Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile
QUESTI SONO GLI UOMINI IN DIVISA CHE ONORANO L’ITALIA, NON CHI INDOSSA ILLEGALMENTE LA LORO DIVISA INFANGANDO LA LORO STORIA
Viene avvisato dalla sorella della morte della mamma ma non ha i soldi per comprare un biglietto e raggiungere Napoli, dove vive la famiglia.
Così un ragazzo tunisino residente a Bernalda (Matera) si rivolge ai carabinieri che provvedono all’acquisto.
È una storia di solidarietà quella che vede protagonisti un migrante stagionale con regolare permesso di soggiorno e la stazione del Comando dei Carabinieri del comune materano.
Il giovane, da quanto si è appreso, si è recato in lacrime in caserma. I carabinieri, dopo le verifiche del caso e dopo aver appurato la veridicità dei fatti, si sarebbero subito prodigati nel raccogliere i soldi necessari per il viaggio attraverso una colletta.
L’uomo è partito questa mattina con un pullman per Napoli.
Non è il primo gesto di solidarietà di questo tipo in Basilicata. Qualche mese fa gli abitanti di Bella, in provincia di Potenza, hanno raccolto i soldi necessari per il funerale di un giovane pakistano morto tragicamente sul lavoro.
(da agenzie)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile
LA TRAGICOMICA VICENDA DEL TITOLARE DELL’HOTEL SOLEMAR DI ISCHIA… E ALLA FINE NON FA PIU’ SCONTI AI LEGHISTI
Tra i numerosi problemi della Lega al Sud spunta la tragicomica vicenda dell’Hotel Solemar
di Ischia.
L’albergo, di proprietà dell’imprenditore leghista Aldo Presutti, avrebbe dovuto essere la sede del partito di Salvini sull’isola.
Ma Presutti, salito agli onori delle cronache per aver offerto sconti ai sostenitori di Salvini che volessero soggiornare nel suo hotel, ha deciso di tirarsi indietro dopo essere stato truffato da un sedicente leghista (o meglio, un ex leghista).
«Sono stato raggirato da un personaggio che si era presentato come una persona che è venuta dal Federale della Lega — lui faceva parte della sezione di San Marino di Bentivoglio — che diceva di essere venuto in “avanscoperta” per parlare con l’imprenditore e vedere le problematiche dell’isola».
Il truffatore ha fatto leva sulla buonafede «nel credere nella Lega e il bene della nostra isola» e ed è riuscito a scucire a Presutti cinque mila euro per una campagna elettorale in Emilia Romagna visto che i conti della Lega erano tutti bloccati a causa della vicenda dei 49 milioni del processo a Bossi e Belsito.
L’uomo però non era un emissario della Lega, anzi. Luca Fiorentini, questo il nome del “finto leghista” è stato da tempo espulso dal partito di Salvini.
Ma Presutti questo non lo sapeva e così quando verso la fine del 2018 Fiorentini — che dice di essere “Coordinatore Lega Salvini Premier a Bentivoglio” — si è presentato ad Ischia assieme all’imprenditrice vicentina Elena Brunello al fine di lanciare un fantomatico progetto leghista sulla medicina shaolin che avrebbe interessato l’isola dal nome L’Antica Via Della Seta Elisir di Nuova Conoscenza
Presutti si è fidato. I due del resto dicevano di avere tutte le carte in regola, addirittura il progetto era già stato (dicevano) in Senato e giusto per rendere più appetibile l’offerta i “finti leghisti” avevano offerto alla compagna di Aldo Presutti Carmen Terracina la posizione di responsabile del progetto Antiviolenza di Genere e sulla Donna di Ischia.
La Terracina è, almeno da quanto appare sul suo profilo Twitter, una accesa simpatizzante leghista e secondo il quotidiano online IlGolfo24 è anche un’aspirante candidata della Lega.
Con così tante promesse come non cedere alla richiesta di un’offerta per la causa?
E così è stato: Presutti fa un bonifico da 5mila euro a favore della Lega per la campagna elettorale a San Marino di Bentivoglio.
Che fine hanno fatto quei soldi?
Presutti ritiene che non siano andati davvero alla Lega mentre Fiorentini spiega che è tutto regolare: «il bonifico è tracciato. Si tratta di una donazione gratuita per la sponsorizzazione della campagna elettorale. In cambio ho più di cento chili di volantini della sua struttura alberghiera».
Anzi secondo Fiorentini era Presutti che voleva «sfruttare il simbolo della Lega per riempire il suo albergo».
Secondo Presutti però il provinciale della Lega gli ha detto che Fiorentini non fa più parte del partito, quindi a che titolo raccoglieva finanziamenti?
Nella vicenda è intervenuto infine il deputato salviniano e coordinatore regionale per la Campania della Lega Gianluca Cantalamessa che avrebbe dovuto recarsi ad Ischia ma dopo l’esplosione dello scandalo ha deciso di non recarsi sull’isola e di azzerare la Lega ischitana.
In un’intervista a IlGolfo24 Cantalamessa stronca le speranze di Presutti e Terracina di diventare dirigenti locali della Lega. L’ex AN spiega che «per essere dirigenti della Lega e far parte dell’organigramma del partito è necessario aver fatto un minimo di militanza».
Motivo per cui probabilmente Presutti ha poi deciso di ritirare la disponibilità ad usare l’Hotel Solemar come sede del partito.
La Terracina è però molto attiva sui social dove posta continuamente immagini e notizie pro-Salvini. Tra i tweet spunta anche quello dove festeggia l’arrivo all’Hotel Solemar di “Luca Fiore” presentato come coordinatore della Lega a Bologna.
Riguardo alla vicenda del truffatore (o presunto tale) il coordinatore regionale precisa che «Dal mio omologo in Emilia ho appreso che questa persona che è venuta ad Ischia parlando in nome e per conto della Lega non sarebbe responsabile di sedi nè sezioni. non è un dirigente del partito e, sempre secondo quanto mi è stato riferito, non risulta nemmeno socio militante».
Insomma alla fine il raggiro ha prodotto un unico effetto: da oggi nessuno a Ischia è autorizzato a parlare a nome della Lega.
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile
SALVINI COME VERDINI, SI RIFUGIA DIETRO L’IMMUNITA’ PARLAMENTARE… IL PRESIDENTE DEGLI AVVOCATI: “SI FACCIA PROCESSARE, QUESTO DOVREBBE ESSERE IL COMPORTAMENTO DI UN MINISTRO DELLA REPUBBLICA”
Sceneggiata numero 1
“Non ho bisogno di protezione, altri chiedevano l’immunità perchè rubavano, io invece ho applicato la legge da ministro. E ritengo di aver applicato la costituzione che prevede la difesa della patria”, dice il vicepremier leghista parlando con i giornalisti sulla terrazza di un immobile confiscato e consegnato a Roma Capitale.
Quindi Salvini rinuncia allì’immunita’ parlamentare? Manco per niente.
“Se dovrò essere processato per questo – continua – lo deciderà liberamente il Senato. Chi sono io per non farmi processare? Il Senato è sovrano e deciderà , non voglio sostituirmi al Senato”.”. E conclude: “Il voto in aula ci deve essere”
Quindi se i grillini e il sedicente centro-destra di Forza Italia e Fdi lo salveranno, tanti saluti a tutti, come un Verdini qualsiasi
Il M5s intanto si mantiene cauto nei giudizi: “Faremo una riunione per prendere questa decisione dopo aver ascoltato la giunta”, chiarisce il senatore pentastellato Gianluca Castaldi.
“Questa volta il Movimento 5 Stelle deve uscire allo scoperto – denuncia Pippo Civati di Possibile – il ‘salva-Salvini’ sarebbe un vero raggiro agli elettori. Dopo anni di promesse sui privilegi della politica, di fronte alla giustizia, il ‘no’ all’autorizzazione verso il loro alleato, sempre più loro capo, sarebbe ingiustificabile. Anche per un campione di arrampicata sugli specchi come Di Maio”.
Sul caso interviene anche il presidente dell’Anm Francesco Minisci a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario: “Bisogna abbassare i toni del dibattito e noi auspichiamo che la dialettica torni nei canoni corretti: la magistratura ha le sue prerogative, noi rispettiamo quelle di tutti, ma chiediamo rispetto”.
Più duro Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione delle Camere penali: “Sfidare in modo un pò guascone e con l’occhio al consenso popolare spiccio non risponde a canoni istituzionali di comportamento di un ministro della Repubblica”.
(da agenzie)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile
“QUI, IN POCHI, NUOTAMMO ALLE VOSTRE SPIAGGE. CHE RAZZA DI UOMINI E’ QUESTA? O QUALE PATRIA COSI’ BARBARA PERMETTE SIMILE USANZA? CI NEGANO IL RIFUGIO DELLA SABBIA, CI VIETANO DI FERMARCI. SE DISPREZZATE IL GENERE UMANO TEMETE GLI DEI”
Nel primo Libro dell’Eneide di Virgilio, mentre Enea e i suoi stanno per raggiungere le coste
della Sicilia, dopo sette anni di navigazione, arriva la tempesta.
La dea Giunone, da sempre ostile ai troiani, briga con Eolo, re dei venti, a scatenare una tempesta senza precedenti.
Ma anche Enea ha i suoi santi in Paradiso e così, sostenuto da Nettuno, dio delle acque, si salva e con sette delle sue venti navi approda nelle coste della Libia.
Qui dovrà convincere Didone, la regina di Cartagine, con una famosa orazione, per chiederle ospitalità :
“Qui, in pochi, nuotammo alle vostre spiagge. Che razza di uomini è questa? O quale patria così barbara permette simile usanza? Ci negano il rifugio della sabbia; dichiarano guerra e ci vietano di fermarci sulla terra più vicina. Se disprezzate il genere umano e le armi degli uomini, temete almeno gli Dei, memori del bene e del male.”
Sono i versi da 538 a 543 dell’Eneide di Publio Marone Virgilio, poema composto probabilmente tra il 29 a.C. e il 19 a.C., opera epica alla base della nostra cultura non solo perchè narra la nascita di Roma, ma perchè da oltre duemila anni racconta la “lotta per la vita” di un uomo e dei suoi compagni, narrando la leggendaria storia di un gruppo di profughi che, sfuggendo dalla guerra, viaggiarono tra tempeste, morti e naufragi per il Mediterraneo fino ad approdare nel Lazio, diventando il progenitore del popolo romano, i fondatori dell’Italia.
Quella stessa Italia che oggi nega ad altri disperati l’approdo e, dunque, la salvezza. Che Nettuno sia con loro.
(da “Fanpage”)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile
COME I GRILLINI VOGLIONO INTORTARE I LORO ELETTORI
La richiesta di autorizzazione a procedere da parte del Tribunale dei Ministri nei confronti di Matteo Salvini per il caso Diciotti e il sequestro di 177 persone mette il MoVimento 5 Stelle di fronte al dilemma del prigioniero.
Le opzioni sono due: salvare Salvini come se fosse un Verdini qualsiasi e votare in Senato contro l’autorizzazione a procedere oppure tenere fede ai sani e robusti principi del partito anti-casta che fu e rischiare di far cadere il governo?
La soluzione potrebbe fornirla proprio Salvini. Il ministro dell’Interno si è già dichiarato colpevole (in un video, quindi non vale) e si è detto pronto ad andare a processo.
Chissà che non voglia togliere d’impaccio l’alleato rinunciando all’immunità parlamentare e facendosi processare come un normale cittadino (e papà ).
Ma in caso contrario che cosa faranno i senatori pentastellati?
In teoria una soluzione potrebbe fornirla il contratto di governo che prevede la convocazione del Comitato di Conciliazione tra le cui finalità c’è quella di «giungere ad un dialogo in caso di conflitti al fine di risolvere i problemi e le divergenze rilevanti».
Non è ben chiaro chi ne faccia parte, la composizione del Comitato (che dovrebbe intervenire anche «in riferimento alla realizzazione e al completamento delle opere pubbliche di rilievo nazionale non menzionate nel contratto», quindi ad esempio la TAV) è demandata ad un accordo tra le parti.
Il contratto di governo Lega-M5S stabilisce anche che non possono entrare a far parte del governo soggetti che “siano sotto processo per reati gravi“.
Il reato contestato a Salvini è quello di sequestro di persona aggravato, ma non è chiaro se per il M5S sia un reato grave o meno. Il punto principale però è che nel programma di governo presentato nell’agosto 2017 il M5S affermava la sua intenzione di attuare una serie di riforme contro gli eccessi della casta con “modifica dell’immunità penale dei parlamentari, che deve essere limitata alle opinioni e ai voti espressi nell’esercizio delle funzioni” .
Un concetto ribadito anche da Di Maio durante l’ultima campagna elettorale: “Da noi chi sgarra viene messo alla porta, nel Partito Democratico viene fatto ministro”.
Il problema è che pur essendo un ministro del governo del Cambiamento Salvini non è un parlamentare del M5S e quindi l’eventuale scappatoia è che il M5S risponderebbe solo per i “suoi”, anche a patto di derogare ad una regola fondamentale del partito (e sappiamo cosa diceva Casaleggio sul derogare alle regole).
Il M5S ha sessanta giorni di tempo (ma già entro un mese si dovrà esprimere la Giunta per le autorizzazioni del Senato) per decidere se vuole ancora essere il partito che fu movimento e quindi votare a favore dell’autorizzazione a procedere oppure se salvare il governo e le poltrone dei ministri.
Durante una telefonata con il collega vicepremier Luigi Di Maio ha rassicurato l’alleato leghista dicendo che il MoVimento non farà scherzi e voterà contro l’autorizzazione a procedere. Ma al Senato, dove i numeri della maggioranza sono risicati, l’ago della bilancia potrebbero esserlo i senatori pentastellati “dissidenti”.
Il M5S porterà le arance a Salvini?
Paola Nugnes ha già annunciato che voterà a favore dell’autorizzazione a procedere. Non tanto perchè ritene che Salvini sia colpevole ma perchè «noi del M5S abbiamo sempre valutato che l’autorizzazione a procedere fosse un atto dovuto».
Più cauta la senatrice Elena Fattori che invece spera in una rinuncia dell’immunità da parte di Salvini e ipotizza che alla fine il ministro verrà salvato dai senatori del centrodestra che faranno da stampella alla maggioranza.
Anche il senatore Alberto Airola ricorda la regola non scritta sull’immunità che ha sempre dettato la linea per il M5S: “non so dare una risposta precisa ma nessuno è mai stato sottratto alla giustizia da un voto soprattutto nel momento in cui ci si professa innocenti”.
Ma prima di arrivare in Aula a Palazzo Madama si dovrà passare per il voto della Giunta per le autorizzazioni (presieduta dal forzista Gasparri). Lì ci sono il senatore Gregorio De Falco, fresco di espulsione dal M5S cui ha intentato causa e Mario Michele Giarrusso.
Proprio Giarrusso fu costretto dal M5S a rinunciare all’insindacabilità e all’immunità parlamentare in seguito ad una querela per diffamazione.
Il MoVimento votò contro l’insindacabilità e in Aula si espresse a favore dell’autorizzazione a procedere nei confronti del suo senatore.
In quell’occasione Di Maio ricordò che il MoVimento 5 Stelle non avrebbe mai fatto ricorso all’insindacabilità e all’immunità «non ci proteggiamo dietro questi strumenti» perchè «sono loro [l’allora maggioranza a guida PD NdR] che si proteggono dietro l’immunità parlamentare, così hanno salvato dalla galera un senatore di NCD».
Nel 2014 Di Maio scriveva su Facebook che l’immunità parlamentare era un istituto anacronistico che andava abolito.
A complicare le cose è arrivata la dichiarazione fatta ieri sera a Piazza Pulita dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che in merito alla vicenda della Diciotti ha spiegato che quello che è stato fatto in merito alla nave Diciotti quest’estate è stata un’azione concordata da tutto il governo. L’attività che è stata portata avanti è stata portata avanti da tutto il governo e non solo dal ministro Salvini».
Insomma se Salvini venisse condannato allora si tratterebbe di una condanna anche nei confronti dell’azione di governo. Ed è evidente che questo il MoVimento 5 Stelle non può permetterselo. Un salvagente per il clandestino Salvini (e per se stessi)
(da “NextQuotidiano“)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile
INVITATA A UN CONVEGNO, LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE FINANZE VUOLE PRIMA SAPERE SE AVRA’ UN POSTO ADEGUATO AL SUO LIGNAGGIO, COME LA PEGGIORE KASTA
Io sono io, tuonò dal suo account mail l’Onorevole Presidente grillina Carla Ruocco. Anzi, io
sono “l’autorità ” e come tale devo sedere dove mi spetta al convegno sulla Shoah.
La nemesi del grillismo è tutta in una mail partita incautamente dall’indirizzo della deputata, Presidente della commissione Finanze di Montecitorio, in cui Ruocco — o chi per lei del suo entourage – richiede perentoriamente un posto tra le autorità .
E poco importa se un tempo sarebbe stata massacrata dai suoi stessi compagni in nome della battaglia all’odiata Casta.
L’ufficio del cerimoniale della Camera inoltra lo scorso 17 gennaio a tutti i deputati un messaggio che recita: “Si trasmette l’invito al convegno “Trasmettere e insegnare la Shoah è impossibile?”, che si terrà venerdì 25 gennaio 2019 (oggi, ndr) alle ore 10.30 nell’Aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari”.
Una settimana dopo, e siamo a oggi, alle ore 9.47 dalla casella di Carla Ruocco parte questa mail: “Buongiorno, per la Presidente On. Carla Ruocco è stato riservato un posto tra le autorità ?”. Non solo.
La richiesta è accompagnata anche dall’ultimativa postilla: “Gradirei essere informato al 349…”, e segue numero di telefono completo.
Per una svista, il messaggio viene spedito non solo al cerimoniale, ma a tutti i parlamentari. La notizia inizia a circolare, i parlamentari ne parlano nelle chat private. Poco dopo, la deputata di Forza Italia Laura Ravetto commenta tagliente: “”Le autorità … e poi erano gli altri la Casta…”. Il dem Luigi Marattin: “Quando si tratta di prendere i voti, “uno vale uno” e “abbasso la casta”. Quando si siedono sulle poltrone, chiedono i posti “autorità ” anche nelle iniziative contro la Shoah, in cui basterebbe solo ascoltare. Sono proprio uno spasso questi grillini”.
Che sia stata Ruocco o qualcuno del suo staff a scrivere la mail conta poco, in fondo. Il messaggio parte dall’indirizzo istituzionale della parlamentare, tra gli esponenti di punta dei cinquestelle e già membro del direttorio a cinque che fu incaricato di reggere il Movimento per diversi mesi.
Adesso la mutazione sembra completa. E non basterà sostenere che “autorità ” era scritto in minuscolo per scrollarsi di dosso quel sapore evidentemente dolce di Casta.
(da agenzie)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile
“UN UOMO CON LA SVASTICA TATUATA SUL BRACCIO MI HA GUARDATA CON ODIO E POI MI HA SPUTATO ADDOSSO”… A QUESTO SI STA ARRIVANDO LASCIANO A PIEDE LIBERO GLI ISTIGATORI ALL’ODIO RAZZIALE
Tre sputi. Uno in faccia, uno sulla valigia e uno sulla borsetta che portava a tracolla e sulla quale erano stampate alcune parole in yiddish.
La sua unica colpa? Essere ebrea. O, almeno, sembrarlo.
Alessandra Veronese, professoressa di storia medioevale ed ebraica all’Università di Pisa, ha affidato a un post su Facebook il racconto di quello che le è capitato lo scorso giovedì 17 gennaio, mentre si trovava a Roma.
“Era l’ora di pranzo, stavo aspettando di incontrare un’amica, in una piazza centralissima, ed essendo arrivata in anticipo mi sono fermata a guardare la vetrina di una libreria – ricorda Veronese – Alla mia destra, seduto su dei gradini c’era un uomo. Ha iniziato a osservarmi e prima ancora che me ne accorgessi me lo sono ritrovato a due centimetri di distanza. Mi ha guardato con uno sguardo di odio e disprezzo, poi mi ha sputato. Io sono rimasta basita, non capivo”.
L’uomo, che si è subito allontanato, è stato riconosciuto da alcune persone che hanno assistito alla scena. “Uno studente mi ha detto che è un volto noto della zona, un fascista non nuovo ad aggressioni di questo tipo. Mi ha anche fatto notare che portava una svastica tatuata sull’avambraccio”.
A quel punto, per la professoressa, è stato tutto più chiaro: “Quell’uomo mi ha sputato perchè credeva che fossi ebrea, mi ha scelta proprio per quello. Sulla borsetta di tela che indossavo c’erano delle scritte in ebraico di un corso di yiddish che avevo seguito alcuni anni fa a Tel Aviv”.
Veronese ha deciso di rivolgersi alla Digos e denunciare l’episodio: “Volevo che si sapesse, volevo raccontarlo: mi è sembrato un gesto così grave, enorme. Sono troppi i casi di intolleranza e non possiamo certo rimanere in silenzio”.
(da agenzie)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile
L ‘EX CANDIDATO SINDACO M5S DI PALERMO SI DISSOCIA SULLA GESTIONE DELLA SEA WATCH: “SPREZZANTI I VOSTRI METODI, INACCETTABILE L’ATTEGGIAMENTO DEL GOVERNO, E’ ORA CHE LA BASE M5S FACCIA SENTIRE LA SUA VOCE”
“Non parlate in mio nome…”. Ugo Forello, ex candidato sindaco di M5S a Palermo, prende
nuovamente, e in modo clamoroso, le distanze dal suo movimento.
Lo fa con un post su Facebook che prende spunto dal caso della Sea Watch, la nave con 47 migranti ferma nelle acque di Siracusa.
Forello scrive: “Mi dissocio dalle prese di posizione dei Ministri Di Maio e Toninelli. Il vostro modo sprezzante di parlare di persone, come se fossero cose, non è accettabile. No…”.
Il consigliere comunale di Palermo, che qualche giorno fa si era definito “indipendente” dentro il gruppo consiliare di 5 Stelle, contesta la politica dei “due forni” del movimento.
“Mi rivolgo ai tanti cittadini che hanno votato il MoVimento 5 Stelle, chiedo a loro di alzare la voce, di prendere una posizione chiara; non si può cedere, ancora, il campo alla teoria che sia necessario occuparsi “prima” di qualcosa o di qualcuno, a discapito di qualcos’altro o di qualcun altro; non si può accettare la strategia del chi è più duro o intransigente, sulla pelle degli altri. Non si può continuare a perseguire la politica dei due forni”.
Afferma ancora Forello: “E’ (o meglio dire, sarebbe, in un paese normale) buono e giusto accogliere, soccorrere e far sbarcare le persone che si trovano in mezzo al mare, così come occuparsi dei bisogni dei cittadini, di quelli che sono in difficoltà o sono in uno stato di emarginazione economica e sociale. E’ un errore grossolano mettere le due cose in termini di contrapposizione, o l’uno, oppure l’altro”.
Secondo l’esponente grillino “non esiste alcuna emergenza, alcun massiccio flusso migratorio che possa, neanche e lontanamente, giustificare il comportamento – inaccettabile – del governo italiano. Le Ong in mare hanno svolto e continuano a svolgere un’attività importantissima, di grandissimo valore umano, quelle stesse ONG che dopo anni di inchieste e insinuazioni, risultano pulite, senza nessun indagato”.
(da agenzie)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile
FILIPPO PARADISO E’ STATO TIRATO IN BALLO DA UN AVVOCATO, VERBALI SONO STATI SECRETATI
Filippo Paradiso, classe 1966, pugliese che in passato ha prestato servizio negli uffici di diretta collaborazione dei vari sottosegretari alla Presidenza del Consiglio, con Prodi, come con Berlusconi. Ora lavora al ministero dell’Interno, come collaboratore della segreteria di Matteo Piantedosi, il capo di gabinetto di Matteo Salvini indagato con il Capitano nell’affaire Diciotti.
Ma, scrive oggi Il Fatto Quotidiano, Filippo Paradiso è anche indagato in un filone della mega-inchiesta romana su un presunto giro di sentenze comprate anche al Consiglio di Stato.
Scrivono Antonella Mascali e Valeria Pacelli che Paradiso viene tirato in ballo in questa indagine dall’avvocato Giuseppe Calafiore, che è stato molto vicino all’ex legale dell’Eni, Piero Amara: entrambi hanno fatto rivelazioni, alcune secretate, che hanno dato spunto a diversi filoni di indagine.
Su Paradiso, Calafiore racconta — ma per averlo saputo de relato— di somme di denaro che gli sarebbero state versate da Amara. Ovviamente sono affermazioni che devono essere riscontrare dai magistrati, anche perchè finora non ci sono prove di passaggi di denaro, nè Amara ha confermato la circostanza.
Intanto, i pm cercano di ricostruire il nesso tra Paradiso e Amara: il sospetto — anche questo da verificare — è che il primo potrebbe essere stato utile al legale per i suoi rapporti con il mondo della politica e magari della magistratura.
Contattato dal Fatto, Paradiso ha spiegato di non aver “avuto mai rapporti personali”con Calafiore, mentre conferma di conoscere Amara, con il quale dice di avere “rapporti di cordialità ”. Ma, continua Paradiso, “escludo nel modo più assoluto di aver ricevuto delle somme denaro.
Oltre la vicenda che riguarda il collaboratore del Viminale, ci sono altri filoni di questa inchiesta tenuti segreti.
Come quello in cui è indagato il presidente della Sesta sezione del Consiglio di Stato, Sergio Santoro. È accusato di corruzione in atti giudiziari, ma solo i pm ne conoscono il motivo.
(da “NextQuotidiano”)
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