Agosto 6th, 2020 Riccardo Fucile
“SIAMO ALLA FOLLIA, MI MINACCIANO DI MORTE E MOLESTANO LE MIE FIGLIE PERCHE’ DICO LA VERITA’, MAI AVREI IMMAGINATO DI VIVERE SOTTO SCORTA”
Altro che “Siamo i migliori, Jonathan, i migliori”, come detto da Donald Trump nella recente intervista al giornalista di Axios, diventata una pietra miliare della comunicazione impazzita del presidente Usa sul coronavirus.
A contraddirlo, intervistato dalla Cnn, è Anthony Fauci, il massimo esperto della task force della Casa Bianca sulla pandemia.
Gli Usa soffrono la pandemia “molto peggio di chiunque altro”: “I numeri non mentono”, risponde Fauci. “Se guardiamo al numero dei contagi, dei morti, è veramente preoccupante. Ed è inaccettabile che ci sia ancora chi non ha accesso ai test”.
Da mesi il virologo, già direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, rappresenta – con le sue dichiarazioni pacate ma chiare – l’altro volto dell’America nella narrazione e nella gestione dell’epidemia. Lo dimostra anche il fatto che una parte d’America lo odia: lui e la sua famiglia – composta da moglie e tre figlie – ricevono continue minacce di morte e insulti, al punto che è stata loro assegnata la scorta.
“E’ un aspetto che mi stressa molto – ha confidato alla Cnn – Le crisi fanno emergere il meglio e il peggio delle persone. Non avrei mai immaginato nei miei sogni più assurdi di ricevere minacce di morte e molestie contro le mie figlie da persone che rifiutano principi basilari della salute pubblica, ciò che noi difendiamo in nome della scienza
(da agenzie)
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Agosto 6th, 2020 Riccardo Fucile
NELLA CARTE MANCANO LE RIUNIONI SU ALZANO E NEMBRO
Era il 7 marzo, quarantotto ore prima del lockdown totale, quando il Comitato tecnico scientifico si
riuniva per verbalizzare le indicazioni da fornire al governo sull’emergenza Coronavirus.
Nel documento riservato inviato al ministro della Salute Roberto Speranza e pubblicato solo oggi sul sito della Fondazione Einaudi emerge che il Cts proponeva di “adottare due livelli di misure di contenimento: uno nei territori in cui si è osservata maggiore diffusione del virus, l’altro sul territorio nazionale”.
Invece il 9 marzo il presidente del Consiglio ha deciso con un suo provvedimento il lockdown totale, ovvero misure uguali per tutto il territorio nazionale. Decisione che portò con sè non poche polemiche politiche tra i governatori.
Dei territori in cui vi era maggiore rischio di contagio facevano parte le cosiddette “zone rosse” e “zone gialle” che il Comitato propone di unificare.
Nello specifico quindi si raccomandavano misure più rigorose in Lombardia e nelle province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini e Modena, Pesaro Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Alessandria e Asti”.
Misure rigorose che prevedevano la chiusura totale di ogni tipo di attività , la chiusura dei luoghi di culto e lo stop agli spostamenti di ogni tipo.
Per quanto riguarda i provvedimenti da adottare per contenere la pandemia su tutto il resto del territorio nazionale il Comitato tecnico scientifico dà altre indicazioni: “Apertura al pubblico dei musei ed altri istituti e luoghi della cultura a condizione che assicurino modalità di fruizione contingentata tali da evitare assembramenti di persone; svolgimento delle attività di ristorazione e bar con obbligo di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro; sospensione delle attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse, sale bingo e discoteche; divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena; limitazioni della mobilità ai casi strettamente necessari; sospesi i servizi educati per l’infanzia e attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado; sospensione delle attività svolte dai tribunali; apertura luoghi di culto condizionata all’adozione di misure volte a evitare assembramenti; raccomandato presso tutti gli esercizi commerciali l’accesso con modalità contingentate e misure volte a evitare assembramenti”.
Non vi è traccia invece, nei documenti pubblicati sul sito della Fondazione Einaudi, del verbale del 3 marzo quando il Comitato tecnico scientifico si riunì per stabilire le misure di contrasto al Coronavirus ad Alzano e Nembro, in provincia di Bergamo, una vicenda che nelle scorse settimane ha innescato un rimpallo di accuse in particolare tra Regione Lombardia e Governo.
La fondazione Luigi Einaudi ha ottenuto dalla Protezione civile ed ha pubblicato oggi sul proprio sito internet cinque verbali, per circa 300 pagine, relative alle riunioni n.12 del 28.2.2020; n.14 dell′1.3.2020; n.21 del 7.3.2020; n.39 del 30.3.2020 e n.49 del 9.4.2020.
(da agenzie)
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Agosto 6th, 2020 Riccardo Fucile
“QUESTA E’ LA RISPOSTA ALLA POLITICA RAZZISTA DELLA UE CHE FA ANNEGARE LE PERSONE”
“Riprendiamo gli interventi di soccorso nel Mediterraneo”. Medici senza frontiere e l’ong tedesca Sea Watch annunciano un’alleanza operativa per riprendere le operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia davanti all’aumento dei viaggi di migranti dalle coste africane verso l’Europa e l’Italia.
Le due organizzazioni hanno creato un equipaggio comune che salperà a breve dalla Spagna a bordo di una nave che si chiama “Sea Watch 4”. L’ong tedesca, è stato spiegato in una conferenza stampa, fornirà l’equipaggio mentre Msf metterà a disposizione l’equipe medica.
Medici senza frontiere aveva interrotto la sua presenza operativa nell’aprile scorso, dopo 4 anni, per divergenze sulle strategie d’intervento con l’ong francese Sos Mèditerranèe.
La nave Sea Watch 4 è stata acquistata grazie al sostegno di “United 4 rescue”, organizzazione fondata dalla chiesa protestante tedesca. Philipp Hahn, il capomissione, in una nota sottoscritta da Msf ha usato toni decisi per presentare l’iniziativa: “Questa è la risposta categorica della società civile alle politiche razziste della Ue che preferisce far annegare le persone piuttosto che far loro raggiungere le coste europee”.
“Nessun essere umano dovrebbe essere lasciato annegare o subire torture e sofferenze, eppure sono queste le conseguenze della colpevole inosservanza del dovere da parte dei governi europei – ha detto Claudia Lodesani, presidente di Msf in Italia -. Come organizzazione medico-umanitaria, conosciamo bene le sfide imposte dal Covid-19 ma sappiamo anche che tutte le vite vanno salvaguardate, a terra come in mare. Le recenti misure dei governi per ostacolare i soccorsi, presentate come misure di salute pubblica, sono sconsiderate e puramente politiche. Sostenendo la guardia costiera libica e negando assistenza a chi tenta la traversata, gli stati europei mandano il chiaro messaggio che queste vite per loro non contano”.
“La Sea-Watch 4 e l’ampia alleanza che rappresenta sono la risposta univoca della società civile alle politiche discriminatorie dell’Ue, che preferisce lasciare annegare le persone purchè non raggiungano le coste europee – ha aggiunto Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch -. È un simbolo di solidarietà verso le persone in movimento e un chiaro segnale all’Ue perchè, nonostante tutti gli sforzi per ostacolare i soccorsi, noi non smetteremo di salvare vite. Le persone vengono lasciate morire in mare, o vengono respinte nello stesso luogo da cui stanno cercando di fuggire, mentre gli aerei di pattugliamento europei osservano dall’alto, complici nel definire il loro destino. Finchè gli stati europei lasceranno morire le persone come deterrente, andremo avanti e riceveremo supporto”.
“Negli ultimi cinque mesi – sostengono le Ong – Italia e Malta hanno troppo spesso negato assistenza a persone in imminente pericolo, fino a chiudere ripetutamente i loro porti alle navi umanitarie. Con la deliberata e sistematica inadempienza nei compiti di coordinamento dei soccorsi da parte delle autorità competenti si sono abbandonate persone in mare per ore, giorni o anche settimane senza alcuna assistenza. La Libia è categoricamente definita non sicura per migranti, rifugiati e richiedenti asilo da istituzioni internazionali ed europee come le Nazioni Unite, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e la Commissione europea. Eppure dall’inizio dell’anno 5.650 persone sono state intercettate e riportate forzatamente in Libia nell’ambito di accordi bilaterali finanziati e facilitati dall’Unione europea e dai suoi stati membri, mentre le navi civili di ricerca e soccorso – tra cui la Sea-Watch 3 e la Ocean Viking – vengono sistematicamente bloccate nei porti italiani per futili tecnicismi”.
“Di molte delle centinaia di persone riportate alla detenzione in Libia – affermano Msf e Sea Watch -vengono perse le tracce, altre vengono trattenute in centri di detenzione sovraffollati dalle precarie condizioni igienico-sanitarie, senza adeguato accesso a cibo e acqua. L’intensificarsi del conflitto in Libia quest’anno ha messo ulteriore pressione su un sistema sanitario già vicino al collasso e a un’emergenza umanitaria nel paese. Senza possibilità di accedere ad alternative sicure e legali, migliaia di persone tentano la traversata mortale come ultima possibilità . La mancanza di capacità di ricerca e soccorso non scoraggia le persone dal partire, ma rende ancora più estremi i rischi che sono costrette a correre. Solo a giugno, almeno 101 persone sono state dichiarate morte o scomparse nel Mediterraneo centrale – la settimana scorsa, tre giovani sono stati uccisi e due feriti dopo essere stati riportati forzatamente in Libia – mentre il numero di chi ha tentato di attraversare il mare su fragili imbarcazioni non adatte alla navigazione è quadruplicato in confronto allo stesso periodo dell’anno scorso”.
La Sea-Watch 4 era una nave per la ricerca oceanografica chiamata Poseidon. È stata acquistata a febbraio da Sea-Watch e dalla coalizione United4Rescue e poi equipaggiata per le attività di ricerca e soccorso in mare.
Msf, la cui sezione tedesca è membro di United4Rescue, fornirà assistenza medica e umanitaria a bordo della nave. Il team medico di Msf a bordo, composto da quattro persone tra cui un medico e un’ostetrica, sarà responsabile di fornire cure mediche d’emergenza e gestire la clinica di bordo. Sea-Watch gestirà la nave e le operazioni di soccorso con un equipaggio di 21 persone, in parte volontari. Sea-Watch e Msf insieme forniranno assistenza umanitaria, distribuendo cibo e beni di prima necessità e individuando le persone particolarmente vulnerabili.
(da agenzie)
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Agosto 6th, 2020 Riccardo Fucile
MELONI RIDICOLA, OGGI ATTACCA IL GOVERNO PERCHE’ I TEDESCHI APPLICANO UNA NORMA CHE HA VOTATO LEI
Ieri Giorgia Meloni si è arrabbiata perchè ci sono “Aerei che da Stoccarda scaricano immigrati
irregolari a Milano. Con buona pace della Lombardia, la regione più colpita dall’emergenza sanitaria. Qualcuno vorrebbe fare della nostra Nazione il campo profughi d’Europa. Noi ci battiamo per impedirlo”.
L’articolo del Giornale che la Meloni ha aggregato senza linkarlo racconta che da Berlino è giunta un’indiscrezione, fatta trapelare dal quotidiano Die Welt, secondo cui il governo italiano ha accettato la proposta dell’esecutivo di Angela Merkel di un piano che prevede per l’appunto il ritorno nel nostro paese dei dublinanti presenti in Germania
Vengono chiamati “dublinanti” per via del fatto che i loro destini in Europa sono decisi da quanto previsto dal trattato di Dublino, il cui principio cardine assegna al paese di primo sbarco l’onere della valutazione della domanda di asilo del migrante approdato nel territorio dell’Ue.
Meloni quindi sta parlando dei cosiddetti “dublinati” o “dublinanti”, ovvero quei migranti che in base agli accordi di Dublino (quelli approvati dalla Lega anni fa e che la Lega non ha mai voluto modificare) vengono rispediti indietro in Italia.
Perchè il regolamento di Dublino prevede che i migranti debbano presentare la domanda di asilo nel paese di primo accesso che in molti casi (ma non tutti) è l’Italia.
L’attuale versione del regolamento di Dublino (Dublino III) è stata sottoscritta dal governo italiano nel 2013, quando il Presidente del Consiglio era Enrico Letta. Ma è l’accordo di Dublino II (ratificato dal nostro Paese nel 2003) che ha reso operativo il regolamento sulla gestione dei meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda d’asilo presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo.
Il regolamento di Dublino II trasformò e rese operativa la Convenzione di Dublino (detta appunto Dublino I) che risale al 1990 e che fu ratificata nel 1997.
È stato quindi Silvio Berlusconi — in carica dal 2001 al 2006 — a far ratificare al nostro Parlamento (anche la Lega Nord votò a favore insieme ad Alleanza Nazionale, il partito di Giorgia) l’applicazione del trattato di Dublino.
Le modificazioni introdotte nel 2013 non hanno cambiato l’impianto generale del trattato. Di quel governo, guidato da Silvio Berlusconi, il ministro della Giustizia era Roberto Castelli della Lega Nord, quello dell’Interno era Beppe Pisanu e quello degli esteri Franco Frattini, entrambi di Forza Italia.
Anche costosissimo e inutile il sistema dei centri di identificazione ed espulsione (CIE) fu messo in piedi da un governo di centrodestra.
A volerli fu l’ex ministro degli Interni dell’ultimo governo Berlusconi: quel Roberto Maroni che è il Presidente uscente di Regione Lombardia.
A complicare la situazione italiana c’è anche la legge Bossi-Fini (varata anch’essa durante un governo Berlusconi) che rende impossibile entrare in Italia legalmente per cui l’unico modo per farlo è clandestinamente. Oppure facendo richiesta d’asilo.
Ed è questo uno dei motivi per cui i centri di identificazione solo al collasso: cercare di ottenere lo status di rifugiato è l’unico modo per poter entrare in Italia e quindi in Europa. Avete capito perchè i dublinanti tornano in Italia adesso?
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 6th, 2020 Riccardo Fucile
UN PARLAMENTARE SU QUATTRO NON RESTITUISCE DA GENNAIO I 2.300 EURO MENSILI… TRA LORO TAVERNA, FRACCARO, SIBILIA, MORRA, DI STEFANO
La fotografia del cambio di pelle dei 5 Stelle è anche nel numero sempre più elevato di parlamentari morosi, vale a dire indietro nella restituzione promessa dell’indennità mensile (2.300 euro minimo). Il Corriere della Sera riporta oggi la lista dei cattivi pagatori, tra cui compaiono diversi “big” del partito:
Nel Movimento adesso i morosi hanno anche nomi altisonanti — scrive il Corriere – come l’aspirante leader Paola Taverna, il sottosegretario a Palazzo Chigi Riccardo Fraccaro, quello agli Esteri Manlio Di Stefano, quello dell’Interno Carlo Sibilia e il presidente dell’Antimafia Nicola Morra. Da gennaio tutti non rimborsano più parte della loro indennità (2.300 euro mensili minimo). Più puntuale l’ex leader Luigi Di Maio che non rendiconta da aprile; il reggente Vito Crimi da maggio.
Dal sito tirendiconto.it, piattaforma sulla quale il M5S documenta le rendicontazioni, emerge un quadro pesante: su 296 parlamentari ben 79 non restituiscono più da gennaio, più di uno su quattro. Numeri che hanno spinto Collegio dei probiviri a inviare una lettera a tutti i morosi, diffidandoli per le mancate rendicontazioni e chiedendo loro di restituire quanto dovuto entro agosto. Pena eventuali espulsioni.
Nella lista dei ritardatari figurano anche la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina (da aprile), il tesoriere del gruppo alla Camera Sergio Battelli (da marzo), il responsabile della Giustizia Alfonso Bonafede e il presidente della Camera Roberto Fico (da maggio).
C’è poi il caso del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, moroso da febbraio, così come la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. Il record assoluto va a Marinella Pacifico, morosa dal giugno 2019. E a ruota: Paolo Nicolò Romano e Giorgio Trizzino, morosi rispettivamente da settembre e ottobre 2019.
(da agenzie)
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Agosto 6th, 2020 Riccardo Fucile
PARLA L’AVVOCATO TODERO CHE HA SEGUITO LA RICHIESTA
Dopo una lungo ed estenuante percorso, la Fondazione Einaudi ha ricevuto e resi pubblici i verbali
Cts che hanno portato il Presidente del Consiglio a emanare i vari dpcm che hanno accompagnato la prima fase dell’emergenza sanitaria in Italia.
Un battaglia vinta, ma siamo solo all’inizio.
Come ha spiegato l’avvocato Rocco Todero a Giornalettismo — che insieme ai suoi colleghi Enzo Palumbo e Andrea Pruiti Ciarello ha portato avanti questo lavoro — si tratta di un primo passo. Mancano, infatti, gli ultimi documenti del Comitato Tecnico Scientifico, quelli che hanno dato il via alla proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre.
«Abbiamo deciso di fare questa richiesta perchè Giuseppe Conte, nell’annuncio dei suoi dpcm, citava sempre i verbali Cts in cui venivano fornite le indicazioni sanitarie da seguire per scongiurare l’aumento dei contagi — ha spiegato Rocco Todero a Giornalettismo -. Non si tratta di una battaglia politica, non siamo e non saremo noi a dare valutazioni o interpretazioni di quel che è contenuto in quei documenti. La nostra è stata una battaglia di trasparenza: non mettiamo in dubbio le decisione prese, ma i cittadini devono essere a conoscenza del percorso che ha portato Palazzo Chigi a limitare alcune libertà ».
Il percorso per ottenere quei verbali cts desecretati è stato lungo. Dalla prima richiesta, al ricorso al Tar che ha dato ragione agli avvocati e alla Fondazione Einaudi. Poi il Consiglio di Stato che ha presentato ricorso sospendendo quel pronunciamento. E su questo aspetto Rocco Todero dà una versione dei fatti con una visione di chi si intende di giurisprudenza: «Il decreto firmato dal Presidente Franco Frattini non ci dava torto, ma serviva solamente a prendere tempo. Anzi, si dava al governo un’indicazione che andava proprio nella direzione della pubblicazione».
E le motivazioni che hanno spinto i tre avvocati e la fondazione Einaudi a portare avanti questa battaglia si riflettono nel principio di trasparenza: «È come se tu andassi in ospedale e venissi curato e guarito, ma poi non ti danno la cartella medica — ha proseguito l’avvocato Todero -. Non contesteremmo il fatto di esser stati curati, ma il non sapere quale era il nostro problema».
L’avvocato Todero, poi, ha sottolineato come la battaglia fatta da lui, dai suoi due colleghi e dalla Fondazioni Einaudi sia servita anche a svegliare i Parlamentari che hanno accettato questa assenza di trasparenza senza batter ciglio, approvando provvedimenti a scatola chiusa, senza essere a conoscenza di quali fossero le indicazioni contenute nei verbali Cts. Insomma, un ente terzo che ha fatto quello che avrebbe dovuto fare il Parlamento.
Il risultato ottenuto oggi è solo parziale. Adesso, infatti, si attendono gli altri verbali Cts. Quelli inviati dal capo della Protezione Civile Angelo Borrelli alla Fondazione Einaudi sono solo i primi cinque: dal 28 febbraio al 9 aprile. Lì dentro ci sono tutte le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico che hanno portato ai primi dpcm. «Sarà interessante, ora, avere anche gli ultimi documenti, quelli che hanno portato alla proroga dello stato di emergenza». Insomma, oggi è stato solamente il primo step.
(da Giornalettismo)
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Agosto 6th, 2020 Riccardo Fucile
CRONACHE TRAGICOMICHE DALLA REGIONE GOVERNATA DAI SOVRANISTI
Il voucher scuola della Regione Piemonte è stato protagonista di una spettacolare gaffe dell’ente guidato da Alberto Cirio. Prima una comunicazione che annunciava l’assegnazione di 100 euro e subito dopo la sua cancellazione.
«La tua domanda per il voucher scuola e trasporti è stata ammessa», annunciava la prima email arrivata a 45mila famiglie, cioè anche quelle che i fondi a disposizione non possono riuscire ad aiutare.
Dopo alcune ore è arrivata la rettifica: «A causa di un errore tecnico nella trasmissione dei dati da parte della Regione Piemonte, siamo spiacenti di dover sospendere l’attribuzione del voucher scuola fino a nuova comunicazione», si sono affrettati a scrivere dall’assessorato all’Istruzione.
Repubblica Torino racconta che l’assessora all’Istruzione Elena Chiorino ha già detto di volere la testa dei funzionari responsabili dell’errore.
Secondo i primi dati le domande per il voucher scuola quest’anno sono cresciute quasi del 70 per cento. Erano circa 58 mila nel 2019 e potrebbero sfiorare quota centomila quest’anno, per l’effetto Covid, che ha allungato le file di chi chiede sostegno e aiuti economici.
Ed era chiaro fin da subito che i soldi non sarebbero bastati per tutti. Già lo scorso anno, d’altra parte, oltre 16 mila non avevano ottenuto l’assegno nonostante avessero le carte in regola.
Ma adesso si è aggiunta la beffa, che non è passata inosservata e ha fatto partire all’attacco le opposizioni. «Quando si parla di scuola e famiglie non si scherza – tuona la consigliera regionale del Movimento 5stelle, Francesca Frediani – Un simile errore prevede un’unica possibilità di riparare: trovare le risorse per coprire l’intera graduatoria. Cosa che dovrebbe essere la normalità , tra l’altro!».
L’assessora Chiorino, impegnata a Roma nel braccio di ferro con la ministra dell’Istruzione Azzolina sui docenti che servono al Piemonte per la ripartenza, si è scusata per l’errore: «In merito alla comunicazione inviata oggi erroneamente a circa 45mila persone risultate idonee a percepire il voucher scuola, ma non finanziabili, si precisa che questa è stata causata dall’errore materiale di un funzionario nella trasmissione dei nominativi dei beneficiari dei voucher alla società che gestisce gli stessi – si legge in un comunicato dai toni severi– L’assessore all’Istruzione, scusandosi con le famiglie, ha definito tale errore inaccettabile, sia per l’estrema gravità dello stesso, sia per il delicato momento che, causa l’emergenza Covid-19, le famiglie che, pur avendone diritto, non hanno potuto entrare nella graduatoria di quelle finanziabili, stanno vivendo. La Regione ha avviato una procedura di verifica per accertare le responsabilità di quanto accaduto e assumere i conseguenti provvedimenti».
(da agenzie)
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Agosto 6th, 2020 Riccardo Fucile
LA DONNA DICE CHE “IL DIAVOLO HA VINTO”… IN ITALIA OCCORRE POTENZIARE I REPARTI DI PSICHIATRIA
In un video pubblicato da lei stessa su Facebook una donna prima recita il Padre Nostro e poi
racconta che i vigili le hanno fatto una multa per aver rifiutato di indossare la mascherina all’aria aperta.
La donna dice che “il diavolo ha vinto” perchè il parlamento ha votato per prorogare lo stato di emergenza e che sono stati obbligati a mettere “le maledette mascherine” con il caldo.
Invoca quindi Dio “per essere liberi dal diavolo e dai criminali politici” che “stanno comandando ogni governo di ogni nazione per distruggere il popolo” e “hanno prorogato questa emergenza così ci vogliono obbligare con i vaccini fatti con feti abortiti umani vivi, diossine e metalli pesanti”.
La donna poi se la prende con “le mascherine che se non si usano si prendono le multe” e dice che la Costituzione non prevede lo stato di emergenza ma “i vigili ci stanno controllando in tutti gli angoli perchè se non mettiamo la mascherina paghiamo la multa”. Se la prende con i soldi “guadagnati con le multe per le mascherine” che sono “pericolose” mentre la legge è “incostituzionale” e che “noi sappiamo meglio di loro cosa c’è e cosa non c’è per il nostro organismo: come possiamo accettare un crimine di questo genere? 280 euro entro trenta giorni, altrimenti la multa arriva a 480 euro”.
Poi chiede “il perdono”, perchè “io ho rifiutato” e aggiunge che i vigili “si sono comportati con odio verso di me ”
Infine invoca il perdono per i vigili che l’hanno trattata come una criminale per aver rifiutato la mascherina.
(da agenzie)
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Agosto 6th, 2020 Riccardo Fucile
FIRMATO IL PROTOCOLLO PER LA SICUREZZA, CI SARA’ ANCHE UN HELPDESK PER LE SCUOLE
Dall’helpdesk per le scuole, alle modalità di ingresso e uscita, all’igienizzazione degli spazi, fino all’impegno politico per il superamento delle ‘classi pollaio’, con l’intenzione di avviare un iter normativo per affinchè venga fissato un tetto massimo sul numero di alunni nelle classi.
È stato firmato questa mattina dal Ministero dell’Istruzione e dalle organizzazioni sindacali il Protocollo per garantire l’avvio dell’anno scolastico in sicurezza. Il documento offre regole alle istituzioni scolastiche ed ha l’obiettivo di essere anche un punto di riferimento anche per studentesse, studenti e famiglie.
“Al ministero abbiamo appena dato il via libera al protocollo di sicurezza per la ripresa di settembre. Un accordo importante che contiene le misure da adottare per garantire la tutela della salute di studentesse, studenti e personale, ma anche impegni che guardano al futuro e al miglioramento della scuola come il contrasto delle classi cosiddette ‘pollaio’, una battaglia che porto avanti da tempo e che rappresenta per me una priorità ”.
Così su Facebook la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. “Ringrazio le organizzazioni sindacali e quanti nel ministero si sono impegnati per questo risultato molto atteso dalle scuole – aggiunge -. Si tratta di regole chiare che danno certezze a dirigenti scolastici, personale, famiglie, alle ragazze e ai ragazzi che si apprestano a tornare nelle aule. Ritengo particolarmente importante l’help desk che sarà attivato a supporto delle scuole: è la dimostrazione che non vogliamo lasciarle sole. Che saremo al loro fianco in ogni momento supportandole in caso di difficoltà , così come abbiamo già fatto durante gli esami di Stato. Come governo avevamo promesso di trovare le risorse per la ripresa e lo abbiamo fatto: abbiamo 2,9 miliardi e stiamo mettendo anche fondi per consentire agli enti locali di affittare spazi per le lezioni. Non era un risultato facile, ma lo abbiamo ottenuto”.
(da agenzie)
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