REDDITO DI CITTADINANZA, ESPLODE LA PROTESTA, L’ASSEGNO E’ MOLTO PIU’ BASSO DEL PROMESSO: “SOLO 40 EURO? VERGOGNA, CI AVETE FREGATO”
SOLO 487.677 LE DOMANDE ACCETTATE, UN 26% BOCCIATO… MIGLIAIA DI RICHIEDENTI STANNO PROTESTANDO SUI SOCIAL PER IMPORTI RIDICOLI TRA 40 E 200 EURO PUR VIVENDO IN POVERTA’
Il reddito di cittadinanza è ormai in dirittura d’arrivo, le istanze presentate durante la prima fase sono state pressochè tutte elaborate e i circa 800mila richiedenti in questi giorni stanno ricevendo via mail e via sms l’esito della pratica.
Secondo quanto comunicato dall’Inps, nel complesso sono 487.677 le domande che risultano essere state accettate mentre il restante 26 per cento della platea richiedente ha ricevuto un rifiuto.
Ci sono migliaia di persone che stanno iniziando a protestare contro il governo e contro “la truffa del reddito di cittadinanza” a causa degli importi troppo bassi che si sono visti concedere.
Su Facebook, nei numerosissimi gruppi privati e pubblici dedicati al reddito di cittadinanza, sono infatti centinaia e centinaia i post e i commenti pubblicati dai beneficiari del reddito rimasti delusi dall’esito della pratica.
Il motivo? L’importo comunicato dall’Inps è molto più basso di quanto si aspettassero.
Ma quanto basso? In molti casi, si parla di cifre che vanno dai 40 ai 2-300 euro mensili anche per nuclei famigliari numerosi e composti da persone disoccupate, minori o invalidi.
Visualizzato l’importo sul sito del governo dedicato al reddito di cittadinanza, per molti beneficiari la felicità per l’accoglimento della domanda ha lasciato immediatamente spazio all’indignazione contro il governo e in particolare contro il Movimento 5 Stelle, padrino e promotore della misura.
“40 euro? Vergogna. Ragazza madre di due figli, disoccupata. Questo è l’aiuto che date”, scrive Laura alla pagina ufficiale Inps per la Famiglia.
Ma Laura non è l’unica a lamentarsi, sul Web e sui social i post di protesta si stanno moltiplicando a vista d’occhio: “Approvato… 70 euro. Mamma sola con una bimba piccola a carico… Vivo in una residence perchè nessuno da casa a chi non ha lavoro e reddito… DISOCCUPATA… Non ho macchina non ho nulla… Ho lavorato nel 2017 4 mesi, ho un Isee da 2500 euro perchè chi sta in una residence non è calcolato nel Isee…. Mi hanno tolto Rei 300 euro per darmi 70…. Complimenti”, si sfoga Elvira, seguita da Alessia: “Che tristezza… Mi lamento io che sono sola e mi hanno accettato la domanda a 40 € al mese!!!!! La nostra dignità dove sta???”.
“Com’è possibile! Siamo 3 adulti disoccupati, l’Isee è 2400 euro pagando 410 di affitto..e di rdc l’importo è 197 euro..Come si può vivere?”, si domanda per esempio Gianna.
Non sono solo i beneficiari che si sono visti comunicare un importo mensile pari a 40 euro a protestare, anche chi si è visto garantire cifre più consistenti non sembra affatto contento della notizia.
La causa? Sicuramente le aspettative troppo alte hanno fatto la loro parte, aspettative che molti cittadini hanno fondato sulle dichiarazioni dei rappresentanti di governo senza comparare le promesse elettorali alle norme scritte nero su bianco nel testo di legge approvato dal parlamento.
“Da stamattina ci stanno chiamando per avere informazioni sugli importi e tanti hanno protestato perchè sono rimasti delusi dalle cifre concesse. Noi però non c’entriamo nulla, siamo qui ad applicare le norme di una legge approvata e non decidiamo quanto erogare a ogni cittadino nè possiamo modificare gli importi”, spiega a TPI un’operatrice del Contact Center Inps.
“Tanti credo non abbiano capito come viene calcolato il reddito di cittadinanza, guardano solo l’importo Isee ma anche i redditi percepiti e dichiarati sono tenuti in considerazione e, magari, chi lavora part-time — o percepisce altri sussidi — ha diritto solo a una minima integrazione e per questo visualizza cifre molto basse. Le pensioni sociali, ad esempio, fanno reddito e quindi vanno a diminuire l’importo del reddito di cittadinanza che non potrà mai essere nè pari nè vicino ai 780 euro mensili che molti si aspettavano di ricevere. Poi, il reddito tiene conto dei redditi dell’intero nucleo famigliare dell’anno 2017, non solo della persona, magari disoccupata, che lo richiede”, conclude l’operatrice.
(da TPI)
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