Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
IL RAGAZZO 19ENNE RICHIEDENTE ASILO LAVORAVA IN UN BAR QUANDO E’ STATO AGGREDITO DA UN GRUPPO DI RAZZISTI… NESSUN POST DI CONDANNA DEL MINISTRO DEGLI INTERNI, DEVE FARE IL BAGNO IN ROMAGNA
Il vento del Cambiamento con l’arrivo al potere dei razzisti e xenofi dichiarati: un giovane
senegalese di 19 anni, richiedente asilo, è stato aggredito e offeso con insulti razzisti a Partinico (Pa) mentre lavorava servendo ai tavoli in un bar in piazza Caterina
Il giovane, da due anni ospite di una comunità , ha presentato una denunciai ai carabinieri della compagnia dopo che un gruppo di ragazzi lo ha aggredito sul posto di lavoro provocandogli ferite al labbro e alle orecchie guaribili in sette giorni.
Il ragazzo sarebbe stato insultato e poi preso a pugni e calci, mentre il gruppo gli urlava: “Vattene via sporco negro”.
“Non ho reagito perchè non alzo le mani – ha raccontato il senegalese – Mi potevo difendere, ma gli educatori della comunità mi hanno insegnato che non si alzano le mani”.
Il senegalese, arrivato nel giugno del 2016 ancora minorenne con uno dei tanti barconi della speranza, stava facendo una pausa dal suo impiego come cameriere ai tavoli in un bar in piazza Caterina. Il giovane, da due anni ospite della comunità Sympatheia. I carabinieri di Partinico stanno indagando per risalire all’identità dei quattro aggressori, tutti a quanto pare del posto sui 35-40 anni.
(da agenzie)
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
UN COLLEGA: “DA UN GIORNO ALL’ALTRO E’ DIVENTATO UN SOVRANISTA PUTINIANO”… OTTIMO, NEL SOLCO DELLA PATACCA DEL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO
Il giorno dopo l’annuncio di Marcello Foa presidente della Rai è quello dei segnali di guerra.
Tra i ritratti più interessanti dell’ex inviato del Giornale poi passato a fare l’amministratore delegato del Corriere del Ticino e oggi approdato sulla poltrona di garanzia di viale Mazzini ci sono le poche righe che gli dedica un collega citato dalla Stampa:
«Da un giorno all’altro, non l’ho più riconosciuto: era diventato un sovranista putiniano fatto e finito», racconta una collega italiana. «Ci crede davvero o ha fiutato che il vento soffiava in quella direzione? Non lo so. Di certo, l’ha capito prima di altri», chiosa un collega svizzero.
E in effetti la storia professionale di Marcello Foa dimostra di essere “erede di quella tradizione di giornalismo indipendente e conservatore che oggi difficilmente si riconoscerebbe nei sovranisti, ma anche assiduo frequentatore dei convegni dell’associazione di Alberto Bagnai, a/Simmetrie, di cui ora è vicepresidente, incubatore culturale di quel movimento anti-euro che poi la Lega ha assorbito”, come scrive Stefano Feltri oggi sul Fatto.
Che poi ricorda un suo attacco a Report di qualche tempo fa:
Chissà che presidente sarà in Rai. Nel suo blog Foa se n’è occupato di rado. A novembre 2017 se la prende per esempio con Repor t di Sigfrido Ranucci, per un twe et di lancio della puntata: “Affermare che la soluzione ai mali italiani è la costituzione degli Stati Uniti d’Europa, non ha nulla dell’inchiesta, è opinione; e forte, molto forte. Che sia pane per un quotidiano come Repubblica o il Fatto Quotidiano, ci sta. Che lo facciate voi è in accettabile”. Ora potrà discuterne con Ranucci e con gli altri giornalisti Rai dalla poltrona della presidenza.
Marcello Foa attualmente è in vacanza in Grecia con moglie figli ma certo rientrerà in Italia prima di mercoledì primo agosto quando la commissione di vigilanza Rai, se ci saranno i 27 voti necessari su 40, lo autorizzerà a salire nell’ufficio presidenziale del settimo piano di viale Mazzini.
La differenza la faranno i 7 consiglieri di Forza Italia tra i quali c’è anche il portavoce dei parlamentari azzurri, Giorgio Mulè, che ha lavorato per anni con Foa al Giornale: «Dicono che Forza Italia non mi voterà ? Non so niente, sono completamente fuori da queste dinamiche. Ho sempre fatto gli Esteri, non mi sono mai occupato di politica italiana».
Foa finisce oggi anche nel mirino di Roberto Burioni per le sue parole sui vaccini, per una serie di dichiarazioni rilasciate per il video “MANIPOLAZIONE INFORMAZIONE SANITARIA MARCELLO FOA” del canale Crescere Informandosi:
Il neo-presidente della RAI, Marcello Foa, in questa intervista inanella — parlando di vaccini — una serie di menzogne inqualificabili. In Svizzera la gente non si vaccina ma sta ugualmente bene, il morbillo è una sciocchezza, dodici vaccini sono troppi (gliel’ha detto un suo amico), fanno venire le allergie, provocano uno shock, danneggiano l’equilibrio del sistema immunitario. Insomma il repertorio solito dei cavernicoli antivaccinisti, che hanno fatto dell’ignoranza e dell’egoismo la loro regola di vita.
Dopo avere sparato questa serie incredibile di falsità , dice che in molti stati la gente si vaccina spontaneamente. Certo, lo fa perchè è informata correttamente.
Se questo signore si crede di potere fare disinformazione mortale con i soldi del nostro canone, magari affidando la comunicazione su questi temi delicatissimi ai cialtroni che gli hanno detto queste baggianate (alle quali lui, giornalista, ha avuto la colpa di credere, visto che le fonti dovrebbe saperle distinguere), si sbaglia.
La nomina in mano a Forza Italia
Ma proprio il fatto che le dichiarazioni di Mulè (“Giudicheremo dai fatti”) siano piuttosto morbide fa pensare che l’accordo con Forza Italia sul nome di Foa sia arrivato prima dell’annuncio di ieri.
Proprio per questo non ci saranno molti problemi prima di vedere il primo sovranista alla presidenza della RAI.
Fratelli d’Italia invece fa sapere di non essere stata coinvolta nella nomina, a dimostrazione del fatto che ormai il partito della Meloni è sempre più staccato dalla Lega, che ha individuato come il suo primo e più importante concorrente sul mercato dei voti.
Intanto i gialloverdi sfogliano la margherita delle altre nomine. Repubblica scrive che in ballo per il TG1 c’è Gennaro Sangiuliano, giornalista e saggista (è autore, tra le altre, delle biografie di Putin e di Trump), 56 anni, vicedirettore dal 2009.
Dal 1996 al 2001 ha diretto il quotidiano Roma, nel 2002 è stato vice di Vittorio Feltri a Libero. Entrato in Rai nel 2003 con Augusto Minzolini, è stato inviato su diversi fronti di guerra.
Un altro nome in corsa è Alberto Matano: giornalista e uno dei volti noti del Tg 1 delle 20, 45 anni, conduce anche su RaiTre la trasmissione «Sono innocente». Amico di Vincenzo Spadafora, il sottosegretario M5S alla presidenza del Consiglio molto vicino a Luigi Di Maio, è considerato tra gli emergenti della nuova Rai.
In pole pure Mario Giordano, giornalista e autore di diversi saggi di successo, 52 anni, è stato direttore di Studio Aperto dal 2004 al 2007 e del Tg4 dal 2014 al 2018. In passato ha anche guidato II Giornale.
Tra le possibili sorprese c’è Alessandro Giuli, giornalista con studi filosofici alle spalle, 42 anni, che ha iniziato la carriera professionale al Foglio di Giuliano Ferrara nel 2004 come redattore politico. Nel 2008 è diventato vicedirettore mentre dal febbraio 2015 al gennaio 2017 è stato condirettore.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
PROCESSO DI GENOVA, LA LEGA CAMBIA ROTTA: COSI’ AGGRAVA LA POSIZIONE DELL’EX TESORIERE CHE POTREBBE ANCHE AVERSENE A MALE E FARE ALTRE RIVELAZIONI
Il colpo di scena ieri mattina. Quando l’avvocato Roberto Zingari che rappresenta la Lega e in
mano ha un mandato firmato dal segretario (e ministro dell’Interno) Matteo Salvini, si presenta in Procura a Genova. E deposita una denuncia per appropriazione indebita nei confronti dell’ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito.
Un gesto per certi versi a sorpresa, inatteso – la Lega fino a oggi è sempre rimasta fuori come parte civile da tutti i vari processi- che rischia, però, di avere conseguenze importanti non solo dal punto di vista giudiziario ma anche politico e simbolico.
Spieghiamo meglio. A Genova lo scorso 16 luglio, il processo d’appello per lo scandalo degli investimenti tra Cipro e la Tanzania e la truffa ai danni dello Stato per circa 50 milioni di euro a Belsito, Umberto Bossi e altri ex revisori contabili del partito si è interrotto.
Per il procuratore generale Enrico Zucca che sciorina le richieste di condanna per tutti gli altri imputati, non è possibile farlo per Belsito. Perchè la legge nel frattempo è cambiata.
E il reato di appropriazione indebita che fino a oggi era perseguibile anche d’ufficio necessita di una querela della parte lesa. Dunque mancando la denuncia della Lega non c’è reato e l’accusa per l’ex sottosegretario decade.
Belsito (che in primo grado è stato condannato a 4 anni e 10 mesi) senza querela può solo venire accusato di truffa. E dunque avere una richiesta di condanna minore.
Il procuratore generale nella sua requisitoria mette nero su bianco questo aspetto. E chiede al presidente di aspettare i canonici novanta giorni per capire se la Lega abbia intenzione di presentare denuncia. La situazione si sblocca ieri.
Quando il partito del Carroccio presenta querela formale. Immediata conseguenza è l’aggravarsi del quadro giudiziario per Belsito. Che ora rischia una condanna ben più pesante. Dal momento che sarà imputato di truffa e appropriazione indebita.
Ma questa mossa – a sorpresa – del partito di Salvini può avere riflessi anche sul filone che interessa la “caccia” della Procura ai 49 milioni di euro oggetto della truffa al Parlamento.
Il 5 settembre il tribunale del Riesame – dovrebbe trattarsi di poco più di una formalità – dovrebbe dare l’ok ai sequestri «di tutti i conti della Lega» come stabilito dalla Cassazione. Dalla federazione centrale fino alle sezioni regionali, chiamate nel gergo del Carroccio, Nazioni.
A questo punto, però, accusando formalmente Belsito di essere l’autore materiale della maxi appropriazione indebita, non si può escludere che la Lega “dirotti” per certi versi i sequestri della Finanza sull’ex tesoriere. O al tempo stesso possa chiedergliene conto. Ma non solo.
In questa decisione della Lega viene visto un significato anche e soprattutto politico. Dal momento che il partito, che fino ad oggi è rimasto sostanzialmente distante dall’indagini e anzi ha aperto un vero e proprio “braccio di ferro” con i magistrati genovesi nell’ambito dei sequestri, ora invece si schiera per certi versi a fianco di quegli stessi magistrati che cercano di sequestrare i propri conti correnti e indagano anche per riciclaggio.
Sempre a Genova, infatti, è aperto un fascicolo – se ne occupano i pubblici ministeri Francesco Pinto e Paola Calleri – nel quale si ipotizza, sulla base di una segnalazione anonima arrivata dal Lussemburgo, che la Lega attraverso la banca altotesina Sparkasse abbia portato all’estero una decina di milioni di euro proprio con lo scopo di sottrarli al rischio di sequestro dovuto all’entrata nel vivo del processo agli ex vertici del partito.
Insomma, una mossa che in Procura non si attendevano di certo.
Da ambienti vicini al partito, invece, trapela che si è trattato di un atto dovuto. Dal momento che in precedenza la querela per appropriazione indebita seguiva una strada autonoma e ora, invece, deve necessariamente essere supportata dalla parte lesa. Non c’è invece alcuna possibilità che il partito possa entrare nel processo dal momento che è in corso il secondo grado.
(da “il Secolo XIX”)
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
LA STORIA DI VALERIA, 35 ANNI, DUE BAMBINI, DAL 2014 ALL’ANPAL SERVIZI… “DOPO DUE ANNI PER LE NUOVE NORME IL MIO CONTRATTO NON VERRA’ RINNOVATO”
È di una mamma una delle prime storie che arrivano sul decreto Dignità . “Mio figlio è nato 2 settimane fa e ne ho un’altra di 3 anni. Ma adesso ho paura per il futuro”, dice Valeria, 35enne romana che ha raggiunto i 24 mesi previsti come tetto massimo per i contratti a tempo determinato.
Era arrivata prima al bando che le ha permesso di lavorare con Anpal servizi, azienda che fornisce operatori all’Agenzia per le politiche attive del lavoro utilizzando fondi nazionali ed europei.
Ma, invece dell’orgoglio sente che su di lei si è abbattuta una “profonda ingiustizia” e preferisce non essere fotografata perchè esponendosi teme di non trovare un nuovo impiego. A ferirla è anche il fatto che a una donna e neomamma “venga fatto capire che era meglio rimanessi a casa invece di essere stabilizzata”.
Il motivo ufficiale con cui a Valeria è stato detto che non avrebbe più lavorato, attraverso una chiamata e con soli 5 giorni di preavviso, è proprio l’impossibilità dell’azienda di prorogare il contratto, a causa delle nuove regole previste dal dl Dignità .
Per l’Anpal servizi Valeria, laureata in Scienze politiche internazionale alla Sapienza, si occupava di selezionare le aziende che potevano accedere ai finanziamenti previsti per chi attiva contratti di apprendistato o l’alternanza scuola – lavoro.
E per il braccio operativo dell’agenzia nazionale che si occupa di politiche attive (e dunque di trovare un impiego a chi è disoccupato), lavorava dal 2014 con un contratto a progetto prima e con il tempo determinato da agosto 2016. Ma ecco raggiunto il periodo massimo di 24 mesi. Dopo, il nulla.
Proprio pochi giorni fa, durante un’audizione al Senato, l’amministratore unico di Anpal servizi Maurizio Del Conte aveva solidarizzato con il Coordinamento nazionale dei precari dell’azienda stessa che avevano protestato per le condizioni di lavoro incerte.
Un paradosso diffuso, quello dei precari che devono occuparsi al meglio di politiche attive: sono 800 su 1200 gli operatori che sul territorio nazionale lavorano per Anpal servizi. “Vorrei insegnare ai miei bambini che l’autonomia è un valore” dice infine Valeria. “Anche se a me l’hanno appena tolta”
(da “La Repubblica”)
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
IL GIOVANE SENEGALESE CHE DAL 2013 E’ PARTE ATTIVA DELLA COMUNITA’ SAREBBE DOVUTO RIENTRARE IN PATRIA IL 31 LUGLIO… BENVOLUTO DA TUTTI, ORA HA ANCHE OFFERTE DI LAVORO
Missione (per ora) compiuta: la mobilitazione di Castelbelforte, cittadina del Mantovano
amministrata dalla Lega, ha avuto successo ed è stato bloccato il rimpatrio di Fassar Marcel Ndiaye, il senegalese che dal 2013 è parte attiva della comunità e sarebbe dovuto rientrare nel suo Paese d’origine il prossimo 31 luglio perchè privo del permesso di soggiorno.
“Le 500 firme finora raccolte dai cittadini e presentate al prefetto di Mantova hanno avuto l’effetto sperato. Lunedì depositeremo ufficialmente in questura la domanda per il rilascio del permesso di soggiorno e Marcel potrà rimanere in Italia almeno per un altro anno e mezzo mentre l’iter andrà avanti — spiega Nunzia Zeida Vitale, l’avvocato che sta seguendo la vicenda — Nel frattempo, dopo 60 giorni dal ricevimento della domanda da parte della questura, lui potrà essere regolarmente assunto e ha già molte offerte di lavoro da parte di persone di Castelbelforte che lo conoscono bene e non vedono l’ora di dargli una possibilità . Siamo tutti molto soddisfatti”.
Del resto Marcel era ormai diventato una presenza fissa non solo in parrocchia, dove viene ospitato dal parroco don Alberto Ancellotti e collabora con la Caritas e altre associazioni di volontariato, ma anche alle sagre di paese e in tutti i momenti più importanti della vita della comunità .
“La festa che era già in programma il 29 luglio per salutarlo prima della partenza è stata rimandata, ma ci sarà comunque un momento di aggregazione in cui il parroco comunicherà ufficialmente alla gente la buona notizia” continua Vitale.
La permanenza di Fassar Marcel Ndiaye a Castelbelforte è vista positivamente anche dal primo cittadino leghista, Massimiliano Gazzani: “In questi giorni ha mantenuto un basso profilo, ma sostiene Marcel e mi ha detto che lo considera un fratello. Si è anche rivolto a lui in passato per risolvere alcune tensioni con la comunità senegalese locale” assicura l’avvocato.
(da agenzie)
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
HANNO IMPARATO L’ITALIANO ALLA PERFEZIONE IN PARROCCHIA: TUTTI OTTO E NOVE
Quando ci libereremo, potremo contare anche su Uzair e Amber, i due bambini arrivati in Italia dal Pakistan coi loro giovani genitori.
Forse vi ho raccontato di questi belli, educatissimi, gioiosi, straordinari bambini. Lui e lei, in pochi mesi, da settembre, hanno imparato l’italiano a perfezione e hanno chiuso il loro primo anno di studi in Italia promossi a pieni voti: otto, nove ed anche alcuni dieci
Nel giorno delle pagelle hanno commosso ed emozionato gli insegnanti e le volontarie che li hanno aiutati nei compiti, nei corsi pomeridiani organizzati dalla parrocchia dei Santi Urbano e Lorenzo, a Roma nord, gestita da giovani, intelligenti frati Paolini, perlopiù polacchi e dell’Est europeo
La parrocchia è l’ombelico di una umanità che nel tempo si è arricchita di nuovi colori, di nuove lingue, L’Est, l’Africa, l’Asia. E in parrocchia, importa zero se Uzair e Amber, come i loro genitori, sono musulmani
A settembre Uzair farà la prima media, Amber terza elementare. Presa la pagella, non si volevano fermare, hanno chiesto di poter continuare a studiare tutta l’estate.
Lo hanno fatto a luglio grazie alla dedizione del gruppo parrocchiale. “Ora riposate un po’ magari studiate di tanto in tanto a casa…Ma riposate…Ci vediamo a settembre”, hanno detto loro le insegnanti della parrocchia
Uzair e Amber hanno promesso che giocheranno ma studieranno e tanto. Hanno i libri per l’estate, regalo delle insegnanti della parrocchia. Uzair e Amber hanno voglia di crescere, di conoscere, di costruire il loro futuro.
Papà e mamma non si fermeranno, lavoreranno.
Sono giovanissimi, alle spalle la povertà del villaggio di lei, la povertà della megalopoli di lui. Uzair e Amber hanno dei risparmi. Lentamente crescono, ora sono arrivati i regali per la promozione. Prima di accettarli, hanno chiesto ai genitori. ” Desideriamo tanto un tablet, quando avremo risparmi a sufficienze lo compreremo…”.
Buona estate ragazzi.
(da Globalist)
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
SAREBBE AFFETTO DA LUPOPATIA, POSSIAMO RINGRAZIARE TUTTI I PARTITI CHE NON HANNO LE PALLE DI VIETARE IL GIOCO D’AZZARDO DELLO STATO BISCAZZIERE
I carabinieri hanno arrestato il presunto autore dell’omicidio di Emma Grilli, l’85enne uccisa a
coltellate in casa a Chiaravalle (Ancona) il 17 luglio scorso: si tratta di un 57enne, vicino di casa della vittima, affetto da ludopatia.
A scoprire l’omicidio era stato il marito 90enne di Emma, Alfio Vichi, al ritorno da un giro in bicicletta per comperare il pane. La donna era riversa sul lavandino della cucina, con varie coltellate, al collo e al torace, e alcune anche alle mani, segno che aveva tentato di difendersi dal suo assassino.
Nessun segno di effrazione della porta di casa, un appartamento al terzo piano in una palazzina in via Verdi vicina al centro storico di Chiaravalle. C’erano cassetti aperti e rovistati e anche alcuni portagioie aperti. Secondo alcuni familiari Emma Grilli aveva in casa una somma in contanti, che aveva raccolto insieme ad altri parenti per dei lavori alla cappella cimiteriale di famiglia.
(da agenzie)
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
IL PARADOSSO: LE FORZE DELL’ORDINE “SI CONCENTRANO SULLA POSSIBILITA’ CHE QUALCUNO POSSA ESSERE STATO FOMENTATO DAI SOCIAL”… LEGGETE COSA SCRIVONO CERTI POLITICI SE VOLETE TROVARE GLI ISTIGATORE ALL’ODIO
Otto casi molto simili in tutte le parti d’Italia e il fantasma dell’emulazione come spiegazione per quelli che sembrano delitti razzisti.
Mentre Marco Arezio, l’ex dipendente del Senato che ha sparato a una bimba rom in strada a Roma, ammette che il fucile che ha utilizzato era modificato, ieri un uomo originario di Capoverde è stato colpito alla schiena mentre si trovava su una piattaforma di lavoro da un uomo che ha sostenuto di aver voluto sparare a un piccione.
Gli spari da pistole vere o ad aria compressa contro gli stranieri sono aumentati nell’ultimo mese e tanto basta, scrive oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, a far scattare le indagini degli apparati di sicurezza, che oggi propendono per la possibilità di una serie di gesti di emulazione ma senza escludere che dietro alcuni «attacchi» possa esserci una matrice di odio razziale.
Ecco perchè carabinieri e polizia stanno cercando di ricostruire nei dettagli ogni vicenda, concentrandosi sulla possibilità che qualcuno possa essere stato fomentato attraverso la «rete» dei social.
Un lavoro affidato alla Postale che sta monitorando «profili» esiti proprio per trovare tracce utili. Verifiche che si affiancano a quelle svolte da commissariati e stazioni dell’Arma per scoprire se dietro alcuni fatti possa esserci un’unica regia.
Senza dimenticare quanto accaduto a Macerata nel febbraio scorso quando Luca Traini sparò e ferì se istranieri «per vendicare l’omicidio di Pamela Mastropietro», la giovane che era stata adescata da un gruppo dinigeriani.
In realtà , per quanto risulta dalle indagini, la Mastropietro è stata invece adescata (ovvero invitata a prostituirsi) da un italiano; soltanto dopo ha conosciuto i tre indagati per il suo omicidio.
I casi comunque sono tanti a cavallo tra giugno e luglio. A Caserta sono arrivati spari da una Panda in corsa contro due ragazzi ospitati in una struttura SPRAR, uno dei due è stato ferito all’addome. A Napoli il 20 giugno due ragazzi hanno colpito un ventiduenne alla pancia, mentre a Latina due persone che stavano aspettando l’autobus alla fermata di latina Scalo sono stati feriti dai colpi esplosi da un’auto. Sempre a luglio un immigrato originario della Guinea, ospitato in un centro di accoglienza, è stato colpito da uno sparo al volto.
Poi ci sono i due episodi di Forli a distanza di tre giorni l’uno dall’altro (un uomo ferito all’addome e una donna colpita a un piede sempre per strada) prima degli episodi di Vicenza e Roma. I magistrati di Roma che indagano sul ferimento della bimba rom di 15 mesi colpita il 17 luglio in una strada trafficata mentre era in braccio alla mamma dicono però che l’ex dipendente del Senato che ha sparato dal balcone del suo appartamento non mostra di avere alcuna tendenza razzista.
Resta però da capire come mai non si sia presentato ai carabinieri pur avendo saputo di aver ferito la piccola e soprattutto perchè avesse modificato l ‘arma per potenziarla. Non ha avuto il coraggio di dire che «volevo sparare a un piccione» come ha sostenuto l’uomo che in Veneto due giorni fa ha colpito alla schiena un operaio di Capoverde. Ma anche la giustificazione del «colpo partito per sbaglio» appare poco credibile.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 28th, 2018 Riccardo Fucile
IL RAID IN PIENO CENTRO A SAN CIPRIANO D’AVERSA, VITTIMA UN GIOVANE DELLA GUINEA… L’ENNESIMO CASO FRUTTO DEL CLIMA DI ISTIGAZIONE ALL’ODIO
Colpito in pieno volto con una pistola ad aria compressa. Vittima, un immigrato della Guinea,
ospite in un centro di accoglienza di San Cipriano d’Aversa, in provincia Caserta.
Lo straniero, richiedente asilo, ha denunciato l’accaduto oggi, venerdì 27, ai carabinieri di San Cipriano d’Aversa. Il fatto, ha detto, si è verificato ieri sera in pieno centro. Ha riportato una ferita superficiale, guaribile in pochi giorni.
Il giovane ha raccontato di essere stato avvicinato da due ragazzi in moto, che hanno poi fatto fuoco con l’arma ad aria compressa, colpendolo al volto.
Qualche settimana fa un episodio simile avvenne a Caserta, denunciato da due immigrati africani, uno dei quali rimasto ferito mentre due giorni fa, nel vicino comune di Villa di Briano, un gruppo di cittadini manifestò per strada contro l’arrivo di un gruppo di immigrati.
(da agenzie)
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