Febbraio 7th, 2018 Riccardo Fucile
IL DELIRIO RAZZISTA: ORA TOCCA AL GIORNALISTA CANDIDATO CON IL PD CHE NON HA MAI NASCOSTO LA SUA OMOSESSUALITA’
Tornano le minacce omofobe su Twitter contro Tommaso Cerno, ex condirettore di Repubblica ora
candidato del Pd. Il social network è nuovamente al centro di una battaglia culturale dopo che già tre anni fa un hater, poi individuato dall’autorità giudiziaria, rivolse insulti contro l’allora direttore dell’Espresso pubblicando la foto di una tavola imbandita con i cappi da impiccato.
La nuova minaccia di morte, proveniente da un profilo anomino con il nick name “Battista da Norcia” @NorciaDa, ripropone l’immagine di un patibolo, accompagnata dalla frase: “Questo è il nostro obolo per te”.
Ed è lo stesso Cerno a ritwittarla sul suo profilo, commentando: “Un patibolo per me. Per quello che dico. Per le battaglie di libertà che combatto. Questa è l’Italia che vogliamo?”.
Il post di Cerno è stato ritwittato anche dal segretario del Pd Matteo Renzi.
Sul profilo dell’hater, che risulta iscritto a Twitter da marzo del 2015, campeggia lo sfondo di una bandiera tricolore.
Tra i post una serie di attacchi sessisti a Maria Elena Boschi e altre parlamentari del centrodestra e a personaggi politici e non, tra cui Vittorio Sgarbi ed Eugenio Scalfari. Tra i tweet un ricordo del brigatista rosso Fabrizio Pelli.
Tra le prime manifestazioni di solidarietà quella di Emanuele Fiano, parlamentare del Pd, che scrive in una nota: “Solidarietà a Tommaso Cerno, raggiunto da minacce di morte. Non è solo un gioco macabro ma una questione maledettamente seria. A forza di soffiare sulle braci dell’intolleranza e della paura hanno riacceso il fuoco dell’odio. Noi non cediamo e non ci facciamo intimidire, abbiamo la forza delle istituzioni repubblicane alle nostre spalle”.
(da agenzie)
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Febbraio 7th, 2018 Riccardo Fucile
IERI INDAGATO LUIGI GABELLO, OGGI E’ TORNATO IN SCENA ROGUE PER SFOTTERE DAVIDE CASALEGGIO
Luigi Gubello, 26 anni,studente alla facoltà di Matematica di Padova, in arte Evariste Gal0is, ieri è stato formalmente indagato per accesso abusivo a un sistema informatico. Gubello (un «whitehat», ossia un hacker etico che testa la sicurezza dei sistemi) ha spiegato agli inquirenti: «L’ho fatto solo per testare la vulnerabilità del sistema, non avevo fini o motivazioni politiche». ù
Ma è servito a poco per la premiata ditta Casaleggio & Di Maio.
In un post pubblicato sul blog delle stelle Davide Casaleggio ha chiesto di individuare “i mandanti” della violazione: «Chi ha voluto colpire Rousseau lo ha fatto per scopi politici. È stato fermato l’esecutore materiale, ma ora spero che vengano individuati al più presto anche i mandanti e gli eventuali finanziatori delle operazioni criminali contro Rousseau, il MoVimento 5 Stelle e i suoi iscritti».
Luigi Di Maio si è associato poco dopo mentre il M5S auspicava un’indagine del garante anche sul sito del PD di Firenze, ieri violato da Anonymous.
Nessuno dei due è parso rendersi conto che l’azione di Luigi Gubello non aveva nulla di politico, ma era tecnica: ha contribuito a mostrare una serie di falle nel sistema informatico messo in piedi dalla Casaleggio, peraltro avvertendo prima i proprietari della piattaforma.
Non si è mai visto prima un attacco politico che viene preannunciato. A supporto di Gubello si è mossa la comunità hacker italiana con una petizione (su change.org) che nella giornata di ieri ha toccato quota 500 firme.
Intanto tutto il casino di ieri ha riportato in vita anche Rogue0, ovvero l’hacker “cattivo” che invece è tornato a sfottere Davide Casaleggio, annunciando in un messaggio “scusate il ritardo, ecco i mandanti” per poi mostrare un post firmato Davide sul sito del MoVimento 5 Stelle in cui vengono mostrati i dati di Casaleggio:
La realtà è che gli attacchi hacker di questa estate hanno contribuito a dimostrare, come poi ha certificato il garante, lo scarso livello di sicurezza di una piattaforma che viene presentata come una rivoluzione culturale.
Parlare di attacco politico è un modo per sviare il discorso e l’attenzione dal problema certificato dall’intervento dell’Autorità per la protezione dei dati personali.
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 7th, 2018 Riccardo Fucile
SPACCATO IL GRUPPO DEGLI EUROPARLAMENTARI SUI CASI GESTITI IN GRAN SEGRETO… ALCUNI ASSUNTI LAVOREREBBERO IN REALTA’ PER LA CAMPAGNA ELETTORALE DI DI MAIO… IL RUOLO DI CRISTINA BELOTTI
Un articolo di Alberto D’Argenio su Repubblica racconta oggi di un caso scoppiato al Parlamento
Europeo intorno a Cristina Belotti, il capo della Comunicazione dei 5Stelle a Bruxelles e a Strasburgo.
L’amministrazione dell’EFFD, la famiglia politica che in Ue riunisce M5S e Ukip, le ha contestato i rimborsi chiesti per alcune missioni legate non alla politica europea, ma alle campagne di Luigi Di Maio in Italia.
Le trasferte dei funzionari dei gruppi infatti vengono messe in nota spese solo se legate ad attività di politica UE; nel caso di Cristina Belotti le missioni erano state invece effettuate per le campagne del MoVimento 5 Stelle: per il referendum del 4 dicembre, per le comunali 2017 e per le regionali siciliane.
La situazione è precipitata lo scorso 11 dicembre, quando Belotti si è segnata presente alla plenaria di Strasburgo — con tanto di diaria — mentre per l’amministrazione del gruppo era assente.
A quel punto il caso è esploso tra i grillini e l’amministrazione Efdd ha verificato un trentina di sue missioni per un valore di circa 15mila euro di rimborsi chiesti, chiedendole in via informale di dimettersi.
Ma Belotti è restata in sella, coperta dalla leadership del Movimento: dagli atti dell’amministrazione risultano interventi in sua difesa a nome di Davide Casaleggio, Beppe Grillo e Di Maio.
L’epilogo il 19 dicembre 2017, quando si è tenuta l’ultima riunione tra Belotti e il segretario generale Efdd, Aurelie Laloux.
Per evitare le dimissioni e il rischioso coinvolgimento del segretariato generale del Parlamento, Belotti ha accettato di rinunciare alle diarie e ai costi vivi di alcune missioni stracciando le richieste di rimborso spese, rimaste a suo carico.
Repubblica ha potuto prendere visione dei documenti che certificano la cancellazione di almeno tre missioni: la diaria per la plenaria di Strasburgo di dicembre, il viaggio a Roma e Milano del 25 e 26 ottobre 2017 (comizio di Grillo) e la trasferta a Castelfranco del 21 gennaio 2017 (“Ricorso day” con Di Maio).
La Belotti ha anche restituito 196 euro di diaria più voli e albergo per un viaggio tra il 9 e l’11 giugno, già rimborsati dal Parlamento Europeo, e si è messa in congedo non retribuito fino al 7 marzo 2018, ovvero tre giorni dopo le elezioni.
Magari pronta a un cambio di consegne visto che Silvia Virgulti non compare più al fianco di Di Maio.
Nel frattempo Stefano Torre è stato assunto come stager alla rappresentanza EFDD al Parlamento Europeo accompagnato da un tutor, Andrea Pollano, funzionario UE
Ma nella sede di Via IV Novembre i due si sono visti poco o niente, come testimoniano fonti qualificate del Parlamento europeo a Roma: «Sono stati qui molto raramente».
Il perchè è presto detto: entrambi lavorano alla campagna elettorale di Di Maio, il cui quartier generale è in Via Piemonte, a Roma.
Torre è tra i responsabili della raccolta fondi dell’M5S. Contattato da Repubblica ha spiegato: «Mi occupo della parte tecnica del sito di fundraising».
Successivamente, inviando un sms attribuibile allo staff di Di Maio, ha illustrato i principi con cui il Movimento raccoglie soldi tra simpatizzanti ed elettori.
Pollano invece nega di esistere: «Non sono io», risponde al suo cellulare. Ma fonti Efdd spiegano che nonostante sia pagato da Strasburgo al momento lavorerebbe a un documentario sulla campagna di Di Maio.
L’assunzione di Torre a spese del Parlamento europeo (2.659 euro al mese di stipendio base) è stata comunicata ai vertici del Movimento.
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 7th, 2018 Riccardo Fucile
IL DEBUTTO SEGUITO DA 11 MILIONI 600 MILA SPETTATORI CON UNO SHARE DEL 52,1%, DUE PUNTI IN PIU’ DELL’EDIZIONE 2017
Il festival targato Baglioni convince il pubblico e gli ascolti fanno boom: la prima serata è stata vista da una media di 11 milioni 600 mila telespettatori con uno share medio del 52,1%, un risultato che migliora quello, pur ottimo, del 2017, quando la prima serata del festival condotto da Carlo Conti e Maria De Filippi aveva ottenuto una media di 11 milioni 374 mila spettatori e il 50,4% di share.
Un risultato eccellente dunque, mentre la giornata si apre con il caso scoppiato poco dopo la fine della prima puntata: l’accusa di plagio per Non mi avete fatto niente, il brano portato in gara dalla coppia Ermal Meta – Fabrizio Moro, troppo somigliante a Silenzio, canzone presentata sempre a Sanremo, nel 2016, fra le Nuove proposte.
E’ stato Fiorello il protagonista-ciclone della serata, due uscite e una serie di interventi iresistibili e Claudio Baglioni a fare da spalla. Battute sulla politica, sulla par condicio, su Erdgan (“sta venendo a Sanremo perchè ha saputo che ci sono 1300 giornalisti liberi”), sul candidato premier M5s Di Maio “toy boy di Orietta Berti”, sul canone, sullo stesso festival.
Scenografia spettacolare, gran sintonia fra i compagni di Baglioni, Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino.
E se dalla prima non si aspettavano defaillance vista la consuetudine con la tv, il secondo è stato in parte una sorpresa: attore apprezzato, se l’è cavata egregiamente anche nei panni (elegantissimi) del conduttore-showman.
Imprevisto in apertura con l’incursione sul palco di un uomo che prima di essere portato via dalla sicurezza è riuscito a dire “sono due mesi che cerco un contatto con il procuratore della Repubblica”, poi tutto è filato liscio fra musica, gag, ospiti anche in collegamento, come Laura Pausini che, in diretta al telefono, ha confermato che sabato sarà all’Ariston da superospite dopo aver datto forfait al debutto a causa di una laringite.
Grande protagonista anche la musica, come ampiamente ribadito e fortemente voluto dal direttore artistico Baglioni, oltre ai Campioni in gara hanno cantato tutti, anche il passaggio promozionale di Gabriele Muccino con il cast del suo nuovo film A casa tutti bene si è tradotto in una cantata collettiva di Bella senz’anima, canzone “portante” nel film.
Sul palco i venti Campioni, da Annalisa che ha aperto la gara a Le vibrazioni, in chiusura. La rivelazione della serata sono stati però Lo Stato sociale che hanno entusiasmato il pubblico in sala e a casa con la complicità di Paddy Jones, 83enne ballerina acrobatica che si è scatenata sulle note di Una vita in vacanza.
Ovazioni per Gianni Morandi, entrato in scena quasi a mezzanotte, che ha conquistato una standing ovation con Se non avessi più te, in duetto con Baglioni.
In chiusura la prima classifica provvisoria, con gli artisti divisi in tre “fasce”, alta media e bassa: per il momento si piazzano in cima Annalisa, Lo Stato sociale, Max Gazzè, Meta-Moro, Zilli, Noemi e Ron.
(da “La Repubblica”)
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Febbraio 7th, 2018 Riccardo Fucile
AI SOCIALISTI IL MINISTERO DEGLI ESTERI, DELLE FINANZE E DEL LAVORO
L’accordo per una Grande coalizione c’è.
Lo riferiscono diversi media tedeschi che raccontano di un ‘ultimo miglio’ faticoso sulla distribuzione dei ministeri.
La Spd potrebbe aver ottenuto gli Esteri, il Lavoro e persino le Finanze, mentre sembra che i bavaresi della Csu abbiano chiesto, e ottenuto, un ministero dell’Interno rafforzato.
E fino all’ultimo il braccio di ferro sui contratti a termine e sulla sanità è stato duro. Adesso si starebbero definendo gli ultimi dettagli, ma una fonte ha riferito alla Dpa che “in linea di principio, ci siamo”
Quando anche gli ultimi dettagli saranno precipitati nel contratto di coalizione, la Spd avvierà il referendum tra gli oltre 460mila iscritti, che nelle ultime settimane si sono arricchiti di 24mila nuovi ingressi.
Il verdetto è atteso per i primi giorni di marzo. Se i membri della Spd voteranno contro, la Grande coalizione sarà morta.
Il referendum è l’ultimo ostacolo per il Merkel-quater e il risultato non è affatto scontato.
(da agenzie)
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