Ottobre 29th, 2019 Riccardo Fucile
14 MILIONI PER L’ACQUISTO DI PECORINO E 10 MILIONI PER I CONTRATTI DI FILIERA… LA DIFFERENZA TRA CHI RACCONTA PALLE E CHI PRODUCE FATTI
Questa mattina a Cagliari la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova ha incontrato le associazioni di categoria per cercare di sbrogliare la matassa della vertenza latte. Il prezzo del latte è ancora fermo a 74 centesimi al litro, i pastori ottengono l’apertura entro novembre di un nuovo tavolo ministeriale per poter riaprire il dialogo tra le parti per cercare una soluzione alla questione che il precedente governo, ed in particolare Matteo Salvini, si era impegnato a risolvere addirittura in quarantott’ore.
Ma la principale novità della riunione di oggi, cui hanno preso parte anche il Presidente della Sardegna Christian Solinas e l’assessora regionale all’Agricoltura, Gabriella Murgia è il via libera in tempi brevi ai 14 milioni di euro per l’acquisto del pecorino romano destinato agli indigenti e ai 10 milioni, risorse da dividere fra tutte le Regioni, per i contratti di filiera.
Soldi per i quali il ministro ha promesso che il decreto verrà firmato in settimana.
Sono una parte dei soldi promessi — e mai arrivati — da Salvini che nel febbraio del 2019 aveva parlato della possibilità di reperire 44 milioni di euro per il ritiro di 67.000 quintali di forme di formaggio in eccedenza sul mercato.
Secondo i piani dell’ex ministro il Viminale avrebbe dovuto stanziare 14 milioni di euro, il ministero per l’Agricoltura retto all’epoca dal leghista Centinaio altri 10 milioni come pure la Regione, mentre i restanti 10 milioni li avrebbe dovuti mettere il Banco di Sardegna.
I 14 milioni, come è facile intuire, andranno ai produttori di pecorino (e non ai pastori) e dovrebbero servire a far aumentare il prezzo di vendita nella speranza di far salire quello di acquisto del latte- “Entro tre mesi”, diceva Salvini mentre la Bellanova non si esprime.
Esattamente come è successo per gli straordinari non pagati delle Forze dell’Ordine Salvini si è limitato a fare le promesse mentre quelli che sono venuti dopo di lui sono passati ai fatti concreti.
Al termine dell’incontro la ministra Bellanova ha ribadito il concetto quando ha detto «prezzo del latte a un euro entro l’anno? Ho invitato tutti i partecipanti al tavolo a mantenere gli impegni assunti, così come io sto mantenendo gli impegni che erano stati assunti da chi mi ha preceduto».
Certo è curioso che in nove mesi Salvini non sia riuscito a mantenere le promesse che a quanto pare la Bellanova mantiene dopo appena due mesi dal suo insediamento.
Per scongiurare una nuova crisi del settore e una nuova protesta dei pastori sardi si lavora su più fronti: «Oggi abbiamo avanzato la proposta al sistema delle banche di dare un’ulteriore moratoria di 12 mesi per quanto riguarda i mutui, e credo di poter dire che questa proposta avrà una risposta positiva già ‘ nelle prossime ore» ha detto la ministra che ha aggiunto di aver «comunicato il lavoro fatto dal mio insediamento: per quanto riguarda i 14 milioni destinati all’acquisto del Pecorino romano destinato agli indigenti, il testo è già alla firma dei Corte dei conti. Per quanto riguarda invece i contratti di filiera, dieci milioni di euro, il decreto è già stato firmato e nelle prossime ore andrà alla Conferenza Stato-Regioni».
Insomma, siamo ancora distanti dall’accoglimento delle richieste dei pastori di un euro al litro per il latte, se non altro nessuno promette di farlo in 48 ore indossando una felpa con la bandiera della Regione.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: governo | Commenta »
Ottobre 29th, 2019 Riccardo Fucile
SALTERANNO 4.000 BORSE BORSE DI STUDIO AGLI STUDENTI MERITEVOLI… E QUESTA SAREBBE LA SEDICENTE DESTRA “MERITOCRATICA”
La giunta di centrodestra del Piemonte taglia i fondi per le borse di studio. L’ente guidato da Alberto Cirio
di Forza Italia ha autorizzato a metà ottobre la spesa della metà dei 26,4 milioni di euro previsti a bilancio.
L’assessore Tronzano, presente al dibattito in aula, per ora ha deciso di non spiegare la situazione di fronte al Consiglio.
Dopo le proteste della minoranza, il consiglio è stato sospeso ed è stata convocata una riunione di maggioranza con i partiti che sostengono Cirio.
“È un fatto gravissimo perchè fino a ieri il presidente Alberto Cirio e l’assessore Elena Chiorino ci avevano garantito la copertura integrale delle 14 mila borse di studio della graduatoria degli idonei per l’anno accademico 2019/2020. Chiediamo immediate spiegazioni perchè questo atto smantella un sistema virtuoso che la giunta Chiamparino era riuscita a ripristinare con uno sforzo importante nel bilancio” attacca il capogruppo di Luv, Marco Grimaldi.
L’atto firmato dall’assessore al Bilancio Andrea Tronzano di fatto lascia già quest’anno scoperte 4 mila borse di studio sulle 14 mila idonee.
“Edisu per quest’anno potrà in parte compensare le minori entrate con l’avanzo di amministrazione, ma questo consentirà di coprire solo una parte delle risorse cancellate e alla fine un terzo dei ragazzi perderà da subito la prima rata” spiega ancora Grimaldi. Anche il Pd chiede “spiegazioni urgenti per non lasciare incertezza nel mondo accademico e tra gli studenti”.
L’assessore Tronzano, presente al dibattito in aula, per ora ha deciso di non spiegare la situazione di fronte al Consiglio.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »
Ottobre 29th, 2019 Riccardo Fucile
REPORT HA MESSO IN EVIDENZA UN ASPETTO DELLA PROPAGANDA SOCIAL DI CAPITAN NUTELLA…IL VIDEO DI CONTE COME IL CATTIVO “GOLOSASTRO” CHE VUOLE TASSARE LE MERENDINE E’ STATO PER IL 20% RIVOLTO A MINORENNI
Un passaggio del servizio di Report di ieri sera ha messo in evidenza un aspetto della propaganda sui social network di Matteo Salvini.
Il leader della Lega, infatti, sponsorizza i suoi post su Facebook, spendendo di gran lunga di più di tutti gli altri colleghi in Italia.
Da qualche mese, prima delle elezioni europee del maggio 2019, Facebook ha messo a disposizione una funzione che rende pubbliche le sponsorizzazioni e i target a cui queste ultime si stanno rivolgendo.
In modo particolare, però, Report scopre che Matteo Salvini è uno dei pochi politici che cerca di sponsorizzare i propri post individuando, tra i target, anche i minori.
Ovviamente, l’operazione non ha uno scopo elettorale: i ragazzi di età inferiore ai 18 anni non possono votare. Dunque, una sponsorizzazione così concepita non avrebbe un effetto immediato sulle tornate elettorali degli ultimi mesi.
Semmai, l’effetto è più diluito nel tempo: in questo modo, infatti, Matteo Salvini si farebbe conoscere dalle nuove generazioni che diventano il bersaglio preferito di alcuni suoi post sponsorizzati.
È stato il caso, ad esempio, del post Facebook lanciato all’indomani dell’ipotesi del nuovo governo giallo-rosso di aumentare l’iva sulle merendine.
Il post accompagnava un video in cui compariva un personaggio di Carosello, ovvero il Golosastro, che veniva paragonato a Giuseppe Conte, visto come il ‘cattivo’ che voleva tassare le brioches.
La sponsorizzazione si rivolge per il 20% (13% al pubblico maschile e 7% al pubblico femminile) alla fascia d’età compresa tra i 13 e i 17 anni.
In questo modo, dunque, Matteo Salvini non punterebbe al risultato elettorale nell’immediato, ma a un vero e proprio indottrinamento che parte da un’età molto più bassa di quella necessaria per esercitare il diritto di voto.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Ottobre 29th, 2019 Riccardo Fucile
INVECE CHE RISPONDERE NEL MERITO SUI BOT FITTIZI NEL SUO PROFILO ATTACCA LA TRASMISSIONE
Svilire un’inchiesta giornalistica paragonandola alle teorie terrapiattistiche. 
Giorgia Meloni, sempre attraverso l’uso della macchina social, ha attaccato la trasmissione di Sigfrido Ranucci, Report, andata in onda lunedì sera con un approfondimento — condito da dati e non opinioni — sull’utilizzo dei famosi bot da parte di molti account.
Tra quelli finiti nel mirino c’è anche quello della leader di Fratelli d’Italia che, secondo un’analisi fatta dallo spin doctor ed esperto di strategie e comunicazione social Alex Orlowski, ha in comune migliaia di account falsi con altri profili, come Trash Italiano.
Secondo Report, che ha incrociato dati e numeri, è così che la propaganda fatta di fake news e facile consenso social ha aumentato la propria eco mediatica, considerando i social come il miglior megafono per ottenere sempre maggior consenso.
Un’inchiesta che i è basata sui numeri che, a questi livelli, sembrano non poter esser considerati casuali.
L’analisi fatta ha mostrato come migliaia di account Twitter che ‘seguono’ Giorgia Meloni sono in comune con pagine come Trash Italiano.
Spesso utenti senza foto, con nomi che sembrano un numero seriale, con pochissimi follower e che ritwittano tutti esattamente le stesse identiche cose.
Coincidenze. Forse. Sta di fatto che alla leader di Fratelli d’Italia — impegnata lunedì sera in un tour de force televisivo tra Stasera Italia (Rete 4) e Porta a Porta (Rai 1) — questa inchiesta non è piaciuta. Anzi, ha ben pensato di non fornire (per il momento) risposte, denigrando quanto andato in onda.
«Servizio degno di un circolo terrapiattista». Giorgia Meloni parla di zero fatti, ma i numeri portati in trasmissione da Report e dai collaboratori di cui si è avvalso Ranucci per mettere in piedi questa inchiesta sono palese e incontrovertibili.
Potrebbero essere delle coincidenze, come spiegato da Orlowski durante la sua intervista, ma si tratta comunque di dati certi.
Fa sorridere che, invece di minacciare una querela nei confronti della trasmissione (che lei stessa sostiene aver riportato informazioni false) abbia deciso di convocare una conferenza per deridere i giornalisti. Parole e non fatti.
(da “Giornalettismo”)
argomento: Fratelli d'Italia | Commenta »
Ottobre 29th, 2019 Riccardo Fucile
480.000 EURO PER LA COMUNICAZIONE AFFIDATA UFFICIALMENTE A UNA BARISTA E IN PARTE GIRATI
Il Casaleggio di Salvini Luca Morisi ieri è stato la star di Report. Il programma di Sigfrido Ranucci ha mandato in onda un lungo servizio firmato da Giorgio Mottola con una parte molto interessante dedicata al social media manager del Capitano.
A partire dalla sua attuale residenza, che si trova in un casolare in provincia di Verona senza targa e campanello: lui è nato e cresciuto a Mantova ma l’appartamento l’ha comprato nel 2007 da una società (la SOCEC) di Andrea Lieto, imprenditore con aziende in paradisi fiscali e in strette relazioni con uomini d’affari russi.
L’imprenditore russo Sergei Martianov è suo vicino di casa: Morisi ha scritto a Report facendo sapere che lui il russo non lo conosce e pregando la trasmissione di non associarlo ad affari loschi.
Morisi, racconta Ranucci sulla scorta del servizio di Milena Gabanelli su Report, gestisce 35 “esperti digitali” che seguono Salvini 24 ore su 24 e veicola messaggi mirati che creano discussione: “La pacchia è finita”, “prima gli italiani”, “i porti sono chiusi”. I messaggi vengono rilanciati attraverso altre pagine, secondo una tecnica che prima su internet veniva chiamata semplicemente spam ma adesso è una raffinata tecnica di influenza digitale che lèvati.
Poi Ranucci racconta del milione di euro incassati dalle ASL in amministrazione leghista in Lombardia. Dati direttamente o attraverso gara?
Le aziende non hanno trovato il tempo di rispondere in due anni.
Poi ci sono i 480mila euro partiti dal gruppo al Senato della Lega e arrivati con un giro un po’ tortuoso proprio a Morisi: il 2 maggio 2018, a due mesi dalle elezioni, la cognata di Alberto Di Rubba, Vanessa Servalli, apre una società : la Vadolive srl. Di Rubba, con Andrea Manzoni, è uno dei due collaboratori di Giulio Centemero, tesoriere della Lega indagato a Bergamo per finanziamento illecito.
Il gruppo della Lega di Salvini al Senato sottoscrive con questa società un contratto da 480mila euro per comunicare le attività della Lega sui social network, ovvero fare il mestiere di Luca Morisi.
La cognata di Di Rubba ha un bar a Clusone in provincia di Bergamo.
Il gruppo della Lega al Senato, che riceve contributi pubblici, stipula un contratto con una società della cognata del dir.amm. del gruppo alla Camera, Alberto di Rubba, che poi gira 87mila€ ad alcuni membri dello staff del ministro Salvini, tra cui Luca Morisi
Subito dopo la scena si sposta su Vanessa Servalli, che viene intercettata nel suo bar dove il giornalista le chiede come mai lei abbia aperto una società che ha ricevuto i 480mila euro della Lega. “Lei non sa nulla e l’hanno messa lì per qualcun altro?”, le chiede. Il contratto è stato interrotto dopo qualche mese ma una parte dei soldi sono arrivati ai membri dello staff di Salvini che avevano già un contratto fiduciario con il ministero dell’Interno (che ci costa un migliaio di euro al giorno): si parla di 87mila euro.
Subito dopo Report ascolta il senatore e capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo, a cui chiede perchè hanno sottoscritto il contratto da 480mila euro con la società Vadolive.
Il parlamentare, intercettato in strada mentre sta andando a votare sul decreto Sbloccacantieri, non ha tanta voglia di rispondere.
Sigfrido Ranucci spiega che il contratto stipulato con la Vadolive, fondata otto giorni prima e di proprietà della barista che è cognata del direttore amministrativo del gruppo: “E’ legale tutto questo?”, si chiede il conduttore, “Sì, è legale perchè la legge permette che si possano affidare i soldi pubblici a chi dicono loro purchè siano spesi e rendicontati per le attività istituzionali del gruppo“.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »
Ottobre 29th, 2019 Riccardo Fucile
HANNO ASPETTATO LE ELEZIONI IN UMBRIA? SE LI FACEVANO SBARCARE AVREBBERO GUADAGNATO VOTI… I RAZZISTI NON SI NEUTRALIZZANO CON LE CARAMELLE, MA RADICALIZZANDO LO SCONTRO ETICO: INFAMI DA UNA PARTE, PERSONE CIVILI DALL’ALTRO
Dopo undici giorni in mare alla Ocean Viking è stato assegnato il porto di Pozzallo mentre Francia,
Germania e Italia hanno giusto giusto or ora trovato un accordo per la ricollocazione dei 104 che si trovano sulla nave e per i novanta che erano sulla Alan Kurdi.
La decisione del Viminale segue temporalmente tre eventi: il primo è il voto in Umbria, il secondo l’intervista rilasciata da Luigi Di Maio al Corriere della Sera in cui il leader del MoVimento 5 Stelle diceva che «Bisogna fare la cosa giusta, non quella che spaventa di meno» e quindi che «Non è possibile che la Viking per l’ennesima volta sbarchi sempre e solo in Italia» e le dichiarazioni di Matteo Renzi, Dario Franceschini, Francesco Delrio e altri di Italia Viva e del Partito Democratico sulla necessità di dare un porto sicuro alla nave.
“Con riguardo ai migranti che sono a bordo della Ocean Vicking, si è appena conclusa la procedura di ricollocazione degli stessi in base al pre-accordo raggiunto nel corso del vertice di Malta”, fa sapere il ministero dell’Interno in una nota sottolineando che “Francia e Germania, in particolare, accoglieranno 70 migranti. A questo punto è stato individuato in Pozzallo il porto di sbarco”. Per una mera casualità , la decisione arriva subito dopo la presa di posizione di Matteo Renzi
Il Viminale ci tiene anche a far sapere che i naufraghi verranno ricollocati “in base al pre-accordo raggiunto nel corso del vertice di Malta”, anche se non ci risulta che l’accordo prevedesse una pausa elettorale negli sbarchi
“Siamo sollevati ed apprezziamo che Francia, Germania ed Italia abbiano finalmente trovato una soluzione per il ricollocamento di tutti i 104 naufraghi a bordo della Ocean Viking e per i 90 sulla Alan Kurdi (in realtà , per quest’ultima nave, non c’è ancora un’autorizzazione allo sbarco, ndr.)”, afferma intanto Michael Fark capomissione di Medici senza frontiere che gestisce la nave insieme a Sos Mediterranee.
“Dopo giorni bloccati in mare — osserva Fark — e con alle spalle le orribili condizioni sopportate in Libia e lungo tutto i loro viaggio, finalmente i migranti potranno essere portati al sicuro. Questi prolungati, inumani, blocchi non devono continuare”.
(da agenzie)
argomento: radici e valori | Commenta »
Ottobre 29th, 2019 Riccardo Fucile
L’ITALIA SI FACCIA RESTITUIRE LE MOTOVEDETTE CHE GLI ABBIAMO REGALATO, NON SIAMO COMPLICI DI CRIMINALI: IN ALTERNATIVA LE AFFONDI, COSI’ I LORO SPORCHI TRAFFICI LI FANNO CON I PEDALO’
Il decreto, emesso dal Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale libico, porta la data del 14 settembre e ha come oggetto “il trattamento speciale delle organizzazioni internazionali e non governative nella zona libica di ricerca e salvataggio marittimo”.
E’ stato inviato anche in Italia ed è un grottesco tentativo di ostacolare ancor di più l’operato delle navi umanitarie ma soprattutto di aggredirle con operazioni di polizia con la minaccia di condurle e sequestrarle nei porti libici.
Un decreto che, alla vigilia della scadenza del patto tra Italia e Libia, desta ulteriori preoccupazioni anche perchè alle Ong, che continuano ad operare in zona Sar libica, non è mai stato sottoposto. Ma è già , almeno sulla carta operativo.
E, per assurdo che sembri, prevede che i naufraghi salvati non possano essere portati in Libia.
Il decreto, che Repubblica ha consultato tradotto dall’ufficio immigrazione Arci, consta di 19 articoli ed esordisce così: “Si applicano le disposizioni del presente regolamento a tutte le organizzazioni governative e non governative impegnate nella ricerca e salvataggio marittimo”.
Alle Ong “interessate a collaborare nella ricerca e salvataggio marittimo” è imposto di presentare una preventiva domanda di autorizzazione alle autorità libiche a cui sono obbligate “ a fornire periodicamente tutte le informazioni necessarie, anche tecniche — relative al loro intervento.
Ed ecco le condizioni che vengono imposte alle navi umanitarie: “lavorare sotto il principio di collaborazione e supporto, non bloccare le operazioni di ricerca e salvataggio marittimo esercitato dalle autorità autorizzate dentro l’area e lasciare la precedenza d’intervento”.
“Le Ong si limitano all’esecuzione delle istruzioni del centro e si impegnano a informarlo preventivamente su qualsiasi iniziativa anche se è considerata necessaria e urgente”.
E poi gli articoli che più preoccupano le Ong perchè preludono ad un intervento di tipo poliziesco e autorizzano la Guardia costiera libica a salire a bordo delle navi. “Il personale del dispositivo è autorizzato a salire a bordo delle unità marittime ad ogni richiesta e per tutto il tempo valutato necessario, per motivi legali e di sicurezza, senza compromettere l’attività umana e professionale di competenza del paese di cui la nave porta la bandiera”.
L’articolo 12 è il più contraddittorio perchè a fronte di una rivendicazione di coordinamento assoluto degli interventi di soccorso nella sua zona Sar, prescrive che “i naufraghi salvati dalle organizzazioni non vengono rimandati nello stato libico tranne nei rari casi eccezionali e di emergenza”.
La Libia invece vuole “le barche e i motori usati” (forse perchè li restituiscono ai trafficanti?)
Alle Ong è richiesto di “non mandare alcuna comunicazione o segnale di luce per facilitare l’arrivo d’imbarcazioni clandestine verso di loro.
Infine le sanzioni: “ tutte le navi che violano le disposizioni del presente regolamento verranno condotte al porto libico più vicino e sequestrate. E non verrà più concessa alcuna autorizzazione”.
“Il “codice Minniti libico” per le Ong è, come quello dell’ex Ministro italiano, un atto che punta ad ostacolare e criminalizzare i salvataggi in mare – commenta Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell’Arci – Per di più è illegittimo, essendo stato emanato non da uno stato sovrano, ma da una delle parti in causa nella guerra civile in atto. Le ragioni che dovrebbero spingere verso la chiusura degli accordi con la Libia sono tali ed evidenti che chi si rifiuterà di farlo si renderà complice di questi criminali.
Il “codice Minniti libico” conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, le ragioni che ci spingono a chiedere la cancellazione degli accordi con la Libia e l’azzeramento del Memorandun. Per cambiare pagina si ponga fine a questa follia e si metta subito in campo un piano straordinario di evacuazione delle persone detenute.”
(da agenzie)
argomento: criminalità | Commenta »
Ottobre 29th, 2019 Riccardo Fucile
I MAGISTRATI CONTABILI VOGLIONO VEDERCI CHIARO SUI 25.456,24 EURO DI VIAGGI ADDEBITATI ALLO STATO DALL’EX MINISTRO
Dopo l’inchiesta interna del ministero dell’Istruzione, anche l’indagine della Corte dei Conti. La procura del
Lazio ha aperto un fascicolo sulle missioni fantasma di Marco Bussetti, il leghista che nei 14 mesi trascorsi alla guida del Miur ha collezionato 25.456,24 euro di spese per i suoi viaggi di lavoro.
Una lunga serie di trasferte che Repubblica ha analizzato nel dettaglio: su 133 trasferimenti, 80 sono senza giustificazione. I due terzi peraltro sono verso la Lombardia, regione di residenza di Bussetti, ora tornato a dirigere l’ufficio scolastico di Milano.
Il procuratore regionale Andrea Lupi ha affidato il fascicolo al suo vice Massimiliano Minerva. Una scelta non casuale: dopo essersi occupato di Mafia Capitale e del palazzo occupato a Roma da CasaPound, il magistrato si è messo a lavorare su una storia simile a quella dell’ex ministro.
Nel mirino del pm contabile, infatti, ci sono i rimborsi richiesti per viaggi e trasferimenti da Gianni Lemmetti, assessore al Bilancio della giunta Raggi abituato a fare la spola tra la capitale e la sua Toscana a spese del Campidoglio. Storie che si somigliano.
Quella di Marco Bussetti, almeno per ora, è infarcita di “non ricordo” e “se ho sbagliato, l’ho fatto in buona fede”.
Alle Iene, uscendo dalla sua casa a Gallarate, ha aggiunto di essere pronto a “rispondere nelle sedi opportune” e che “le trasferte sono state tutte vidimate dagli uffici interni”. Ed è proprio alla porta dei dirigenti del ministero che busserà la Corte dei Conti per acquisire tutti i documenti sui viaggi dell’ex titolare della Pubblica istruzione.
Tante le missioni da giustificare, come quella che il 21 giugno dello scorso anno ha portato Bussetti in Costa Azzurra per un lungo fine settimana mentre a palazzo Chigi si svolgeva uno dei concitati consigli dei ministri del governo pentaleghista.
A richiedere l’intervento della Corte dei Conti era stato Ubaldo Pagano, deputato del Pd: “Tra quelle trasferte ci sono anche il viaggio e il rimborso chiesto dall’ex ministro per partecipare al compleanno di Matteo Salvini: 440,95 euro”. Soldi dei contribuenti su cui farà luce il doppio approfondimento degli uffici del dicastero di viale Trastevere e dei pm contabili.
(da agenzie)
argomento: Giustizia | Commenta »
Ottobre 29th, 2019 Riccardo Fucile
AVRANNO LO STESSO TITOLISTA, COSI’ RISPARMIANO SUGLI STIPENDI?
Un pizzico di fantasia non guasterebbe perchè se capita una volta può esser considerato un caso, ma la seconda inizia a essere una cosa sospetta.
Da due giorni — nel post vittoria della Lega, di Fratelli d’Italia e di quel che resta di Forza Italia in Umbria — Giornale e Verità sembrano aver scelto di pagare un titolista unico per entrambe le testate. Lunedì, infatti, l’apertura dei due quotidiani — ovviamente sullo schiacciante successo umbro del centrodestra — poteva esser prevedibile e anche giustificabile. Lo stesso caso, però, si è ripetuto a distanza di 24 ore. Stesso identico titolo.
Partiamo dal lunedì e dall’ebbrezza per la vittoria schiacciante in Umbria del Centrodestra che — ovviamente — ha messo in un angolo l’effimera alleanza tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico per quello che è stato ribattezzato inizialmente come patto civico, per poi trasformarsi — dopo la batosta — in un «esperimento finito male». E per celebrare il successo sovranista, Giornale e Verità hanno scelto lo stesso identico gergo: «Asfaltati».
La scelta editoriale dei due direttori — da una parte Alessandro Sallusti (Il Giornale) e dall’altra Maurizio Belpietro (La Verità ) — ha toccato gli stessi identici punti non solo nel titolo all’indomani della storica vittoria del Centrodestra in Umbria, ma anche 24 ore dopo quando si è deciso di dedicare la prima pagina al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
«Bye Bye Giuseppi». Se non fosse per il font e per lo stile d’impaginazione della prima pagina (e anche di quelle interne) sembrerebbe di leggere lo stesso identico quotidiano per via degli stessi identici contenuti.
La scelta può esser stata casuale. Oppure si è deciso a tavolino di portare avanti la propaganda sovranista (come nessuno dei due giornali ha mai rinnegato) toccando gli stessi identici argomenti, lo stesso gergo e gli stessi tormentoni. Come dei bot.
(da agenzie)
argomento: Costume | Commenta »