Aprile 17th, 2019 Riccardo Fucile
SOLO 487.677 LE DOMANDE ACCETTATE, UN 26% BOCCIATO… MIGLIAIA DI RICHIEDENTI STANNO PROTESTANDO SUI SOCIAL PER IMPORTI RIDICOLI TRA 40 E 200 EURO PUR VIVENDO IN POVERTA’
Il reddito di cittadinanza è ormai in dirittura d’arrivo, le istanze presentate durante la prima fase
sono state pressochè tutte elaborate e i circa 800mila richiedenti in questi giorni stanno ricevendo via mail e via sms l’esito della pratica.
Secondo quanto comunicato dall’Inps, nel complesso sono 487.677 le domande che risultano essere state accettate mentre il restante 26 per cento della platea richiedente ha ricevuto un rifiuto.
Ci sono migliaia di persone che stanno iniziando a protestare contro il governo e contro “la truffa del reddito di cittadinanza” a causa degli importi troppo bassi che si sono visti concedere.
Su Facebook, nei numerosissimi gruppi privati e pubblici dedicati al reddito di cittadinanza, sono infatti centinaia e centinaia i post e i commenti pubblicati dai beneficiari del reddito rimasti delusi dall’esito della pratica.
Il motivo? L’importo comunicato dall’Inps è molto più basso di quanto si aspettassero.
Ma quanto basso? In molti casi, si parla di cifre che vanno dai 40 ai 2-300 euro mensili anche per nuclei famigliari numerosi e composti da persone disoccupate, minori o invalidi.
Visualizzato l’importo sul sito del governo dedicato al reddito di cittadinanza, per molti beneficiari la felicità per l’accoglimento della domanda ha lasciato immediatamente spazio all’indignazione contro il governo e in particolare contro il Movimento 5 Stelle, padrino e promotore della misura.
“40 euro? Vergogna. Ragazza madre di due figli, disoccupata. Questo è l’aiuto che date”, scrive Laura alla pagina ufficiale Inps per la Famiglia.
Ma Laura non è l’unica a lamentarsi, sul Web e sui social i post di protesta si stanno moltiplicando a vista d’occhio: “Approvato… 70 euro. Mamma sola con una bimba piccola a carico… Vivo in una residence perchè nessuno da casa a chi non ha lavoro e reddito… DISOCCUPATA… Non ho macchina non ho nulla… Ho lavorato nel 2017 4 mesi, ho un Isee da 2500 euro perchè chi sta in una residence non è calcolato nel Isee…. Mi hanno tolto Rei 300 euro per darmi 70…. Complimenti”, si sfoga Elvira, seguita da Alessia: “Che tristezza… Mi lamento io che sono sola e mi hanno accettato la domanda a 40 € al mese!!!!! La nostra dignità dove sta???”.
“Com’è possibile! Siamo 3 adulti disoccupati, l’Isee è 2400 euro pagando 410 di affitto..e di rdc l’importo è 197 euro..Come si può vivere?”, si domanda per esempio Gianna.
Non sono solo i beneficiari che si sono visti comunicare un importo mensile pari a 40 euro a protestare, anche chi si è visto garantire cifre più consistenti non sembra affatto contento della notizia.
La causa? Sicuramente le aspettative troppo alte hanno fatto la loro parte, aspettative che molti cittadini hanno fondato sulle dichiarazioni dei rappresentanti di governo senza comparare le promesse elettorali alle norme scritte nero su bianco nel testo di legge approvato dal parlamento.
“Da stamattina ci stanno chiamando per avere informazioni sugli importi e tanti hanno protestato perchè sono rimasti delusi dalle cifre concesse. Noi però non c’entriamo nulla, siamo qui ad applicare le norme di una legge approvata e non decidiamo quanto erogare a ogni cittadino nè possiamo modificare gli importi”, spiega a TPI un’operatrice del Contact Center Inps.
“Tanti credo non abbiano capito come viene calcolato il reddito di cittadinanza, guardano solo l’importo Isee ma anche i redditi percepiti e dichiarati sono tenuti in considerazione e, magari, chi lavora part-time — o percepisce altri sussidi — ha diritto solo a una minima integrazione e per questo visualizza cifre molto basse. Le pensioni sociali, ad esempio, fanno reddito e quindi vanno a diminuire l’importo del reddito di cittadinanza che non potrà mai essere nè pari nè vicino ai 780 euro mensili che molti si aspettavano di ricevere. Poi, il reddito tiene conto dei redditi dell’intero nucleo famigliare dell’anno 2017, non solo della persona, magari disoccupata, che lo richiede”, conclude l’operatrice.
(da TPI)
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Aprile 17th, 2019 Riccardo Fucile
SALVINI FA IL BULLO, MA STAVOLTA HA TROVATO CHI GLI HA ASSESTATO DUE SCHIAFFONI
Era iniziato come un contrasto tutto politico, sui porti chiusi e su come rispondere a un’eventuale escalation in Libia e conseguente aumento di sbarchi, si è trasformato in uno scontro istituzionale e di competenze che potrebbe sfumare nel cielo come una bolla di sapone od esplodere con conseguenze imprevedibili.
Dopo i malumori filtrati dallo Stato maggiore della Difesa martedì per la direttiva sul controllo del mare territoriale, i vertici militari hanno diffuso un comunicato ufficiale: “Le Forze Armate sono uno strumento tecnico operativo al servizio del Paese e che ogni attività viene pertanto svolta in aderenza alle indicazioni politiche e secondo la prevista linea gerarchica”.
L’esegesi fa emergere tre elementi.
Il tirarsi fuori fuori da qualsivoglia polemica politica; la non smentita dell’irritazione trapelata a mezzo stampa; il richiamo alla catena di comando, che salendo porta al ministro della Difesa Elisabetta Trenta e su su fino al capo dello Stato Sergio Mattarella.
Proprio mentre Salvini provava a contrattaccare così: “Si dice, pare, sembra. Io dialogo quotidianamente con i vertici delle forze di sicurezza e non mi risulta alcuna irritazione di alcun vertice militare”.
È qui che lo scontro si stratifica e si ingarbuglia. Perchè il ministro della Difesa, dopo aver duramente polemizzato con il Carroccio negli scorsi giorni, si sfila per ventiquattrore da una polemica che in qualche modo potrebbe cavalcare.
E insieme a lei tutto il Movimento 5 stelle adotta un silenzio radio sulla vicenda.
Salvini è furioso. “Sappiamo benissimo che quello è un ministero grillino — spiega un fedelissimo del ministro dell’Interno — e che quello che è filtrato ieri ha una matrice ben precisa, è stato coordinato”. Anche per questo i pentastellati si tirano fuori: il problema è tutto del leader del Carroccio, e si colloca su un piano puramente istituzionale.
Una fonte di governo lascia filtrare che effettivamente lo spaventoso conflitto di competenze tra i due ministeri investe i sacri Palazzi della politica italiana. E che oltre allo sgarbo di una direttiva non concordata che investe in parte anche le attribuzioni dei militari, sia a Palazzo Chigi sia al Quirinale sarebbero in corso verifiche sulla legittimità del documento di Salvini che dispone, in sostanza, la
potestà del Viminale sulle imbarcazioni con migranti che fanno ingresso nelle nostre acque. Una direttiva contenente un verbo, “il ministro dispone”, che, indirizzata anche al capo di Stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli e al capo di Stato maggiore della Marina, Walter Girardelli, è suonata come un’ingerenza indebita.
La Trenta si tiene fuori dallo scontro: “Se ci siamo chiariti? No eravamo entrambi impegnati”. I due si incrociano al question time alla Camera, e non si degnano di uno sguardo.
Luigi Di Maio parla a suocera perchè nuora intenda e tira una stoccata su un altro versante: “La nuova direttiva firmata da Salvini? Ho letto che attribuisce più poteri ai prefetti che ai sindaci in alcuni casi — dice, riguardo a un altro atto diffuso dal Viminale sul governo delle città – Non saprei dire, io sono dell’opinione che chi governa lo scelgono i cittadini. È l’abc della democrazia”.
Il punto di caduta reale dello scontro ancora non è chiaro, ma forse mai la tensione tra i due alleati di governo aveva tirato dentro così pesantemente altri poteri dello stato, innescando una miccia di un potenziale conflitto istituzionale dall’orizzonte incerto.
Da qui a venerdì, quel che si vede è che il vicepremier che in campagna elettorale brandiva il rosario si ritroverà in minoranza, almeno dalle parti del Vaticano.
“Sono troppi i calvari sparsi per il mondo — dirà Papa Francesco nelle sue meditazioni per la via crucis del venerdì santo – tra cui i campi di raccolta simili a lager nei Paesi di transito, le navi a cui viene rifiutato un porto sicuro, le lunghe trattative burocratiche per la destinazione finale, i centri di permanenza, gli hot spot, i campi per lavoratori stagionali”. Amen.
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 17th, 2019 Riccardo Fucile
IL M5S SI DISSOCIA, I SINDACI NON CI STANNO: “INVECE CHE DIRETTIVE PENSI A MANDARE GLI AGENTI CHE HA PROMESSO E MAI ARRIVATI”
Contrastare in modo più efficace il degrado urbano e rafforzare la sicurezza delle città affiancando le
ordinanze prefettizie agli strumenti previsti dal decreto sicurezza.
Sono le indicazioni contenute nella direttiva inviata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini a tutti i prefetti con la quale si chiede di convocare i Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica nell’ambito dei quali “dovrà essere avviata una disamina delle eventuali esigenze di tutela rafforzata di taluni luoghi del contesto urbano”.
Di Maio: “Chi governa lo sceglie il voto”.
“La nuova direttiva firmata da Salvini? Ho letto che attribuisce più poteri ai prefetti che ai sindaci in alcuni casi. Non saprei dire, io sono dell’opinione che chi governa lo scelgono i cittadini. È l’abc della democrazia. Esprimi un voto e poi giudichi al termine del mandato. Io la vedo così”. Lo afferma, intercettato dall’ANSA, il vicepremier Luigi Di Maio commentando la circolare Salvini che assegna, per le zone rosse dei Comuni, più poteri ai prefetti sulle ordinanze antidegrado.
Nardella a Salvini: “Non nasconderti dietro al prefetto”.
“Salvini faccia il ministro per bene e non si nasconda dietro un prefetto. Mi pare, poi, che il distratto sia lui: a novembre aveva promesso 250 agenti che ancora non ha mandato”.
Decaro: “Sindaci non saranno commissariati”.
“Noi sindaci amministriamo ogni giorno, tra mille difficoltà e non abbiamo bisogno di essere commissariati da nessuno”. Così il presidente e sindaco dell’Anci, Antonio Decaro, sulla direttiva ai prefetti anti-degrado urbano firmata dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Il ministro, aggiunge Decaro, “non perde occasione per prendersela con i sindaci che invece dovrebbe considerare come suoi alleati, perchè sono gli unici a conoscere il territorio”.
“Se Salvini ci avesse chiamati per affrontare seriamente il problema del degrado urbano nelle città – prosegue Decaro – gli avremmo detto che varare zone rosse è un pò come mettere la polvere sotto il tappeto, non risolve il problema, lo sposta altrove”. “E no – aggiunge il presidente dell’Anci – non siamo distratti. Quello distratto sembra piuttosto il ministro, visto che sembra aver dimenticato che i prefetti hanno competenza esclusiva su ordine pubblico e sicurezza, e per occuparsi di questi temi non hanno bisogno di nessuna circolare ministeriale nè di commissariare nessuno”.
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 17th, 2019 Riccardo Fucile
PAPA FRANCESCO LANCIA UN PRECISO SEGNALE POLITICO A SALVINI
Papa Francesco come un nuovo Mosè alza la Croce davanti ai Faraoni del mondo per aprire il Mar rosso a un nuovo popolo eletto, quello degli ultimi degli ultimi, quello dei migranti.
Dal 2013, dal primo viaggio a Lampedusa, sono innumerevoli gli interventi papali sul dramma di chi muore nel Mediterraneo e chi cerca di fuggire oltre i muri che numerosi si stanno alzando in Europa e nelle Americhe.
Ma non era mai accaduto che un’intera celebrazione liturgica, per di più al centro del Triduo della Settimana Santa, i giorni più importanti della fede cristiana, fosse dedicata ai fuggiaschi di oggi che spesso diventano schiavi.
Questo accadrà durante la tradizionale via Crucis del Colosseo, quando verranno lette le meditazioni di Suor Eugenia, “una giovane ottantenne” (come l’ha definita il direttore ad interim della Sala Stampa Vaticana, Alessandro Gisotti).
Un vero e proprio j’accuse alle “politiche esclusive ed egoiste” che erigono muri e vedono nel diverso “un nemico da respingere o da combattere”, la denuncia dei “troppi calvari sparsi per il mondo, tra cui i campi di raccolta simili a lager nei Paesi di transito, le navi a cui viene rifiutato un porto sicuro, le lunghe trattative burocratiche per la destinazione finale, i centri di permanenza, gli hot spot, i campi per lavoratori stagionali”: una Via Crucis che denuncia senza mezzi termini la situazione degli “spaventosi centri di raccolta in Libia”.
Durante la Via Crucis saranno lette le storie delle prostitute che dall’Africa giungono in Italia. “Racconti brevi”, che aiuteranno a far capire perchè “occorre gridare con forza ‘Mai più schiave!’. Perchè – ha aggiunto Suor Eugenia durante una presentazione in Sala Stampa vaticana – non è possibile che nel 2019 vi siano milioni e milioni di donne che ancora crocifiggiamo per il nostro consumo”.
Nel ’68 si gridava “Il personale è politico”. Oggi, quarant’anni dopo, la Chiesa di Francesco grida “Urbi ed orbi”, in mondovisione, che “la fede è politica”. Non è ricorrenza cerimonialistica, così ha detto qualche giorno fa Francesco. Sono gli ultimi ad essere la “carne di Cristo”.
Francesco proclama che la “fede è politica” e lo fa con tutta la forza (anche mediatica) di cui dispone, nel momento centrale del”passaggio” della Pasqua (solennità con cui gli ebrei celebrano la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto e i cristiani quello dalla schiavitù del peccato e della morte ad una vita nuova).
Le elezioni europee di fine maggio incombono, l’Europa nata anche dalla visione “cattolica” dei padri fondatori (molti non sanno che le dodici stelle della bandiera sono state scelte come omaggio alla corona della Madonna, la “Notre Dame”) potrebbe soccombere davanti alla possibile vittoria populisti e sovranisti.
E così Francesco e la sua Chiesa scendono in campo contro una politica giudicata incompatibile, quella “dei porti chiusi” di cui si è fatto araldo innanzitutto il vicepremier italiano Matteo Salvini.
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 17th, 2019 Riccardo Fucile
L’AUTOGOL DI VITO CRIMI: “VUOI FAR CHIUDERE RADIO RADICALE, SEI SENZA VERGOGNA”
La morte di Massimo Bordin, storico direttore di Radio Radicale, ha colpito molte personalità di
spicco del mondo del giornalismo e non solo.
Bordin se n’è andato in un momento in cui la sua amata Radio rischia concretamente di essere chiusa. E ad esprimere cordoglio è anche Vito Crimi, sottosegretario all’editoria, che però così compie un autogol che i social non gli perdonano.
«Il giornalismo italiano perde uno fra i suoi più importanti protagonisti, un professionista serio e preparato»: una frase con cui non si può non essere d’accordo parlando della morte di Massimo Bordin.
Peccato che a scriverla sia Vito Crimi, sottosegretario all’editoria, proprio lo stesso che lunedì aveva annunciato l’intenzione del governo di non rinnovare la convenzione stipulata con la radio nel 1994, che permette uno stanziamento di 10 milioni di euro l’anno per la trasmissione delle sedute del Parlamento.
Un autogol imperdonabile: sotto il tweet di Crimi ci sono centinaia di commenti, e neanche uno è positivo. «Fossi in lei, eviterei di parlare di giornalismo e informazione» e «Dal big bang a oggi c’era un momento perfetto e necessario per lei, per stare zitto. Questo. Non sorprende che non l’abbia colto» sono i tweet più popolari, e che riassumono il tono di quelli a seguire.
«Ci vuole del coraggio a essere così inopportuni, anzi no, quale coraggio. Bisogna essere senza vergogna.» scrive un utente, mentre un altro rincara la dose twittando «Ma davvero? È per questo che farai chiudere Radio Radicale? Troppi professionisti come Massimo Bordin ti fanno andare di traverso il pasto? Da lui non hai imparato proprio un bel nulla, l’informazione libera “dentro il palazzo ma fuori dal palazzo” è il sale democratico, ricorda!».
Tutti, in maniera più o meno colorita, sottolineano il paradosso del tono «sincero» e «addolorato» di Crimi, invitandolo a onorare la memoria di Bordin salvando Radio Radicale, da lui diretta per tanti anni. «Se è sincero salvi Radio Radicale! Onori la sua memoria e mantenga in vita il giornalismo trasparente, di qualità ».
(da agenzie)
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Aprile 17th, 2019 Riccardo Fucile
BASTANO 50 GIOVANI CONTESTATORI A ROVINARGLI LO SHOW: “TI ASPETTA IL TRIBUNALE INTERNAZIONALE DELL’AJA PER CRIMINI CONTRO L’UMANITA’”
Quando Matteo Salvini era ancora in Aula alla Camera, qui in piazza d’Italia a Perugia si litigava già per un posto in prima fila.
Attorno al palco, montato davanti al palazzo della Regione, ormai privo della sua presidente Catiuscia Marini finita nell’inchiesta dei concorsi truccati, si radunano circa trecento persone in attesa del leader leghista che arriva in Umbria con lo sguardo rivolto alle Regionali.
Tanto che ha già in tasca il candidato governatore da annunciare: la senatrice Donatella Tesei, sindaco di Montefalco e presidente della commissione Difesa: “Sarà lei il futuro presidente”.
Nel frattempo però in piazza si vedono anche quattro bambine con le braccia alzate per mostrare un foglio con disegnata una barca color arcobaleno con a bordo bimbi migranti e la scritta ‘L’Italia che resiste’.
Poi spuntano una bandiera dell’Unione europea e uno striscione che recita così: “Ministro Salvini, ti aspetta il tribunale dell’Aja”.
Appena il vicepremier sale sul palco, faccia rivolta al Palazzo, scoppia la protesta. Oltre cinquanta ragazzi si sono radunati all’urlo di “Noi resistiamo”.
Il comizio diventa un battibecco costante tra i contestatori e Salvini che, ventiquattro ore dopo le dimissioni della presidente, si è precipitato in Umbria in una corsa elettorale che vede in fila le Europee di maggio insieme alle amministrative in tantissimi comuni, fino ad arrivare alle Regionali che con ogni probabilità saranno a settembre.
Il commissario dem Walter Verini gli ha già dato “del cinico sciacallo”.
Le urla che arrivano dalla piazza riescono quasi a sovrastare le parole di Salvini che si sgola parlando al microfono: “I partigiani vi schiferebbero”, dice. E dal fondo i ragazzi rispondono: . “Salvini, fuori da Perugia, a casa. Mimmo Lucano uno di noi”.
“Amo i comunisti perchè è una specie estinta”, strilla il ministro sfoderando il solito trito copione che va dalle frasi sui centri sociali, alle accuse di fumare le canne (ma li frequentava lui, in realtà )Fino ad arrivare, con una voce affaticata, al classico: “Un applauso ai dieci ragazzi dei centri sociali, avete vinto 300 immigrati clandestini a casa”. (Mentre gli italiani sono sempre in attesa di sapere quanti senzatetto italiani lui ospiti a casa sua…)
La corsa verso Palazzo Donini è iniziata
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 17th, 2019 Riccardo Fucile
ALTRO CHE I DELIRI SOVRANISTI SULLA SICUREZZA DEGLI ITALIANI, NON SONO IN GRADO DI GARANTIRE NEANCHE LA SICUREZZA (QUELLA VERA) DEI NOSTRI FIGLI
Un forte boato e poi polvere e urla. E’ crollata una parete all’interno dell’istituto
comprensivo “Tenente De Rosa” di Sant’Anastasia, in provincia di Napoli. Nel crollo sono rimasti contusi una maestra incinta e cinque bambini, nessuno di loro sembra essere in gravi condizioni. Sul posto vigili del fuoco, forze dell’ordine e personale del 118.
A cedere è stata una parete divisoria tra due aule, tra una terza ed una quarta classe situate al primo piano del plesso di corso Umberto I del primo istituto comprensivo di Santà Anastasia. La parte del muro crollata ha colpito la maestra di sostegno impegnata con un bimbo disabile ferendola alla testa e ad una spalla: la donna è al quarto mese di gravidanza.
La docente, dopo essersi accertata delle condizioni degli alunni, ha voluto recarsi dal proprio ginecologo per un controllo. L’incidente è avvenuto nell’ultimo giorno di scuola prima della pausa pasquale.
(da agenzie)
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Aprile 17th, 2019 Riccardo Fucile
IL MINISTRO DELLE FINANZE RIPORTA SULLA TERRA GLI SPUTTANATORI DI SOLDI DEGLI ITALIANI
Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, difende in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato il Documento di economia e finanza del governo e le iniziative per la crescita.
Intanto, però, conferma quanto messo nero su bianco dal Def: l’aumento dell’Iva da circa 23 miliardi legato alle clausole di salvaguardia per il 2020, per il momento, resta lì.
“La legislazione vigente in materia fiscale è confermata in attesa di definire, nei prossimi mesi, misure alternative”, la formula con la quale il ministro descrive il quadro.
Una missione difficile, quella di trovare altre risorse, anche perchè – come ha confermato l’Ufficio parlamentare di bilancio – la prossima Manovra partirà già da 25 miliardi di impegni, se si vorranno sterilizzare la clausole.
Intanto, “lo scenario tendenziale (del Def, ndr) incorpora gli incrementi dell’Iva e delle accise dal 2020-2021”.
Rispondendo alle domande dei parlamentari, Tria ha aggiunto: “Confermo quello che è scritto nel Def: valuteremo misure alternative” all’aumento dell’Iva ma “è inutile pensare che le misure alternative si possano definire oggi”.
E ha ancora precisato: “Nel Def viene affermato che tutto ciò che verrà fatto dovrà confermare la compatibilità degli obiettivi di bilancio e questo è molto importante ribadirlo”.
Tria si è detto convinto che i rendimenti dei titoli di Stato italiani siano ancora troppo alti per i nostri fondamentali, ma per far scendere lo spread “saranno importanti i piani del governo e l’incisività delle riforme, ma anche gli orientamenti che il Parlamento avrà sul Bilancio”.
Quanto ai tagli automatici da 2 miliardi scattati per non far deragliare i conti pubblici, in accordo con la Ue, che prevedono anche una sforbiciata da 300 milioni al trasporto pubblico locale ha spiegato che “bisognerà fare qualche intervento in sede di assestamento di bilancio, ci sono risparmi di spesa sul pagamento degli interessi dello spread, penso che si potrà intervenire”.
(da agenzie)
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Aprile 17th, 2019 Riccardo Fucile
LA GIOVANE ATTIVISTA SVEDESE HA PARTECIPATO ALL’UDIENZA GENERALE DEL MERCOLEDI’ DEL PAPA CHE HA VOLUTO SALUTARLA
All’Udienza generale del mercoledì di Papa Francesco ci sono 12mila persone, tra cui l’attivista Greta
Thunberg.
La giovane attivista svedese non ha mancato l’appuntamento in Piazza San Pietro in Vaticano e il Pontefice è andato proprio verso Greta per una stretta di mano.
“Ho ringraziato il Papa per la lotta per il clima e lui mi ha detto: ‘Vai avanti, Greta!'”. È quanto raccontato dalla 16enne al quotidiano svedese Dagens Nyheter. Greta è stata tra i presenti che hanno partecipato al rito del “baciamano”.
Dopo la visita al Parlamento Europeo, Greta è arrivata in Italia per partecipare allo sciopero scolastico di Roma che ha deciso comunque di portare avanti nonostante le vacanze pasquali: “Lo so che è vacanza, ma la crisi climatica non va in vacanza e nemmeno noi”, ha scritto su Twitter. Per Greta, durante lo sciopero di venerdì 19 aprile in Piazza del Popolo a Roma, sarà realizzato un palco alimentato da elettricità prodotta da biciclette.
Sarà realizzato dai volontari di #FridaysForFuture, il movimento internazionale di giovani per il clima ispirato dalla attivista sedicenne svedese. Per quella occasione, i volontari vogliono organizzare una manifestazione totalmente ecologica e sostenibile, a zero emissioni di gas serra.
“L’energia sarà generata da 128 spettatori volontari, che con le loro biciclette agganciate a uno speciale cavalletto collegato a una dinamo, pedaleranno per tutta la durata dello spettacolo. Sarà un momento di festa e di protesta, per chiedere alle istituzioni di prendere provvedimenti immediati sui cambiamenti climatici”, scrivono gli organizzatori in un comunicato.
(da agenzie)
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