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BAMBOLE GONFIABILI, BARCONI E SIBERIA: COSI’ SALVINI ISTIGA IMPUNITO ALL’ODIO FACENDO DELLA BOLDRINI UN BERSAGLIO

Gennaio 26th, 2018 Riccardo Fucile

RAPPRESENTA QUELLA FOGNA UMANA CHE ODIA CHIUNQUE NON PENSI SOLO AI SUOI MISERABILI INTERESSI… GODONO DI EVIDENTI PROTEZIONI, IN ALTRI PAESI SAREBBERO A SPACCARE LE PIETRE CON UNA PALLA AL PIEDE

Lei guarda la platea rigida, nel suo vestito dai colori sgargianti, la gonna corta sulle cosce e la guàªpière bene in vista. “C’è una sosia della Boldrini qui sul palco. Non so se sia stata già  esibita”, gigioneggia al microfono il leader nella sua t-shirt celeste cielo, e la folla esplode in un grido di giubilo.
Appena dietro, un collaboratore sorridente solleva la bambola gonfiabile in favore del pubblico riunito sotto il palco a Soncino, in provincia di Cremona, per applaudire Matteo Salvini.
Quando la presidente della Camera su Facebook gli fa notare che “le donne non sono bambole e la lotta politica si fa con gli argomenti”, lui rincara: “Ipocrita, buonista, razzista con gli italiani. Dimettiti! #sgonfialaboldrini“.
Era il 24 luglio 2016, non molto tempo fa.
Oggi il segretario nazionale della Lega non ha potuto fare altro che condannare i Giovani Padani della Lega che hanno bruciato in piazza un fantoccio con le fattezze della Boldrini.
Oggi Salvini spiega che quel gesto è “un’idiozia“, ma con le sue intemerate contro l’esponente di Liberi e Uguali ha sdoganato e alimentato quel movimento d’opinione che ogni giorno specie sui social network la mette nel mirino con un linguaggio violento e ingiurioso, trasformandola nel simbolo di tutto ciò che la destra e il centrodestra — con in testa il nuovo Carroccio formato nazionale — odiano: non più i terroni (nel caso della Lega) ma i migranti, chi ne difende i diritti e tutto ciò che gravita attorno al mondo dell’accoglienza a partire dalle ong.
Oggi Salvini spiega che nel Nord Italia “il fuoco può essere tradizione, ma bruciare è una sciocchezza”, riferendosi al fantoccio della presidente della Camera dato alle fiamme in piazza a Busto Arsizio in un barcone sormontato dalle scritte “Costa Discordia”, “Offerta irripetibile — Boldrinia viaggi: viaggio della risorsa all inclusive — solo andata destinazione Africa“.
Ma era stato lui il primo a voler mettere la Boldrini in uno dei natanti sui quali i miranti affrontano il mare e spedirla sull’altra sponda del Mediterraneo: “E’ matta, da internare — attaccava il 15 marzo 2016 a La Zanzara su Radio 24 — ha detto che siccome gli italiani non fanno figli, allora dobbiamo portare in Italia 400mila schiavi stranieri (…). Impeachment, sfiducia, oppure da mettere in un barcone, in senso contrario però”.
Nulla di nuovo, il legittimo giudizio politico (“il peggior presidente della Camera della storia”) aveva da tempo lasciato posto all’offesa personale.
Il 20 giugno 2015, all’avversaria che sosteneva che in Italia non esiste un’emergenza in tema di immigrazione il segretario del carroccio aveva replicato: “La Boldrini deve essere ricoverata“.
L’argomento è lo stesso il 6 agosto 2016, ma i toni salivano: “Sei una tarata mentale — diceva Salvini — se pensi che bisogna sostituire gli italiani che non fanno figli con gli immigrati”.
Il 15 novembre 2016, poi, Salvini evocava i gulag: “La Boldrini ha detto che l’elezione di Trump è inquietante. E pure Napolitano si è detto sconvolto. Dovrebbero andarsene tutti e due in Siberia“, la regione della Russia in cui sorgevano i campi di lavoro forzato dove l’ex Unione sovietica confinava criminali e oppositori politici.
Il climax è ascendente: il linguaggio si deteriora di comizio in comizio, tweet dopo tweet, post dopo post.
Se il 31 marzo 2014 l’esponente di LeU viene additata come “una vergogna per l’Italia”, il 15 aprile 2015 diventa “un’ignorante” e il 22 dicembre subisce un’ulteriore evoluzione in “l’essere più inutile che la Camera ricordi negli ultimi anni”.
Giusto il giorno prima, parlando del caso degli ospiti di un centro per richiedenti asilo di Ceranova (Pavia) che avevano protestato chiedendo maggiore igiene nella struttura, il leader leghista aveva commentato per il ludibrio del suo popolo: “A fare le pulizie manderei la Boldrini!“. Forse perchè l’ex portavoce dell’Unhcr è una donna. Per la precisione, come sentenziava Salvini su Radio padania per la gioia degli ascoltatori, “il nulla fatto donna“.
Una tentazione, quella di mettere nel mirino la Boldrini, cui non aveva resistito neanche Beppe Grillo: da sempre molto critico nei confronti della terza carica dello Stato: “Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?”, aveva domandato su Facebook il 1° febbraio 2014 il fondatore del M5s, allegando un video di un ragazzo che guidava l’auto accanto a una sagoma di cartone raffigurante la presidente della Camera. Il post aveva scatenato una raffica di insulti sessisti, molti dei quali inneggianti alla violenza.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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“NON MI FACCIO VISITARE DA UN NEGRO”. E IL MEDICO DI CANTU’ RISPONDE ALLA RAZZISTA: “GRAZIE, ALMENO HO 15 MINUTI PER PRENDERE UN CAFFE'”

Gennaio 26th, 2018 Riccardo Fucile

LA RISPOSTA DELLA GIOVANE GUARDIA MEDICA FA IL GIRO DEI SOCIAL

“Non mi faccio visitare da un negro” ha detto una paziente che si era presentata nell’ambulatorio della guardia medica di Cantù, trovandosi di fronte al dottor Andi Nganso, 30 anni, nato in Camerun e da 12 anni in Italia.
“Ti ringrazio. Ho un quarto d’ora per bere un caffè”, ha postato ironicamente su Facebook il medico, come riportano oggi alcuni quotidiani.
“Sono medico da due anni e capita di rendermi conto che i pazienti sono sorpresi e magari un po’ incerti davanti a un medico nero, ma una reazione tanto violenta – ha poi commentato il dottore, che prima di arrivare a Cantù ha lavorato al centro di accoglienza di Bresso e pure in quello di Lampedusa – non mi era mai capitata prima”.
“In diversi casi mi sono trovato davanti persone che non sono riuscite a nascondere la sorpresa e magari anche il loro disappunto. Una volta una bimba mi ha fatto notare con stupore che ero gentile mentre i suoi genitori le dicevano di non parlare con gli uomini neri. In altri casi, con una scusa qualcuno ha lasciato l’ambulatorio. Non me la prendo.”
Dopo aver postato il messaggio su Facebook si sono susseguite le reazioni di vicinanza al dottore di Cantù: “Indignato di cotanta ignoranza! Andi sono orgoglioso di avere un medico come te alla guardia medica di Cantàº! Ce ne fossero di persone come te!” ha scritto un utente, mentre altri cercano di ironizzare: “E tu perchè sei nero? Non potevi essere fucsia? O giallo fluorescente? Io per metà  sto cercando di diventare verde”.
Tutti concordi nel definire il razzismo un male molto più difficile da curare.

(da agenzie)

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PARLAMENTARIE M5S, LA RIVOLTA DEGLI ESCLUSI: “ANNULLATE TUTTO”

Gennaio 26th, 2018 Riccardo Fucile

IN 500 SCRIVONO UNA LETTERA A DI MAIO E FONDANO UN COMITATO: “CHI SI E’ ATTRIBUITO IL POTERE DI GIUDICARE?… FATTI FUORI ANCHE ANDREATTA E BALDINO

La democrazia diretta del click inciampa nelle proteste degli esclusi alle Parlamentarie dei cinquestelle.
Un gruppo di attivisti lasciati a casa prima ancora di raggiungere i blocchi di partenza ha costituito il comitato #annullatetutto, scrivendo una lettera a Beppe Grillo e a Luigi Di Maio per chiedere trasparenza nelle decisioni prese, una materia prima non troppo diffusa nel Movimento.
I grillini indignati vengono dalla Puglia, e a sentir loro sarebbero cinquecento: “I sottoscritti, ‘non candidati’ e ‘candidati’ alle Parlamentarie in possesso dei requisiti formali per l’autocandidatura – scrivono – chiedono nel rispetto della trasparenza, della onorabilità  delle persone e della democrazia, di conoscere la metodologia applicata per deliberare le numerose esclusioni realizzatesi con la pubblicazione dei profili votabili on-line”.
“Non possiamo accettare l’etichetta attribuita già  il 16 gennaio attraverso i media cartacei e digitali — scrivono – di “infiltrati, arrivisti, indegni, scalatori e poltronisti”. Ne va della loro “onorabilità  personale da difendere, tutelare e far rispettare”.
Il guaio sarebbe quel leggero venticello della calunnia, che a quanto pare spira così liberamente negli ingranaggi della politica digitale pentastellata da costringere gli stessi militanti a difendersi con le unghie: “Respingiamo fermamente le ipotesi circolanti riguardo le possibili segnalazioni addebitate a molti candidati. Se tutti segnalano tutti, chi decide? Con quale metodo, con quali criteri, avvalendosi di quali strumenti, applicando quali principi di legge e democrazia? Chi si è attribuito il potere di decidere e giudicare sulle presunte segnalazioni, sulla vita e sul valore delle persone, ed in che modo lo esercita?”.
La richiesta, a questo punto, è che Di Maio e Grillo “nelle loro rispettive qualità  di portavoce e garante del Movimento, provvedano a intimare ai gestori della piattaforma Rousseau l’immediato annullamento in autotutela associativa delle Parlamentarie on-line” tenutesi il 16 e 17 gennaio per “tutelare la personalità  morale e politica di ciascuno dei sottoscritti alla luce delle numerose anomalie” riscontrate, quali “la presenza nelle liste dei votabili di persone che non hanno trasmesso la documentazione necessaria”.
Intanto, a 5 giorni dalla pubblicazione delle liste prosegue l’epurazione selettiva dei candidati ai collegi proporzionale: nel collegio Veneto 2 salta Gedorem Andreatta, il consigliere comunale a Marostica che essendo al secondo posto in lizza aveva buone chance di farcela, travolto dalle polemiche perchè gestore di un hotel che ospitava profughi. Verrà  sostituito da Giacomo Bortolan.
Alla Camera invece Vittoria Baldino, terza nel collegio Lazio 2 e impegnata ancora stamattina a far campagna elettorale, viene sostituita dall’avvocata Angela Salafia; la quale era quarta nel collegio Lazio 3 dove sarà  sostituita da Chiara Morelli, spuntata a sorpresa saltando la lista dei supplenti.
Nei giorni scorsi, invece, Maria Pompilio è stata sostituita da Silvana Abate, proveniente dalla lista dei supplenti, nel collegio della Calabria per il Senato.

(da “La Repubblica”)

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LIVORNO: I GRILLINI DICONO NO ALL’INTITOLAZIONE DI UNA ROTONDA A CIAMPI

Gennaio 26th, 2018 Riccardo Fucile

OPERAZIONE SQUALLIDA: L’EX PRESIDENTE ERA NATO NELLA CITTA’ TOSCANA

La maggioranza M5S in consiglio comunale a Livorno ha bocciato oggi definitivamente la mozione presentata dal Pd per l’intitolazione della Rotonda di Ardenza, storico parco cittadino che si affaccia sul mare, alla memoria dell’ex presidente della Repubblica e livornese di nascita Carlo Azeglio Ciampi.
Il sindaco Filippo Nogarin si è astenuto, compatta la maggioranza che con 16 voti a 10 ha respinto la mozione.
Insieme al gruppo Pd hanno votato a favore i consiglieri delle liste civiche Città  Diversa, un consigliere di Livorno libera (due hanno votato contro), il consigliere di Livorno per tutti e due di Futuro.
Assente giustificata la consigliera di Forza Italia che nella votazione effettuata nel precedente consiglio, votazione infruttuosa perchè finita in parità , aveva votato a favore della mozione.
La questione di una dedica all’ex Presidente della Repubblica nella toponomastica cittadina era stata già  oggetto di un aspro dibattito in consiglio comunale, dopo la delibera della Giunta.
I consiglieri di maggioranza infatti avevano espresso già  lo scorso ottobre le loro perplessità  sulla figura di Ciampi, “colpevole” insieme a Romano Prodi dell’entrata dell’Italia nell’euro.
Il consigliere Edoardo Marchetti per esempio, riferendosi all’ex Capo dello Stato, aveva parlato di “molte luci e molte ombre”.
A margine aveva poi spiegato: “Per quanto possa essere un illustre livornese i lavoratori hanno subìto l’introduzione della concertazione nel ’93 perdendo potere contrattuale È stato uno degli artefici dell’ingresso dell’Italia nell’euro. Ha reintrodotto la parata militare”.
Come se la concertazione dipendesse da lui, l’euro non avesse permesso al Paese di restare legato al traino europeo e la parata militare fosse un delitto (salvo quando non la fa Putin).
Curatevi, ne avete bisogno.

(da agenzie)

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FORZE POLIZIA E MILITARI, SIGLATO NUOVO CONTRATTO DOPO NOVE ANNI

Gennaio 26th, 2018 Riccardo Fucile

150 MILIONI DI EURO PER CIRCA 450.000 ADDETTI… AUMENTI DI CIRCA 140 EURO… UNA TANTUM ARRETRATI DI CIRCA 500 EURO

Dopo nove anni di blocco dei contratti è stato sottoscritto al Ministero della Funzione Pubblica a Palazzo Vidoni, l’accordo negoziale riguardante le Forze armate, di Sicurezza e di Polizia.
Il tutto è avvenuto alla presenza dei ministri competenti, il titolare degli Interni, Marco Minniti, la titolare della Funzione Pubblica, Marianna Madia, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, il Guardasigilli, Andrea Orlando, il sottosegretario Pier Paolo Baretta per l’Economia, il sottosegretario Angelo Rughetti che ha la delega dal governo alla trattativa.
Lo ha annunciato lo stesso sottosegretario alla Semplificazione e la Pa Rughetti ricordando che si è giunti a questo risultato “dopo lo sblocco del tetto salariale, quello del turnover e le assunzioni di personale straordinarie, gli investimenti sul riordino delle carriere che ha previsto la stabilizzazione degli 80 euro, il governo, dopo lo stanziamento dei 150 milioni di euro per la specificità  di poliziotti e militari, ha riavviato la stagione dei rinnovi contrattuali”.
“450mila lavoratrici e lavoratori del comparto sicurezza e difesa della #PA da oggi hanno un nuovo #contratto. Uomini e donne che ogni giorno assicurano il controllo, la tutela e la sicurezza di tutti noi e dei nostri territori”.
Questo il commento della ministra della Funzione Pubblica, Marianna Madia, che su Twitter ha annunciato la firma del nuovo contratto.
La stessa Madia, più tardi, ha confermato che “gli aumenti del nuovo contratto sono a regime, non una tantum: si va da 125 euro circa al mese per le forze armate, 136 per la Guardia di Finanza, 134 per i carabinieri, 132 per la polizia di Stato e 126 per la polizia penitenziaria. A questi ovviamente si aggiungeranno gli arretrati, che sono annuali, e pari a circa 556 euro per le forza polizia e circa 516 per le forze armate”.
Inoltre, dopo quelli per il comparto sicurezza e difesa “stiamo andando avanti con gli altri 3 contratti che mancano. Ci sono le condizioni per rinnovare il contratto a tutti i dipendenti pubblici, che sono tre milioni e trecentomila” ha concluso Marianna Madia.

(da agenzie)

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SONDAGGIO SWG: IL CENTRODESTRA ARRETRA, RECUPERA IL PD, CALA LA LEGA

Gennaio 26th, 2018 Riccardo Fucile

M5S 27,8%, PD 24%, FORZA ITALIA16%, LEGA 13%, LIBERI E UGUALI 6,4%, FDI 5,5%, NOI CON L’ITALIA-UDC 2,2%, BONINO 1,5%, LORENZIN 1,3%

Nel sondaggio di SWG pubblicato oggi dal Messaggero ci sono microspostamenti significativi nelle forze in campo alle elezioni politiche del 4 marzo 2018.
Gli scostamenti però allarmano il centrodestra, che viene dato in calo, mentre il Partito Democratico recupera qualcosa e cresce il MoVimento 5 Stelle.
La percentuale del 37,3% degli indecisi non permette però di dare alcuna certezza riguardo i prossimi risultati.
Allo stato attuale il centrodestra resta saldamente in testa con il 36,7% dei consensi, anche se subisce una contrazione (-0,5%) rispetto alla scorsa settimana.
E mentre Forza Italia resta sostanzialmente ferma, calano Lega e Fratelli d’Italia che per adesso non sembrano beneficiare più di tanto della campagna elettorale e Noi con L’Italia è molto lontano dal decollo e dalla possibilità  di pesare come quarta gamba.
Nella coalizione di centrosinistra il Partito Democratico cresce di quasi mezzo punto e trascina la coalizione dove +Europa di Emma Bonino è ancora lontana dal quorum (così come le altre liste di appoggio).
Chi beneficia della campagna elettorale è invece il MoVimento 5 Stelle che cresce di mezzo punto percentuale tondo tondo mentre Liberi e Uguali con Pietro Grasso perde quasi mezzo punto e sembra lontano dal raggiungimento della doppia cifra posto come obiettivo dagli aderenti.
Per “tradizione e abitudine consolidata” vota ormai una quota ridotta di elettori.
Questo gruppo di persone si posiziona, sostanzialmente, su Forza Italia (15%) e Pd (13%), mentre è poca cosa per Lega (6%) e M5s (4%).
Il “meno peggio”, il partito che, sul momento, convince un po’ più degli atri, è sempre l’ultima ancora di salvataggio per l’elettore deluso.
Un’opzione attiva soprattutto per M5s (16%), Leu (15%) e Forza Italia (13%). Pd e Lega si fermano al 9%.
E gli indecisi come si orientano?
Per loro la partita è dura. Il 29% sta cercando di capire le proposte dei partiti, per trovare quella più condivisibile. Il 22% metterà  la croce sul simbolo del gruppo che darà  maggiori garanzie di stabilità  e governabilità  e il 15% si orienterà  sul “meno peggio”.
Ben pochi sceglieranno di votare in base alle scelte passate (solo il 3%), mentre il restante 31% brancola nella nebbia.

(da “NextQuotidiano“)

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AL MIGLIOR OFFERENTE: LA LOMBARDI OFFRE UN ASSESSORATO A PIROZZI SE SI RITIRA

Gennaio 26th, 2018 Riccardo Fucile

IL SINDACO DI AMATRICE FAVORISCE SOLO ZINGARETTI E DANNEGGIA SIA IL M5S CHE IL CENTRODESTRA

Un assessorato a Sergio Pirozzi in caso di vittoria del MoVimento 5 Stelle alle Regionali del Lazio.
La promessa da politico (di solito sono come quelle da marinaio) rimbalza oggi sui giornali, dal Messaggero al Fatto, e sarebbe stata fatta in occasione dell’incontro tra i due candidati dellagggente.
Ovviamente è una promessa strategica — che fonti vicine a Pirozzi bollano come fake news —   perchè la candidatura del sindaco di Amatrice va a pescare sì in parte nell’elettorato di centrodestra, ma in parte anche in quello del MoVimento 5 Stelle.
Un assessorato ad hoc per la ricostruzione sarebbe l’offerta a Pirozzi, secondo notizie fatte circolare dallo staff della Lombardi.
I contatti non preludono tuttavia ad alcun ticket: le agenzie che riportavano la notizia precisavano però che il M5S, sul piano nazionale come sul piano locale, resta fermo nella sua contrarietà  a qualsiasi alleanza elettorale.
Insomma, c’è un’alleanza ma non c’è, vedete questo coniglio? È un cavallo, che diamine, non ci vedete?
L’offerta a Pirozzi potrebbe però avere ripercussioni sulla corsa per la carica di governatore nel Lazio se e soltanto se l’ex allenatore dell’Urbetevere ritirasse la sua candidatura e indicasse il voto a Roberta Lombardi, che così, senza quarti incomodi, potrebbe correre più convintamente contro Zingaretti considerando l’oggettiva debolezza della candidatura di Stefano Parisi nel Lazio.
Una promessa per dopo le elezioni e in caso di vittoria invece sarebbe difficile da mantenere in ogni caso.
D’altro canto quando in Piemonte Fassino disse di aver perso a causa del voto disperso nelle liste di Grillo, l’allora leader del M5S rispose molto giustamente che avrebbe potuto ritirarsi Fassino lasciando campo libero a loro, così avrebbero vinto.
Alla stessa maniera potrebbe fare Pirozzi: chiedere di ritirarsi a Roberta Lombardi e prometterle l’assessorato alle buone idee.

(da “NextQuotidiano“)

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IL RICORSO CONTRO LA VITTORIA DI SALVINI AL CONGRESSO E’ FONDATO, LUNEDI BOSSI POTREBBE TORNARE SEGRETARIO

Gennaio 26th, 2018 Riccardo Fucile

SE IL RICORSO VERRA’ ACCOLTO SARANNO ANNULLATE LE ELEZIONI INTERNE DI MAGGIO E TORNERA’ IL SENATUR CHE E’ PRESIDENTE FEDERALE E GARANTE DEL CARROCCIO

Umberto Bossi lunedì potrebbe svegliarsi segretario della Lega Nord.
Grazie a un ricorso che mette in dubbio la legittimità  della nomina di Matteo Salvini e che è stato discusso e ritenuto fondato ieri dal giudice della prima sezione civile del tribunale di Milano, Nicola Di Plotti.
La pronuncia arriverà  a stretto giro: è stata annunciata entro lunedì mattina.
Il ricorso chiede la sospensione in via cautelativa della “nomina di Matteo Salvini quale segretario federale della Lega Nord”.
Se verrà  accolto saranno automaticamente annullate le primarie dello scorso maggio, Salvini tornerà  militante semplice e, come prevede lo statuto, l’incarico di segretario sarà  ricoperto da Umberto Bossi che oggi è presidente federale e garante del Carroccio.
Il ricorso è stato presentato una decina di giorni fa da un candidato nella lista in sostegno all’assessore della Regione Lombardia, Gianni Fava, che aveva sfidato Salvini alle primarie per la segreteria della Lega.
Nelle quindici pagine presentate al giudice, il candidato denuncia irregolarità  da parte di Salvini nella composizione delle liste per le primarie e di aver poi cambiato in corsa uno dei candidati, l’europarlamentare Lorenzo Fontana, vicepresidente della segreteria federale della Lega Nord e componente anche del nuovo partito “Lega per Salvini premier”, insieme a Roberto Calderoli, Giancarlo Giorgetti, Giulio Centemero e lo stesso Salvini.
Ieri all’udienza si erano presentati i cinque testimoni convocati ma il giudice ha preso tempo per leggere le memorie depositate dalle parti.
In poche ore ha deciso che non serviva analizzare altro materiale nè sentire i testimoni, annunciando la pronuncia entro lunedì mattina.

(da “Il Fatto Quotidiano”)

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IL TRIDENTE DI CONFALONIERI: “GENTILONI PUO’ CONTINUARE, IL FUTURO E’ DI RENZI & BERLUSCONI”

Gennaio 26th, 2018 Riccardo Fucile

IL PRESIDENTE DI MEDIASET PREVEDE LO STALLO POST-VOTO E BENEDICE IL PATTO DEL NAZARENO

Berlusconi è eterno, Gentiloni è affidabile, Renzi è talentuoso.
Fedele Confalonieri è convinto che il futuro a Palazzo Chigi sia nelle loro mani, visto che le elezioni consegneranno uno stallo politico.
In un colloquio con il Fatto Quotidiano, il presidente di Mediaset benedice ancora l’intesa fra Forza Italia e Pd, anche se ora i toni da campagna elettorale li allontanano.Confalonieri non scarta mai l’ipotesi di un Nazareno bis e nomina l’esempio tedesco:
Martin Schulz ha lottato contro Angela Merkel per mesi, anche in maniera feroce. E oggi si stringono la mano per l’ennesima coalizione. Al momento Silvio e Matteo sono divisi, domani vedremo”.
Non fa pronostici, ma a Palazzo Chigi c’è un inquilino che ritiene affidabile.
“Forse quest’anno le elezioni si tengono due volte e così si va avanti con Gentiloni per qualche mese. In Spagna ha funzionato”.
Dopo Berlusconi, secondo Confalonieri, non c’è un altro Berlusconi. Non vede Marina raccogliere il testimone di Forza Italia:
“Puoi clonare le scimmiette cinesi, non il Berlusconi politico”.

(da “Huffingtonpost”)

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