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IL GIOVANE AGENTE SCRIVEVA POCHI GIORNI FA: “NELLA VITA VANNO FATTE DELLE SCELTE, E QUESTE O SI PAGHERANNO O SI AMERANNO”

Dicembre 23rd, 2016 Riccardo Fucile

LUCA SCATA’, 29 ANNI, LA POLIZIA E’ SEMPRE STATA IL SUO SOGNO

Il ministro dell’Interno ha appena pronunciato in diretta dal Viminale il suo nome e quello del collega ferito.
Luca Scatà , 29 anni e origini siciliane, è il poliziotto che ha ucciso Anis Amri, il terrorista autore della strage al mercatino di Natale di Berlino.
Passando, in una notte, da agente in prova al Comissariato di Sesto San Giovanni a orgoglio per l’Italia tutta, come scandisce il ministro Minniti.
Il collega, l’agente scelto Cristian Movio, 36 anni, è ricoverato all’ospedale di Monza ma non in pericolo di vita. Quando nella notte la pattuglia ha incrociato Anis Amri e lo ha fermato, è stato Movio ad avvicinare il tunisino per chiedergli i documenti. Ricevendo, per tutta risposta, un proiettile rimasto conficcato nella sua spalla
Subito dopo la conferenza stampa di Minniti, sulla pagina Facebook di Scatà  compaiono i messaggi di congratulazione di amici e parenti.
“Bravo Luca, hai fatto benissimo il tuo”. “Orgogliosa di aver lavorato con te”. “Torna presto, non vedo l’ora di riabbracciarti”.
Poi, parla la madre: “Ho sentito Luca questa mattina presto. Mi ha chiamato per tranquillizzarmi temendo che avessi sentito alla tv della sparatoria e che fossi preoccupata. Mi ha detto che stava bene. La polizia è sempre stata il suo sogno. Noi eravamo preoccupati, ma l’abbiamo assecondato. Luca è forte e determinato e noi ne siamo orgogliosi”.
Luca Scatà  ha coronato il suo sogno dopo aver frequentato il liceo del suo paese, Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa, aver studiato per due anni Ingegneria Informatica a Catania e aver trascorso, nel 2011, un anno da volontario nell’esercito. Superato il concorso in polizia, attendeva l’assegnazione definitiva.
Il collega ferito, Cristian Movio, originario di Latisana, in provincia di Udine, è in polizia dal 2008 e, come Scatà , in precedenza ha prestato servizio nell’esercito, reggimento alpini di Venzone.
Dopo i complimenti, scorrendo a ritroso la pagina Facebook di Luca Scatà , è impossibile resistere alla tentazione di leggere nei suoi post come la premonizione di quanto stesse per accadere.
Di come la storia di Luca Scatà  stesse per cambiare. Di un destino.
Tredici ore fa, prima di affrontare la sua notte di servizio, l’agente in prova Luca Scatà  pubblicava una frase sullo sfondo dei colori del tramonto, le sfumature del giallo e del rosso di un giorno che muore: “Solo sulla strada diretta c’è il sole e non ci sono ombre”.
Le ombre, un’ombra, si materializza con le tenebre. E’ Anis Amri. Mentre lo si cerca in tutta la Germania, lui è riuscito a passare la frontiera ed è arrivato in Italia passando dalla Francia.
Da Torino un treno per Milano, fino a sbucare in piena notte a Sesto San Giovanni. Sono le 3 quando l’ombra viene notata dalla pattuglia della polizia nei pressi della stazione.
“Nella vita non si può rimanere nel limbo, nell’indecisione. Vanno fatte delle scelte, e queste o si pagheranno o si ameranno” scriveva il 12 dicembre Luca Scatà . Qualcosa, in quell’ombra, fa scattare nei due agenti il dubbio.
E da quel limbo, Movio e Scatà  decidono di uscire.
“Dicono che l’ora più buia arrivi subito prima dell’alba. Beh, hanno ragione” scriveva Luca Scatà  il primo dicembre. Nell’ora più buia, Anis Amri si vede puntare contro i fari. Un uomo in divisa gli chiede di identificarsi. Lui infila la mano nello zaino, ma non estrae documenti. Nella sua mano la sagoma di una pistola calibro 22, una piccola ma micidiale e precisissima arma. Anis Amri spara, l’agente scelto Cristian Movio è ferito.
“La paura è una reazione, il coraggio è una decisione” scriveva Luca Scatà  il primo dicembre del 2015. Motto che il suo profilo Facebook richiama un anno dopo, come a indicare che il momento è arrivato. Una frase fatta, nel retorico lessico da codice d’onore del corpo d’appartenenza. Che in una notte si riempie di senso.
L’agente in prova Luca Scatà  reagisce. Spara. Solo lui può sapere rispondendo a quale miscela di paura, coraggio o decisione.
Due colpi, uno mortale al costato, l’ombra è schiacciata al suolo, sotto un corpo senza vita.
Prima di stramazzare al suolo e dissolversi, aveva urlato il nome del suo dio. A 48 ore dalla nascita di Gesù, l’agente in prova Luca Scatà  da Canicattini Bagni non sapeva di aver ucciso Anis Amri, l’uomo più ricercato d’Europa per aver trasformato in un oscuro simbolo di morte un gioioso mercatino di Natale berlinese.
“Fa impressione pensare come due ragazzi abbiano percorso strade così diverse, mi spiace che sia morto un giovane, ma sapeva i rischi a cui andava incontro” dice la mamma di Luca, rivolgendo un pensiero ad Anis Amri.
Papà  Giuseppe conferma: “Quando l’abbiamo sentito al telefono, stamattina presto, Luca non sapeva ancora che il ragazzo morto fosse l’attentatore”. Anche lui chiama in causa Dio, ma per ringraziarlo.
Suo figlio, “un ragazzo coraggioso, che ha fatto il suo dovere”, è vivo.

(da “La Repubblica”)

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BERLINO RINGRAZIA L’ITALIA

Dicembre 23rd, 2016 Riccardo Fucile

GENTILONI: “LO STATO C’E'”

Il portavoce del ministro degli Esteri tedesco nella conferenza stampa di governo a Berlino ha ringraziato l’Italia “Siamo molto grati alle autorità  italiane per la stretta collaborazione”.
“L’Italia è è fiera delle proprie forze di sicurezza. Dell’operazione ho informato stamattina la Cancelliera Angela Merkel”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a proposito dell’uccisione del terrorista Anis Amri da parte della polizia nel milanese.
“La nostra attenzione è massima – ha aggiunto Gentiloni -, le minacce non vanno sottovalutate ma quanto avvenuto stanotte credo che consenta a tutti i nostri concittadini di sapere che lo stato c’è e che l’italia c’è”.
Sulla questione è intervenuto anche l’ex premier Matteo Renzi “I nostri uomini e le nostre donne in divisa hanno una qualità  e una professionalità  straordinarie – ha scritto su facebook -. Sono tra i migliori al mondo anche se non sempre viene riconosciuto. Quando oggi è arrivata la notizia dell’operazione di Sesto San Giovanni che ha portato al fermo e poi all’uccisione del killer di Berlino per me è stata semplicemente una conferma: i nostri uomini sono tra i migliori al mondo. E del resto il fatto che in questi anni difficili Expo e Giubileo si siano svolti senza incidenti ne è una conferma lampante”.
“La morte di un uomo non è mai un evento da festeggiare, ma aver bloccato il killer, che pure era armato, era fondamentale – ha aggiunto il segretario del Pd -. Grazie al ministro Minniti, al capo della polizia Gabrielli e a tutti quelli che hanno collaborato. Ma grazie soprattutto agli agenti che sono intervenuti stanotte rischiando la vita e più in generale a tutte le forze dell’ordine: siamo orgogliosi di voi. Viva l’Italia!”.

(da “Huffingtonpost”)

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LUCA, IL POLIZIOTTO DEL SUD IN PROVA CHE HA SPARATO AL TERRORISTA AMRI

Dicembre 23rd, 2016 Riccardo Fucile

CHI SONO I DUE POLIZIOTTI CHE HANNO FERMATO IL KILLER DI BERLINO

A uccidere stanotte nell’hinterland milanese, a Sesto San Giovanni, Anis Amri, l’attentatore di Berlino, sono stati due poliziotti nel corso di un normale controllo dei documenti.
La pattuglia era composta dall’agente scelto, Christian Movio, 36 anni, della provincia di Udine, del commissariato di Sesto San Giovanni e da Luca Scatà , di 29 anni, agente da dieci mesi e in prova da tre mesi nello stesso commissariato, originario di Canicattì, in provincia di Catania.
Christian è rimasto ferito ed è ora ricoverato all’ospedale di Monza con un proiettile conficcato in una spalla. Deve essere operato, ma le sue condizioni sono buone. Illeso il collega Scatà .
Cosa è successo? La pattuglia della polizia è arrivata in piazza Primo maggio, di fronte alla stazione, intorno alle 3 si stanotte, dopo aver ricevuto una segnalazione di rumore di spari. La situazione è precipitata in pochi istanti. I due agenti hanno chiesto i documenti ad Amri che ha estratto da uno zainetto una pistola calibro 22 e sparato, ferendo alla spalla l’agente Movio. Immediata la reazione dell’agente Scatà  che ha risposto al fuoco, uccidendo l’aggressore.
Grato dell’operato dei due agenti si è detto il ministro dell’Interno, Marco Minniti, nel corso di una conferenza stampa al Viminale: «Noi guardiamo a questi due ragazzi come persone straordinarie, di giovanissima età , che facendo semplicemente il loro dovere hanno reso un servizio straordinario alla comunità . Penso sinceramente di poter interpretare il sentimento del nostro Paese nel dire loro che l’Italia è a loro grata». Ha poi aggiunto: «L’agente Christian Movio è una persona straordinaria, un ragazzo molto motivato. L’ho ringraziato per la professionalità  dimostrata insieme al suo collega».
«Gli ho trasmetto la mia gratitudine personale – ha detto Minniti – e gli ho fatto gli auguri di una pronta guarigione. Nei prossimi giorni andrò personalmente ad abbracciarlo. Gli ho anche fatto gli auguri di Buon Natale, dicendogli che grazie a persone come lui gli italiani potranno fare un Natale ancora più felice».

(da “La Stampa”)

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IL MINISTRO LUCA LOTTI INDAGATO PER LA VICENDA CONSIP

Dicembre 23rd, 2016 Riccardo Fucile

SECONDO “IL FATTO” SAREBBE COINVOLTO NELL’INDAGINE CON L’IPOTESI DI REATO DI RIVELAZIONE DI SEGRETO E FAVOREGGIAMENTO… LA PROCURA DI NAPOLI NON CONFERMA E NON SMENTISCE… LOTTI: “SE E’ VERO, VOGLIO ESSERE SENTITO OGGI STESSO”

Il neo ministro Luca Lotti è indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento nell’ambito dell’indagine avviata dalla Procura di Napoli sulla corruzione in Consip. Lo riporta il “Fatto Quotidiano” (ma la Procura non conferma), aggiungendo che il fascicolo contenente le ipotesi di reato sulle fughe di notizie è stato stralciato dal filone principale sulla corruzione (che vede indagati Alfredo Romeo e il dirigente della Consip Marco Gasparri) ed è finito a Roma per competenza territoriale, dunque al procuratore Giuseppe Pignatone.
Luca Lotti, scrive il quotidiano, è indagato a seguito delle dichiarazioni di Luigi Marroni.
“L’ex assessore alla sanità  della Regione Toscana, promosso da Renzi a capo della Consip”, riporta il Fatto, “nel suo esame come persona informata dei fatti, ha tirato in ballo anche il generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia, comandante della Legione Toscana, indagato per le stesse ipotesi di reato”.
A far partire gli accertamenti che hanno portato a indagare tre persone, oltre a Lotti e Saltalamacchia c’è anche il comandante generale dell’Arma dei carabinieri Tullio Del Sette, sarebbe stata “una bonifica contro le microspie”.
Interpellato dal Fatto, il ministro Luca Lotti alla domanda: “Ha mai parlato dell’esistenza di un’indagine su Consip con Marroni?”, ha risposto: “No”. Il comandante Saltalamacchia, contattato dal Fatto, non rilascia commenti.
Il ministro risponde invece su Facebook “Sarei indagato per rivelazioni di segreto d’ufficio”, scrive. “È una cosa che semplicemente non esiste. Inutile stare a fare dietrologie o polemiche. Sto comunque tornando a Roma per sapere se la notizia corrisponde al vero e, in tal caso, per chiedere di essere sentito oggi stesso. È una cosa che non esiste e non ho voglia di lasciarla sospesa”.
“Dopo settimane di lavoro molto intenso tra referendum, crisi di governo e primi passi del nuovo impegno come ministro – prosegue Lotti – mi ero preso un giorno di ferie per la prima recita di Gherardo, mio figlio. Oggi però un giornale scrive che sarei indagato per rivelazioni di segreto d’ufficio in una inchiesta che vedrebbe indagato persino il Comandante generale dell’Arma dei carabinieri. Noi non scappiamo dalle indagini: siamo a totale disposizione di ogni chiarimento da parte dell’autorità  giudiziaria. La verità  è più forte di qualsiasi polemica mediatica e non vedo l’ora di dimostrarlo”.

(da “La Repubblica”)

argomento: Giustizia | Commenta »

ORGOGLIOSI DI CRISTIAN E LUCA: HANNO NEUTRALIZZATO IL TERRORISTA PIU’ RICERCATO D’EUROPA

Dicembre 23rd, 2016 Riccardo Fucile

LA CONFERENZA STAMPA DEL MINISTRO MINNITI

Era in Italia. Armato e pericoloso, poteva colpire anche qui da noi.
L’uomo più pericoloso e ricercato d’Europa, Anis Amir, il terrorista sospettato della strage di Berlino in cui sono morte 12 persone tra cui l’italiana Fabrizia di Lorenzo, era arrivato fino in Italia tramite un treno dalla Francia: è stato ucciso in piazza I Maggio a Sesto San Giovanni grazie agli agenti e alla prontezza di Luca Scatà , un giovane poliziotto in servizio da 9 mesi.
Quel che resta da capire è perchè Anis Amir fosse alle porte di Milano.
Anis Amir era a piedi, probabilmente appena sceso dalla stazione. Stava camminando lentamente con uno zaino sulle spalle quando una pattuglia della polizia ha fatto segno di volerlo controllare.
Gli agenti erano due. A quel punto avrebbe urlato “Allah Akbar”e poi, dopo aver ferito un agente, Cristian Movio, con una calibro 22 a una spalla, l’altro poliziotto ha aperto il fuoco e lo ha ucciso.
Il tutto è avvenuto alle 3 di notte di ieri. Il successivo controllo delle impronte fuga ogni dubbio: si tratta proprio di Anis Amir.
Il poliziotto colpito alla spalla, Cristian Movio, è stato portato all’ospedale di Monza: le sue condizioni non sarebbero gravi.
Conferenza del ministro dell’interno Minniti:
“Alle tre del mattino nel corso di normale attività  di controllo una pattuglia della polizia ha fermato una persona che si aggirava con fare sospetto. Senza esitare l’uomo ha estratto una pistola e ha sparato all’agente che gli aveva chiesto i documenti. L’agente si chiama Cristian Movio”
“A sparare l’agente Luca Scatà . Ha ucciso Anis Amri. L’agente ferito “persona straordinaria, ringraziato per la grande professionalità  dimostrata insieme al suo collega”
“Dobbiamo essere orgogliosi – ha detto Minniti – lo abbiamo identificato e neutralizzato. Vuol dire che c’è un sistema che è capace di funzionare. Ringrazio di cuore coloro che sono sulla strada in queste ore. L’agente non è in pericolo di vita.

(da agenzie)

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L’ATTENTATORE DI BERLINO UCCISO A SESTO IN SPARATORIA CON POLIZIA

Dicembre 23rd, 2016 Riccardo Fucile

FERITO UN AGENTE… PRIMA DI MORIRE L’ISLAMISTA HA URLATO “ALLAH AKBAR”

L’hanno identificato dalle impronte digitali e dalla misura del volto: Anis Amri, l’attentatore di Berlino era in Italia, a Sesto San Giovanni.
Era appena arrivato in treno dalla Francia, ma appena uscito dalla stazione ferroviaria è incappato in un controllo di polizia. Quando l’hanno fermato ha urlato “Allah Akbar” poi ha sparato contro gli agenti: ne ha colpito uno alla spalla. Loro hanno risposto: Amri è morto sul colpo.
La ricostruzione. Le tre di notte in piazza I Maggio, zona stazione.
Una volante del commissariato viene inviata dopo una chiamata: qualcuno ha udito degli spari. I poliziotti arrivano e trovano un uomo, un maghrebino. E’ a piedi, solo. Alla richiesta del capopattuglia di far vedere i documenti, estrae una pistola calibro 22 dallo zaino e spara. Lo centra a una spalla e si nasconde dietro un’auto.
Gli agenti rispondono al fuoco, sarebbe un colpo partito dalla pistola dell’autista a ucciderlo.
Il poliziotto è stato operato al San Gerardo di Monza.

(da agenzie)

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