Novembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
ARRIVANO LE DIMISSIONI E LA PRESA DI DISTANZA DEL PARTITO, MA ORMAI LA FRITTATA E’ FATTA… MA LA MELONI COME LI SCEGLIE I DIRIGENTI?
Priamo Bocchi, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, si è dimesso dall’incarico di partito dopo le critiche ricevute da più parti e la condanna di Fratelli d’Italia per aver postato su facebook la foto di un sedere maschile, accostata a quella dei consiglieri comunali di Parma riuniti in una seduta streaming del Consiglio che discuteva di violenza di genere. Il fotomontaggio pubblicato da Bocchi, che non è in Consiglio comunale, poi è stato rimosso.
“Fratelli d’Italia prende nettamente le distanze dal gesto di Priamo Bocchi, inaccettabile sotto qualsiasi punto di vista tanto istituzionale che politico e che nulla ha anche fare con il nostro pensiero e con la nostra storia. Assumeremo i provvedimenti necessari ed opportuni, perchè su questi temi Fdi non ammette ambiguità o doppie morali”, afferma il coordinatore provinciale di Fdi Parma Stefano Bosi.
Lo stesso Bosi ha quindi comunicato – spiega l’agenzia Dire – di aver accolto le dimissioni presentate di Bocchi da coordinatore cittadino di Fdi a Parma, “incarico che assumerò ad interim”.
(da agenzie)
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Novembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
“NON POSSIAMO DIRE CHE IL VACCINO NON AVRA’ EFFETTI TRA DIECI ANNI”
“Non c’è farmaco e non c’è vaccino su cui possiamo dire a priori ‘non mi farà male tra 10 anni’.
La penicillina ha molte più probabilità di avere effetti collaterali rispetto ad un vaccino”.
Detto questo, “Appena sarà disponibile il vaccino contro il coronavirus, lo farò”. A dirlo è Massimo Galli, responsabile di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, intervenuto durante la trasmissione Uno Mattina.
Galli ritorna sul problema relativo alla carenza di dati relativi ai vaccini in produzione sottolineato in principio da Andrea Crisanti, difeso dall’infettivologo: “Ha la mia stima, la sua reazione è stata legittimata dal fatto che questa ridda di notizie non sta facendo bene alla causa. In questo ambito bisogna difendere il concetto di fondo: la ricerca sta andando avanti e sta portando risultati importanti per l’efficacia di questi vaccini. Ecco, però, risultati… Il primo che ha parlato ha fatto una dichiarazione, ma non c’è uno straccio di dato pubblicato”.
Nella valutazione di un vaccino, importante è “la maneggevolezza. Poi ci sono dati molto più tecnici, relativi al tipo di risposta che può essere indotta. E poi c’è la sicurezza, bisogna essere chiari. Ci sono studi di Fase 3 che hanno reclutato decine di migliaia di volontari, quando hai 40.000 persone coinvolte si può arrivare a dire se ci sono effetti collaterali immediati”.
La discussione sul vaccino avviene durante un periodo di picco dei contagi che, però, sembrano lentamente calare: “Mi auguro che l’Italia abbia raggiunto il picco”, dice Galli. “Dobbiamo osservare dati ancora per qualche giorno per il consolidamento della situazione, non tanto per il quadro nazionale ma per numerose località regionali e locali. Anche all’interno di una regione ci sono zone più colpite, in cui l’infezione si è diffusa di più. La cautela si impone, questa seconda ondata prevedibile ed evitabile ci è già costata più di 12mila morti e ce ne saranno altri purtroppo”, conclude.
(da agenzie)
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Novembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
“BISOGNA DIRE LA VERITA’: NON SONO ANCORA STATI APPROVATI DALLE AUTORITA’ PREPOSTE”
“Secondo me ancora oggi sappiamo molto molto poco di questi vaccini che sono in arrivo, rispetto a quelle che sono le fasce” di popolazione che “realmente possono essere protette rispetto alla documentazione che è stata sottomessa agli enti regolatori”.
A dirlo è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenendo questa mattina a Omnibus, su La7.
Per Cartabellotta “al momento si può fare sicuramente una programmazione ma di massima, perchè ad esempio i dati specifici su quella che è la protezione nei soggetti anziani, che in tutti i programmi vaccinali sono quelli che dovrebbero avere la priorità , non sono suffragati dalla possibilità di vedere realmente quale è esattamente la percentuale di protezione”.
“A gennaio”, prosegue il presidente Gimbe parlando ancora delle dosi, queste “dovrebbero arrivare, ma si devono ancora verificare due cose: la prima quando arriveranno le approvazioni dalle autorità regolatorie, la seconda quando sapremo qual è la capacità produttiva delle singole aziende che sono in corsa. Ma è evidente che in questo momento abbiamo tante variabili sul piatto ed è molto difficile fare una programmazione di dettaglio. Ora noi stiamo ragionando su cose che speriamo che arrivino, ma ci sono ancora tante incertezze”
(da agenzie)
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Novembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
“CON 600 MORTI AL GIORNO E OSPEDALI STRACOLMI GLI SCI-MUNITI PENSANO ALLE LINEE GUIDA PER L’UTILIZZO DEGLI IMPIANTI DI RISALITA”
Dopo che Conte ieri ha spiegato che “Non possiamo concederci vacanze indiscriminate sulla
neve. Anche per gli impianti da sci, il problema del protocollo e’ un conto ma tutto cio’ che ruota attorno alle vacanze sulla nave e’ incontrollabile e con Merkel e Macron in Europa stiamo lavorando ad un protocollo comune europeo. Non e’ possibile consentire vacanze sulla neve, non possiamo permettercelo” oggi Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano se la prende con i politici che hanno fatto una battaglia per la riapertura degl impianti sciistici:
Un’allegra combriccola di buontemponi che si fan chiamare “governatori ” e “assessori” di alcune fra le Regioni peggio messe (le zone rosse Lombardia, Piemonte, Alto Adige, Val d’Aos ta, l’arancione Friuli-Venezia Giulia e le gialle Veneto e Trentino), chiede di riaprire la stagione sciistica. Con 600-700 morti al giorno e molti ospedali in overbooking, gli sci-muniti pensano alle “linee guida per l’utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali”.
Gli assessori lombardi Caparini e Sertori, in rappresentanza di una giunta che non riesce nemmeno a comprare i vaccini antinfluenzali per medici, anziani e malati, spiegano spensierati che chiudere gli impianti di sci è stata addirittura “una scelta scriteriata e incomprensibile da parte di un governo disorientato”(loro invece sono lucidi). Intanto i giornaloni raccolgono gli appelli di Alberto Tomba e di altri cervelli in fuga. Tutti a strillare che lo sci “è uno sport all’aperto e individual e”(come se gli assembramenti si verificassero sulle piste e non prima e dopo le discese, cioè negli hotel, negli impianti di risalita, nei rifugi e nei locali serali di “après ski”) e bisogna “dare un segnale positivo”(al Covid-19). È la stessa demenza collettiva che prima voleva “salvare la Pasqua”, poi “il ferragosto”,“la movida”,“le discoteche ”.
(da agenzie)
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Novembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
LO SCALATORE: “ASPETTARE GENNAIO E’ UN DOVERE, LA MONTAGNA NON E’ UN’INDUSTRIA”
Le parole di chi la montagna l’ha amata davvero: Reinhold Messner si schiera a favore nella decisione di chiudere le piste da sci.
Oggi, Reinhold Messner, 76 anni, in un’intervista a Repubblica si allinea alle decisioni del governo e ricorda a tutti come la montagna è sempre stata vista come luogo dove sciare.
In realtà questa è un’analisi errata o quantomeno parziale: lo sci è una delle tante attività che si possono svolgere sulle vette, ma non l’unica.
“Si riducono la montagna, la neve e il turismo, all’industria degli impianti di risalita e ai caroselli sciistici. Chi vive nelle città , in Europa e in Italia, viene convinto che non ha senso il tempo libero in alta quota senza gli sci ai piedi su una seggiovia. Il Covid offre l’opportunità per aggiungere a tutto questo il più vasto universo della libertà . La montagna autentica in inverno resta anche sci alpinismo, sci da fondo, slitta, ciaspole, escursionismo e pattinaggio su ghiaccio. Non si può concludere che senza piste da discesa aperte si vieta alle persone di rigenerarsi nella natura alpina”.
Sulla decisione di chiudere o meno gli impianti, quindi, Messner non ha dubbi. Anche per chi si ritiene “anarchico” come lui, con il Covid-19 rispettare le regole è fondamentale. Il governo di Giuseppe Conte sembra “si stia muovendo bene” anche perchè “non si possono sacrificare migliaia di vite per avere il consenso di chi pretende di comportarsi come se il virus non uccidesse più”. L’unica speranza è che passato il Natale la situazione torni sotto controllo.
“Aspettare gennaio per riaprire piste e impianti, se gli indici di contagio lo consentiranno, non è una scelta: è un dovere. Ma deve essere chiaro che la montagna, anche in inverno, resta un universo di libertà immenso, sicuro e ricco di opportunità ”.
Ma il problema riguarda tutta Europa e non solo il nostro paese. Per questo, Messner spera che questa, per le Alpi così come per l’Ue, possa essere “la grande occasione per dimostrare che la montagna non è solo un’industria e che la Ue non è solo una somma di lobby statali. Io prego che oggi questi due mondi sappiano lottare contro il Covid con lungimiranza e unità ”. Serve coesione tra tutti i paesi europei e una coordinazione, per evitare di commettere gli stessi errori del recente passato e non lasciare nessun indietro.
“Europa e Regioni si sono mosse in ritardo e in ordine sparso, anteponendo le pressioni economiche alle ragioni sanitarie. Il risultato è stata la riesplosione dei contagi. La concorrenza sleale in Europa? Questo è il problema e tocca alla Ue risolverlo, pensando anche alla parità dei ristori per la filiera turistica. Se la Francia offre 100, l’Italia non può promettere 50. Sull’inverno dell’emergenza Covid le Alpi si giocano il futuro, l’Europa anche il presente”.
Insomma, per Messner la ricetta è una sola: “Prima salute e istruzione, poi tutto il resto”. Mettere al centro le priorità sarebbe “il regalo più bello che le istituzioni possono fare ai cittadini per le festività ”. Anche perchè “i primi a non voler trasformare le feste di fine anno sulle Alpi nel Ferragosto in Costa Smeralda” sono i montanari
(da agenzie)
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Novembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
IL CONDUTTORE NON RESISTE QUANDO SENTE IL SOVRANISTA DIRE CHE “I ROTHSCHIL HANNO VOLUTO PAPA FRANCESCO”
David Parenzo ce lo manda. E con ce lo manda intendiamo Alessandro Meluzzi. 
Lo psichiatra e opinionista televisivo, sempre più vicino al mondo sovranista e continuamente in contrasto con il pontificato di Papa Francesco, aveva affermato che il pontefice era stato messo in Vaticano da Soros e dai Rothschild.
Sin da quando Giuseppe Cruciani inizia a descrivere questa affermazione di Meluzzi, David Parenzo viene ritratto con le mani tra i capelli.
Inizia a imprecare quando sente il nome dello psichiatra e poi si lascia andare a un’invettiva finale, dopo il contributo audio in cui lo stesso Meluzzi afferma quanto poco prima aveva anticipato lo stesso Cruciani.
«Va bene, i Rothschild si comprano il Vaticano, ma poi cosa se ne fanno? Comprano i cardinali? Andare a fare in culoooooo».
In tanti hanno assistito allo sfogo di David Parenzo e in tanti l’hanno commentato sui social network, affermando che questo può essere a buon diritto inserito tra quelli più clamorosi del conduttore de La Zanzara.
La trasmissione non è mai stata politicamente corretta e questo è fondamentalmente il segreto del suo successo. Di solito, però, Parenzo era quello che stemperava i toni rispetto al suo collega — vero e proprio battitore libero — Giuseppe Cruciani.
Oggi, a quanto pare, i ruoli si sono invertiti.
(da agenzie)
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Novembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
“E’ ORA DI RIAPRIRE TUTTO, VIVA DARWIN, QUESTO PIAGNISTEO SULLE VITTIME DEL COVID HA STANCATO, E’ SELEZIONE NATURALE”
“Ormai questo piagnisteo sulle vittime penso che abbia stufato tanti italiani, per salvare poche migliaia di vecchietti stiamo rovinando la vita, nel lungo termine, a un sacco di giovani”. E’ una delle frasi pubblicate su Facebook da un consigliere di maggioranza di Pavia, Niccolò Fraschini (Pavia Prima). Lo riporta la Provincia pavese.
Le frasi, apparse su Facebook, si chiudevano con un “è ora di riaprire, W Darwin!” inneggiando presumibilmente alla selezione naturale perno degli studi del grande scienziato.
Nel marzo scorso aveva attaccato i napoletani “che hanno l’immondizia nelle strade e ci schifano”, i francesi, “che non hanno il bidet” e i romeni “che hanno i bambini che vivono nelle fogne nella capitale”.
(da agenzie)
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Novembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
“INIZIATIVA AUTONOMA, PRENDEREMO PROVVEDIMENTI”
Gregorio Martinelli, consigliere comunale a Bagno a Ripoli per la Lega, ha chiesto di istituire
una giornata per i cattolici eterosessuali.
Il motivo? Martinelli da Silva spiega di essere stato «vittima di molestie sessuali da parte di omosessuali» con «palpate, commenti» ed altro: è lui ad essere «discriminato» perchè «cattolico eterosessuale».
La legge Zan contro l’omotransfobia ha il solo scopo, secondo il leghista, di favorire l’omosessualità e quindi è necessaria «la giornata del Cattolico eterosessuale in difesa di questi cittadini costantemente minacciati e considerati retrogradi e pericolosi».
Parole che hanno fatto indignare il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini che ha spiegato che si tratta di “una sequenza di deliri e luoghi comuni violenti, aberranti e pericolosi, che vanno oltre i limiti della ragione”.
Ma Martinelli ha fatto arrabbiare anche i suoi colleghi di partito.
Susanna Ceccardi parla di “affermazioni lontane anni luce dal nostro modo di concepire la società di oggi”. E il coordinatore Daniele Belotti prenderà dei provvedimenti contro di lui, spiega il Corriere: “La Lega scarica Martinelli: «Iniziativa autonoma» dice il coordinatore giovani leghisti Federico Bussolin. «Era stato diffidato, valuteremo provvedimenti» dice il Commissario regionale Daniele Belotti.
Del resto non è la prima volta che Martinelli da Silva fa arrabbiare la Lega: è stato capogruppo della Lega in consiglio comunale per un solo giorno. Ha rimesso la carica dopo aver fatto fare una brutta figura ai suoi compagni di partito
(da agenzie)
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Novembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
NEANCHE DI FRONTE A UNA VICENDA DISGUSTOSA “LIBERO” RIESCE A NON AFFOGARE NELLA MERDA
Vittorio Feltri questa mattina è in prima pagina su Libero con un editoriale dal titolo “La ragazza stuprata da Genovese è stata ingenua”.
Feltri inizia spiegando di voler fare una precisazione:”Su Alberto Genovese, napoletano trapiantatosi a Milano e qui arricchitosi smodatamente dopo gli studi bocconiani, ha già scritto abbondantemente il nosto ottimo Filippo Facci, pertanto non ho molto da aggiungere. Posso solo fare una chiosa, visto che della vicenda non si smette più di parlare, come fosse una novità che i drogati vanno fuori di testa e ne combinano di ogni colore il signorino di cui trattiamo consumava cocaina a strafottere e spesso la sera, per vincere la noia, organizzava nel proprio lussuoso attico dei festini con amici e soprattutto amiche che si concludevano con grandi perfomance gastrosessuali”.
Peccato che la sua precisazione sia davvero incommentabile: “Personalmente ho constatato che si fa fatica a sco… una che te la dà volentieri, figuratevi una che non ci sta”.
A questo punto poteva risparmiarsi l’eufemismo del titolo e chiamare la diciottenne, che va ricordato è una VITTIMA degli abusi, in un altro modo, quello che probabilmente ha in testa; del resto, continua il direttore di Libero, la povera Michela “entrando nella camera da letto dell’abbiente ospite cosa pensava di andare a recitare il rosario?”
Siamo ancora al se l’è cercata su una prima pagina di un giornale. Chissà se Feltri ha letto come si sente la ragazza dopo essere stata trattata da colpevole:
«Quelle ore di paura non si possono neanche immaginare, io ho avuto paura di morire. Anzi io ho rischiato di morire. Ho avuto paura di non poter più rivedere mia mamma, mio papà , mia sorella, il mio gattino, i miei amici».
Con un file audio inviato alla trasmissione di Canale 5 “Non è la D’Urso”, la diciottenne stuprata e sequestrata per oltre venti ore da Alberto Genovese, nel suo super attico con vista sul Duomo di Milano, Vania – come viene chiamata da Barbara D’Urso – racconta come quella notte l’abbia cambiata. «In questi giorni, dopo che è uscita la notizia del suo arresto, ho iniziato a leggere tante cose e i miei ricordi si sono fatti sempre più precisi».
Se ce ne fosse bisogno, dopo che l’inchiesta della procura ha recuperato dal sistema di videosorveglianza l’intero video della notte nella camera di Genovese, Vania si ritrova a doversi difendere dai giudizi offensivi sui social e in tv. «La cosa che mi fa più male è sentire i commenti di tante persone che cercano di darmi la colpa o di giustificare quello che mi è stato fatto. Molta gente specula, commenta… Mi sono vista dipinta in tanti modi, cosa che non giustificherebbe comunque quello che mi è stato fatto. Ma mi infastidisce perchè io non sono così. Io sono la vittima… Mi sono sentita più volta offesa, attaccata ingiustamente, perchè dopo quello che ho vissuto penso che questa violenza mediatica non sia assolutamente giusta».
Proteste dal Pd e Iv per l’editoriale pubblicato da Libero a firma di Vittorio Feltri, in merito allo stupro nei confronti di una 18enne da parte dell’imprenditore Alberto Genovese.
Nell’articolo dal titolo, “i cocainomani vanno evitati. Ingenua la ragazza stuprata da Genovese”, Feltri scrive, parlando dell’imprenditore: “gli piacevano le donne e non credo faticasse a procurarsene in quantità . Che necessità aveva di ricorrere allo stupro per impossessarsi di una ragazza bella e giovane, dopo averla intontita con sostanze eccitanti? Ciò è incomprensibile sul piano logico”.
E ancora, “quanto alla povera Michela, mi domando: entrando nella camera da letto dell’abbiente ospite cosa pensava di andare a fare, a recitare il rosario?”. “Sarebbe stato meglio rimanere alla larga da costui (…). Concediamole attenuanti generiche, ai suoi genitori tiriamo le orecchie”.
Parole definite “vomitevoli e disgustose” dalla senatrice del Pd, Simona Malpezzi. “Questa è violenza di genere, è vittimizzazione secondaria, è sessismo”, aggiunge l’altra senatrice del Pd, Valeria Valente. “Disgustoso giustificare uno stupro. Non è libertà di stampa ma offesa a tutta la società ”, fa eco la senatrice Laura Garavini, vicecapogruppo vicaria Italia Viva-Psi
(da agenzie)
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