Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile
SI PONTIFICA MA POI SI E’ PARTE DELLO STESSO MECCANISMO CRITICATO
Pontificatori di professione parlando da un pulpito sbagliato. 
Prosegue la lunga battaglia di Matteo Salvini contro Amazon, che questa mattina è stata prolungata con un suo intervento radiofonico a RTL 102.5.
Messaggi in favore dei piccoli esercenti e inviti alla popolazione a non abbandonare i negozi in una fase così complicata a livello economico.
Poi, però, facendo un giro sul grande portale di e-commerce troviamo che proprio i ‘suoi’ libri sono in vendita lì.
Ed ecco che, nella categoria ‘libri’ troviamo due lavori incentrati sul senatore della Lega: ‘Io sono Matteo Salvini. Intervista allo specchio’ (di Chiara Giannini, con la prefazione di Maurizio Belpietro) e ‘Secondo Matteo. Follia e coraggio per cambiare il Paese’ (scritto a quattro mani dal segretario del Carroccio e da Matteo Pandini’.
E sono proprio lì, sul tanto detestato Amazon.
E, tra le tante cose, sono anche in offerta per i clienti Amazon Prime.
Insomma, i veri fan del leghista potranno sfruttare questo sconto per regalarne copie ai propri parenti e amici.bMa solo online. Solo su Amazon.
Insomma, se il leader della Lega fosse coerente (cosa che, nella sua lunga carriera politica ha dimostrato di non essere) dovrebbe chiedere di ritirare le copie messe in vendita sul noto portale di e-commerce.
Dovrebbe, dunque, chiedere che quei testi siano messi in vendita solamente nelle librerie, soprattutto in quelle più piccole e di quartiere.
Ma sappiamo bene che tutto questo non accadrà . Salvini contro Amazon, ma con i suoi libri in vendita su Amazon è l’epilogo di una storia fatta di tendenze social da inseguire (senza mai essere realmente coinvolti in determinate dinamiche).
Anche in questo caso vale Pirandello e il suo «Così è (se vi pare)».
(da “Giornalettismo”)
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Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile
“RIAPRIRE PER NATALE? AVREBBE GRAVISSIME CONSEGUENZE”
I nuovi contagi rallentano, ma la curva ancora non scende. A rilevarlo è la Fondazione Gimbe nel nuovo monitoraggio sull’emergenza Covid-19 in Italia.
A essere presa in esame è la settimana dall’11 al 17 novembre, periodo in cui i numeri hanno fatto registrare un «primo rallentamento».
A fronte di una lieve riduzione dei tamponi, 854.626 rispetto a 872.026, pari al — 2%, sono 242.609 i nuovi contagi osservati rispetto alla settimana precedente, in cui erano 235.634. Si tratta del 24,4% in più rispetto al 31% dei sette giorni scorsi.
A non rallentare sono invece i decessi per cui il report registra un incremento del 41,7%. Dalle 2.198 vittime della settimana precedente si è passati a 4.134. Numeri quasi raddoppiati che la Fondazione considera preoccupanti anche rispetto ai giorni che verranno: «Tale incremento è destinato ad aumentare nelle prossime settimane, perchè l’effetto delle misure riduce prima gli indici di contagio, poi i ricoveri e le terapie intensive, e solo da ultimo i decessi».
Sul fronte dei ricoveri ordinari, l’incremento è stato del 15,5% con 33.074 pazienti ospedalizzati contro i 28.633 dei sette giorni precedenti. Percentuale più alta per le terapie intensive con un aumento del 21,6% (3.612 contro 2.971). Lombardia (64%), Piemonte (61%) e Provincia Autonoma di Bolzano (57%) le tre regioni con il livello di saturazione più alto.
A spiegare il significato di questi dati è il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta: «La curva dei contagi continua a salire, seppure con velocità ridotta, analogamente a quella dei ricoverati e delle terapie intensive» ha detto, sottolineando come le misure di contenimento adottate finora abbiano contribuito a rendere costante la velocità di trasmissione. «Il contagio, in sostanza, è come un’automobile» ha continuato, «che, dopo avere accelerato la corsa per settimane, ora viaggia ad una velocità molto elevata ma costante». Dunque, nonostante la tendenza, i 242.609 positivi in più restano un dato preoccupante.
«I pazienti Covid stanno progressivamente cannibalizzando i posti letto di altri reparti», evidenzia Cartabellotta, «limitando la capacità di assistere pazienti con altre malattie». Il presidente di Gimbe, infine, si dice contrario a un alleggerimento delle misure anti Covid in vista del periodo natalizio: «Ipotizzare questa possibilità ci farebbe avere conseguenze molto gravi in termini di vite umane».
(da Open)
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Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile
SONO TUTTI DEL NORD IN CERCA DI UNA RIELEZIONE CHE NON GLI GARANTIRA’ NEANCHE LA LEGA: HANNO PURE SBAGLIATO PORTONE A CUI BUSSARE
Maurizio Carrara, Laura Ravetto e Federica Zanella lasciano il gruppo di Forza Italia alla Camera e
passano con la Lega di Salvini: “Viviamo con disagio le sempre più ampie aperture al Governo e gli ammiccamenti con il Partito Democratico. Aderiamo convintamente al gruppo della Lega certi che — in tale gruppo — ci verrà data la possibilità di continuare a portare avanti al meglio le battaglie politiche in cui abbiamo sempre creduto”.
“Abbiamo deciso di impegnarci in politica, in tempi e modi diversi, convinti che i valori e i programmi del centrodestra siano la risposta giusta per il Paese. Ringraziamo Silvio Berlusconi per averci dato la possibilità di tradurre le nostre competenze e il nostro ‘sentire’ in azioni politiche concrete. In qualità di eletti su collegi uninominali con i voti di tutto il centrodestra tuttavia viviamo con disagio le sempre più ampie aperture al Governo e gli ammiccamenti con il Partito Democratico”.
Con queste parole i deputati di Forza Italia Maurizio Carrara, Laura Ravetto e Federica Zanella salutano il loro partito, dopo nemmeno 24 ore dalla proposta di maggiore collaborazione che il leader azzurro Silvio Berlusconi ha rivolto al governo.
Li chiamano “ammiccamenti”, i tre fuoriusciti dal partito che ora sono passati alla Lega, i segnali di ‘pace’ che il Cavaliere ha inviato alla maggioranza.
Anche se i fondatore di Forza Italia ha voluto precisare di non aver intenzione di entrare nel governo, come auspicato da Matteo Renzi. La necessità di una maggiore collaborazione secondo Berlusconi nascerebbe unicamente dall’esigenza di gestire al meglio l’emergenza sanitaria: “Non significa annullare le distinzioni politiche e di ruolo fra maggioranza e opposizione — ha detto il Cav — che sono insormontabili e che ci collocano, per i nostri valori, la nostra storia, il nostro impegno con gli elettori, in alternativa alla sinistra in tutte le sue espressioni”.
Ma questo non è bastato a tranquillizzare gli animi dei suoi.
“Prendiamo atto che Forza Italia ha altresì perso quella forza propulsiva che l’aveva portata ad essere luogo di aggregazione per tutto il centrodestra — aggiungono Carrara, Ravetto e Zanella — e riteniamo che quel luogo di aggregazione sia oggi rappresentato dalla Lega di Matteo Salvini che crediamo possa essere il miglior interprete di quella rivoluzione liberale i cui valori sono più che mai attuali e necessari, nonchè il Partito con cui meglio portare avanti con coerenza quel programma unitario su cui abbiamo ‘messo la faccia’ in campagna elettorale, e che non vogliamo tradire”.
(da agenzie)
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Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile
VOTARE LO SCOSTAMENTO DI BILANCIO PER SOSTENERE L’ECONOMIA SAREBBE INCIUCIO? E ALLORA PERCHE’ LA LEGA L’HA GIA’ VOTATO DUE VOLTE?
Eravamo in pena, possibile che nessuno abbia ancora pronunciato l’insana parola? Ci aspettavamo lo avrebbe fatto Marco Travaglio, che così intitolò un suo alato libro, l’ha fatto invece Matteo Salvini: “Inciucio”! Ecco, ora siamo a posto.
Il presunto leader di una presunta alleanza accusa l’alleato di intelligenza col nemico. Perchè è questo che Matteo Salvini intende per inciucio. Silvio Berlusconi starebbe “inciuciando” con il Governo perchè si è detto disponibile a votare lo scostamento di bilancio (come già due volte è stato fatto sia da Forza Italia sia dalla Lega) purchè quelle risorse siano impiegate per sostenere le partite Iva e far crescere l’economia.
Era un inciucio quello che spinse Dc e Pci a collaborare per la ricostruzione nel dopoguerra? Era un inciucio quello che negli anni Settanta consentì ai partiti dell’intero “arco costituzionale” di fronteggiare il terrorismo? Erano inciuci certi tentativi, purtroppo falliti, di dare all’Italia un assetto istituzionale che ci consentisse di competere ad armi pari con le altre democrazie occidentali?
È stato un inciucio l’emendamento firmato lunedì dai capigruppo di maggioranza e opposizione (tranne quello della Lega) in commissione Cultura del Senato per riconoscere un credito di imposta del 90% a teatri e spettacolo dal vivo?
No, era politica. Era solo politica, cioè mediazione. Una mediazione esercitata nell’interesse generale in un momento di massima crisi nazionale. C’è chi alla politica preferisce la propaganda. C’è chi si sforza di salvare il salvabile e chi gioca al tanto peggior tanto meglio. C’è chi, andato al governo con i grillini, accusa oggi di inciucio chi è rimasto, e rimarrà , all’opposizione. Non è stato Marco Travaglio, è stato Matteo Salvini.
Andrea Cangini
senatore di Forza Italia
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Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile
DATO CHE IL 94% HA VOTATO BIDEN SECONDO I REPUBBLICANI NON DOVEVA ESSERE CONSIDERATA, ANCHE IN ASSENZA DI BROGLI
Sta facendo impazzire la rete negli Stati Uniti lo sfogo social in Michigan di Ben Staebler, un
imprenditore da sempre attento ai temi sociali e al razzismo sistemico, contro il tentativo dei membri repubblicani della Contea di Wayne di bloccare la certificazione del voto e aprire le porte a un ribaltone del voto nello Stato a favore di Trump.
Un tentativo naufragato dopo tre ore per le pressioni degli abitanti della contea che hanno protestato contro il colpo di mano tentato dai due repubblicani che volevano cancellare i voti di Detroit, città con l’80 per cento della popolazione di colore e che ha votato 94% per Joe Biden, pur ammettendo che non c’erano stati brogli.
A rappresentare meglio di tutto la reazione della popolazione al tentativo di ribaltare il voto da parte di William Hartmann e Monica Palmer, i due rappresentanti repubblicani incaricati di certificare il voto nella contea, è stato lo sfogo social in Michigan di Ben Staebler.
Un video che è diventato presto virale, costringendo i due repubblicani a fare marcia indietro e certificare la validità del voto nella contea, compresa Detroit, la città a maggioranza afroamericana che i due canvasser volevano escludere dal conteggio, per provare a ribaltare il risultato nello Stato, vinto da Biden con oltre 150mila voti in più di Trump.
“La macchia di Trump e del razzismo con cui voi, William Hartmann e Monica Palmer, vi siete ricoperti vi seguirà per tutta la storia” ha detto Staebler nell’ormai celebre sfogo social in Michigan, aggiungendo che “i vostri nipoti penseranno a voi come a Bull Connor o George Wallace”, ovvero due dei più famosi politici segregazionisti della storia d’America.
Un video, quello dell’intervento di Staebler durante la sessione pubblica nella quale i due membri repubblicani, uno di quali aveva pubblicato vari meme razzisti su Facebook, avevano bloccato la certificazione del voto arrivando a proporre di certificare i voti delle periferie, abitate in maggioranza da bianchi, lasciando fuori solo Detroit, col suo 80% di popolazione afroamericana, che ha fatto il giro di tutti gli Stati Uniti, con l’accusa di razzismo e di voler ribaltare il voto elettorale che ha costretto Hartmann e Palmer a fare marcia indietro nonostante anche il presidente Trump avesse parlato di loro, lasciando credere ai suoi follower che il loro gesto avesse modificato il corso delle elezioni in Michigan.
Lo sfogo social in Michigan di Staebler si chiude con una frase durissima: “La legge non è dalla vostra parte. La storia non sarà dalla vostra parte. La vostra coscienza non sarà dalla vostra parte. E, solo Dio sa, quando incontrerete chi vi ha creato, che la vostra anima sarà molto, molto calda”.
Uno sfogo che però non è stato il solo, con tante persone infuriate per il tentativo di ribaltare le elezioni da parte dei due repubblicani, tra cui il presidente della sezione di Detroit della NAACP, la principale organizzazione americana per la tutela dei diritti civili delle persone di colore, Wendell Anthony.
(da agenzie)
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Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile
“HO FATTO UNA COSA NORMALE, COME SI PUO’ NEGARE CIBO E ACQUA? SONO UN ESSERE UMANO”
Quando risponde al telefono a fanpage.it, di buon mattino, Rosa Esposito, la salumiera di Nerano di Massa Lubrense, perla della Costiera Sorrentina, non è nemmeno consapevole dell’impatto del suo gesto: aver dato del cibo ai migranti sbarcati — non si sa ancora bene come — nella baia sorrentina nel tardo pomeriggio di ieri.
La donna ha alzato la serranda del suo negozietto, ‘Olga’s alimentari’ nella piazzetta di Nerano e ha rifocillato 14 uomini e 2 donne — di nazionalità afghana e irachena, giunti sulle coste della Campania con due barche a vela.
Signora Rosa, ci racconta com’è andata?
Ero a casa, ho saputo che questi ragazzi erano arrivati non si sa bene come, nella baia di Ieranto. Noi siamo nella parte di sopra, sono arrivate le forze dell’ordine, abbiamo visto questi ragazzi seduti sul muretto…
E lei ha fatto il gesto di cui si parla da ieri
Il cibo e l’acqua? Ma a me pare normale, ma chi nega l’acqua e il cibo? Sono esseri umani e io sono un essere umano. Il Comune si è comportato bene, ha subito organizzato l’accoglienza, così come le forze dell’ordine, questo lo posso dire?
Lei ha visto queste ragazze e questi ragazzi.
Sì. Erano silenziosi, non hanno parlato. Gli ho portato quello che potevano mangiare e quello che avevo a disposizione: da bere, biscotti, brioscine. Hanno mangiato in fretta, avevano molta fame ed erano stanchi.
Rosa, da quanto tempo lavora nella salumeria?
Sono di qui, la tengo in gestione però da tre anni. Prima di me c’era la signora Olga (cui è intitolato il negozio ndr.) commerciante storico di Nerano, una donna buonissima, che è venuta a mancare qualche anno fa. Siamo due salumeria qui su a Nerano, io mi sono fatta una buona nominata coi miei panini, c’è tanta gente che passa di qui in estate soprattutto , quando vanno a mare…
Ora ne arriveranno ancora di più: sa che la notizia del suo gesto ha fatto il giro d’Italia in poche ore?
Veramente? Che vi devo dire, ma è stato un fatto così…è semplicemente che l’umanità ci deve essere. Niente di straordinario.
(da Fanpage)
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Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile
ECCO PERCHE’ L’EMITTENTE NON VUOLE IL LOCKDOWN…20 MILIONI DI EURO DI INCASSI E 73 IMMOBILI DI PROPRIETA’
L’affermazione di don Livio Fanzaga sul coronavirus come opera del demonio (oltre a una serie di altre
frasi che riguardano principalmente presunti complotti internazionali per la diffusione della pandemia nel mondo) ha portato nuovamente i riflettori a essere puntati su Radio Maria.
Per questo motivo, il quotidiano La Repubblica ha avuto modo di dare un’occhiata ai bilanci dell’emittente, scoprendo una situazione ampiamente florida: 20 milioni di euro all’anno a livello di incassi e un patrimonio di 73 proprietà in tutta Italia. Le tasse, invece, sono molto limitate per la particolare natura della società stessa
Una fonte di introiti importanti per l’emittente, ad esempio, è rappresentata dalle donazioni degli ascoltatori. Spesso, stando alle testimonianze raccolte da Repubblica, in redazione arrivavano centinaia di lettere con santini e rosari e il più delle volte contenevano anche delle donazioni in denaro per l’emittente.
Radio Maria ha anche un conto corrente postale dedicato e proprio questo, a quanto pare, era al centro delle principali preoccupazioni dell’emittente durante il lockdown. Una fonte interna, infatti, ha dichiarato a Repubblica che, in quei giorni, si temeva che «i nostri ascoltatori, per lo più anziani, malati e persone sole, non potessero andare più alla posta. Così ha messo su un call center».
E questa cosa non è stata affatto nascosta, anzi è stata pubblicizzata anche attraverso il grande pubblico che Radio Maria riesce a intercettare sui social network.
Su Facebook, accompagnata dall’immancabile immaginetta della madonna, Radio Maria — intorno al 20 marzo 2020, quando da circa dieci giorni si era entrati in lockdown — aveva scritto questo post: «Stiamo attraversando un periodo di difficoltà che riguarda anche i modi per aiutare Radio Maria. Sappiamo tutti quanto questa radio, dono di Maria, abbia bisogno del vostro sostegno per andare avanti. A causa del Coronavirus molti ascoltatori non possono andare in posta per il bollettino a favore di Radio Maria, si potrebbe superare questa difficoltà con un ‘Sepa straordinario’ mantenendo la donazione abituale e limitatamente a questo periodo». Il post era stato successivamente cancellato.
Il fenomeno Radio Maria resta importante, a livello di bacino mediatico e di frequenze coperte. E anche, a questo punto, di potenza economica.
Per questo motivo sarebbe importante veicolare informazioni concrete e non supposizioni complottiste. Le persone che le ascoltano — come si evince anche dalla buona fede con cui continuano a fare donazioni all’emittente — possono essere fortemente condizionate da questi messaggi, contribuendo alla grande confusione mediatica che fa parte dei nostri giorni
(da agenzie)
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Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile
ARRIVA LA POLIZIA E LI IDENTIFICA…UN’ALTRA DENUNCIA ALLA POLIZIA POSTALE… ALTRO CHE DENUNCIA, A QUESTA FECCIA VA MESSA LA CAMICIA DI FORZA
Un suv di grossa cilindrata segue l’ambulanza per le strade di Torino. E’ fine ottobre, è notte e gli infermieri, che stanno raggiungendo un paziente Covid, si accorgono dopo pochi chilometri di essere seguiti e avvisano la centrale operativa del 118 che a sua volta chiama la centrale radio della polizia.
A bordo del suv ci sono due persone e non mollano la presa fino a quando non raggiungono l’ambulanza ormai a destinazione sotto casa del paziente.
Il conducente scende e inizia a insultare gli operatori del mezzo di soccorso. E’ un negazionista e sostiene che il mezzo giri vuoto per creare il panico.
L’altra persona, che rimane in macchina, filma tutto con il telefonino come se stesse documentando qualcosa.
Poi arriva una pattuglia e i due vengono identificati mentre gli infermieri del 118 portano a termine il loro intervento.
L’episodio è raccontato nel dettaglio nella scheda di intervento di quella notte che il personale di soccorso ha compilato e consegnato in centrale ed è arrivato sul tavolo della direttrice del 118, Rita Rossi e del prefetto di Torino che si è già detto preoccupato dell’accaduto riservandosi, in caso si verifichino altri episodi simili di convocare un tavolo in prefettura con il 118 per discutere del problema.
“Ho segnalato il fatto al nostro ufficio legale chiedendo che venisse fatta una segnalazione in procura”, spiega la dirigente del 118. Il conducente che ha interrotto il lavoro degli operatori trattenendoli sotto casa del paziente potrebbe rischiare una denuncia per interruzione di pubblico servizio.
Questo è di certo l’episodio più grave capitato a Torino ma non è l’unico. “Alla postale abbiamo segnalato un video girato da una donna che sostiene che noi giriamo con i mezzi vuoti”, spiega ancora la dirigente del 118.
Il fatto non è molto diverso da quello registrato a Milano qualche giorno fa quando una negazionista ha preso a calci un ambulanza chiamata per un intervento da codice giallo. “Terroristi”, ha detto la donna ai sanitari che erano arrivati in viale Monza a sirene spiegate per l’urgenza dell’intervento.
(da agenzie)
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Novembre 19th, 2020 Riccardo Fucile
OGGI E’ FINITO AI DOMICILIARI PER CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA
L’accusa è quella di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso.
Domenico Tallini è il presidente del Consiglio Regionale in Calabria ed è stato posto agli arresti domiciliari.
In quota Forza Italia, la sua vicenda aggiunge altre preoccupazioni a una regione che — in piena emergenza sanitaria — sta già affrontando numerosi problemi legati al commissariamento di quel settore del servizio pubblico. Per Domenico Tallini si sospettano intrecci con la cosca Grande Aracri della ‘Ndrangheta.
Eppure, sulla carta, Domenico Tallini diceva di combattere la criminalità organizzata e pubblicizzava — soprattutto attraverso i siti di news locali — le sue iniziative in tal senso.Tutti ricorderanno la visita di Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno, a San Luca.
La ricorderanno principalmente perchè il leghista titolare del Viminale vi si recò il giorno dopo la tragedia del Ponte Morandi. Il 15 agosto 2018, l’ex ministro dell’Interno era nel paese calabrese simbolo — nell’immaginario collettivo — degli intrecci della ‘Ndrangheta.
Ad accogliere Matteo Salvini, anzi, a «stringergli la mano» — come riportato in una nota stampa diffusa in quelle ore dallo stesso Mimmo Tallini — c’era proprio l’allora consigliere regionale, in rappresentanza dell’ex presidente del consiglio regionale (la stessa carica che Tallini ricopre nell’attuale legislatura) della Calabria Nicola Irto. Due anni e mezzo fa diceva: «A San Luca ho stretto la mano al ministro dell’Interno Salvini dicendogli semplicemente: ‘il Consiglio regionale della Calabria è qui, presente’. Ho voluto essere accanto al ministro — ha spiegato -, in rappresentanza dell’assemblea regionale, proprio perchè credo che una battaglia così delicata e difficile come quella contro la ‘ndrangheta possa essere vinta solo con una collegialità di sforzi».
Sosteneva che il Ferragosto di San Luca potesse essere una tappa indispensabile per la lotta alla criminalità organizzata, una causa da mettere in cima alle priorità nazionali: «La lotta alle mafie — diceva Tallini — non è soltanto una questione di polizia, pure fondamentale, ma è soprattutto una battaglia culturale che deve coinvolgere tutti coloro che hanno un ruolo nella nostra società ».
Parole che risultano essere particolarmente stonate oggi, quando il presidente del Consiglio regionale calabrese risulta ai domiciliari. Di quella «stretta di mano», oggi, resta soltanto la nota che Tallini aveva inviato alle testate locali il giorno dopo l’evento.
(da agenzie)
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