Febbraio 17th, 2018 Riccardo Fucile
SPUNTANO I NOMI DI CARIELLO E SASSI (SUBITO ESPULSI), PICCININI (SOSPESO), SCAGLIUSI E DIENI (SOLO AMMONITI) NELL’INCHIESTA DELLE IENE
Francesco Cariello, Emanuele Scagliusi e Federica Dieni (candidati all’uninominale rispettivamente in Puglia e a Reggio Calabria): sono questi i nomi di altri tre parlamentari coinvolti nelle mancate restituzioni di parte dello stipendio al fondo del microcredito targato M5S secondo la nuova parte dell’inchiesta di Filippo Roma e di Marco Occhipinti de Le Iene.
La nuova parte dell’inchiesta è stata pubblicata sul sito della trasmissione.
I tre nomi di oggi si aggiungono a quelli di Giulia Sarti (che si è autosospesa), Massimiliano Bernini e Barbara Lezzi, anch’essi assenti dalla lista degli otto non in regola presentata dal candidato premier dei Cinque stelle, Luigi Di Maio, dopo l’inchiesta delle Iene. A tirarli in ballo, dicono i responsabili dell’inchiesta, un ex attivista del Movimento.
Il totale dei pentastellati coinvolti dallo scandalo ormai noto come Rimborsopoli è quindi di quattordici. “Il Movimento ha i dati di tutti i bonifici dei parlamentari da più di una settimana, tuttavia ha deciso di prendere provvedimenti solo nei confronti di otto di loro. Perchè aspetta che facciamo noi i nomi di chi ha commesso irregolarità per intervenire? Sta coprendo qualcuno? Vuole limitare i danni?”, si chiedono gli autori dell’inchiesta.
Secondo quanto pubblicato sul sito delle Iene, per Francesco Cariello mancano all’appello due bonifici per un totale di 5989 euro.
“L’abbiamo contattato, ma ci ha risposto che prima di martedì non può rispondere alle nostre domande”.
Invece, si legge ancora, per gli altri due parlamentari Emanuele Scagliusi, candidato in un collegio uninominale in Puglia, e l’onorevole Federica Dieni, candidata nel collegio uninominale di Reggio Calabria, c’è una novità nella procedura di mancato versamento: “Nei loro casi non si parla di bonifici pubblicati e mai arrivati a destinazione, ma di bonifici arrivati nel fondo del microcredito solo parzialmente, cioè per cifre minori di quelle presenti nel documento pubblicato dai due onorevoli. Siamo passati dal bonifico eseguito e poi revocato al bonifico direttamente taroccato?”.
Scagliusi, dicono Le Iene, dichiara di non spiegarsi “come sulla distinta del suo bonifico ci sia una cifra di importo superiore a quella arrivata nel fondo. Ma il codice identificativo dell’operazione è lo stesso, quindi qualcuno ha manualmente modificato l’importo della distinta pubblicata sul sito dei Cinque stelle”, si sostiene nell’inchiesta.
Dieni, invece, ammette con Filippo Roma di aver gonfiato la cifra del bonifico, “ma solo perchè aveva poi provveduto a fare un bonifico riparatore dieci giorni dopo.
Caso a parte è Ivan Della Valle, uno degli otto ‘denunciati’ da Di Maio, definito dalle Iene ‘il campione dei furbetti’, dato a Casablanca, ma intervistato in esclusiva in Toscana. “Nel suo caso risultano mai arrivati al fondo 51 bonifici per un totale di 272.312 euro. Chiede scusa, e ammette: “Taroccavo i bonifici con Photoshop”, ma poi attacca i parlamentari del Movimento: “Impossibili 8-9000 euro al mese di spese quando hai ufficio, viaggi e telefono già pagati”.
Da lui arriva la sfida: “Trasparenza vera? Fuori tutti gli scontrini dei rimborsi non restituiti. Chiedetegli voi Iene e li chieda anche il candidato premier dei Cinque stelle Di Maio”.
Francesco Cariello e il consigliere regionale in Emilia-Romagna del Movimento 5
Stelle, Gian Luca Sassi, sono stati espulsi da M5s, per il caso dei finti rimborsi.
“Francesco Cariello – spiegano i 5 stelle – ha una irregolarità negli ultimi bonifici. Ha continuato a sostenere di poter dimostrare la regolarità dei suoi bonifici. Non ci ha voluto dare l’autorizzazione di accedere ai dati in possesso del MEF e questo va contro il nostro principio di trasparenza. A questo punto è fuori dal Movimento”.
Per Federica Dieni e Emanuele Scagliusi i vertici del M5S hanno previsto “un richiamo” essendo considerati “casi minori”.
Lo scrive, in un post sul blog, il M5S che invece annuncia l’espulsione dal Movimento di Francesco Cariello e del consigliere Regionale emiliano-romagnolo Gian Luca Sassi. Il M5S pubblica inoltre la tabella con tutti gli importi restituiti dai parlamentari secondo il sito tirendiconto.it e secondo il Mef. “Abbiamo rinunciato e donato oltre 90 milioni di euro”, si legge nel post, intitolato “L’orgoglio del M5S”.
(da agenzie)
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Febbraio 17th, 2018 Riccardo Fucile
L’APPLICAZIONE DELL’ART 99 DEL TU 361 E’ OPINABILE: UN CONTO E’ DISTURBARE UNA MANIFESTAZIONE POLITICA, ALTRA COSA “UNA CAMMINATA NEL QUARTIERE” COME L’AVEVA DEFINITA LA MELONI STESSA
Questa mattina gli ufficiali della Digos e della questura di Livorno hanno depositato in procura a Livorno e
trasmesso alla procura del tribunale per minorenni di Firenze le comunicazioni relative a 21 notizie di reato a carico di altrettante persone, in relazione alle contestazioni di martedì scorso nei confronti di Giorgia Meloni, impegnata in una passeggiata di campagna elettorale nel centro della città .
Durante la manifestazione la leader di Fratelli d’Italia era stata duramente contestata da più di cento manifestanti.
La manifestazioni di FdI e le contestazioni hanno avuto luogo fra piazza Garibaldi, piazza della Repubblica e strade limitrofe.
Per 20 l’accusa, contenuta nella comunicazione di reato fatta dalla polizia alla procura della Repubblica di Livorno e a quella presso il tribunale dei minori di Firenze, è di aver impedito o turbato una riunione di propaganda elettorale, per la cui fattispecie è prevista una pena tra 1 e 3 anni di reclusione.
Ma il lato debole dell’accusa deriva dal fatto che alla Meloni non è stato impedito o turbato alcun comizio, ma quella che lei stessa ha definito “una camminata nel quartiere per parlare con commercianti e residenti”
Non esattamente un quartiere qualunque: Garibaldi, zona centralissima, popolare, da anni una di quelle a più alto tasso di immigrazione.
Quindi erano da mettere in preventivo manifestazioni di dissenso se una opta per una passeggiata fuori programma da privata cittadina.
Altra cosa, quella sì censurabile, se le avessero impedito di tenere un comizio regolarmente programmato.
Ma non pare proprio questo il caso.
(da agenzie)
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Febbraio 17th, 2018 Riccardo Fucile
QUASI COME IN ITALIA DOVE I SOVRANISTI ISTIGANO ALL’ODIO RAZZIALE E DIFENDONO PERSINO UN TERRORISTA PER STRAGE
Il razzismo dell’ex fidanzata mette fine alla breve carriera del leader dell’Ukip.
Il 63 per cento degli iscritti al partito ha votato oggi a favore della destituzione di Henry Bolton, compromesso dai messaggi di Jo Marney, la giovane modella per la quale aveva lasciato la moglie.
Uno scandalo scoppiato il mese scorso quando i giornali inglesi hanno pubblicato i commenti postati dalla ragazza su Meghan Markle, l’attrice afroamericana e promessa sposa del principe Harry. “Sporcherà con il suo seme la famiglia reale e aprirà la strada a un re nero”, aveva affermato la donna, aggiungendo che lei non avrebbe mai fatto sesso con “un negro”, perchè sono “brutti”.
Marney era stata sospesa dall’Ukip. E Bolton aveva annunciato di avere troncato la loro relazione.
Ma poi è stato fotografato in un ristorante in atteggiamento affettuoso con lei, l’ha difesa pubblicamente e non ha escluso di riallacciare il rapporto in futuro.
Stamane i suoi seguaci gli si sono rivoltati definitivamente contro. La destituzione ha effetto immediato. Il partito nominerà un leader ad interim e organizzerà una nuova votazione entro tre mesi per eleggere un nuovo leader.
Ex ufficiale dell’esercito senza esperienza in politica, Bolton era il terzo leader dello United Kingdom Independence Party eletto dopo le dimissioni di Nigel Farage all’indomani della vittoria nel referendum sulla Brexit del giugno 2016. Raggiunto l’obiettivo con l’uscita dall’Unione Europea, Farage aveva dichiarato di volersi ritirare a vita privata. Ma i suoi successori sono durati poco, fra dimissioni e contestazioni, cadendo uno dopo l’altro.
Adesso non è escluso che torni lui a guidare il partito populista che ha guidato la campagna per lasciare la Ue. Secondo Farage la Gran Bretagna sta facendo troppe concessioni a Bruxelles nel negoziato e rischia di tradire il mandato del referendum. Lui stesso, tuttavia, si è detto favorevole a un secondo referendum, per chiudere la questione definitivamente, convinto che la Brexit tornerebbe a vincere, con un consenso più ampio di quello della prima consultazione.
(da agenzie)
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Febbraio 17th, 2018 Riccardo Fucile
LA STORIA DELLA MULTA DI 100.000 PER I FUTURI VOLTAGABBANA
“Nella prossima legislatura ogni voltaggabana del M5S pagherà una multa di 100mila euro che doneremo in
beneficenza. Se andremo al Governo faremo una legge per dire basta ai cambi di casacca”, ha detto oggi Luigi Di Maio a Genova a un incontro elettorale.
E poi un’altra promessona: “Vi prometto che se andremo al Governo facciamo una regola che dice: se entri in Parlamento con i rossi e passi con i verdi te ne vai a casa e ti fai rieleggere”.
Ma perchè Giggetto continua a imporre regole che non applica?
Beppe Grillo chiese infatti i famosi 250mila euro a Marco Affronte quando l’europarlamentare, in occasione del casino sull’ALDE scatenato da David Borrelli, passò ai Verdi.
Affronte non ha mai pagato e Beppe Grillo non ha mai fatto nulla per ottenere quei soldi.
Altro giro, stessa musica.
Quando è toccato a David Borrelli di uscire dal MoVimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, capo politico di non si sa bene cosa, non ha nemmeno chiesto a Borrelli i soldi che Affronte non ha mai dato.
Coincidenze?
Enfin, Luigi Di Maio, che nemmeno sa se vincerà le elezioni (i sondaggi dicono che le vincerà il centrodestra), promette che farà pagare una multa di 100mila euro ai voltagabbana del suo MoVimento.
Dice che li darà in beneficenza, ovviamente, e questo ci fornisce la ragionevole certezza che anche Di Maio sappia che quei soldi non li beccherà mai, visto che ogni impegno privato attualmente firmato per burla da chi si è candidato nulla vale al cospetto della Costituzione.
Già che c’è, Di Maio promette anche di riformarlo, quel fogliaccio ormai vecchio, unto e bisunto, per mandare a casa chi si fa eleggere con i rossi e passa con i verdi. Peccato che il M5S, che non sembra in grado di arrivare ad avere la maggioranza nel prossimo parlamento, non avrà di sicuro i due terzi che ci vorrebbero per una modifica del genere senza passare per il referendum.
E allora di che parliamo? Perchè Di Maio promette leggi che poi non applica o che non avrà mai la forza di approvare?
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 17th, 2018 Riccardo Fucile
STUDENTI ED ANZIANI SUL TRENO CHE RISALE L’ITALIA: “VINCERA’ IL PARTITO DEGLI ASTENUTI”
L’odissea dell’intercity notte 35094 inizia alla stazione centrale di Reggio Calabria alle 21,35.
Sui binari decine di persone aspettano il treno che, dopo 33 fermate e 19 ore, raggiungerà Torino.
Sono studenti e anziani che «salgono al Nord» per una visita medica o per trovare i figli emigrati, accompagnati da scatoloni di cibo.
Un microuniverso di «forzati», che solca tutta l’Italia per risparmiare: molti evitano la cuccetta e si accontentano dei posti a sedere.
Sono il simbolo dell’Italia a due velocità e in comune hanno l’apatia per la politica.
La sfiducia nello Stato, specie tra i giovani, è generalizzata. Il taxista 25enne che ci porta alla stazione storce il naso quando proviamo a pagare con il bancomat: «Così mi rubano due euro di commissione. È sempre la solita storia: paghiamo il pizzo allo Stato che continua a bastonarci».
Ogni giorno l’intercity macina 1400 chilometri. Tagliando il Paese trasporta ogni settimana 80 mila passeggeri.
È la stessa tratta che percorreranno, all’inverso, studenti fuori sede e residenti al Sud per raggiungere il loro seggio.
Tra loro non ci saranno Ilaria, 24 anni, e Anna, 22, di Catanzaro. Hanno già deciso: non voteranno. «La politica è su un altro pianeta rispetto ai nostri problemi», dice la prima, laureata in infermieristica.
L’altra, un diploma all’Accademia di belle arti, indica fuori dal finestrino: «I politici sono come quel treno: corrono paralleli a noi, ma non ci incroceremo mai».
Come ragazze del Sud, dicono, si sentono abbandonate. E con una sola alternativa: cercare fortuna altrove. «Dei miei compagni delle superiori – dice Ilaria – solo quattro su 28 sono rimasti in Calabria. Gli altri sono al Nord o all’estero».
Sono fuggiti anche i figli di Francesco e Maria Luisa, coppia di pensionati di Gallico (Reggio Calabria). Lui si dichiara «elettore di centrodestra da sempre, ma stavolta sono tentato da Salvini” La moglie annuisce, ma solleva un dubbio: «Molti dicono che si interesserebbe dell’Italia solo fino a Salerno».
«Al massimo fino a Ferrara», sorride un giovane che mostra sullo smartphone una vignetta satirica con la scritta «Lega Salvini e lascialo legato», e annuncia che voterà scheda bianca.
Il discorso vira su Minniti: “Ci ha delusi – continua Francesco -. Qui a Reggio non si è più fatto vedere». E non lo sorprende la scelta di non candidarsi nella sua città , dove è stato sconfitto nel ’96 e nel 2001: «Sapeva che avrebbe perso».
«L’invasione di stranieri? Tutte fake news», sentenzia Antonino, 47 anni. «Il mio paesino, San Lorenzo, è stato salvato dagli immigrati: senza di loro non ci sarebbero badanti, l’unica risorsa per l’assistenza dei nostri anziani». Dice che voterà Pd, come sempre, stavolta turandosi il naso: «Non mi piace la svolta autoritaria imposta da Renzi».
Il mattino dopo, nei pressi di Firenze, il 58enne Filippo, impiegato marittimo di Messina, annuncia il suo voto di protesta: «Sono stanco di scegliere tra la padella e la brace: stavolta scelgo i Cinquestelle», dice sbadigliando.
«Diamo una chance a questi ragazzi: forse sono inesperti, ma di sicuro non sono banditi come a destra e sinistra».
Il capotreno, di Napoli, attraversa il corridoio e intercetta il discorso: «Quelli del M5S meritano una chance, sono gli unici puliti». Li voterà ? «No, per fortuna sarò in servizio: mi tolgo dall’imbarazzo di votare».
Avrebbe scelto i Cinquestelle anche Federico, piccolo imprenditore di 49 anni originario di Torino, ma da qualche tempo in Bulgaria. «Torno solo per lavoro – racconta -. Vista dall’estero, l’Italia è desolante. Comunque avrei scelto il M5S come quando ho votato Appendino: gli altri sono impostori».
I grillini non hanno deluso dove hanno amministrato? «No. Sono stati boicottati e infangati sia a Roma sia a Torino».
A volte l’apatia per la politica si trasforma in astio. «Non avevano promesso di tagliarsi tutti lo stipendio?», chiede a denti stretti Giuseppe, 38 anni, di Rosarno.
Sei anni fa faceva la guardia giurata al porto di Gioia Tauro, ma fu indagato e licenziato per associazione per delinquere di stampo mafioso. «Dopo un anno mi hanno assolto, ma nessuno mi ha più dato un lavoro».
È andato a Chioggia, dove ha aperto una pizzeria. «Al Sud non mi vedranno più, sono sceso solo per il funerale di mio padre. Da anni non voto: i politici sono tutti uguali. La ‘ndrangheta? Almeno dava da lavorare…».
A sorprendere sono i giovani. Molti sembrano sconfitti in partenza. Gabriele, fiorentino di 21 anni, è chiamato per la prima volta a votare per le elezioni politiche. «Starò a casa. In tv sento solo slogan urlati e su Facebook leggo fake news. Il populismo sta allontanando noi giovani dalla politica».
Quando si intravede il cartello Torino Porta Nuova il capotreno, salito a Bologna, si congeda: «Quando ero ragazzo c’erano le sezioni giovanili dei partiti e una partecipazione entusiasta alla politica. Oggi vedi i ragazzi già spenti e ti cadono le braccia. Vincerà il partito degli astenuti».
(da “La Stampa”)
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Febbraio 17th, 2018 Riccardo Fucile
IL RAGAZZO GHANESE SI E’ LANCIATO ALL’INSEGUIMENTO DEI FUGGITIVI
Un extracomunitario ha sventato il furto di un motociclo facendo arrestare il ladro. È accaduto a Palermo dove
la Polizia di Stato ha tratto in arresto, nella flagranza del reato di furto aggravato, Benedetto Petrone, italiano di 26 anni.
Ad essere testimone del reato, in via Nicolò Gallo e ad averlo sostanzialmente impedito, un cittadino ghanese di 38 anni che ha inseguito, a piedi, il malvivente fino a bloccarne la fuga.
Il ghanese, presente proprio in via Nicolò Gallo all’atto del furto, era stato insospettito dalla circospezione con cui due giovani, a bordo di ciclomotore, avevano ripetutamente fatto il giro dell’isolato, puntando la loro attenzione su una Honda parcheggiata in zona.
Era quella la fase preparatoria del blitz che sarebbe scattato di lì a poco ed avrebbe visto protagonisti entrambi i malviventi. Il ghanese non ci ha pensato molto e si è lanciato all’inseguimento dei fuggitivi intimando loro di arrestare la marcia.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 17th, 2018 Riccardo Fucile
A BORGOMANERO IN 23 DECIDONO DI AIUTARE LE PERSONE IN DIFFICOLTA’ INSIEME CON IL PRESIDENTE DELL’AUSER
Ventitrè ex primari in pensione visitano gratuitamente anziani, rifugiati, persone in difficoltà economica che altrimenti non saprebbero come curarsi.
Il miracolo accade ogni giorno a Borgomanero, all’ambulatorio dell’Auser: l’anno scorso sono state più di 1500 le persone che hanno usufruito, senza spendere un centesimo, di una visita cardiologica, ortopedica, dermatologica, neurologica, un’ecografia o un ecodoppler.
Un’idea così non poteva che venire alla Maria, come tutti la chiamano a Borgomanero.
Maria Bonomi, 80 anni trascorsi tra fabbrica e battaglie sindacali, è la presidente dell’Auser: «Era il 2010 – racconta – la crisi stava impoverendo tante famiglie, arrivavano dall’estero persone in condizioni pietose, e mi sono detta che non potevo stare a guardare. Da bambina ho sofferto la povertà , quella dura, quando non hai neppure la minestra: in famiglia eravamo in dieci tra fratelli e sorelle, ma allora la solidarietà era il pane quotidiano. Così, davanti a tanta gente che non aveva i soldi per curarsi ho chiesto a dei medici che conoscevo se mi aiutavano a creare un piccolo ambulatorio gratuito».
I pionieri
I pionieri dell’ambulatorio di Borgomanero sono stati Piero Sacchi, primario cardiologo, Sergio Cavallaro, urologo, e Felice Fortina, nefrologo. «C’era poco spazio ma da subito tantissima gente. E l’esempio di questi tre medici è stato fondamentale: il dottor Sacchi si ammalò di tumore, era in carrozzina, ma veniva lo stesso a visitare».
In breve sono arrivate le adesioni di altri dottori, primari andati in pensione che hanno creato a Borgomanero un centro unico, dove non fai code, non paghi e trovi anche una buona parola, un sostegno psicologico.
Oggi l’ambulatorio offre 17 specialità mediche, oltre ai dottori i pazienti trovano infermiere e centralinisti, tutti volontari, tutti a stipendio zero, che hanno però trovato qui gratificazioni impensate. «La gente – dice il dotto Cavallaro, uno dei fondatori – ha sempre un cuore grande. Chi non ha i soldi, ti porta la scatola di cioccolatini o caramelle, una bottiglia. E poi abbiamo pazienti che ci hanno fatto delle donazioni con cui abbiamo potuto acquistare delle apparecchiature diagnostiche, una signora commossa ha voluto regalarci un ecocardiografo. Ma l’aspetto più bello è che le persone ti scelgono liberamente, al di fuori di ogni rapporto economico».
Il successo porta anche qualche problema: all’Auser si può effettuare anche la visita odontoiatrica e, visti i costi delle protesi, arrivano le richieste più impensate: «Dalla Puglia volevano venire per farsi fare una dentiera: spiacenti, ma quello non è il nostro compito, e poi ci occupiamo, com’è logico, di un’utenza locale, che però è già molto ampia».
(da “La Stampa”)
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Febbraio 17th, 2018 Riccardo Fucile
ALMENO TRE LE VITTIME DELLA VIOLENZA SESSUALE
Ipnotizzava le pazienti e poi abusava di loro. Un medico di Alba è finito agli arresti. Si chiama Marco Vito
Surdo, ha 56 anni ed è stato arrestato dalla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Asti e dai militari della Compagnia Carabinieri di Alba. Ora si trova agli arresti domiciliari, a seguito dell’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Asti Federico Belli.
Al medico vengono contestati diversi episodi di violenza sessuale, compiuti dal 2012 al 2016, nei confronti di almeno tre giovani pazienti.
Le indagini, dirette dal pm Delia Boschetto, erano state avviate nel 2016.
Poliziotti e carabinieri hanno “sentito persone informate sui fatti, eseguito intercettazioni telefoniche ed effettuato perquisizioni domiciliari, facendo emergere elementi di riscontro alle ipotesi di reato contestate” spiega la procura in una nota.
Tutta l’attività investigativa era partita da una prima querela sporta da una donna che aveva denunciato di aver subito atti sessuali contro la propria volontà .
(da “La Stampa”)
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Febbraio 17th, 2018 Riccardo Fucile
UNA VOLTA ERANO I PENTITI A DOVERSI TUTELARE, CAMBIANO I TEMPI
Finora in tv si mascherava o camuffava la voce solo il pentito di mafia o chi — svelandosi — poteva andare incontro a un pericolo imminente e gravissimo per la propria incolumità .
Ma i tempi cambiano e anche i pericoli, ugualmente seri, subiscono un downgrade. Qualche giorno fa Agorà , il programma mattutino di Raitre, ha convinto a parlare un ciclofattorino offrendogli di sistemare una maschera sul viso e modulare la sua voce come un vecchio indiano dell’Ohio.
Il ciclofattorino non farebbe un lavoro granchè pericoloso: deve portare in bici la pizza, oppure altre pietanze o anche oggetti che ordiniamo da casa.
Le buche in strada dovrebbero costituire il principale fattore di rischio, togliendo dagli eventi perniciosi il sugo di pomodoro.
Il pericolo oggi, come quella maschera drammaticamente ci dice, è conservare il lavoro, anche il più modesto com’è questo, anche se pagato solo quattro euro l’ora, anche se si è senza contratto, anche se si lavora a chiamata.
Mai protestare, men che mai spiegare agli altri come ti trattano. In silenzio, sempre.
O, per i più coraggiosi, con una maschera da bandito.
Buongiorno Medioevo.
(da “La Stampa”)
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