Destra di Popolo.net

IL LIVORE DEL BAMBOCCIONE FUORICORSO CONTRO CHI HA SVELATO CHE IL SUO GIOCATTOLO E’ FALLATO

Gennaio 3rd, 2019 Riccardo Fucile

SALVINI PAONAZZO DALLA RABBIA, CONTE CERCA DI MEDIARE PRIMA CHE LA RAGGI E LA APPENDINO SI INCAZZINO UFFICIALMENTE

A più di 24 ore dall’inizio del braccio di ferro tra gran parte dei sindaci d’Italia e Matteo Salvini sul decreto sicurezza, interviene Giuseppe Conte.
E’ metà  pomeriggio quando il premier lascia trapelare la propria disponibilità  a incontrare l’Associazione dei comuni italiani.
Mano tesa, a sorpresa. Perchè la mossa del capo del governo stride con la linea dura scelta dal vicepremier leghista contro i sindaci “amici dei clandestini, traditori degli italiani”, che non rispettano nemmeno “la firma di Mattarella” sul testo di legge. Secondo alcuni rumors, il leghista non gradisce.
Ma subito i suoi fanno sapere che invece la mossa di Conte gli ha fatto piacere e mentre lo dicono spostano tutti gli attacchi contro il presidente dell’Anci Antonio Decaro, sindaco di Bari che a nome dei sindaci mobilitati ha chiesto un incontro al governo.
Si perchè questa storia del decreto sicurezza dà  il calcio di inizio alla battaglia di Salvini per tentare di prendersi l’Anci, più che produrre incontri a Palazzo Chigi – ci saranno ma non è questo il punto. La prossima assemblea congressuale dell’Associazione dei Comuni è fissata per ottobre 2019.
Da oggi, proprio sul decreto voluto da Salvini, l’Associazione dei comuni è ufficialmente spaccata.
Dopo la ‘rivolta’ avviata dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando e sostenuta da tanti altri sindaci di centrosinistra ma anche di Forza Italia e del M5s, nonchè da Decaro in prima persona, oggi si sono mobilitati invece i sindaci favorevoli al decreto di Salvini. Sono in gran parte leghisti, ma anche di Forza Italia, a conferma della spaccatura interna al partito di Berlusconi.
Salvini mobilita i suoi. Vuole la testa di Decaro, che gli sta rovinando la narrazione sul decreto sicurezza.
Decaro risponde: “Il presidente dell’Anci lo scelgono i sindaci non il governo. Il sottosegretario Candiani, visto che presiede la conferenza Stato Città , dovrebbe sapere che l’Anci ha una gestione collegiale. Infatti a quella conferenza la delegazione Anci è composta praticamente sempre da sindaci di orientamento politico diverso. Così come diverse sono le prese di posizione contro il decreto sicurezza da parte di consigli comunali come Roma e Torino, che com’è noto non sono guidati da sindaci del Pd. Consiglio a Candiani di dedicarsi più al suo ministero e meno alle dinamiche interne all’Anci”.
E infatti proprio tra Roma e Torino c’è quella linea di sofferenza che Conte tenta di intercettare, tendendo una mano ai sindaci schierati contro Salvini.
Chiara Appendino e Virginia Raggi non hanno mai nascosto le loro perplessità  durante l’iter parlamentare del decreto sicurezza, lo scorso autunno. E i consigli comunali di entrambe le città  hanno approvato delle mozioni che chiedevano al governo di rivedere la normativa, mozioni naturalmente appoggiate dai cinquestelle insieme all’opposizione del Pd, critiche col governo gialloverde.
Insomma un mondo alla rovescia, che oggi Conte tenta di rimettere in ordine.
“Se l’Anci chiede un confronto per segnalare le difficoltà  applicative collegate alla legge sull’immigrazione e sicurezza, ben venga la richiesta di incontro”, fanno sapere da Palazzo Chigi, sottolineando che quella di Conte è la posizione di tutto il governo.
Da parte loro, Appendino e Raggi non hanno preso posizione. Ufficialmente silenti, realisticamente in imbarazzo, strette tra le preoccupazioni di sindaco e la fedeltà  politica al Movimento che governa con Salvini.
Il punto è che restano i problemi pratici innescati dal decreto sicurezza.
Come per esempio: dove ospitare chi non si vede rinnovato il permesso di soggiorno, viene espulso dai centri di accoglienza ma non dal paese e finisce in strada.
O come garantire l’accesso ai diritti costituzionali (salute, istruzione) a chi si vede negato l’accesso all’anagrafe perchè senza permesso di soggiorno.
Sono i problemi reali sollevati dai sindaci critici del testo Salvini.

(da “Huffingtonpost“)

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CUOR DI LEONE DI MAIO: “REDDITO DI CITTADINANZA SOLO AGLI ITALIANI? SI’, NI, NO”

Gennaio 3rd, 2019 Riccardo Fucile

IL SERVO DI SALVINI HA LA FACCIA TOSTA DI DIRE: “SOLO AGLI ITALIANI, MA ANCHE AGLI STRANIERI CHE ABBIANO DATO UN GRANDE CONTRIBUTO AL NOSTRO PAESE”…TRADOTTO: ANCHE AGLI STRANIERI, COME IMPONE LA COSTITUZIONE… SE AI RAZZISTI NON PIACE, SI DIMETTANO DAL GENERE UMANO

Sull’estensione o meno del reddito di cittadinanza agli stranieri lungo-soggiornanti   oggi il contorsionista Di Maio si è superato.
“Sarà  per soli italiani”, dichiara in un primo momento smentendo le bozze che dicono il contrario.
Salvo poi introdurre una nuova categoria di “lungo soggiornanti che abbiano dato un grande contributo al nostro Paese” e quindi annunciare la revisione del criterio dei 5 anni di residenza per accedere al beneficio.
La spiegazione offerta da Di Maio è rimasta controversa.
Fino ad ora, infatti, nei tesi circolati si è letto che la protezione sarà  valida anche per le famiglie di stranieri residenti da cinque anni e con permesso di soggiorno.
Tanto che i conteggi sui potenziali beneficiari sono stati “tarati” tenendo presente anche questa componente, per arrivare al totale di 1,375 milioni di nuclei potenzialmente interessati e 6,5 miliardi di costi.
Stando alle dichiarazioni che Di Maio ha rilasciato alle agenzie, il vicepremier ha parlato da una parte dell’obiettivo di “darlo agli italiani (il reddito, ndr)” ma ha anche fatto riferimento “ai lungo soggiornanti che abbiano dato un grande contributo al nostro Paese.
Pur reiterando l’intenzione di “darlo agli italiani”, ha anticipato una modifica della “lungo soggiornanza di 5 anni per i cittadini stranieri”.
In ogni caso sia la Costituzione italiana sia le norme europee vietano discriminazioni, quindi anche i ministri razzisti e i loro servi si dovranno adeguare, volenti o nolenti.

(da agenzie)

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DE MAGISTRIS SCRIVE AL COMANDANTE DELLA SEA WACHT PER FAR SBARCARE I MIGRANTI A NAPOLI

Gennaio 3rd, 2019 Riccardo Fucile

“DIRIGA LA PRUA VERSO NAPOLI, GIA’ PRONTE 20 IMBARCAZIONI PER PORTARE A RIVA I PROFUGHI”

Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha scritto al comandante della Sea Watch per chiedergli di rivolgere la prua verso Napoli e sbarcare in città .
De Magistris ha aggiunto nella lettera, pubblicata sul profilo Twitter dell’ONG, che se il governo impedirà  lo sbarco sono pronte 20 imbarcazioni che porteranno a riva le persone che attualmente si trovano sulla nave.
“Il porto di Napoli è aperto, ho scritto al comandante della nave per dirgli di dirigere la prua verso Napoli. Non c’è nessuna ordinanza di chiusura, venite qui”, ha annunciato il sindaco.
“Se qualcuno vorrà  sbarrarvi la strada di fronte al porto — dice — verremo a prendervi con le imbarcazioni dell’umanità  per accogliervi a Napoli”.
Il primo cittadino torna a criticare il decreto sicurezza dopo l’acceso scontro con il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
“Al Comune di Napoli interpretiamo le leggi ordinarie solo in maniera costituzionalmente orientata. Oggi lo facciamo con chi vorrebbe discriminare le persone per il colore della loro pelle”.
“Il fatto che il governo lasci morire persone in mare” per il sindaco de Magistris e’ una “violazione di tutti i principi costituzionali”.
Nella lettera De Magistris scrive: “Se poi la protervia del Ministro (Salvini) dovesse spingersi fino a impedirle di entrare, sappia che abbiamo disponibili 20 imbarcazioni che, in sicurezza, raggiungeranno la SeaWatch 3 per portare a casa le persone che sta ospitando”.
SeaWatch 3 su Twitter ha commentato: «A bordo di #SeaWatch è stato recapitato il messaggio di @demagistris che ci commuove e non ci fa sentire soli».
L’odissea delle due ONG tedesche prosegue sotto i riflettori delle polemiche e dopo gli innumerevoli appelli — l’ultimo è quello congiunto di 18 organizzazioni — l’Ue riferisce di essere stata in contatto nei giorni scorsi con alcuni Stati membri per trovare una soluzione.
Dopo le segnalazioni sul mare mosso e il peggioramento delle condizioni di salute di alcuni dei 32 naufraghi, nelle ultime ore Malta aveva già  accolto la SeaWatch nelle proprie acque territoriali, ma finora non c’è stata alcuna autorizzazione allo sbarco.
E poco distante, sempre in zona La Valletta, c’è anche l’imbarcazione della SeaEye, che ha a bordo altre 17 persone soccorse ed è in mare da sei giorni.
Il commissario Avramopoulos ha chiesto ai Paesi dell’Ue di “fornire il loro sostegno e contribuire a questo sforzo congiunto per sbarcare quelli a bordo in modo sicuro e il prima possibile”. Ma finora a tendere una mano sono state solo alcune città  e non i governi nazionali.

(da agenzie)

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285.000 ITALIANI IN FUGA DALL’ITALIA IN UN ANNO? IL GOVERNO SE NE FREGA

Gennaio 3rd, 2019 Riccardo Fucile

MENTRE I CAZZARI RAZZISTI STRAPARLANO DI DIFESA DEI CONFINI, SCAPPANO DAI CONFINI NAZIONALI IL TRIPLO DI QUELLI CHE CI ENTRANO… ITALIA ALL’OTTAVO POSTO PER EMIGRATI, SIAMO PRIMA PRIMA DELL’AFGHANISTAN

Nel 2017, 285mila italiani hanno lasciato il paese definitivamente. Ecchissenefrega. Secondo Matteo Salvini, bisogna difendere gli italiani dai “clandestini” che minacciano le nostre tradizioni, come il cotechino e le lenticchie.
Ma non facciamola troppo lunga. E’ un continuo rimpallo delle colpe; una giravolta senza fine alla ricerca del miglior capro espiatorio ai propri errori.
Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, annuncia il boicottaggio del decreto Salvini perchè “disumano e criminogeno”. Una vera e propria “violazione palese dei diritti umani, previsti dalla Costituzione, nei confronti di persone che sono legalmente presenti sul territorio nazionale”.
Infatti, fra le novità  del decreto sicurezza c’è quella che non basterà  più il permesso di soggiorno per chiedere la residenza. Una genialata che per il Capitano italiano — sempre in tuta mimetica o uniforme — andrebbe notevolmente a ridurre l’illegalità , ridando serenità  agli italiani che sono asserragliati in casa e che vedono l’uomo nero appropinquarsi all’orizzonte, con coltello in bocca e kebab in tasca.
E poi “con tutti i problemi che ci sono a Palermo, il sindaco sinistro pensa a fare ‘disobbedienza’ sugli immigrati” dice Salvini sui social, che della lotta alla mafia ha fatto la sua bandiera da anni.
Lui, il capitano, che ai sindaci disobbedienti tuona ancora da Facebook: “Prima dobbiamo pensare ai milioni di Italiani poveri e disoccupati, difendendoli dai troppi reati commessi da immigrati clandestini, poi salveremo anche il resto del mondo”.
Anche se questo mondo, dice il rapporto Istat, parla sempre di più italiano.
L’Ocse, infatti, segnala come l’Italia sia tornata ai primi posti nel mondo per emigrati, per la precisione all’ottavo, dopo il Messico e prima di Vietnam e Afghanistan.
Una emorragia che ha creato una marea di nuovi espatriati, gli expat — come ci si chiama all’estero.
Tutti fuggiti, ne converrà  anche il premier Conte, quasi sicuramente a causa degli sbarchi. Mezzo milione di italiani vivono a Londra e dintorni a causa dei gommoni attraccati in Sicilia e dei clandestini che inondano le nostre città .

(da “Il Fatto Quotidiano”)

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TUTTE LE INCOGNITE DEL REDDITO DI CITTADINANZA

Gennaio 3rd, 2019 Riccardo Fucile

IL RISCHIO CHE DIVENTI UN SUSSIDIO ALL’IMPRESA CHE ASSUME PER INCASSARE L’INCENTIVO A SCAPITO DI UN TITOLARE DI UN CONTRATTO A TERMINE… I SOLDI PUBBLICI DOVREBBERO FINANZIARE L’OCCUPAZIONE AGGIUNTIVA, NON IL TURNOVER

Abolire la povertà  è un nobile intento, ma per stabilire se ci si riesce o meno servono i numeri, non le parole di un leader politico.
Così Stefano Feltri sul Fatto Quotidiano oggi conclude un articolo che mette insieme tutte le incognite del reddito di cittadinanza:
Le incognite sono ancora parecchie e ad alcune c’è ancora tempo per porre rimedio. Bisogna chiarire bene, per esempio, a quali condizioni le imprese possono beneficiare degli incentivi. Altrimenti la tentazione è troppo alta: per le mansioni poco qualificate, all’imprenditore basta non rinnovare un contratto a termine, magari con la scusa del decreto dignità , e assumere un disoccupato beneficiario del reddito così da intascare l’incentivo. Nessun aumento di occupazione e reddito di cittadinanza che diventa un sussidio all’impresa invece che ai poveri. I denari pubblici devono finanziare soltanto l’occupazione aggiuntiva, non il turnover.
C’è poi un punto mai affrontato: che succede alle partite Iva?
Lo Stato può costringere un operaio disoccupato ad accettare un contratto da operatore delle pulizie, ma non può imporre a un giovane architetto di cercare clienti e fatturare così da pagarsi commercialista, contributi e spese varie per ritrovarsi in tasca a fine mese somme più basse di quelle che prenderebbe chiedendo il reddito di cittadinanza. Ha davvero senso pretendere che si formi come imbianchino o tecnico informatico? Sarebbe molto più utile imitare la Francia e prevedere una possibilità  di cumulo tra reddito da lavoro e sussidio pubblico, così da favorire l’uscita dalla “trappola della povertà ”in vece che ostacolarla.
Il Rei, il Reddito di inclusione introdotto dal governo Gentiloni, considera tra i parametri di accesso un indicatore -Isr — diverso dal reddito familiare semplice che permette, nella pratica, di poter sommare un po’di sussidio a quanto si incassa lavorando.
Quando invece lo scambio è alla pari — se guadagno un euro perdo un euro di sussidio — si incentiva l’assistenzialismo.
E dare a tutti i poveri in affitto un contributo di 280 euro per la casa significa trattare in modo uguale situazioni molto diverse: gli affitti di Roma non sono gli stessi di un piccolo Paese dell’appennino emiliano.
Sarebbe più equo, e più efficace, dare un maggiore sostegno all’affitto a chi abita in zone dove i prezzi sono più elevati.
C’è anche un’evidente sproporzione tra la quantità  di risorse che va ai single (1,6 miliardi di euro) e quella alle famiglie numerose (1,4 miliardi), anche se sono queste ultime che andrebbero aiutate di più.

(da “NextQuotidiano”)

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IL SENATORE DE BONIS PRESENTA RICORSO CONTRO L’ESPULSIONE DAL M5S

Gennaio 3rd, 2019 Riccardo Fucile

“ESPULSO PER AVER ESPRESSO LA MIA OPINIONE SULLA TAP E SUI FANGHI TOSSICI”

Il senatore Saverio De Bonis ha presentato ricorso contro l’espulsione comminatagli dal MoVimento 5 Stelle a Capodanno. In un lungo post su Facebook il senatore si è difeso dalle accuse che gli hanno rivolto i probiviri e ha sottolineato, come abbiamo osservato, che l’espulsione è arrivata a causa del dissenso politico espresso dal senatore nei confronti delle scelte del M5S in materia di ambiente.
“Rincuorato da questi consensi ho appena inoltrato un reclamo al Comitato di Garanzia ed al Garante Beppe Grillo, per il quale nutro grande ammirazione, con l’intenzione di fare chiarezza in ordine alla mia posizione, ritenendo che quanto contestatomi non comporta un’automatica espulsione, ma piuttosto una scelta discrezionale da parte dei probiviri.
DISCREZIONALITà€, che evidentemente, è stata condizionata da scelte politiche legate ai fanghi tossici, al TAP ed alla Xylella.
Per dovere di trasparenza, e in conformità  alle regole del MoVimento, ho inoltrato, per l’ennesima volta, i certificati relativi ai miei procedimenti prescritti nel 2015, in quanto il caso dell’intervenuta prescrizione è rimessa alla discrezionalità  dei probiviri e non comporta l’espulsione automatica.
Personalmente NON HO MAI NASCOSTO NULLA e non comincerò adesso. Questa volta rendo direttamente partecipe Beppe Grillo dei miei fatti personali, inviando la stessa documentazione più volte prodotta ai probiviri.
De Bonis può infatti contare su un precedente pesante: anche l’attuale sindaca di Anguillara Sabrina Anselmo ha nascosto una condanna ricevuta e non menzionata sul casellario giudiziario ma il M5S non l’ha mai sanzionata.
Un precedente importante, in un tribunale.

(da “NextQuotidiano”)

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I GRILLINI REGGICODA DI SALVINI CONFIDANO SUI MAGGIORDOMI DI FRATELLI D’ITALIA PER TENERE IN PIEDI IL GOVERNO

Gennaio 3rd, 2019 Riccardo Fucile

IL CAPOGRUPPO PATUANELLI: “NESSUN TABU’ VERSO FDI, SI PUO’ TROVARE UNA CONVERGENZA”

Stefano Patuanelli, capogruppo M5S al Senato, in un’intervista rilasciata al Messaggero dice che anche se i numeri della maggioranza in Senato si sono fatti più ristretti non ci sarebbero problemi per il governo a ricevere l’appoggio di Fratelli d’Italia ai suoi provvedimenti, in una riedizione del Patto di Neanderthal che avrebbe potuto sin dall’inizio blindare il governo Conte:
La tenuta del governo è appesa a quattro voti di vantaggio al Senato. Non temete di farvi del male da soli?
«I margini sono ora più ristretti. In ogni caso non siamo preoccupati. Di fronte a misure utili ai cittadini, in aula troveremo una convergenza più ampia di quella della maggioranza in senso stretto».
Ci sono preclusioni di fronte all’eventuale supporto diretto o indiretto che potrebbe arrivare da Fratelli d’Italia?
«Nella scorsa legislatura il M5S ha votato con il centrosinistra i provvedimenti che riteneva necessari per il Paese. E lo stesso avrebbe fatto se avesse governato il centrodestra. Allo stesso modo, se altre forze politiche percepiscono la bontà  dei nostri provvedimenti, ben vengano i loro voti».
Dunque il supporto di Fratelli d’Italia non sarebbe tabù?
«Non c’è nessun tabù verso Fratelli d’Italia».

(da agenzie)

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CONTE AMMETTE AL SETTIMANALE ZEIT: “SI’, E’ VERO, ERO IN RITARDO E DIEDI UNA DELEGA DI VOTO A MERKEL, DI LEI CI SI PUO’ FIDARE”

Gennaio 3rd, 2019 Riccardo Fucile

DOPO AVER SPUTATO VELENO CONTRO LA GERMANIA, IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO HA CAMBIATO IDEA PURE SULLA MERKEL

“Posso parlare solo bene della Germania e del governo tedesco”: Giuseppe Conte si confessa al settimanale Zeit confermando quanto scritto da Repubblica, ossia che nelle massacranti trattative con Bruxelles il governo Merkel “non si è immischiato” e si è ritagliato un ruolo da mediatore.
E il ministro delle Finanze Olaf Scholz è stato “assolutamente” cauto nel negoziato sulla manovra, secondo il presidente del Consiglio.
Il riconoscimento del “modo apprezzabilissimo di negoziare della Germania” è tale che alla fine dell’intervista, Conte ammette di aver preso una decisione non inedita, nei consessi europei, ma curiosa dopo una lunga fase di contrapposizione tra il governo giallo-verde e Merkel.
Quando il direttore Giovanni Di Lorenzo gli chiede conto di un episodio, cioè se a causa di un ritardo Conte avesse dato una delega alla cancelliera al Consiglio europeo di metà  dicembre, lui sobbalza: “E lei come lo sa?”.
Poi confessa: “Sì, è vero. Lo ammetto. Di Merkel ci si può fidare”.

(da agenzie)

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SPUNTONI, SBARRE E LASTRICHI CHIODATI: LA SPORCA GUERRA DEL COMUNE DI ROMA AI PIU’ POVERI

Gennaio 3rd, 2019 Riccardo Fucile

DUE CLOCHARD MORTI DAL FREDDO IN POCHI GIORNI MA LA COSCIENZA CIVILE DELLA CAPITALE E’ CANCELLATA DA PANCHINE ANTIBIVACCO E STRUTTURE RESPINGENTI PER ALLONTARE CHI CERCA UN PO’ DI RIPARO NELLA NOTTE

Alle 22 di ieri sera il Campidoglio ha finalmento aperto l’ingresso delle Ferrovie Laziali in via Giolitti per dare ricovero ai senza tetto intirizziti dal freddo. Totale: 20 posti a fronte di 10mila persone almeno che vivono in strada.
Vivono dove possono, sopravvivono soprattutto, a volte muoiono nell’indifferenza generale come è successo a Stanislao, clochard polacco trovato senza vita a Tor Marancia, ucciso dall’ondata di gelo.
Il calo delle temperature era stato ampiamente previsto dai metereologi. Eppure la Giunta Raggi ha atteso la notte per intervenire. Una sala aperta, 20 brandine. Chi c’è c’è
Dopo Papa Francesco anche la Comunità  di Sant’Egidio ha lanciato l’ennesimo appello: a Roma servono coperte, sacchi a pelo, volontari per dare aiuto a questo esercito di disperati che cerca come può di resistere al gelo. Interviene la Chiesa, intervengono le comunità  cattoliche e la politica tace.
Anzi, se possibile intralcia. Come se la povertà  fosse polvere da nascondere sotto il tappeto
Alla stazione Ostiense da tempo sono stati piazzati degli spuntoni di acciaio sulle panchine: cilindri anti bivacco li chiamano. Impossibile sdraiarsi.
Idem in via Giovanni da Procida, quartiere Bologna, II Municipio. Qui sulle vecchie panchine in legno sono state sistemate delle sbarre di ferro “contro il degrado”. Sbarre volute, pretese dai cittadini. Una guerra agli ultimi, ai più fragili tra i plausi e gli applausi di una città  che è diventata sempre più respingente, cattiva, feroce
A viale Marconi, l’ingresso laterale di una banca sotto un portico, è stato costellato da gradoni in acciaio per evitare che i più bisognosi possano trovare riparo.
Eppure a 150 metri da questa mostruosità  “architettonica” c’è un banchetto pieno di fiori. Era di Davide, clochard ucciso da un malore in strada qualche giorno fa. Vendeva a 50 centesimi i libri che la gente del quartiere gli regalava. Era diventato, a suo modo, un presidio culturale.
Sempre sorridente, parlava inglese e francese. Amava l’arte, il cinema, la musica. D’estate viveva in tenda vicino al fiume e d’inverno in qualche posto riparato con un minimo d’accoglienza. C’è chi lo piange, ora. Chi porta un garofano o una rosa Perchè non tutto è perduto a Roma.
Perchè c’è ancora una coscienza civile che non si piega alla barbarie.

(da Globalist)

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