QUANDO TALLINI “RIPORTAVA LO STATO” A SAN LUCA CON SALVINI
OGGI E’ FINITO AI DOMICILIARI PER CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA
L’accusa è quella di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. Domenico Tallini è il presidente del Consiglio Regionale in Calabria ed è stato posto agli arresti domiciliari.
In quota Forza Italia, la sua vicenda aggiunge altre preoccupazioni a una regione che — in piena emergenza sanitaria — sta già affrontando numerosi problemi legati al commissariamento di quel settore del servizio pubblico. Per Domenico Tallini si sospettano intrecci con la cosca Grande Aracri della ‘Ndrangheta.
Eppure, sulla carta, Domenico Tallini diceva di combattere la criminalità organizzata e pubblicizzava — soprattutto attraverso i siti di news locali — le sue iniziative in tal senso.Tutti ricorderanno la visita di Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno, a San Luca.
La ricorderanno principalmente perchè il leghista titolare del Viminale vi si recò il giorno dopo la tragedia del Ponte Morandi. Il 15 agosto 2018, l’ex ministro dell’Interno era nel paese calabrese simbolo — nell’immaginario collettivo — degli intrecci della ‘Ndrangheta.
Ad accogliere Matteo Salvini, anzi, a «stringergli la mano» — come riportato in una nota stampa diffusa in quelle ore dallo stesso Mimmo Tallini — c’era proprio l’allora consigliere regionale, in rappresentanza dell’ex presidente del consiglio regionale (la stessa carica che Tallini ricopre nell’attuale legislatura) della Calabria Nicola Irto. Due anni e mezzo fa diceva: «A San Luca ho stretto la mano al ministro dell’Interno Salvini dicendogli semplicemente: ‘il Consiglio regionale della Calabria è qui, presente’. Ho voluto essere accanto al ministro — ha spiegato -, in rappresentanza dell’assemblea regionale, proprio perchè credo che una battaglia così delicata e difficile come quella contro la ‘ndrangheta possa essere vinta solo con una collegialità di sforzi».
Sosteneva che il Ferragosto di San Luca potesse essere una tappa indispensabile per la lotta alla criminalità organizzata, una causa da mettere in cima alle priorità nazionali: «La lotta alle mafie — diceva Tallini — non è soltanto una questione di polizia, pure fondamentale, ma è soprattutto una battaglia culturale che deve coinvolgere tutti coloro che hanno un ruolo nella nostra società ».
Parole che risultano essere particolarmente stonate oggi, quando il presidente del Consiglio regionale calabrese risulta ai domiciliari. Di quella «stretta di mano», oggi, resta soltanto la nota che Tallini aveva inviato alle testate locali il giorno dopo l’evento.
(da agenzie)
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