Luglio 24th, 2018 Riccardo Fucile
“DICE CHE LA ONG MENTE E NON HA PRODOTTO UNA SOLA PROVA ALLE SUE MENZOGNE, NOI ABBIAMO TUTTE LE CONVERSAZIONI REGISTRATE: NE RISPONDERA'”
“Salvini dice ancora che Open Arms mente? Queste sono le affermazioni di un cialtrone che non ha alcuna prova in mano”.
Risponde così Erasmo Palazzotto, deputato di Liberi e Uguali appena sbarcato dalla nave della ong Proactiva Open Arms dopo il salvataggio di Josefa e il ritrovamento di una donna e un bambino morti in mare, a margine della sua conferenza stampa oggi a Montecitorio.
“Abbiamo la ricostruzione delle conversazioni tra la Guardia Costiera libica e il mercantile Triades. Quelle tra le guardie costiere italiana, maltese e spagnola. Abbiamo testimonianze oculari. Non è accettabile che in un paese civile un ministro faccia queste accuse senza fornire alcuna prova e senza dover rendere conto a nessuno. Gli chiederemo di venire in Parlamento e fare quelle affermazioni, così vediamo se ha il coraggio di mentire anche in quella sede. Non farebbe male a Toninelli e Salvini farsi un giro in quel tratto di mare”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Luglio 24th, 2018 Riccardo Fucile
“LA MARINA OPERA IN COMPLETA AUTONOMIA E PUO’ DECIDERE LE MODALITA’ DI INTERVENTO, E’ UNA REGOLA DEL MARE”
Anche la Nato avverte il governo italiano Lega-M5s e ricorda al vicempremier e ministro
dell’Interno Matteo Salvini che in mare se qualcuno è in difficoltà si deve sempre intervenire per salvare vite umane.
Lo ha fatto l’ammiraglio James Foggo, comandante del Comando Interforze Alleato di Napoli, in occasione della prima giornata di studio dell’Hub di direzione strategica dell’Alleanza atlantica per il Sud.
“Quando un marinaio incontra una barca in difficoltà – ha detto Foggo – deve sempre intervenire con l’obiettivo di salvare vite umane. à‰ una regola del mare. La Marina opera in completa autonomia e può decidere anche le modalità di intervento”.
“L’immigrazione – ha aggiunto l’ammiraglio Foggo – è un problema prettamente internazionale, per questo la Nato ha capito che doveva dare nuovo impulso alla sua azione e soprattutto cercare di capire e analizzare le cause del fenomeno per poi agire. L’Hub di direzione strategica della Nato per il Sud ha proprio questa funzione”.
“Se la gente emigra – ha proseguito Foggo – è perchè non vuole più stare nel Paese in cui è nata, allora noi dobbiamo cercare di migliorare le condizioni economiche e sociali di quegli Stati, creando stabilità per i giovani, appoggiando governi che abbiano un’etica e rispettino la legge, creando dunque Stati di diritto e un sistema giudiziario che applichi la legge. Se facciamo ciò allora le persone non emigreranno. Ma se non diamo un mano a stabilizzare il Sud, la Russia e la Cina prenderanno il nostro posto e i loro obiettivi sono diversi dai nostri”.
(da Globalist)
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Luglio 24th, 2018 Riccardo Fucile
“NOI DONNE SIAMO LA PATRIA, LA NAZIONE, IL MONDO. QUANDO LA DONNA COMBATTE PER SALVARE SE STESSA, STA SALVANDO IL MONDO, DOVE C’E’ LA DONNA VINCE LA PACE”… “MAI PRIGIONIERE DELL’ISIS, SCEGLIAMO LA MORTE”
Nessrin Abdalla, 37 anni, comandante curda dell’Unità di protezione popolare delle donne dell’Ypj che combatte nel Nord della Siria, e sua portavoce
La incontro a Spoleto dove ha partecipato ai «Dialoghi», nell’ambito del Festival dei due mondi. Una donna straordinaria. È combattiva e molto determinata. Ma anche dolce, piena di vita, acqua e sapone, e soprattutto sognatrice.
Perchè ha deciso di fare la combattente?
«Sono la seconda di dieci figli. Volevo contribuire a liberare il mio popolo e le donne, tutte le donne, non solo le curde. Sono cresciuta in una famiglia che tiene molto alla patria curda, ai nostri diritti come popolo. Mio fratello è morto a 16 anni, combattendo. Mio padre e mia madre erano analfabeti, mi hanno trasmesso una grande forza. Sono orgogliosa di dedicare la mia vita a questo».
Quando ha deciso di costituire una armata di donne?
«Era il 2011. Eravamo in poche a volerlo fare, in 5-6, ma molto determinate. L’abbiamo fondata nel 2013. Ora siamo 8000. La nostra filosofia è conoscerci e proteggerci. Il nostro fine è la liberazione delle donne. Combattendo per la libertà ci liberiamo. Se le donne sono più libere, la società intera lo sarà di più».
Chi sono le donne che fanno parte della resistenza?
«Siamo soprattutto giovani, di diverso livello culturale. E non siamo solo curde. Si sono unite a noi donne arabe, armene, che incontrano maggiori resistenze da parte maschile e non hanno loro unità di combattimento. Noi accogliamo tutte, perchè vogliamo la liberazione di tutte».
C’è una battaglia che ricorda con maggiore soddisfazione?
«Non amo le battaglie. Non è nostra volontà combattere, ma dobbiamo proteggerci. In guerra o uccidi o sei ucciso. Certo aver liberato migliaia di donne rese schiave dall’Isis è stata una emozione forte. Erano soprattutto Ezidi, quindi considerate infedeli. Avevano il terrore negli occhi, traumatizzate. Avevano visto tante, tante teste mozzate. Tante donne si sono suicidate, perchè non potevano accettare di vivere da schiave. Siamo orgogliose di averle liberate»
Ma chi addestra le donne del Ypj?
«Nelle scuole siriane c’è la materia educazione militare per uomini e per donne. Quindi le basi ce l’hanno tutte. In questo siamo avvantaggiate. Poi le combattenti più esperte istruiscono le altre. A volte anche gli uomini ci aiutano. Ce la caviamo benissimo».
Come siete organizzate?
«Chi dirige si dedica a tempo pieno. Le altre hanno tre giorni di pausa al mese. Tutto è fatto su base volontaria e non retribuito. Se la famiglia ha bisogno di aiuto si interviene per aiutarla. Il lavoro è di tipo militare ma anche culturale. Facciamo molta formazione nella fase di reclutamento. Abbiamo costruito Accademie di formazione militare e del pensiero. Sono fiera di aver fondato una delle prime».
Della reazione dell’Isis nei confronti di una milizia di donne cosa dice?
«Li ha confusi, spiazzati, moralmente distrutti. Hanno cambiato due volte le loro norme: prima hanno detto che chi fosse stato ucciso da una donna non sarebbe andato in paradiso, poi hanno aggiunto che i corpi sarebbero stati bruciati. Ho tenuto tanti interrogatori di militanti dell’Isis. Tra i prigionieri, ci siamo trovati di fronte a più di 40 nazionalità diverse, molti occidentali. Si agitavano, non mi volevano, chiedevano di essere interrogati da uomini. Sono uomini terribili, psicopatici che si esaltano a tagliare le teste, uomini deboli coinvolti per motivi economici, esaltati, sadici, integralisti. Mai cadere prigioniere dell’Isis! Noi combattiamo fino all’ultimo. Se ci troviamo senza vie d’uscita, preferiamo la morte».
Quale è il tuo sogno?
«Sono donna e sono curda. Il mio sogno è un Kurdistan unito dove le donne siano libere e l’uguaglianza trionfi. Ma oggi mi basta ottenere un sistema democratico, non centralizzato, in Siria dove tutti i popoli siano rappresentati e le donne siano uguali. Noi curdi esistiamo, abbiamo diritto a una identità riconosciuta».
Le donne salveranno il mondo?
«Noi donne siamo la patria, la nazione, il mondo. Quando la donna combatte per salvare se stessa, sta salvando il mondo, lo sta trasformando in un mondo più giusto, dove le donne sono libere. Dove c’è la donna vince la pace».
Linda Laura Sabbadini
(da “La Stampa“)
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Luglio 24th, 2018 Riccardo Fucile
I GIUDICI HANNO DICHIARATO INCOSTITUZIONALE L’ARTICOLO CHE PREVEDEVA PER I NON COMUNITARI LA RESIDENZA DI 10 ANNI IN ITALIA O DI 5 IN UNA STESSA REGIONE
Il “Prima gli italiani” tanto in voga in questi tempi nei discorsi di politici e cittadini comuni è
incostituzionale.
Soprattutto quando si tratta di contributi per pagare l’affitto di casa.
La Corte Costituzionale ha infatti bocciato l’articolo 11, comma 13, del decreto legge del 2008, in cui era previsto che per accedere al “Fondo sostegno affitti” gli immigrati extracomunitari dovessero essere residenti in Italia da almeno dieci anni o da almeno cinque in una stessa regione.
Per i giudici tali requisiti violano l’articolo 3 della Costituzione in cui è sancito che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
In particolare la Corte Costituzionale ritiene che i requisiti della residenza previsti dalla legge del 2008 abbiano “una durata palesemente irragionevole e arbitraria, oltre che non rispettosa dei vincoli europei”.
La sentenza della Corte Costituzionale avrà conseguenze non indifferenti, perchè gli stranieri che non hanno potuto farne domanda in questi anni ora potranno presentarla e ottenere i contributi arretrati, se ovviamente avevano gli altri requisiti richiesti a tutti: ossia un reddito Isee inferiore a 7mila euro all’anno.
Il caso, che ha dato origine al procedimento di fronte alla Corte Costituzionale, nasce dal ricorso presentato al Tribunale di Milano da V.C.L., donna salvadoregna residente a Milano che si era vista negare il contributo dal Comune.
Sostenuta dalle associazioni Asgi e Avvocati per niente, si era vista in primo grado respinto il ricorso, mentre in appello i giudici hanno deciso di sollevare l’eccezione di legittimità costituzionale dell’articolo 11 nel punto in cui prevede appunto i requisiti di residenza.
Di fronte alla Corte Costituzionale tale legge è stata difesa sia dall’avvocatura dello Stato che dagli avvocati della Regione Lombardia.
Per i giudici costituzionali però il fatto di aggiungere un requisito di questo genere solo per gli immigrati extracomunitari è contrario all’articolo 3 della nostra Carta.
“La sentenza riafferma non solo un principio fondamentale di uguaglianza tra italiani e stranieri -commenta Alberto Guariso, l’avvocato di Asgi che ha curato il ricorso della donna e che è intervenuto anche nell’udienza di fronte alla Corte Costituzionale-, ma mette per l’ennesima volta un freno alle scelte politiche di quanti, in una logica di localismo estremo, finiscono per premiare il ‘bisognoso immobile’ e punire quanti, affrontando sacrifici, si spostano tra una regione e l’altra alla ricerca di condizioni migliori: una scelta che purtroppo molte regioni, prima tra tutte la Lombardia, continua a praticare”.
La Corte Costituzionale nella sentenza evidenza anche l’assurdità di prevedere termini di residenza così lunghi.
I dieci anni di presenza in Italia richiesti per avere il contributo per l’affitto sono “irragionevoli e arbitrari” per il semplice motivo che “tale termine coincide con quello necessario e sufficiente a richiedere la cittadinanza italiana”.
Dunque è sproporzionato pretendere per un semplice contributo lo stesso requisito previsto per ottenere la ben più importante cittadinanza.
E sono irragionevoli anche i cinque anni di residenza in una stessa regione, visto che la legge del 2008 sul fondo sostegno affitti era stata emanata proprio per “favorire la mobilità nel settore della locazione attraverso il reperimento di alloggi da concedere in locazione per periodi determinati”.
Dunque una norma che voleva favorire la ricerca della casa, senza legarla a confini regionali.
(da Globalist)
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Luglio 24th, 2018 Riccardo Fucile
SI APRE UNA QUESTIONE DI SOVRANITA’ TERRITORIALE?
Carlo Sibilia, sottosegretario all’interno del governo Lega-M5S, non ha certo bisogno di presentazioni.
Luigi Gaetti, invece, è il sottosegretario M5S che di recente ha aperto le porte del ministero ai free-vax salvo poi sostenere di averlo fatto perchè fuori faceva caldo.
I due attualmente stanno però litigando per una questione politica di importanza fondamentale: una stanza al ministero dell’Interno.
Racconta il Fatto che il 20 luglio si sarebbe consumato un “incidente diplomatico” nei corridoi del ministero: Gaetti sarebbe entrato nell’ufficio di Sibilia mentre il parlamentare avellinese era assente. Sibilia avrebbe chiesto alla segreteria di aumentare le misure di sicurezza del suo ufficio.
La sua stanza sarebbe al centro delle “attenzioni” del collega sottosegretario Luigi Gaetti, che non avrebbe fatto mistero di preferire l’ufficio di Sibilia al suo.
Il motivo — pare — il fatto che accanto all’ufficio di Sibilia ci sia una stanza solitamente utilizzata per i colloqui con i testimoni di giustizia.
Uno spazio che secondo Gaetti ricadrebbe sotto le sue funzioni, alla luce della delega all’Antimafia conferitagli.
In una circolare è lo stesso Sibilia a comunicare che “a partire dalle ore 13:30 data odierna ogni accesso di personale estraneo agli stretti componenti di segreteria dell’ufficio del sottosegretario di Stato, on. dott. Carlo Sibilia, ai luoghi e agli spazi a esso pertinenti dovrà avvenire solo, ed esclusivamente, su autorizzazione espressa dello stesso sottosegretario. Senza eccezione alcuna”.
Una questione di sovranità territoriale, insomma.
Interverrà il comitato di conciliazione per chiudere la querelle?
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Costume | Commenta »
Luglio 24th, 2018 Riccardo Fucile
GIOVANNA BIANCHI CLERICI NEL 2011 E’ STATA CONDANNATA DALLA CORTE DEI CONTI A RISARCIRE, CON ALTRI 4 CONSIGLIERI RAI, 11 MILIONI DI EURO
Giovanna Bianchi-Clerici, classe ’58 di Busto Arsizio, ex deputata, consigliera Rai, candidata sindaca e componente dell’Autorità garante per la Privacy (in scadenza) è la candidata leghista alla presidenza della RAI.
Con un dettaglio: lei a viale Mazzini c’è già stata e proprio all’epoca della sua presenza nel consiglio di amministrazione ricevette una condanna per danno erariale.
Giovanna Bianchi Clerici, racconta oggi il Fatto, è stata soprannominata “la soldatessa” perchè in un’intercettazione tra Silvio Berlusconi e l’allora direttore di Rai Fiction Agostino Saccà veniva definita così per la sua attenzione: all’epoca il discorso verteva sulla produzione del film su Barbarossa e il suo nemico Alberto da Giussano, tanto caro alla Lega, che finì per essere un flop storico per la tv di Stato. Poi c’è la storia del danno erariale:
Sempre in prima linea, nel corso del suo doppio mandato ha attraversato due presidenze (Petruccioli e Garimberti) e visto avvicendars i quattro diversi direttori generali, Lei, Masi, Cappon, partendo proprio da Alfredo Meocci. Questa nomina le è costata cara e ben descrive la sua cieca devozione: nel 2011 la Corte dei Conti ha condannato i consiglieri che votarono a favore (oltre lei, Gennaro Malgieri, Angelo Maria Petroni, Giuliano Urbani e Marco Staderini) e l’ex ministro del Tesoro Domenico Siniscalco che propose il nome, a un maxi-risarcimento di 11 milioni di euro, in parti uguali fra loro.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Giustizia | Commenta »
Luglio 24th, 2018 Riccardo Fucile
MA NON E’ IN GRADO DI APRIRE UNA PORTIERA DA SOLO?
Sembra la Regina Elisabetta. 
Una foto che, insomma, dimostra in modo piuttosto lampante come Casalino predichi bene (almeno per qualcuno) e razzoli malissimo.
Rocco Casalino, portavoce del M5s e del premier, Giuseppe Conte è stato colto in un atteggiamento che dimostra che tanto anti casta non è.
Un “dettaglio” colto in una foto di Pizzi, pubblicata sul Fatto Quotidiano, e rilanciata su Twitter da Nonleggerlo.
Eccolo, “l’anti-casta” Casalino, mentre si fa aprire la portiera dell’auto sulla quale viaggia con il premier Conte.
Il portavoce del M5S sta inanellando una serie di gaffe nelle ultime settimane che lo hanno esposto anche a parecchie critiche della base grillina.
E tutto fa pensare che questa non sia l’ultima
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 24th, 2018 Riccardo Fucile
“SARA’ UNO DI QUELLI CHE IN PARLAMENTO CI METTERA’ TESTA E CUORE”
Oggi il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio a margine dell’Assemblea dell’Alleanza delle cooperative italiane ha parlato di Andrea Mura, onorevole velista del MoVimento 5 Stelle che ha fatto sapere di essere spesso assente ai lavori della Camera perchè “L’attività politica non si svolge solo in Parlamento. Si può svolgere anche su una barca. Io l’ho detto fin dall’inizio, anche in campagna elettorale, che il mio ruolo, più che quello di parlamentare, sarebbe stato quello di testimonial a difesa degli oceani”.
In un video pubblicato dall’agenzia di stampa DIRE, oggi Di Maio è andato all’attacco di Mura: “Quelle considerazioni, spero false, unite al livello di assenza, dovrebbero indurre il parlamentare Mura a dimettersi”.
“Doveva già essersi dimesso- aggiunge il leader M5s- perche’ quelle dichiarazioni non solo sono inaccettabili, ma dobbiamo considerare che i parlamentari, incluso io, sono dei privilegiati e fanno un lavoro da privilegiati con uno stipendio da privilegiati e quindi sono i primi che devono stare chiusi dentro alla Camera e al Senato a lavorare sulle leggi e sui provvedimenti per migliorare la qualita’ della vita degli italiani”.
Ma c’è un piccolo problema.
In un video pubblicato sulla sua pagina Facebook da Ugo Cappellacci si vede Di Maio durante la campagna elettorale che parla così di Andrea Mura: “La sua candidatura fa parte delle tante supercompetenze dei collegi uninominali. Il fatto che si siano proposti per noi è una marcia in più per il governo del paese e sono sicuro che Andrea sarà uno di quelli che in parlamento e al governo ci metterà testa e cuore nelle cose che farà ”.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 24th, 2018 Riccardo Fucile
IL CASO ANDREA MURA, ASSENTE AL 96% DELLE SEDUTE IN PARLAMENTO: PRIMA TUTTI ZITTI, QUANDO POI ESPLODE LA VICENDA L’INVITO A DIMETTERSI, MA NESSUNO SI DIMETTE MAI
Il caso Andrea Mura scoppia tutto insieme nel pomeriggio, dopo che in mattinata il velista e
onorevole del MoVimento 5 Stelle aveva portato l’ilarità in un noioso lunedì di politica interna rilasciando un’intervista in cui ammetteva sì di essere raramente presente alla Camera dei Deputati, dove ha una percentuale di assenze pari al 96%, ma decideva imprudentemente di mettere nei guai i grillini.
Che a quel punto hanno reagito come loro solito: fingendo di cadere dal pero e chiedendo la ghigliottina per la testa del velista.
Cosa è successo? È successo che nel pomeriggio Ugo Cappellacci ha pubblicato un video su Facebook per ricordare che nella sua intervista a La Nuova Sardegna Andrea Mura aveva dichiarato di avere un accordo con i vertici del MoVimento 5 Stelle “per prendere lo stipendio e stare in barca a veleggiare”.
Il tutto accadeva mentre continuavano a circolare le foto con le dichiarazioni di Mura al quotidiano sardo: “L’attività politica non si svolge solo in Parlamento. Si può svolgere anche su una barca. Io l’ho detto fin dall’inizio, anche in campagna elettorale, che il mio ruolo, più che quello di parlamentare, sarebbe stato quello di testimonial a difesa degli oceani”.
E ancora: alla Camera “vengo una volta alla settimana, per la commissione Trasporti. Capisco l’incredulità , ma io l’ho detto fin dall’inizio al Movimento che non volevo fare il parlamentare ma il testimonial per salvare gli oceani dalla plastica”.
Un paio d’ore dopo l’uscita di Cappellacci il MoVimento 5 Stelle ha finalmente compreso che la questione stava deflagrando e a quel punto è partita la buffonata: «Se ritiene di voler continuare a dedicarsi prevalentemente ad altre attività , trascurando il mandato che gli hanno assegnato i cittadini – recitava una nota dei capigruppo M5S alla Camera e al Senato Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli – ha una sola via da seguire, quella di presentare le dimissioni».
«Andrea Mura deve dimettersi». Come Dessì?
Trattasi, appunto, di mera buffonata. Durante la campagna elettorale il MoVimento 5 Stelle, investito dallo scandalo di Rimborsopoli, andò in giro con i suoi maggiori esponenti tra cui proprio il nuovo capo Luigi Di Maio a sostenere che i deputati e i senatori finiti nella rete delle Iene per non aver restituito tutte le quote promesse si sarebbero dimessi, sarebbero stati cacciati dal Parlamento e comunque avevano già promesso che se ne sarebbero andati di loro volontà .
Come è finita la storia? Come al solito: i deputati e i senatori implicati sono tutti in Parlamento, nessuno ha presentato dimissioni, nessuno ha firmato impegni o quando lo ha fatto, ha poi spiegato di non aver capito cosa avesse firmato.
Alcuni sono fuori dal gruppo M5S ma appoggiano il governo, altri sono tranquillamente nel gruppo, qualcuno ha avuto anche incarichi e responsabilità all’interno dell’esecutivo.
La stessa cosa succederà con Andrea Mura. Nessuno può obbligarlo a dimettersi da deputato e le sue dimissioni andrebbero comunque votate dalla camera di appartenenza e non è detto che vengano accettate.
Il MoVimento 5 Stelle ha un solo potere nella questione: può espellerlo dal gruppo, magari richiamando l’articolo 21 del Codice grillino che sanziona gli assenteisti.
E però, l’unico potere che ha, il M5S ha deciso di non esercitarlo visto che il capogruppo di Mura ha preferito invitarlo a dimettersi piuttosto che cacciarlo. Ora si capisce meglio perchè si tratta di una buffonata?
D’altro canto nell’intervista Mura ha detto esattamente che era d’accordo con il M5S riguardo il suo impegno:«A novembre sono impegnato nella Rotta del Rhum», la regata transatlantica che parte dalla Francia e arriva nei Caraibi.
«Si vedrà . Adesso faccio questa regata: potrebbe anche essere l’ultima». «Sono fermamente convinto che il ruolo di parlamentare, oltre quello di fare le leggi, sia di essere testimoni e ambasciatori di valori… e io lotto per la tutela dell’ambiente e degli oceani…». E lo stipendio? «I 20 mila euro? Avrei guadagnato molto di più se avessi continuato a fare sempre e solo il velista».
Infine, la mazzata: «Il Movimento sapeva benissimo quale sarebbe stato il mio ruolo e mi appoggia totalmente».
Parole a cui non si fa fatica a credere. Perchè tutta la campagna elettorale, la boutade dell’impeachment per Mattarella e i primi provvedimenti del governo sono lì a dimostrare che è vero che nel M5S c’è qualcuno che promette cose che sa di non poter mantenere, va all’attacco di gente innocente per trovare un capro espiatorio dei propri fallimenti e alla fine gli tocca ammettere di essere in torto, ma tanto lo fa quando nessuno (dei suoi) lo vede.
Eh, sì, c’è gente che andrebbe cacciata dal M5S. Peccato che sia il Capo.
(da “NextQuotidiano”)
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