate di quando Grillo ci spiegava la pericolosità  degli OGM parlandoci del pomodoro-pesce transgenico che aveva causato la morte di sessanta ragazzi per shock anafilattico?
Lo diceva proprio Grillo: «In questi quattro mesi sono morti sessanta ragazzi di shock anafilattico perchè non sapevano, erano allergici al pesce e mangiavano il pomodoro», non era una battuta, era un esempio “vero” che Grillo utilizzava per spiegare la pericolosità  degli organismi transgenici. E no, non è mai successo.
Sempre nello stesso periodo, mentre ci spiegava che i vaccini non servono a nulla anzi ci fanno ammalare, Beppe Grillo ci presentava una straordinaria invenzione che tutti dovrebbero avere in casa: la Biowashball.
Una sfera di plastica che consente di fare il bucato senza usare detersivi quindi senza inquinare e senza spendere soldi (a parte quelli per l’acquisto della magica sfera).
Indovinate cosa è successo quando giornali e programmi televisivi hanno iniziato a scrivere e a parlare del fatto che la Biowashball non serviva a nulla?
Grillo ha pubblicato sul suo blog un post dove invece che ammettere di aver preso una cantonata spiegava che contro la Biowashball si erano mossi i poteri forti come ad esempio la Coop.
E i poteri forti tornano anche quando Beppe ci spiegava la truffa del Signoraggio bancario oppure che la chemioterapia era inutile e serviva solo a far ingrassare i conti correnti dei primari oppure sul fatto che l’AIDS non esiste dicendo addirittura che “ci sono dei seri sospetti che sia una bufala” e spiegando che nessuno “ha mai fotografato il virus dell’HIV” e che era la cura contro l’HIV a causare l’AIDS (di fatto invitando a non curarsi).
E che dire del rapporto con Stefano Montanari, che oggi possiamo ammirare in trasmissioni come le Iene per par condicio, è lo stesso per il quale nel 2006 si raccoglievano fondi sul blog di Beppe per un microscopio?
Oppure della straordinaria bufala dei cellulari che ti cuociono il cervello come un uovo à  la coque?
Qualcuno potrebbe obiettare che quelli erano spettacoli comici, e che Grillo stava facendo il comico e non lo scienziato. Non è così perchè Grillo all’epoca aveva già  creato la sua immagine di controinformatore e di voce della verità , ovvero colui che dice le cose che gli altri (i politici, le multinazionali, la CIA) non vogliono che la gente sappia.
Quelle di Grillo non erano battute su vaccini, cancro, AIDS ma erano rivelazioni che in un’epoca ancora largamente pre-Internet per la maggior parte degli italiani (stiamo parlando di dieci o dodici anni fa, non secoli) lui faceva al pubblico.
Da sempre Grillo ha promosso il suo blog come portale per l’informazione, non come zibaldone delle sue più belle trovate comiche.
E c’è ora un partito politico, nato proprio su quel blog
Ma se preferite   possiamo passare a tempi più recenti: qualche giorno fa Grillo ad esempio si è fatto fotografare con un mega assegno da 80 milioni dicendo che sono i soldi cui il M5S ha “rinunciato, restituito o donato”.
Ma indovinate un po’? Anche in quel caso Grillo stava cercando di fare passare un messaggio (“ho appena firmato un assegno da 80 milioni di euro”) che non corrispondeva alla realtà  dei fatti.
Potremmo parlare ad esempio di quando disse che le mammografie non servono perchè in realtà  l’unico obiettivo dei medici, anzi di Umberto Veronesi, era quello di farsi pagare dall’azienda produttrice delle macchine per le mammografie.
Oppure potremmo parlare dell’Associazione MoVimento 5 Stelle, quella costituita da Grillo, suo nipote Enrico e dal commercialista di Beppe Enrico Maria Nadasi che non solo è la titolare del simbolo del partito ma è anche l’associazione che effettivamente controlla il partito MoVimento 5 Stelle.
Sempre in nome della trasparenza l’esistenza di questa associazione è saltata fuori solo dopo che alcuni attivisti di Napoli hanno intentato causa a Grillo per essere stati espulsi dal M5S.
Si potrebbe aprire un lunghissimo discorso sul fatto che il M5S è sempre stato descritto da Grillo come il partito della democrazia partecipata in Rete, quello dell’uno vale uno, tutte cose che nel corso di appena tre anni di legislatura si sono dimostrate non essere vere o essere vere in parte e solo a giorni alterni.
Ed infine, sempre per coloro che credono che in fondo Grillo sia un comico (quando in realtà  è il capo politico di un partito) e quindi quello che ha detto non possa essere considerato abuso della credulità  popolare (e perchè mai visto che il C.P. scrive “chiunque” e non “chiunque eccetto i comici”) vale la pena ricordare che molte delle persone che hanno creduto a quello che diceva sono ora in Parlamento.
Tra le fila dei pentastellati eletti nel 2013 (alcuni sono stati espulsi ma non per le loro teorie) troviamo Bartolomeo Pepe, che voleva proiettare in Senato un film sul collegamento tra vaccini e autismo; Tiziana Ciprini che alla Camera denuncia i complotti dei Bilderberg, il signoraggio bancario e mette in dubbio l’efficacia della chemioterapia; Paolo Bernini, il vegano che crede che Osama Bin Laden non sia morto e teme la microchippatura di massa; Marco Zullo che voleva portare all’attenzione del Parlamento la spinosa questione delle scie chimiche e Tatiana Basilio che ha le prove scientifiche che dimostrano l’esistenza delle sirene.
A livello locali c’è chi ricorda Virginia Raggi e il suo divertentissimo complotto dei frigoriferi, che sarà  neutralizzato adottando una misura — quella del ritiro a domicilio degli ingombranti — già  introdotta da Marino.
Infine vale la pena ricordare anche Rosa D’Amato, l’europarlamentare che ha inventato di sana pianta la dichiarazione di un Alexander Purcell, un esperto di Xylella di fama mondiale che è stata presa per vera addirittura dai PM di Lecce che hanno indagato (ahinoi, senza successo) sul complotto per far arrivare la Xylella in Italia.

(da “NextQuotidiano”)

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GRILLO NON E’ PIU’ SICURO DI VINCERE: “VITTORIA O SCONFITTA, NOI ANDREMO AVANTI, ANCHE UNA PERDITA CI RAFFORZERA'”

Dicembre 2nd, 2016 Riccardo Fucile

NEL DISCORSO A TORINO AMMETTE CHE IL PAESE E’ DIVISO IN DUE E DIMOSTRA DI AVERE FORTI DUBBI SUL FATTO CHE PREVALGA IL NO

“Se vinceremo o perderemo, sarà  la stessa cosa, ormai il paese è diviso in due”. A Torino, Beppe Grillo apre con queste parole il comizio finale della campagna referendaria, garantendo che il Movimento 5 Stelle qualunque sarà  il risultato di domenica “andrà  avanti”.
Anche una sconfitta rafforzerà  i 5 Stelle, secondo Grillo.
“Il fallimento è poesia. Non avrò grandi scompensi lunedì, in caso di sconfitta, perchè anche se perdiamo sarà  una perdita straordinaria, che ci darà  ancora più forza. Cosa farò? Andrò su Marte e farò anche lì il Movimento 5 Stelle…”.
Il leader 5 Stelle, che insiste nell’invitare a votare con la pancia e non con la testa, non mostra sicurezza sulla vittoria del No al referendum e aggiunge: “Siamo in una stasi mentale, siamo in questo limbo, in una situazione neurogastrologica”.
“M5S è un movimento da esperimento, siamo alla prima fase. I ragazzi mi imitano, gridano, fanno, perchè siamo passione totale. E dobbiamo andare avanti. Dobbiamo andare avanti con le nostre idee – ha detto Grillo – come il diritto di cittadinanza che potrebbe anche essere universale. Loro sono ancorati a idee vecchie,che purtroppo resistono. Si stanno equipaggiando per un mondo che non sarà  più. Per noi è una questione di passione, di cuore. Io ogni volta che salgo sul palco vi sento qui nella pancia nel cuore”.
L’invito a votare di pancia è ribadito anche dal palco di Torino. “Se in questi 35 anni non avessi avuto la gastrite che non mi lasciava dormire la notte, se fossi stato bene, non sarebbe nato il Movimento”.

(da “Huffingtonpost”)

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ATTIVISTI M5S: “VOGLIAMO LE DIMISSIONI DEI PARLAMENTARI DELLE FIRME FALSE A PALERMO”

Dicembre 2nd, 2016 Riccardo Fucile

CHIESTO IL RECALL PER NUTI, DI BENEDETTO, DI VITA, TRIZZINO, LA ROCCA, LUPO E MANNINO… GLI INDAGATI, INVECE DI FARE CHIAREZZA, AVANZANO TEORIE COMPLOTTISTE E ACCUSANO ALTRI GRILLINI PER SALVARSI

La base del MoVimento 5 Stelle di Palermo è sempre più decisa a chiedere le dimissioni di massa ai parlamentari nazionali e regionali implicati nella vicenda delle firme false. Riccardo Nuti, Chiara Di Benedetto, Giulia Di Vita, Giampiero Trizzino, Claudia La Rocca, Loredana Lupo e Claudia Mannino sono i destinatari di questa richiesta che non fa nessuna differenza tra indagati, testimoni o vicini agli indagati a cui la procura non ha fatto finora nessun tipo di rilievo dal punto di vista penale (come Di Benedetto, Trizzino, Lupo).
Una richiesta che viene dagli Attivisti Liberi — Grilli di Palermo e provincia, sia su Facebook che sul meetup e che è arrivata da prima che alcuni dei parlamentari implicati nella storia si rifiutassero di rispondere ai pubblici ministeri. E che oggi torna d’attualità .
Anche perchè ha suscitato molto clamore la decisione di non parlare nè di sottoporsi al saggio grafico davanti al pubblico ministero.
Una scelta che ha l’effetto di rallentare le indagini e giustificata con le scuse più irreali da parte di onorevoli cittadini un tempo dediti all’amore per la trasparenza (altrui) come Giulia Di Vita, che ha ritenuto di dover spiegare che non si è sottoposta al saggio perchè la prova sarebbe stata comunque da rifare successivamente: il che è tecnicamente vero visto che parliamo di un accertamento ripetibile, ma è anche vero che una eventuale mancata corrispondenza del saggio con la grafia delle firme false avrebbe invece costituito una prova lampante di innocenza che il pubblico ministero non avrebbe potuto cancellare in sede di richiesta di rinvio a giudizio: è evidente invece che la scelta serva solo a prendere tempo. Da utilizzare come?
Intanto, a quanto pare, cercando di scaricare le responsabilità  nei confronti di chi ha parlato con i magistrati come Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, di cui la Di Vita ha chiesto incredibilmente le dimissioni dopo aver parlato mentre lei ha fatto scena muta. Un comportamento stigmatizzato persino da Alessandro Di Battista, visto che il grillino ieri a Piazza Pulita ha detto di ritenere inconcepibile il silenzio con i magistrati degli onorevoli indagati: ce l’aveva chiaramente con Nuti, Di Vita e Mannino.
E un atteggiamento ritenuto incomprensibile anche da molti attivisti: «Certo non posso non rimanere colpito dal fatto che questi continuano a professarsi innocenti ad oltranza. A questo punto, e la stessa Di Vita se lo pone come domanda, coloro che hanno deciso di parlare hanno mentito? Può essere mai?
Perchè qui l’impianto accusatorio si basa su firme che sono state evidentemente falsificate, su un professore che già  4 anni fa aveva detto di avere visto che si copia queste firme, su un centinaio di persone che hanno disconosciuto le loro firme e su alcuni che hanno partecipato direttamente alla vicenda e hanno raccontato loro stessi come sono andate le cose. Poi è legittimo il non voler rispondere, perchè lo prevede il codice penale perchè alla fine può anche essere una strategia difensiva per evitare di potete dire qualcosa che poi venga usata contro la persona. Quello che non posso capire e il perchè non abbiano rilasciato il saggio grafico. Metti una firma e si verifica se tu sei tra coloro che hanno ricopiato oppure no. Anche perchè il saggio grafico lo faranno comunque, estrapolandolo da documenti che sono stati firmati da loro».
Nuti intanto su Facebook rivendica la sua linea di difesa nel procedimento penale: è “mio diritto e dovere” .
Mentre altri attivisti si dedicano a una sfiducia che però per ora da Roma non sembra avere alcun riscontro.
La tesi difensiva dei parlamentari per ora pare essere questa: se è successo qualcosa, noi non ne sapevamo niente e siamo stati chiamati in causa dai veri colpevoli per presunte manovre con obiettivi politici.
Per ora nè più nè meno che una teoria del complotto senza alcuna prova e con poca logica, visto che non si capisce quali vantaggi avrebbero avuto coloro che hanno ricopiato le firme dal non far sapere prima nulla al candidato sindaco Nuti e agli altri e poi, quattro anni dopo, dall’accusarli davanti alla magistratura.
Ma tra i sospesi grillini si ragiona in termini di fazioni: non è un segreto che la La Rocca abbia deciso di parlare dopo essersi consultata con Giancarlo Cancelleri, altro uomo forte dei grillini sull’isola e candidato con buone probabilità  di vittoria alla Regione Siciliana: tuttavia, e di questo i sospesi non sembrano rendersi conto, questo farebbe cadere come miserabili fandonie tutte le chiacchiere sull’”attacco mediatico” nei confronti dei 5 Stelle, visto che, se fosse vero quanto da loro ipotizzato, ci sarebbe la prova certa che tutta la faccenda è un inside-job.
D’altro canto su questo ci sono già  pochi dubbi, visto che ancora non si è scoperto chi è l’anonimo che aveva in custodia le firme vere dall’epoca della raccolta e che le ha fatte avere alla procura e alle Iene scatenando lo scandalo.
Ma poteva averle soltanto uno che conosceva tutta la storia dall’interno e che molto probabilmente c’era all’epoca dei fatti.
E che ha deciso di muoversi subito dopo le strane voci che si susseguivano riguardo le comunarie di Palermo. Per vendetta. O per opportunità  politica.

(da “NextQuotidiano”)

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IL KO ECONOMICO DEI MILLENNIALS: GIOVANI PIU’ POVERI DEI COETANEI DI 25 ANNI FA

Dicembre 2nd, 2016 Riccardo Fucile

RAPPORTO CENSIS: CROLLO NASCITE, BOOM VOUCHER E NUOVA ERA DEL “SOMMERSO”

Ko economico dei Millennials (più poveri dei loro nonni e per la prima volta anche dei coetanei di 25 anni fa), boom di voucher nel mercato del lavoro, nuova era dell’economia sommersa, crollo delle nascite.
E’ questo il quadro desolante del Paese disegnato dal 50esimo rapporto annuale del Censis.
L’aspetto più cupo riguarda i giovani. Per la prima volta nella storia i giovani sotto i 35 anni saranno più poveri dei loro padri, dei loro nonni ma anche dei coetanei di 25 anni fa.
Oggi i cosiddetti Millennials stanno subendo un vero e proprio “ko economico”. Rispetto alla media della popolazione, oggi le famiglie dei giovani con meno di 35 anni hanno un reddito più basso del 15,1% e una ricchezza inferiore del 41,1%.
Nel confronto con venticinque anni fa – scrive il Censis – i giovani di oggi hanno un reddito del 26,5% più basso di quello dei loro coetanei di allora che invece avevano un reddito del 5,9% rispetto alla media della popolazione di allora, mentre per gli over 65 anni è invece aumentato del 24,3%.
La ricchezza degli attuali Millennial è inferiore del 4,3% rispetto a quella dei loro coetanei del 1991, mentre per gli italiani nell’insieme il valore attuale è maggiore del 32,3% rispetto ad allora e per gli anziani è maggiore addirittura dell’84,7%.
Il divario tra i giovani e il resto degli italiani si è ampliato nel corso del tempo, perchè venticinque anni fa i redditi dei giovani erano superiori alla media della popolazione del 5,9% (mentre oggi sono inferiori del 15,1%) e la ricchezza era inferiore alla media solo del 18,5% (mentre oggi lo è del 41,1%).
Sul fronte lavoro, il boom dei voucher –     70 milioni di nuovi voucher emessi nei primi sei mesi del 2016 – “è il segnale che la forte domanda di flessibilità  e l’abbattimento dei costi stanno guidando un segmento esteso e crescente di datori di lavoro, alimentando l’area delle professioni non qualificate e del mercato dei “lavoretti”, imprigionando uno strato crescente dell’occupazione (soprattutto giovanile) nel limbo del lavoro “quasi-regolare”, osserva il Censis nel 50.mo Rapporto sulla situazione sociale del Paese, sottolineando che “non a caso, la nuova occupazione creata è associata a una bassa crescita economica”.
Secondo i dati della contabilità  nazionale, “tra il primo trimestre del 2015 e il secondo trimestre del 2016 il Pil è aumentato di 3,9 miliardi di euro e gli occupati interni di 431.000 unità , quindi ciascun nuovo occupato è associato a una produzione di ricchezza di soli 9.100 euro.
Nel periodo, in effetti, la produttività  (intesa come Pil per occupato) si è ridotta di conseguenza da 16.949 a 16.812 euro: 137 euro in meno per occupato”. In altri termini “se la produttività  (in Italia già  di per sè non alta) fosse rimasta costante, nell’ultimo anno e mezzo il Pil sarebbe cresciuto complessivamente dell’1,8% e non solo dello 0,9% come invece abbiamo effettivamente registrato”.
All’interno del mercato del lavoro, si legge ancora nel Rapporto, “è avvenuta una ricomposizione tra le diverse categorie professionali, che ha portato a una crescita del peso delle professioni non qualificate (+9,6% nel periodo 2011-2015) e degli addetti alle vendite e ai servizi (+7,5%), a uno svuotamento di figure intermedie esecutive, attive principalmente in ambito impiegatizio (-5,1%), a una drastica riduzione della componente operaia, degli artigiani e degli agricoltori (-14,2%)”.
L’Italia sta vivendo una “prolungata e infeconda sospensione, dove le manovre pensate in affannata successione non hanno portato i risultati attesi”.
In questo contesto, secondo il 50.mo Rapporto Censis, è nata una “seconda era del sommerso”, che punta, dal risparmio cash alla sharing economy, alla “ricerca di più redditi”. Fenomeno diverso da quella degli anni ’70 che apriva a “una saga di sviluppo industriale e imprenditoriale” perchè si tratta di una “arma di pura difesa”.
Le aspettative degli italiani – sottolinea il Censis nel capitolo “La società  italiana al 2016” del 50° Rapporto sulla situazione sociale del Paese – continuano a essere negative o piatte.
Il 61,4% è convinto che il proprio reddito non aumenterà  nei prossimi anni, il 57% ritiene che i figli e i nipoti non vivranno meglio di loro (e lo pensa anche il 60,2% dei benestanti, impauriti dal downsizing generazionale atteso).
Il 63,7% crede che, dopo anni di consumi contratti e accumulo di nuovo risparmio cautelativo, l’esito inevitabile sarà  una riduzione del tenore di vita.
Fare investimenti di lungo periodo è una opzione per una quota di persone (il 22,1%) molto inferiore a quella di chi vuole potenziare i propri risparmi (il 56,7%) e tagliare ancora le spese ordinarie per la casa e l’alimentazione (il 51,7%).
L’immobilità  sociale genera insicurezza, che spiega l’incremento dei flussi di cash.
Rispetto al 2007, dall’inizio della crisi gli italiani hanno accumulato liquidità  aggiuntiva per 114,3 miliardi di euro, un valore superiore al Pil di un Paese intero come l’Ungheria.
La liquidità  totale di cui dispongono in contanti o depositi non vincolati (818,4 miliardi di euro al secondo trimestre del 2016) è pari al valore di una economia che si collocherebbe al quinto posto nella graduatoria del Pil dei Paesi Ue post-Brexit, dopo la Germania, la Francia, la stessa Italia e la Spagna.
Quasi il 36% degli italiani tiene regolarmente contante in casa per le emergenze o per sentirsi più sicuro e, se potessero disporre di risorse aggiuntive, il 34,2% degli italiani le terrebbe ferme sui conti correnti o nelle cassette di sicurezza.
Così, con una incidenza degli investimenti sul Pil pari al 16,6% nel 2015, l’Italia si colloca non solo a grande distanza dalla media europea (19,5%), da Francia (21,5%), Germania (19,9%), Spagna (19,7%) e Regno Unito (16,9%), ma è tornata ai livelli minimi dal dopoguerra. Emerge una Italia rentier, che si limita a utilizzare le risorse di cui dispone senza proiezione sul futuro, con il rischio di svendere pezzo a pezzo l’argenteria di famiglia.
“L’Italia non è un Paese per genitori. Che nel Belpaese si facciano troppi pochi figli e sempre più avanti negli anni è una consapevolezza ormai diffusa nell’immaginario collettivo. Nel sentire comune, la prima causa imputata rispetto al crollo delle nascite è la grave e perdurante crisi economica”.
“Senza stranieri il rischio è il declino. Nell’ultimo anno l’allarme demografico ha raggiunto il suo apice: diminuisce la popolazione (nel 2015 le nascite sono state 485.780, il minimo storico dall’Unità  d’Italia a oggi), la fecondità  si è ridotta a 1,35 figli per donna, gli anziani rappresentano il 22% della popolazione e i minori il 16,5%. Senza giovani nè bambini, il nostro viene percepito come un Paese senza futuro”, continua il Censis.
Dal Rapporto emerge che per l’83,3% degli italiani la recessione economica ha avuto un impatto sulla propensione alla natalità  “rendendo più difficile la scelta di avere figli anche per chi li vorrebbe”.
Il 60,7% è tuttavia convinto che, se migliorassero gli interventi pubblici su vari fronti (sussidi, asili nido, sgravi fiscali, orari di lavoro più flessibili, permessi per le esigenze parentali), la scelta di avere un figlio sarebbe più facile.
Meno figli anche ha causa della presa di coscienza tardiva circa la presenza di eventuali problemi di infertilità , che allunga inevitabilmente i tempi di accesso alle cure e quindi la loro efficacia.
Le coppie che si sottopongono alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (Pma) sperimentano un percorso articolato, con modalità  di accesso e opportunità  molto differenziate tra le diverse Regioni: il 76% dei coniugi in trattamento pensa che chi ha problemi di questo genere in Italia sia svantaggiato rispetto a chi vive in altri Paesi europei, il 79,5% pensa che non in tutte le Regioni sia assicurato lo stesso livello di qualità  nei trattamenti, così come la gratuità  dell’accesso alle cure (74,3%).

(da agenzie)

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FARSA REFERENDUM: SUL PIRELLONE COMPARE LA SCRITTA “NO”, MA SI E’ ACCESA DA SOLA

Dicembre 2nd, 2016 Riccardo Fucile

DI FRONTE A UNA CLAMOROSA GAFFE, LA GIUNTA FA RETROMARCIA E NE ORDINA LO SPEGNIMENTO

Il Pirellone si schiera nella battaglia sul referendum: sulle finestre del palazzo sede del Consiglio regionale è apparsa la scritta ‘No’.
A quanto si apprende si tratta di un’iniziativa di cui ora nessuno si assume la responsabilità , in una farsa senza fine, come se una scritta possa apparire da sola.
La facciata del grattacielo che ospita il parlamentino lombardo è stato più volte utilizzato per grandi scritte, spesso slogan a fini benefici come lo “Stop Aids” dei giorni scorsi.
A ribadire l’estraneità  del Consiglio regionale, lo stesso presidente Raffaele Cattaneo. “Condanno fermamente questa iniziativa – afferma Cattaneo in una nota –   le istituzioni sono di tutti e non possono essere utilizzate per la campagna elettorale di una parte. Ho disposto che venissero immediatamente spente le luci e che venga avviata una indagine interna per verificare le responsabilità “.
Polemico il ministro pd Maurizio Martina: “L’arroganza di Lega e Forza Italia che usano il Pirellone casa di tutti per la propaganda di parte verrà  respinta dai lombardi che voteranno liberi per il Sì senza dare retta a queste iniziative disperate totalmente fuori dalle regole”.
Speriamo che sia l’ultima forzatura .

(da agenzie)

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IL DILEMMA DEGLI ITALIANI: “MANDARE A CASA” RENZI O “MANDARE A LAVORARE” PER LA PRIMA VOLTA SALVINI, MELONI, DI MAIO E DI BATTISTA?

Dicembre 2nd, 2016 Riccardo Fucile

VISTO CHE ORMAI NEL MERITO NON SI PARLA, POTREBBE ESSERE L’OCCASIONE PER GLI ITALIANI DI LIBERARSI DI QUALCUNO

Tanto vale stare al gioco per una volta e affrontare un aspetto che è andato via via sempre più emergendo in questa ordalia referenderia dove non si parla più del merito del quesito   da tempo, ma solo di “cacciare” qualcuno per sottrargli la poltrona.
Poltrona che poi rende peraltro l’equivalente di quanto guadagna il deputato d’opposizione che lo contesta.
Da una parte c’è Renzi con il suo 30% di partenza, dall’altra un “arco costituzionale” (concetto freudiano) con il 70% che va dal M5S a Forza Italia, dalla Lega a Pratoianni, dalla Meloni a Bersani e D’Alema.
Ognuno coi suoi professoroni, esperti, sondaggisti, economisti, catastrofisti e casalinghe di Voghera al seguito.
Ma dato che nessuno pensa seriamente che finisca come dovrebbe finire, ovvero 70% a 30%, vuol dire che qualcosa non quadra nelle truppe assemblate del No.
Ovvero che una parte dell’elettorato di riferimento del Centrodestra è intenzionato a votare Si, nonostante gli appelli a “mandare a casa” Renzi.
Quale può essere il motivo?
Proviamo a indicarne tre (poi ciascun lettore è libero di ipotizzarne altri).
1) Che nel merito la riforma proposta da Renzi (e a suo tempo avallata da Berlusconi) corrisponde in fondo alla visione dell’elettorato di centrodestra.
2) Che, pur con tutte le riserve del caso, Renzi fa una politica di destra moderata e usa un piglio decisionista che tocca corde sensibili.
3) Che questo elettorato è di fronte al dilemma “e se invece di cacciare Renzi, non cogliamo l’occasione per mandare a lavorare noti fancazzisti come Salvini, Meloni, Di Maio, Di Battista, Speranza e compagnia cantando”?
Anche perchè si tratta di elettori di destra delusi da tempo e svincolati da “logiche di partito” e quindi liberi di orientarsi secondo l’estro del momento.
La possibilità  di resettare con un colpo solo coloro che ritengono i boiardi della destra italiana è nelle loro menti da tempo.
E in effetti non esiste occasione più ghiotta di vedere i responsabili dello sfascio della destra italiana servire hot dog in una paninoteca di Trump nel Wisconsis, kebab in un negozio del Cairo del loro amico Al Sisi o caldarroste nella Piazza Rossa di Mosca avvolti in una coperta firmata Vladimir.
In fondo, pensano costoro, Renzi si può cacciare tra un anno, ma di questi quando riusciremo a liberarcene?

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IL MODO SUBLIME CON CUI BELLO FIGO HA PRESO PER IL CULO ALESSANDRA MUSSOLINI, BELPIETRO E I RAZZISTI

Dicembre 2nd, 2016 Riccardo Fucile

IL FENOMENO MUSICALE DELLA TRAP ACCUSATO DI “INCITARE ALL’ODIO CONTRO GLI ITALIANI” DA CHI NON HA CAPITO CHE PRENDE IN GIRO I LUOGHI COMUNI DEI BECERI NOSTRANI

Ieri sera su Rete 4 è andato in onda una puntata di Dalla Vostra Parte che farà  la storia della televisione.
Prima di parlare di quello che è successo ieri negli studi Mediaset vorrei invitare tutti a ringraziare Maurizio Belpietro per averci regalato bei momenti di SWAG, LOL WUT e puro situazionismo.
Perchè ieri in studio c’era il re della trap italiana Bello Figo Gu che ha dato una lezione di compostezza e di swag alla nipote del Duce Alessandra Mussolini.
Cosa succede quando lo swag irrompe sulla scena politica italiana, e nessuno è preparato
Per chi non lo sapesse Bello Figo è un fenomeno musicale scoperto anni fa — quando ancora si faceva chiamare Gucci Boy — da Andrea Diprè.
Nel corso di questi anni Bello Figo ha cantato una quotidianità  strampalata fatta di levatacce mattutine, robuste colazioni a base di pasta col tonno — una caratteristica che pare essere comune a molti altri musicisti di successo — e un amore matto e disperatissimo per la propria persona.
Ma non era per quello che Bello Figo era ospite di Belpietro ieri.
Il direttore de La Verità  infatti è rimasto molto colpito — e con lui tutta la redazione del programma di Rete 4 — dagli ultimi due video di Bello Figo, Non pago affitto e Referendum costituzionale, lo swag dove Figo invitava a votare di Sì al referendum perchè a lui interessa avere la figa bianca, il wi fi gratis e i famosi 35 euro al giorno.
Ora, che qualcuno possa prendere sul serio Bello Figo è già  di per sè una notizia, ma che la Mussolini si inalberi per le cose che Bello Figo liberamente dice nella sua canzone è davvero più che ridicolo.
Forse la Mussolini non vuole che il marito sappia che votando Sì al referendum Matteo Renzi metterà  a disposizione figa bianca per tutti?
È possibile, ma che dire della “scheda di presentazione” di Bello Figo che si conclude con un “«dee chiare e uno stile musicale nuovo hanno fatto la fortuna di Bello Figo, così anche in questo caso l’immigrazione è diventata un business».
Non serve essere Umberto Eco per capire che la canzone di Bello Figo è una sonora presa per il culo di tutto quello che molti italiani, fomentati da certi politici, credono sia la vita dei profughi (che ci rubano il lavoro e il WiFi).
Eppure ieri la Mussolini e Belpietro non ci sono riusciti e così è successo che mentre la Mussolini cercava continuamente di interrompere Bello Figo lui molto educatamente le ha spiegato il senso delle sue canzoni.
Nessuno ieri, a partire dal conduttore, sembrava rendersi conto di quanto surreale fosse la situazione di attaccare un cantante come se rappresentasse tutta una categoria di persone che è decisamente eterogenea.
Siamo dalle parti delle accuse a Fedez e Jax per aver cantato “e compreremo un altro esame all’università ”.
Ma anche Rosa Maria Di Giorgi, senatrice del Partito Democratico, sembra non aver capito nulla del fenomeno musicale che Bello Figo e ha parlato di lui come di una persona che ha trovato “un modo di intendere la permanenza in Italia per sfruttare la situazione”.
Stiamo parlando di un ragazzo che è in Italia da dodici anni, la cui famiglia lavora e che non è proprio l’immigrato da mandare a casa perchè non fa niente.
È così difficile per la politica italiana accettare che ci sia un cantante di origine africana che metta alla berlina in modo assolutamente demenziale le opinioni di una minoranza   di italiani?
Vent’anni fa Elio e le Storie Tese cantavano La terra dei cachi a Sanremo ma sembra di tornare alla censura del 1991 al concerto del primo maggio.
Quali leggi o regole ha infranto Bello Figo, a parte il buongusto?
Dopo la puntata di ieri possiamo dirlo, Bello Figo sta alla situazione politica italiana come il Blues cantato dagli schiavi neri all’America schiavista.
Belpietro, che lavora per Berlusconi e si scandalizza perchè il ragazzo vuole portarsi ragazze bianche in albergo, è solo la ciliegina sulla torta.
Il caso Bello Figo mostra ancora una volta come il nostro Paese abbia paura che “fuori” si sappia che in Italia non si sta poi così male, e c’è chi ritiene che siano proprio le canzoni di Bello Figo — che è una star su Internet ma non solo — a invitare i profughi nel nostro Paese.
Quasi quasi era meglio il Piano Kalergi, almeno non era ridicolo.

(da “Nextquotidiano”)

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REFERENDUM, RECORD AFFLUENZA SEGGI ALL’ESTERO: HA VOTATO IL 40% DEGLI AVENTI DIRITTO, CIRCA 1,6 MILIONI DI ELETTORI

Dicembre 2nd, 2016 Riccardo Fucile

SALVINI PARLA DI VOTI COMPRATI E INSULTA GLI ITALIANI ALL’ESTERO: TRANQUILLO, LA MAGISTRATURA FA FINTA DI NULLA, MA GLI ITALIANI NON DIMENTICANO

L’ultimo giorno della campagna per il referendum sulla riforma costituzionale parte dal dato sul voto degli italiani all’estero. Caldissimo.
Seggi chiusi con il 40% dell’affluenza, una stima di un milione e 600mila schede in arrivo che potrebbero davvero essere decisive, come paventa chi minaccia il ricorso in caso di vittoria del Sì in ragione della presunta ingerenza di Matteo Renzi proprio nella formazione dell’opinione dei nostri connazionali oltre confine.
Renzi che, tra l’altro, sperava di portare alle urne un 30%. E’ andata dunque, oltre ogni rosea previsione del premier.
In Svizzera, secondo i primi dati che circolavano ieri sera a Palazzo Chigi, ha votato il 42,2% degli italiani registrati, in Gran Bretagna l’affluenza è stata invece del 37%.
Matteo Salvini non trova di meglio che parlare di Sì inventati e comprati da Renzi in giro per il mondo”.
Il premier, prevedendo il copione, aveva intanto già  detto la sua a Rtl 102.5: “E’ un film che ogni volta si ripropone. Il voto all’estero è stato proposto dall’allora ministro del centrodestra Tremaglia e votato a sinistra. Non capisco, perchè dire che lì si fanno i brogli? Perchè continuare ad alimentare tensioni e polemiche?”.
Resta un dato certo: chi parla di “voti comprati” o lo prova o è un calunniatore, questo dice il Codice penale.
La magistratura dovrebbe convocare il clandestino padano e chiedergli di fornire le prove della sua affermazione: in mancanza scatta la denuncia per calunnia e diffusione di notizie atte a turbare l’ordine pubblico.
Da un punto di vista politico poi accusare qualcuno di aver comprato i voti degli italiani all’estero è un insulto ai nostri connazionali, perchè presuppone che si siano fatti comprare.
Non ci stupisce se lo dice uno che fino a qualche tempo fa girava con la maglietta “Padania is not Italy” e cantava che i “meridionali puzzano”.
Tranquillo, se la magistratura dorme, ci sono italiani che non dimenticano .

(da agenzie)

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