Luglio 6th, 2018 Riccardo Fucile
BONAFEDE: “LE SENTENZE VANNO RISPETTATE”
Un botta e risposta con il ministro della Giustizia. Una gaffe con il Quirinale. È una giornata difficile
quella vissuta ieri dalla Lega.
Il caso è sempre quello dei 49 milioni di euro da rimborsare perchè frutto di una maxi truffa ai danni dello Stato, come stabilito dalla Cassazione.
Una risposta agli attacchi della Lega contro la magistratura è arrivata dall’interno della maggioranza di governo: dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: “Tutti devono potersi difendere fino all’ultimo grado di giudizio. Poi, però, le sentenze vanno rispettate, senza evocare scenari che sembrano appartenere più alla Seconda Repubblica”.
Così, interpellato dall’Ansa, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, commenta la vicenda della sentenza della Cassazione sui fondi della Lega.
Una frase che il ministro dell’Interno mostra di non aver gradito: “Onestamente con tutte le cose importanti a cui sto lavorando, questa è quella che mi interessa di meno”. Ma intanto va in scena anche un botta e risposta tra il Carroccio e il Colle, con una fonte della delegazione al seguito del capo dello Stato in Lituania che dice: “Mattarella è all’oscuro di qualunque contatto con la Lega”.
(da agenzie)
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Luglio 6th, 2018 Riccardo Fucile
L’ULTIMA PERLA E’ LA REAZIONE ALLA SENTENZA DELLA CASSAZIONE SUI SOLDI RUBATI DALLA LEGA
C’è una grande confusione e preoccupazione nell’aria. Il rito del cappuccino e cornetto è occasione empirica ma significativa per registrare umori e cambiamenti. Anche per chi ha visto con favore l’avvento dei nuovi leader Di Maio e Salvini, sperando forse con eccesso di ingenuità di trovare finalmente l’opportunità del buon governo all’insegna dell’onestà e della realizzazione finalmente di una buona politica corrispondente alle attese dei cittadini, accumulate da tempo.
Tornano però delusioni e commenti del tipo “i politici sono tutti uguali”e gli stessi leghisti e pentastellati appaiono non realmente diversi dai politici di sempre. Commenti ovviamente sommari ed espressione ancora una volta dei disagi, dello scontento e della rabbia , che si sono manifestati clamorosamente nel voto politico del 4 marzo e, in modo non meno significativo, nel turno amministrativo e nei ballottaggi.
Purtroppo quotidianamente si assiste alla inconcludenza e negatività della stessa concorrenza con cui si muovono Salvini e Di Maio.
Forse soprattutto il capo leghista che si inventa quotidianamente un colpo ad effetto. Sempre con l’ossessione di strumentalizzare sino all’indecenza la tragedia dei migranti con gravi affermazioni quali la chiusura dei porti, l’ostracismo delle Ong, fino al vilipendio, facendo di tutta l’erba un fascio.
Si scredita così l’immagine della stessa Italia, si indeboliscono in Europa e sul piano internazionale le buone ragioni che pur esistono che è ancora più difficile riuscire a far valere in campo europeo , fornendo alibi e motivo di ingiustificato irrigidimento ai paesi sovranisti che scaricano sull’Italia responsabilità che dovrebbero invece essere condivise con scelte di solidarietà e comprensione da parte di tutta l’Europa.
Si preferisce invece sbraitare in ogni direzione, da Malta alla Francia, dalla Germania all’Austria, agitando sconsideratamente la strategia dei carri armati al Brennero contro un paese che si è spostato fortemente a destra nelle ultime elezioni .
Senza neppure saper cogliere l’enorme contraddizione tra la volontà di volere far prevalere una linea più giusta ed equilibrata sul dramma dei migranti facendo riferimento all’Austria , all’Ungheria e alla Polonia, per non dire l’entusiastica adesione di Marina Le Pen che esprimono tutte posizioni di pericoloso nazionalismo e di chiusura delle frontiere.
L’ultima perla sconcertante è la reazione leghista alla sentenza della Cassazione sul fondamento della decisione presa da tempo dalla magistratura di Genova nel procedimento sui vergognosi intrallazzi utilizzando i finanziamenti del partito.
Il vicepresidente del Consiglio e segretario del partito leghista ha reagito sconsideratamente parlando di manovra per bloccare la Lega nel suo vittorioso processo di rinnovamento politico e ha addirittura chiesto un colloquio col capo dello Stato per cercare di coinvolgere il Quirinale in una brutta vicenda tutta interna alla Lega e ad una sentenza della magistratura che non ha nulla da spartire con le logiche di Salvini.
C’è purtroppo una grave carenza di rispetto istituzionale e della diversità di ruoli che del resto si era già manifestata in modo clamoroso e sconcertante quando Salvini e Di Maio avevano dichiarato di volere mettere in stato d’accusa Mattarella che rispettando il suo ruolo e le sue prerogative , si era rifiutato di controfirmare l’indicazione del professor Savona a ministro dell’economia.
La saggezza di Mattarella riuscì ad evitare una brutta pagina alla Repubblica italiana e ministro dell’economia divenne il professore Tria, personalità equilibrata e rispettosa dei vincoli interni ed europei. Il travaglio a cui il paese è sottoposto è colpito quasi nelle stesse ore dalle decisioni sulle vaccinazioni e dalla polemica col presidente dell’Inps che ha il grave torto agli occhi di Di Maio e Salvini di sopravvalutare l’apporto dei migranti alle casse dell’Inps e alla tenuta del nostro sistema pensionistico.
(da Globalist)
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Luglio 6th, 2018 Riccardo Fucile
CON 10 EURO A TESTA PAGATE I DEBITI DI SALVINI E FINITE DI PIAGNUCOLARE: INVECE CHE CHIUDERE I PORTI APRITE IL PORTAFOGLIO
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano oggi lancia una proposta molto interessante per la Lega di Matteo
Salvini: quella di fare una colletta per restituire i 49 milioni dovuti allo Stato italiano.
Quel che sta accadendo alla Lega è già capitato in Germania al partito neonazista Npd, che una decina di anni fa praticamente fallì per una decisione non dei giudici, ma del Bundestag (la Camera bassa), che gli sospese i finanziamenti pubblici (300 mila euro) e gli affibbiò una supermulta di 2,5 milioni (nel 2006 gliene aveva appioppata un’altra da 1,7 milioni) per le gravi irregolarità contabili che avevano pure portato in carcere l’amministratore.
Fu così che un partito scomparve dalla scena politica, per le ripercussioni politiche di un processo penale.
E nessuno vi trovò nulla di scandaloso: nelle democrazie i finanziamenti pubblici ai partiti, almeno là dove esistono, sono regolati da norme precise contro ogni abuso.
E se poi si scopre un abuso, il partito che l’ha commesso ne paga le conseguenze.
La Lega ha avuto alle ultime elezioni 5,7 milioni di voti e, stando ai sondaggi, oggi potrebbe financo superare i 10. Quella di una colletta fra gli elettori, o almeno fra i militanti, potrebbe essere una strada.
Insomma, un vero bel gesto per Matteo Salvini che potrebbe così tangibilmente dimostrare tutta la sua volontà di rispettare le leggi, invece di continuare con i suoi deliri sul golpe della magistratura.
Una colletta, perchè no?
Così vedremo il reale attaccamento degli elettori padani al partito.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 6th, 2018 Riccardo Fucile
“INOPPORTUNO FARE LO SPIRITOSO SUI MORTI”… E ARRIVA LA SEQUELA DI INSULTI PURE A LEI: “FATTI I FATTI TUOI”
«Caro Beppe, … tua Roberta»: dopo la simpatica scenetta di Beppe Grillo che nega l’esistenza di buche a Roma mentre sobbalza in auto per una buca e ammira l’asfalto perfetto su una strada non gestita dal Campidoglio o dai municipi, Roberta Lombardi scrive una lettera aperta al Garante M5S per ricordargli che fare lo spiritoso sui morti in strada è inopportuno.
Caro Beppe, come chiunque ti voglia bene io guardo tutti i tuoi video e i tuoi show con il sorriso. Perchè oltre ad essere stato un visionario e aver immaginato una forza politica completamente diversa, che sta rivoluzionando un paese nonostante la violenta reazione di chi vorrebbe che tutto rimanga com’era, tu sei e resti un grande comico. Uno di quelli che fanno ridere già solo per il tono della voce, per le facce, per la capacità di trovare le parole giuste, sempre, e di far scattare la risata. Per questo qualche giorno fa sono rimasta stupita, ed è per me la prima volta, di aver visto un tuo video ed aver reagito, alla fine, non con un sorriso ma con un fondo di tristezza. E mi sono subito chiesta il perchè.
Vedi mio carissimo Beppe, mentre era divertente vederti fare “Il moralizzatore del traffico”, quando hai chiuso il tuo minitour romano dicendo “non ci sono buche, nessuna buca, nessuna buca”, non ho più riso, e mi è sceso un velo di tristezza. Perchè purtroppo il problema delle buche a Roma (come in tantissime altre città italiane) non fa ridere. Perchè purtroppo ci sono persone che hanno subito gravi infortuni, e famiglie che hanno subito lutti, a causa del pessimo stato del manto stradale.
La Lombardi però è una grillina. E in quanto tale non può esimersi dal dare le colpe agli altri anche sulle buche:
Il motivo è presto detto: per DECENNI si è permesso a chi vinceva gli appalti sulla manutenzione strade di fare un po’ come gli pareva: rattoppi, asfalti non conformi, capitolati non rispettati, lavori non fatti a regola d’arte: la classica beffa all’italiana, spesa pubblica altissima e risultati mediocri. Tanto pagava lo stato, tanto bastava un controllore complice nell’ente appaltatore, e tutto passava sotto silenzio. Questo andazzo vergognoso, avallato da amministrazioni e burocrazia comunale, ha ridotto le strade di Roma -la mia amatissima città – un autentico disastro. Ed io capisco benissimo lo sforzo che Virginia Raggi e la sua giunta stanno facendo per sistemare quanto più possibile quel disastro, rispettando le regole e utilizzando come si deve il denaro pubblico.
Ora, posto che tutto ciò sia vero, quello che sfugge a Roberta Lombardi è che la Giunta Raggi si trova seduta sulle poltrone del Campidoglio ormai da più di due anni. Se è vero che a Roma l’amministrazione deve fare le gare, è anche vero che le gare non sono state fatte e quando sono state fatte sono state in seguito annullate in autotutela perchè i bandi erano sbagliati.
E infatti il famoso piano Marshall per le buche è andato a finire esattamente così: con una trattativa negoziata con le ditte — esattamente quello che la Lombardi esecra — e con altre gare bloccate. Ora, va bene, magari gli altri erano ladri ma averli sostituiti con incapaci non rappresenta un vantaggio.
Ma noi non possiamo dire “non ci sono buche”, caro Beppe. Sarebbe da incoscienti, e noi non lo siamo. Dobbiamo dire la verità : a Roma c’è una situazione difficilissima, nonostante si sia cambiato passo nell’assegnazione e nella gestione dei lavori. Dobbiamo dire la verità e dobbiamo fare di più, cercando possibilmente delle convergenze: con noi in Regione, col Governo e il ministero dei Lavori Pubblici, con l’Europa cercando di ottenere quanti più finanziamenti possibili per ovviare ad un problema che è sì ereditato dal passato (e i sindaci che ci hanno portato qui dovrebbero vergognarsi, anzichè alzare il ditino!) ma che tocca a noi, oggi, risolvere nel modo più rapido, trasparente ed efficiente possibile. Tutti noi, tutti insieme, dobbiamo aiutare l’amministrazione capitolina a fare il massimo, perchè noi siamo il MoVimento Cinquestelle: non mettiamo la polvere sotto il tappeto, non mettiamo le chiacchiere sopra le buche. Noi risolviamo i problemi e cambiamo il modo stesso di affrontarli, dunque -anche guardando con rispetto a chi per quelle buche ha avuto la vita rovinata- noi non dobbiamo dire che le strade di Roma sono perfette, ma semmai che saremo così bravi da sistemare anche questo problema. Saremo i primi a farcela, anche in questo, con la forza della ragione e della verità . E allora, solo allora, potremmo ridere di nuovo, parlando delle buche di Roma.
Ecco perchè il suo appello finale pare un po’ scoordinato rispetto alla realtà dei fatti. Ma per fortuna ci pensa il popolo grillino a rimettere le cose a posto: il post della Lombardi subito dopo la pubblicazione si riempie di gente che le dice di farsi i fatti suoi
Il che è ingeneroso e soprattutto ricorda un brutto precedente: la Lombardi fu l’unica esponente grillina ad attaccare Marra per tempo e proprio per questo venne attaccata e insultata a più riprese dal popolo del M5S, romano e non.
Il risultato? Alla fine sarebbe stato necessario chiederle scusa visto che aveva ragione. Ma nessuno lo ha fatto.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 6th, 2018 Riccardo Fucile
PITTELLA (PD) COINVOLTO IN UNA INCHIESTA SUL SISTEMA SANITARIO LUCANO
Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Partito Democratico), è agli arresti domiciliari
da questa mattina. Il provvedimento gli è stato notificato dalla Guardia di Finanza che ha eseguito altre 29 misure restrittive nell’ambito di un’inchiesta sul sistema sanitario lucano. Pittella è agli arresti domiciliari nella sua casa di Lauria (Potenza).
Le indagini sono cominciate circa un anno e mezzo fa in seguito all’esposto di un dipendente di una ditta fornitrice di servizi che non aveva ricevuto la sua quota di Tfr. Pittella è indagato per falso e abuso d’ufficio.
In mattinata trenta misure restrittive erano state eseguite da parte della Guardia di Finanza di Matera nell’ambito di un’operazione sul sistema sanitario in Basilicata nei confronti di persone coinvolte “a vario titolo in fatti riconducibili a reati contro la Pubblica amministrazione”.
L’attività “vede impegnati, allo stato, circa cento tra uomini e donne delle Fiamme Gialle”.
Nel comunicato della Guardia di Finanza è annunciato che alle ore 12 i dettagli dell’operazione saranno illustrati in una conferenza stampa in Procura.
La notizia degli arresti domiciliari per il presidente della Regione Basilicata è stata confermata all’agenzia di stampa ANSA da persone vicine al governatore, che hanno definito la situazione “surreale”.
Marcello Pittella è presidente della Regione Basilicata dal 2013. È figlio dell’ex senatore Domenico Pittella e fratello di Gianni, capogruppo dell’SD al Parlamento Europeo.
È stato eletto nel novembre 2013 con 148696 voti, ovvero il 59,6% del totale. In carcere, scrive Repubblica, è finito il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Matera, Pietro Quinto, che attraverso il suo legale, Vincenzo Montagna, ha già annunciato le dimissioni dall’incarico.
In carcere anche il direttore amministrativo dell’Asm Maria Benedetto. Ai domiciliari anche il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria di Potenza, Giovanni Chiarelli, il direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza, Maddalena Berardi, e un dirigente del Centro oncologico regionale della Basilicata di Rionero, Gianvito Amendola.
Ci sono anche il direttore generale dell’Asl di Bari, Vito Montanaro, e il responsabile dell’anticorruzione della stessa Asl, l’avvocato Luigi Fruscio di Barletta, tra le trenta persone destinatarie di misure cautelari.
Ai due indagati pugliesi, entrambi agli arresti domiciliari, viene contestato un episodio di abuso d’ufficio legato ad un presunto concorso truccato alla Asl di Matera. Ai domiciliari — secondo quanto si è appreso — anche il direttore amministrativo dell’Asm, Maria Benedetto. Per Quinto, le accuse sono di corruzione e turbata libertà degli incanti.
(da agenzie)
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