IL DILEMMA DEGLI ITALIANI: “MANDARE A CASA” RENZI O “MANDARE A LAVORARE” PER LA PRIMA VOLTA SALVINI, MELONI, DI MAIO E DI BATTISTA?
VISTO CHE ORMAI NEL MERITO NON SI PARLA, POTREBBE ESSERE L’OCCASIONE PER GLI ITALIANI DI LIBERARSI DI QUALCUNO
Tanto vale stare al gioco per una volta e affrontare un aspetto che è andato via via sempre più emergendo in questa ordalia referenderia dove non si parla più del merito del quesito da tempo, ma solo di “cacciare” qualcuno per sottrargli la poltrona.
Poltrona che poi rende peraltro l’equivalente di quanto guadagna il deputato d’opposizione che lo contesta.
Da una parte c’è Renzi con il suo 30% di partenza, dall’altra un “arco costituzionale” (concetto freudiano) con il 70% che va dal M5S a Forza Italia, dalla Lega a Pratoianni, dalla Meloni a Bersani e D’Alema.
Ognuno coi suoi professoroni, esperti, sondaggisti, economisti, catastrofisti e casalinghe di Voghera al seguito.
Ma dato che nessuno pensa seriamente che finisca come dovrebbe finire, ovvero 70% a 30%, vuol dire che qualcosa non quadra nelle truppe assemblate del No.
Ovvero che una parte dell’elettorato di riferimento del Centrodestra è intenzionato a votare Si, nonostante gli appelli a “mandare a casa” Renzi.
Quale può essere il motivo?
Proviamo a indicarne tre (poi ciascun lettore è libero di ipotizzarne altri).
1) Che nel merito la riforma proposta da Renzi (e a suo tempo avallata da Berlusconi) corrisponde in fondo alla visione dell’elettorato di centrodestra.
2) Che, pur con tutte le riserve del caso, Renzi fa una politica di destra moderata e usa un piglio decisionista che tocca corde sensibili.
3) Che questo elettorato è di fronte al dilemma “e se invece di cacciare Renzi, non cogliamo l’occasione per mandare a lavorare noti fancazzisti come Salvini, Meloni, Di Maio, Di Battista, Speranza e compagnia cantando”?
Anche perchè si tratta di elettori di destra delusi da tempo e svincolati da “logiche di partito” e quindi liberi di orientarsi secondo l’estro del momento.
La possibilità di resettare con un colpo solo coloro che ritengono i boiardi della destra italiana è nelle loro menti da tempo.
E in effetti non esiste occasione più ghiotta di vedere i responsabili dello sfascio della destra italiana servire hot dog in una paninoteca di Trump nel Wisconsis, kebab in un negozio del Cairo del loro amico Al Sisi o caldarroste nella Piazza Rossa di Mosca avvolti in una coperta firmata Vladimir.
In fondo, pensano costoro, Renzi si può cacciare tra un anno, ma di questi quando riusciremo a liberarcene?
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