Maggio 16th, 2018 Riccardo Fucile
MA QUANDO VUOI SPUTTANARE 100 MILIARDI PENSI DI TROVARE COGLIONI CHE TE LI REGALANO? PARTI, CHE FORSE PER QUALCHE MESE SENTIAMO MENO CAZZATE, ALTRO CHE RIABILITARE BERLUSCONI “VITTIMA” DELL’EUROPA
Alessandro Di Battista sprona i parlamentari del Movimento 5 Stelle e della Lega e li incita ad ascoltare “quel che si dice nei bar, nei mercati, negli uffici dei piccoli imprenditori, nelle Università o in fila dal medico di base, non quello che esce da qualche consiglio di amministrazione di una banca d’affari”.
In un post su Facebook, Dibba punta il dito contro i mercati e rievoca “la congiura dello spread” contro Silvio Berlusconi nel 2011.
“A quanto pare – scrive Di Battista – i ‘fantomatici’ mercati sono tornati a farsi sentire. Eppure non aprivano bocca quando si massacravano i lavoratori, si tagliavano le pensioni, si regalavano denari pubblici alle banche private o si smantellava, lentamente ma inesorabilmente, lo stato sociale nei paesi di mezza Europa”.
Sarebbe interessante sapere cosa hanno fatto Di Battista e il M5S quando “si massacravano i lavoratori e si tagliava lo stato sociale”.
Ha forse mobilitato la piazza contro lo Job Acts e l’abolizione dell’art 18?
Al di là di qualche sceneggiata in Tv, quando mai ha avuto le palle per distinguersi dagli interessi aziendali del M5S?
Ha forse mosso un dito per difendere i principi della solidarietà verso chi fuggiva dai massacri o per creare lavoro nelle aree di crisi?
E allora la smetta di vestire i panni del poliziotto buono che ci possono credere solo quattro coglionazzi da bar che evidentemente bevono a credito.
Perchè vorrei vedere quale Stato “sovrano” regalerebbe 100 miliardi a un’altro Stato che se li sputtana come il nostro con spese demenziali.
Un Paese in mano alla criminalità organizzata, alla corruzione, agli evasori.
Pensa a questi, prima di accusare gli altri, stanno sotto casa tua, non a Bruxelles, anche se fingi di non saperlo.
Con i mercati in fibrillazione e lo spread schizzato a quota 150 punti, Di Battista pensa a riabilitare Berlusconi: “Sapete quel che penso di Berlusconi ma una cosa la voglio dire: più che gli scandali di B. è stata la congiura dello spread ad averlo abbattuto”.
Ma non dire cazzate, il governo Berlusconi per mantenere il potere aveva sputtanato miliardi a profusione, il debito pubblico era esploso e stavamo per andare in bancarotta .
Lo spread è un segnale economico, non una congiura, basta raccontare balle.
La finanza specula, certo, ma non se uno Stato è forte e stabile.
Chiedi informazioni al tuo amico Putin invece che fare il giro country negli Usa.
Magari ci scrivi un libro per la Mondadori.
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Maggio 16th, 2018 Riccardo Fucile
“BASTA CHE NON LI CONSIDERATE NEL CALCOLO DEL DEBITO/PIL”… ORA SIAMO A DUE EURO E DUE DEBITI PUBBLICI
Dopo i due euro di Grillo, “uno per l’Europa settentrionale e uno per l’Europa
meridionale”, spuntano due debiti pubblici nel lavoro che M5S e Lega stanno portando avanti sul contratto di governo.
Due debiti pubblici per fare retromarcia su quanto scritto, nero su bianco, nella bozza di contratto, dove si chiede alla Bce di cancellare 250 miliardi di titoli di Stato che l’istituto di Francoforte avrà in pancia alla fine del quantitative easing.
La versione, ora cambia.
Il deputato e responsabile economico della Lega, Claudio Borghi, dice a Rep tv: “Nel contratto non c’è nessuna proposta di cancellare una parte del debito dell’Italia, c’è semplicemente la richiesta di un cambio di regole contabili per cui i titoli acquistati dalla Bce di tutti i paesi europei non contino per il calcolo del rapporto debito/pil”.
In pratica, Borghi ipotizza due debiti pubblici: quello reale, e un secondo debito, solo contabile, che vale solo per l’Europa, dove i titoli acquistati da Francoforte non sono appunto contabilizzati nel calcolo del rapporto debito/Pil.
Secondo molti analisti è stata la proposta di chiedere alla Bce la cancellazione di 250 miliardi di debito a scatenare la reazione dei mercati, con il rialzo dello spread fino a quota 150 punti. Borghi risponde piccato: “I mercati lo hanno interpretato come un segnale che potremmo non ripagare il debito? È perchè non conoscono l’economia”. Ma nel tono delle dichiarazioni dello stesso responsabile economico del Carroccio è evidente un po’ di imbarazzo per la retromarcia rispetto alla linea, ben chiara, contenuta nella bozza di contratto pubblicata in esclusiva da Huffpost.
(da “Huffingtonpost”)
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Maggio 16th, 2018 Riccardo Fucile
DI MAIO E SALVINI MASSACRATI DA CENTINAIA DI TWEET IRONICI… NEL MIRINO ANCHE IL CAPOGRUPPO GRILLINO: “STASERA VADO DA MIA MOGLIE E LE FACCIO LO SGUARDO DA TONINELLI”
Nell’attesa di un governo, non ci resta che non piangere.
Ora che Lega e M5s dicono di essere alla stretta finale, in rete l’hashtag #contrattodigoverno è trending topic.
I punti programmatici del documento – anticipato ieri in esclusiva da HuffPost – si prestano d’altra parte alle freddure in 280 caratteri.
Rendere possibile l’uscita dall’euro, togliere le sanzioni a Putin, chiedere a Draghi di cancellare 250 miliardi del debito italiano: punti che valgono centinaia di cinguettii.
E a poco serve contro un’armata di tweet, la replica in nota congiunta dei partiti interessati: “Il contratto di governo pubblicato dall’Huffington Post è una versione vecchia.
Girano blocchetti di appunti, su un foglietto strappato, attribuito a Corrado Guzzanti, si leggono frasi e cancellature da bozza.
Scuola: un con apostrofo, SEMPRE. Grandi opere: Operone. Premier: decide Berlusconi. Europa: decide l’Europa. Vaccini: solo per malattie portate dagli extra comunitari. Sicurezza: è colpa della sinistra. Scudetto: Napoli. Coppa Italia: Milan.
La figura di Draghi diventa quasi un tormentone nell’ironia social. C’è chi rilancia con la lista dei desideri. Chi si appella al capo dello Stato.
Dal Movimento, un’altra mossa scatena la fantasia degli utenti. O meglio, un’immagine.
Danilo Toninelli, per esempio, capogruppo 5 Stelle al Senato, pubblica su Instagram una sua foto come spunto per commentare le trattative in corso. Occhi azzurri, sguardo laterale, viso riposato. Una foto come mille, anche un po’ venuta bene, l’intento voleva essere “Concentrato, attento e pronto a intervenire”.
Allegato all’immagine, un testo dai toni epici. “Abbiamo dato il massimo (…) non molleremo di un millimetro (…) Questa fotografia forse può dimostrare anche la massima concentrazione con cui stiamo affrontando questa importante missione (…) Futuro migliore per i propri figli. Stateci vicini (…)”.
È il disastro.
Tra i commenti si leggono frasi come: “Oddio sto morendo”. E anche. “Stai cancellando il debito con lo sguardo?”. “Danilo, mi spiace, non uscite intelligenti manco in foto”.
Ancora. “L’onestà non si valuta da una foto, non serve attribuirsela da soli e gli streaming – assenti – non vi fanno probiviri. Lavorate”.
(da agenzie)
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Maggio 16th, 2018 Riccardo Fucile
“SE NON VOGLIONO ONORARE IL DEBITO VERSO LA LORO BANCA CENTRALE CHE GARANZIE POSSONO AVERE GLI INVESTITORI STRANIERI?”
Sarà anche stato smentito, ma nel frattempo sull’Italia era già arrivata una pioggia di
telefonate da tutte le principali capitali finanziarie: chiamavano i grandi creditori esteri dell’Italia, quelli che hanno comprato il debito sulla base dell’impegno dello Stato a onorarlo e a farlo in euro, non in una diversa moneta esposta a forti svalutazioni.
Il documento pubblicato ieri da Huffington Post Italia, firmato dai leader di Movimento 5 Stelle e Lega, secondo gli interessati sarebbe una versione superata.
Ma a Londra e a New York, a molti degli investitori che contribuiscono a tenere basso il costo del debito dello Stato, delle imprese e delle famiglie italiane non è piaciuto affatto. È da lì che è partito un tentativo frenetico di capire.
Non è piaciuto, in particolare, quel riferimento alla necessità di «introdurre specifiche procedure tecniche di natura economica e giuridica che consentano agli Stati membri di recedere dall’Unione monetaria».
Non è piaciuto quel riferimento a «un percorso condiviso di uscita concordata nel caso ci sia una chiara volontà popolare in tal senso»: un chiaro riferimento all’ipotesi di un referendum sull’euro.
E forse ancora meno è piaciuto quel riferimento (a pagina 38 del documento) a «congelamento e cancellazione dei Btp in pancia alla Banca centrale europea», che a fine anno varranno circa 250 miliardi di euro e dunque circa l’11% di tutto il debito. Molti investitori naturalmente hanno notato l’errore piuttosto grossolano contenuto nel programma: quei 250 miliardi di euro di titoli italiani in grandissima parte non sono in mano alla Bce, ma alla Banca d’Italia in base alle regole stabilite per gli interventi.
La perdita sarebbe dunque imposta allo stesso Paese che la decreta, se solo una scelta del genere fosse concepibile.
Ma soprattutto, molti dei banchieri e dei gestori di fondi internazionali che hanno chiamato, gli stessi che detengono debito pubblico italiano per circa 700 miliardi e sono capaci di venderlo in un istante, facendo esplodere lo spread, hanno fatto un’immediata equivalenza: se chi ha steso quella bozza di programma di governo M5S-Lega è disposto a non onorare il debito verso la stessa Banca centrale, che garanzie restano che rispetti gli impegni verso gli altri creditori?
«Non riesco a credere che questo non sia un fake», commentava ieri un investitore europeo con decenni di esperienza.
Queste sono le domande che hanno motivato molte delle richieste di chiarimenti piovute all’improvviso sull’Italia da tutto il mondo.
Del resto a tutti è molto evidente che la relativa quiete dei mercati sull’Italia dipende dall’aspettativa che M5S e Lega al governo siano in futuro molto più cauti e concreti di quanto siano stati in campagna elettorale.
Poche ore prima che uscisse quel documento diceva Carlo Capuano di Dbrs, una delle quattro agenzie di rating dalle quali dipende l’accesso delle banche italiane alla liquidità della Bce: «Rispetto al passato, i partiti hanno moderato le loro posizioni euroscettiche, anche relative al referendum sull’euro».
Ma se tutto questo cambia, o gli investitori internazionali iniziano a temere che possa cambiare, diventeranno riluttanti a prestare denaro o a investire nel capitale di qualunque soggetto in Italia.
Anche prima di stanotte i segni si vedevano già . Il titolo di Stato italiano a dieci anni doveva offrire già lo 0,22% annuo più di quello portoghese, anche se quest’ultimo è quattro volte meno liquido e dunque meno facilmente vendibile.
Un chiaro segno di diffidenza: la stessa che ha iniziato a manifestarsi ieri sera nelle telefonate piovute su Roma e su Milano da tutto il mondo.
(da “il Corriere della Sera”)
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Maggio 16th, 2018 Riccardo Fucile
MILANO PERDE QUASI IL 3%, FANALINO DI CODA IN EUROPA
Lo spread tra Btp e Bund torna a salire a 150 punti base, mentre Lega e M5s dicono di essere alla stretta finale per dar vita al nuovo governo.
Dopo i moniti dell’Europa sul rispetto delle regole, in particolare dell’impegno a far scendere il debito pubblico, secondo la piattaforma Bloomberg il Btp decennale italiano di riferimento è tornato a rendere il 2% e il differenziale con gli omologhi titoli tedeschi si è portato fino a 150,1 punti (dai 130 della chiusura di ieri sera): massimi da metà gennaio.
Nelle sale operative, annota l’agenzia finanziaria Usa, pesa soprattutto l’indiscrezione di un possibile accordo sulla richiesta all’Eurosistema di cancellare 250 miliardi di debito italiano.
Un’idea che rimette al centro del dibattito soluzioni radicali: Jason Simpson, da Societe Generale, ricorda come i mercati hanno dato per scontato – negli ultimi mesi – che gli aspetti più estremi dei programmi elettorali sarebbero stati limati.
Il rialzo di queste ore, va detto, s’iscrive in una generale crescita dei rendimenti del comparto obbligazionario. Per gli addetti ai lavori è da leggere come un segnale di preoccupazione, anche se gli isterismi del passato erano ben altra cosa.
“Brutta reazione stamane sia per l’azionario che per il governativo dopo il contratto pubblicato ieri sera”, dice a caldo Vincenzo Longo da IG Markets. “Anche se i partiti hanno detto di aver rivisto i punti più discussi, gli investitori sembrano essere rimasti spiazzati dalle ipotesi (poco credibili e realizzabili) prese in considerazione dalle parti politiche”.
A Milano, Piazza Affari peggiora repentinamente a metà mattina e quindi arriva a perdere il 2,5%. Soffre il comparto bancario, che viene come sempre penalizzato dalla crescita dello spread.
In positivo le altre Borse europee: Londra sale dello 0,1%, Francoforte aggiunge lo 0,2% e Parigi è invariata.
(da agenzie)
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Maggio 16th, 2018 Riccardo Fucile
“IRRESPONSABILE, POPULISTA E IRREALIZZABILE”
In casa Forza Italia il programma che sta emergendo dal tavolo giallo-verde è intriso del
“peggior giustizialismo grillino”, con una forte impronta del duo Davigo-Di Matteo.
In una nota Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, segnala che “abbiamo evitato di commentare a caldo la bozza del ‘Contratto per il governo del cambiamento’ pubblicata ieri sera dall’Huffpost, ma oggi non possiamo esimerci dal formulare alcune osservazioni.
Gli staff di Lega e Movimento 5 Stelle hanno provato, in modo imbarazzato, a limitare i danni, parlando di ‘bozza superata’, ma un’attenta lettura di quelle pagine fa emergere più d’una preoccupazione”.
Gelmini definisce “particolarmente assurdi, intrisi del peggior giustizialismo grillino e nel solco dei precetti di Di Matteo e di Davigo, i capitoli ‘conflitto di interessi’ e ‘giustizia’. Dalla riforma della prescrizione a fantomatiche leggi anticorruzione, da un non meglio precisato inasprimento delle pene a un aumento delle carceri e dei tribunali, fino alla sterilizzazione delle misure alternative”.
Altro capitolo, i conti pubblici. “Abbiamo le norme anti euro (goffamente smentite), un fantasioso intervento straordinario della Bce sui conti, con la richiesta a Mario Draghi di cancellare 250 miliardi di debito pubblico italiano, la conferma del Reddito di cittadinanza targato M5s, una Flat tax purtroppo annacquata e una politica sull’immigrazione illustrata senza troppi dettagli. Che dire? Se questo rappresenta il cambiamento, il documento giallo-verde è da una parte irresponsabile e populista, dall’altra fantasioso e francamente irrealizzabile. Vedremo nelle prossime ore se questi punti saranno confermati o riscritti, in una trattativa sempre più complessa e confusa”, conclude Gelmini nella nota.
(da “Huffingtonpost“)
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Maggio 16th, 2018 Riccardo Fucile
SAREBBE L’ULTIMA CARTA PER EVITARE IL FLOP, MA HA RISVOLTI RIDICOLI
Il governo Lega-M5S sarà politico e avrà a capo un eletto di questo parlamento. Mentre scoppiava la bomba del contratto, Luigi Di Maio e Matteo Salvini andavano all’ultimo vertice, quello che avrebbe dovuto significare rottura o accordo, e ne uscivano con una soluzione di compromesso che però non risolveva tutto.
L’ultima mediazione prevede che a capo possa esserci uno dei due leader, oppure (udite, udite) si andrà alla staffetta.
Secondo Salvini e Di Maio Mattarella dovrebbe quindi accettare l’idea che uno dei due faccia il premier a scadenza: ovvero dopo un periodo di tempo finora imprecisato passi il testimone di Palazzo Chigi all’altro.
Una soluzione inedita nella seconda Repubblica ma che ha un precedente nella Prima, quando in scena c’erano Bettino Craxi e Ciriaco De Mita: nell’estate del 1983 i due si misero d’accordo per mandare prima il leader socialista a Palazzo Chigi per poi far raccogliere il testimone a quello democristiano.
C’è un problema: la “staffetta”, di cui parlavano i giornali, non era formalizzata in alcun modo nei documenti dell’epoca. Nel 1986 De Mita provocò la caduta del governo Craxi, che non aveva alcuna intenzione di rispettare il patto.
Si andò a nuove elezioni e la DC mandò i suoi a Palazzo Chigi (anche De Mita) mentre Craxi non tornò più a presiedere il consiglio dei ministri.
Se la storia si ripetesse identica, questa volta a Palazzo Chigi dovrebbe andare Matteo Salvini (il leader del partito più piccolo tra i due) ma anche nella vicenda Sapelli oltre che nello scontro con Giorgia Meloni è stato chiaro che Di Maio vuole andare a Palazzo Chigi, per fare probabilmente come Craxi all’epoca: rimanerci finchè non viene cacciato.
La staffetta come ultima carta per evitare il flop
Secondo Carmelo Lopapa su Repubblica Matteo Salvini ha accettato di prendere in considerazione l’ipotesi, per lui finora indigesta, di ricorrere alla staffetta.
Indigesta soprattutto perchè vorrebbe dire cedere con molta probabilità al Movimento il pulsante dello start e consentire che sia un loro uomo a entrare per primo a Palazzo Chigi.
L’altro passo indietro lo potrebbe compiere il capo dei 5stelle. Soprattutto se dovesse accettare di non essere lui il Designato.
Ma fino a questo punto la trattativa ancora non si è spinta.
Se sul Mister X ieri sera avessero scritto nome e cognome sarebbe stata annunciata la chiusura del lungo braccio di ferro. Non è così. Su un punto si sono ritrovati d’accordo. Sulla necessità che il prescelto sia un politico, «eletto dai cittadini». E non più un tecnico. Altra marcia indietro rispetto alla sventagliata di nomi dati in pasto ai media. Fino a quello del docente universitario fiorentino Giuseppe Conte, portato quasi sottovoce al Colle lunedì e poi lasciato cadere.
Quel che appare evidente, nelle ultime ore, è che la sindrome di accerchiamento ha in qualche modo scosso Di Maio e Salvini, spingendoli quasi a un colpo di reni «contro tutto e contro tutti».
Secondo l’accordo, chi non prende la presidenza del Consiglio, si aggiudica la delega ai servizi (dove è in pole Giancarlo Giorgetti) e il ministero dell’Interno.
È l’unica possibilità che si darebbe Salvini per vedere Di Maio a Chigi, sempre che vada bene a Mattarella.
Questo significa che se la staffetta vale per Palazzo Chigi ci dovrà essere un rimpasto quando Di Maio passerà il testimone.
Il Quirinale sarà d’accordo?
(da “NextQuotidiano“)
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Maggio 16th, 2018 Riccardo Fucile
IL PROF. MASSIMO LUCIANI, ORDINARIO DI DIRITTO COSTITUZIONALE: “HA SOLO VALIDITA’ POLITICA, PARI A QUELLO STIPULATO IN TV DA BERLUSCONI, NULLA DI PIU'”
Massimo Luciani, ordinario di Diritto costituzionale all’Università La Sapienza, analizza
con la Stampa oggi i dettagli filtrati sul patto di governo tra M5S e Lega nella ormai famosa bozza che secondo alcuni sarebbe stata pubblicata con l’intento di sabotarlo:
«Questo contratto ha una validità esclusivamente politica. Esattamente come quelli stipulati in tv da Silvio Berlusconi in campagna elettorale».
Che validità ha?
«I presupposti e i contenuti sono puramente politici. Non è pensabile che possa avere alcuna proiezione giurisdizionale. Il contratto, cioè, non può avere conseguenze in termini giuridici, ma solo sul piano dell’immagine pubblica di chi lo ha stipulato e di responsabilità verso gli elettori».
Nessun valore vincolante, quindi?
«Assolutamente no».
Ci possono essere limiti al contratto?
«Un patto simile non prevede limiti contenutistici. Qualunque materia può essere inserita. La nostra Costituzione, però, impone il rispetto del diritto internazionale ed europeo: una violazione di questi ultimi può configurare allo stesso tempo una violazione alla Carta. Ciò detto, qualunque Stato se ne può assumere la responsabilità ».
E la richiesta di uscita dall’euro?
«Quella è sempre possibile. Come il Paese ha adottato volontariamente la moneta unica, così può tornare indietro. Ma nella cornice e con le procedure previste dai Trattati europei. Il problema, piuttosto, è di sostenibilità economica e praticabilità politica».
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 16th, 2018 Riccardo Fucile
VOGLIONO ANCHE VENDERE CASERME E MONUMENTI AGLI ITALIANI COME TOTO’ CON LA FONTANA DI TREVI
La questione dell’enorme debito pubblico italiano viene affrontata da Luigi Di Maio e Matteo Salvini con la richiesta alla Banca centrale europea di Mario Draghi di cancellare 250 miliardi di titoli di Stato: «La loro cancellazione vale 10 punti percentuali».
Di fatto il documento chiede a Mario Draghi di cancellare tutto il debito italiano che Francoforte ha acquistato negli ultimi tre anni nell’ambito del piano di allentamento monetario. Si dirà : un’ottima idea. Peccato non sia praticabile: si tratterebbe di un’aperta violazione dei Trattati europei che vietano il finanziamento monetario degli Stati.
Altra misura per ridurre il debito, la vendita agli italiani di caserme, monumenti e altri beni del patrimonio pubblico, attraverso una cartolarizzazione che dovrebbe andare anch’essa all’abbassamento del debito pubblico di altri dieci punti percentuali.
La pubblicazione della bozza-bomba dell’accordo tra Lega e M5S ha infatti fatto concentrare l’attenzione sulla questione dell’euro e del referendum sulla moneta unica che i leghisti avevano bocciato a più riprese sostenendo — a ragione — che avrebbe provocato un assalto agli sportelli.
Quella parte è stata però cancellata dal contratto per fare posto a una fumosa dichiarazione d’intenti che dovrebbe tranquillizzare i più
Ma, spiega oggi Il Sole 24 Ore, fonti Cinque Stelle confermano l’accordo sull’idea di chiedere alla BCE di cancellare 250 miliardi di titoli di Stato che l’istituto di Francoforte avrà in bilancio alla fine del Quantitative Easing (e che tecnicamente si trovano in pancia della Banca d’Italia).
L’ipotesi sarebbe stata elaborata dal Movimento e accolta dalla Lega, all’interno di una cura anti-debito che prevederebbe anche la costruzione di una sorta di fondo immobiliare con 200 miliardi di euro di patrimonio pubblico; le sue quote sarebbero vendute al mercato retail con l’obiettivo di «trasferire il risparmio degli italiani dal debito pubblico al patrimonio immobiliare».
Entrambe le mosse, che si accompagnano nella bozza alla vendita a Cdp di 70 miliardi di partecipazioni del Tesoro, promettono ovviamente di incendiare i rapporti con l’Europa.
Per cancellare i 250 miliardi di BTp comprati con il Quantitative Easing non ci sarebbe da convincere solo Mario Draghi, ma anche tutte le banche centrali che sono azioniste di Francoforte: un elenco che vede ai primi tre posti la Bundesbank, la Banca di Francia e Bankitalia, e prosegue con gli istituti centrali degli altri Stati membri.
In questo quadro, sempre secondo la bozza, si dovrebbe poi anche avviare un confronto con l’Unione europea per utilizzare una quota di fondi comunitari nel finanziamento del reddito di cittadinanza.
La richiesta ha anche altri punti di criticità : il regolamento della Banca Centrale Europea impone di avere collaterali (come sono, appunto, i titoli di Stato) a fronte di immissioni di moneta sul mercato.
Bisognerebbe quindi capire come la proposta di Lega e M5S andrebbe ad armonizzarsi con le leggi e come si vorrebbe eventualmente trovare il consenso necessario per cambiarlo.
E già qui siamo a livelli lunari.
È vero che pochi anni dopo la fine della II guerra mondiale venne cancellato il debito della Germania nei confronti degli altri Stati. Ma in quel caso i tedeschi uscivano dalla guerra: le condizioni non sembrano esattamente identiche.
Senza contare che una decisione del genere equivarrebbe a una monetizzazione del debito pubblico. Ovvero un default interno. Con tutte le conseguenze del caso.
Ma anche per questo non basta la volontà di un (o due, con la Grecia) paese. Ma ci vuole quello degli altri membri. Oppure si va alla rottura.
Con l’uscita dall’euro che rientrerebbe dalla finestra.
(da “NextQuotidiano”)
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