Destra di Popolo.net

INTERVISTA AL POLITOLOGO PANEBIANCO: “LA FEDERAZIONE DI CENTRODESTRA NON VA DA NESSUNA PARTE”

Giugno 4th, 2021 Riccardo Fucile

“MELONI E SALVINI SONO EQUIVALENTI, MANCA UN ASSETTO CHIARO E UNA FIGURA FORTE”

“Nel centrodestra non c’è un assetto chiaro e netto come quando c’era Silvio Berlusconi, per questo la federazione di centrodestra di cui parla Matteo Salvini non va da nessuna parte. E in Europa il leader della Lega deve trovare una nuova collocazione, dal momento che la strategia di Marine Le Pen non funziona più”.
Angelo Panebianco, professore emerito dell’Università di Bologna, politologo e saggista, fotografa con l’Huffpost l’attuale situazione politica e prova a immaginare quale futuro avrà il centrodestra: “Salvini non intercetta al Sud il voto in uscita dei 5Stelle, che invece guarda a Fratelli d’Italia. Mentre sul referendum ha fatto un’ottima mossa perché ha messo in difficoltà sia Meloni sia il Pd”.
Professore Panebianco, il centrodestra prova a rinnovarsi. Matteo Salvini ha chiamato Silvio Berlusconi per parlare di una federazione di centrodestra, su cui il leader della Lega pare stia puntando. La convince o è una reazione per contenere un’emorragia di voti a destra verso Fratelli d’Italia?
La federazione di centrodestra non va da nessuna parte. Ha senso quando c’è un leader forte, ma adesso non c’è più nessuno forte come Silvio Berlusconi. La cosa più probabile sarà un centrodestra molto instabile, poiché non c’è una gerarchia ma due forze quasi equivalenti.
A proposito di instabilità, siamo di fronte a un paradosso. Il centrodestra, dato per maggioritario nel Paese, non riesce a trovare candidati nelle principali città italiane. E i nomi che circolano non sembrano particolarmente entusiasmanti. Come se lo spiega?
Tra Lega e Fratelli d’Italia c’è una competizione per l’egemonia. Non c’è un assetto chiaro e netto come quando c’era Silvio Berlusconi. Salvini è forte ma deve fare i conti con una Meloni in crescita e non sottovaluterei il fatto che il centrosinistra è perdente sul piano nazionale ma non su quello locale. Se il centrosinistra perderà le prossime elezioni locali sarà per demerito proprio e non per bravura degli altri.
Vede una debolezza insita nel populismo nel formare classi dirigenti? Vale per Salvini, per la Meloni. C’è anche un problema di leadership?
Un problema di leadership è un problema diverso rispetto a quello di mancanza di classe dirigente. L’unico partito di establishment è il Pd, può sembrare più forte perché ha più capacità di attrarre persone che fanno parte di un mondo che detiene il potere politico ed economico. Il centrodestra questa forza non ce l’ha.
Però è innegabile che Salvini stia provando strade nuove o quantomeno a costruire una destra di governo. La mossa di sostenere il referendum dei Radicali va in questa direzione?
Salvini ha cercato di intraprendere nuove strade, come quella del Sud quando ha aperto una sede a Bari, ma questa strada si sta rivelando molto difficile perché ha a fare con un leader in ascesa come la Meloni. Invece ha fatto una mossa intelligente aggregandosi al referendum dei Radicali e mettendo in difficoltà sia Meloni sia il Pd, come si è visto. I Radicali sono aperti a tutti, come da tradizione sono trasversali. Invece Salvini deve conciliarle questa sua mossa con le altre posizioni del partito che non sono poi così garantiste. Tuttavia la Lega può sposare i referendum Radicali per le stesse ragioni per cui non può sposarle il Pd. Dipende dal fatto che la Lega è in un conflitto con la magistratura, come dimostrano i processi in corso, mentre il Pd ha sempre scelto una linea di non belligeranza con la magistratura, l’ha scelta sin dai tempi di Mani pulite e non può abbandonarla. Una parte del Pd garantista condivide i quesiti ma il partito non può permettersi di seguirlo.
Si dice che il progetto in campo sia quello di un’annessione di ciò che resta di Forza Italia alla Lega. Al centro si parla di un rassemblement Toti, Brugnaro, Carfagna, Renzi. Solo un’operazione di Palazzo o questa ipotesi può avere una consistenza reale nel Paese?
Non mi sembra possibile, una buona parte di Forza Italia è incompatibile con la Lega.
Anche sul piano europeo Salvini ha bisogno di uscire dall’angolo e vuole entrare nel gruppo dei conservatori e riformisti o nel Ppe dove c’è Forza Italia. Vede possibile una reunion del centrodestra italiano almeno a livello continentale?
Salvini ha il vantaggio di aver preso un partito con percentuali molto basse e di averlo portato in alto. Ma ha il problema di conciliare un partito alla Le Pen, partito nazionale, con un partito che è fortemente locale. Ha dovuto tentare di tenere tutto insieme. Adesso ha una concorrenza molto forte, non è lui a intercettare il voto in uscita dei 5Stelle al Sud, sarà Meloni. E se la strategia lepenista non funziona più, lui deve trovare una nuova collazione anche in Europa. Ciò per cui lavora Giorgetti, ovvero il passaggio ai popolari, non mi sembra vada bene. Le due cose sono strettamente legate.
Il governo Draghi è un passaggio epocale per le forze politiche. In parecchi dicono: è sempre successo che il centrodestra si divide sul governo, ma poi si rimette insieme quando c’è da andare a votare. Anche lei la fa così facile?
Sì, io penso di sì. Alla fine la convenienza sarà di andare uniti, anche perché questa legge elettorale favorisce le alleanze. Ma non è detto che poi il centrodestra andrà a governare insieme o che quel governo duri tutta la legislatura.
(da Huffingtonpost)

argomento: Politica | Commenta »

L’APERTURA AL NULLA DI BERLUSCONI SPIAZZA I SUOI

Giugno 4th, 2021 Riccardo Fucile

FA SPONDA A SALVINI MA IN FORZA ITALIA MOLTI SONO CONTRARI, A PARTIRE DA GELMINI E CARFAGNA

“Sono di nuovo con voi, mi sento in famiglia”. Silvio Berlusconi apre così il video-collegamento con i vertici del suo partito che durerà due ore e mezzo. Lasciati alle spalle i guai di salute, pensa al futuro: promette interviste, colloqui su Zoom a tu per tu. E poi: “Valutiamo l’idea di federazione del centrodestra” lanciata da Salvini in un’intervista al “Giornale” di casa.
E’ un attimo e la prospettiva per Forza Italia cambia: il progetto a cui il Cavaliere si era sempre fieramente opposto adesso è “preso in considerazione”. Nessuna annessione – rassicura l’ala moderata – Nessun appiattimento sulla linea leghista: “Saremo sempre la guida culturale del centrodestra con i nostri valori europeisti, garantisti, liberali, riformisti”.
E in Europa, la strada resta quella del Ppe, perché – è il succo – Washington e Bruxelles non lasceranno mai governare i sovranisti.
Insomma, si vedrà, si pondererà, si convocheranno gli organismi. A tempo debito. I gruppi unici non sono all’ordine del giorno, tantomeno a giugno come vorrebbe il Capitano.
La suggestione però è in campo, ed è potente. Berlusconi la accarezza, la orienta, chissà se la manipola come abilmente in passato: dopo aver divorato più figli di Crono è tentato di lasciare l’eredità politica al “ragazzo”, ritagliarsi il ruolo del padre nobile – presidente onorario, sussurra più d’uno – di un grande rassemblement dei moderati, sganciarsi dal partitino rissoso e balcanizzato che è diventato il suo.
Sia pure consegnando le chiavi di casa al “Matteo redento”, con cui i rapporti sono “ottimi” e la telefonata “amichevole”: il leader che regala rosari, dispensa rose, e soprattutto blinda Draghi fino al 2023.
Un po’ come nelle aziende: il presidente mediatore e “garante” con i mondi di riferimento; il Ceo frontman, cui toccano beghe e grane.
L’ex ministro dell’Interno spalanca le braccia: è impaziente, chiama a sé Toti e i centristi, disegna le stanze della “casa comune”, studia iniziative condivise.
Certo, il partito unico resta tabù: evocato e poi smentito.
Gianni Letta, dicono, contrarissimo. Lo spettro della “fusione a freddo” aleggia. Eppure, una forza di massa sullo stampo dei Repubblicani Usa, un Great Old Party tricolore come avrebbe dovuto essere il Pdl, resta il sogno nel cassetto berlusconiano. Insieme alla vocazione del “federatore”, tanto che nel ragionamento la sinergia si estenderebbe a FdI, che però si chiama fuori: “Operazione giusta ma non riguarda chi sta all’opposizione”.
L’effetto dell’annuncio è deflagrante. Lo stato maggiore azzurro si divide plasticamente: Bernini, Cattaneo, Mulé sono pronti a discuterne.
Le ministre Gelmini e Carfagna restano fredde, fiutano il pericolo di finire inglobati. Vogliono difendere “valori, identità e storia” di Fi, ora che a insidiarli dal versante centrista è arrivato Brugnaro con le sue disponibilità economiche.
La titolare del Sud si spinge a chiedere il congresso. I parlamentari si dividono tra scetticismo sulla fattibilità dell’operazione e speranza di un futuro: se la legge elettorale non cambia, le liste comuni sarebbero la manna ma già l’alleanza con la Lega salverebbe i collegi del Nord.
I rumors raccontano del gruppo al Senato più favorevole mentre la maggior parte dei deputati sarebbe perplessa. Nessuno fa le barricate, molti predicano cautela. Solleticano l’orgoglio di Berlusconi, spingono sul rilancio del “suo” partito. Giacomoni sta organizzando i gazebo per la raccolta firme sulla riforma fiscale. Si tratta di tornare alle origini: il partito delle imprese, meno tasse per tutti. Vincerà l’originale che col piccolo schermo sedusse i moderati e oggi è precipitato sotto le due cifre, o l’emulatore che flirta con Orban e fa le capriole sui licenziamenti ma guida il primo partito italiano?
Non è quella la vera partita: “Questo è il nuovo predellino di Salvini – ragiona l’ex forzista Napoli, che ha già fatto le valige in direzione Toti – per evitare il sorpasso della Meloni. Se riesce, FdI resterà seconda forza della coalizione”.
Con la benedizione del Cavaliere. Se sono rose, come quelle offerte dal Capitano a Lilli Gruber, fioriranno. In anticipo sulla prossima primavera.
(da Huffingtonpost)

argomento: Forza Italia | Commenta »

UN CRUCCIO DENTRO M5S: HA SENSO SOSTENERE DRAGHI?

Giugno 4th, 2021 Riccardo Fucile

RINNOVATE PERPLESSITA’ SUL “GOVERNO DEI MIGLIORI”

In un Movimento 5 stelle a cavallo tra una guida ombra e l’ombra di una guida torna a deflagrare una linea di frattura dilaniante, che non più di quattro mesi fa ha portato una robusta scissione all’interno del partito: ha senso sostenere Draghi?
“Ormai è chiaro che lo spin Doctor di Conte è Travaglio”, ringhia un deputato che spiega come il suo non sia uno sfogo isolato: “Qui alla Camera siamo tutti sconvolti, quel che sta succedendo non ha nessun senso”.
È attribuita proprio al leader perennemente in pectore la primogenitura delle rinnovate perplessità sul governo dei migliori. Ricordano che il suo piano è stato da subito quello di andare al voto, sin dai giorni crepuscolari e traballanti del Conte 2, scottato dalle promesse del Pd, “o Conte o morte”, del “giammai al governo con la Lega”, tradito e frustrato dagli alleati verso i quali con non poco sforzo personale aveva traghettato i 5 stelle.
È il solito intreccio di politica, soldi e rivendicazioni personali. Il campanello d’allarme a Montecitorio è suonato già alla prima assemblea con i parlamentari alla presenza dell’ex premier.
In quella sede aveva da un lato stroncato le correnti – nel mirino le “Parole guerriere” di Dalila Nesci &co. – dall’altro ventilato l’apertura alla società civile. Raccontano che Conte abbia iniziato a intrecciare rapporti con manager, imprenditori e professori per allargare il giro pentastellato e includere energie fresche.
Un giro destinato a fare le scarpe agli oltre 300 eletti, che si ridurranno della metà della metà al prossimo giro, complici percentuali da tempo non più stellari e il taglio dei parlamentari che avrà un effetto dirompente sui numeri.
“Forse sostenere Draghi non è più necessario”, esce allo scoperto Angelo Tofalo, già sottosegretario alla Difesa, che ha annunciato che porrà il tema a Conte e ai ministri M5s.
La fronda contiana è robusta al Senato, si ripropone una vecchia dicotomia, quella tra Camera alta e Camera bassa – che è una costante che ha attraversato carsicamente tutta la vita parlamentare M5s. Perché a Palazzo Madama i senatori si sono già scottati le dita con la vicenda responsabili, e perché è il Senato il bacino di consenso più robusto sul quale l’avvocato di Volturara Appula può far conto.
È Mario Turco l’eminenza grigia che sta tenendo i contatti dentro e sta allargando la rete fuori, quest’ultima una fonte parlamentare la ritiene già evoluta al punto tale che “almeno nella sua Puglia alle prossime elezioni non entrerà più nessuno dei nostri”. Turco che Conte volle con sé a Palazzo Chigi da sottosegretario, Turco definito “Il Gianni Letta” dell’ex premier, Turco che ancora oggi tesse la tela nelle retrovie, oggi che è tutto una retrovia perché la sedia di comando che aspetta il nuovo capo politico continua a rimanere vuota.
È dunque a Palazzo Madama che serpeggiano più malumori, che le riflessioni maturano più in fretta. I vertici del gruppo parlamentare hanno solide consuetudini contiste, dalla vicepresidente dell’Aula Paola Taverna al capogruppo Ettore Licheri, dal di lui predecessore Gianluca Perilli all’ex sottosegretario Gianluca Castaldi.
Sono giorni che emergono qua e là segnali, che vengono riportati spifferi, i deputati sono furiosi di un’assenza totale di smentite, di una presa di posizione che stronchi il vociare. “E ormai è comunque troppo tardi – dice un parlamentare – siamo andati troppo in là, qualunque smentita apparirebbe una conferma. Una dicotomia che riguarda anche il vecchio staff di Palazzo Chigi, parte ricollocato alla Camera, parte al Senato. Nessun problema a Palazzo Madama, frenate su frenate a Montecitorio, dove Davide Crippa ha bloccato per ora il reintegro di Rocco Casalino.
“Problemi di budget”, spiegano dal gruppo, ma anche problemi politici relativi allo spin Doctor del futuro capo, il cui peso specifico ingombrante sta facendo storcere il naso a molti onorevoli, preoccupati di vedersi imporre una linea politica che non è la loro.
“C’è stato il tempo in cui abbiamo messo in discussione tutto per provare a ricostruire il paese su nuove basi, ora non è più quel tempo”, risponde a brutto muso Sergio Battelli. Che continua: “Non è più il tempo del muoia Sansone con tutti i filistei, perché questo è quello che succederebbe se il M5s abbandonasse la coalizione portando anche questo governo a una fine prematura”.
Una situazione paradossale, nella quale più di qualcuno mette in luce che Conte non ha mai incontrato Draghi, nonostante le sollecitazioni in questo senso pervenute dalla compagine governativa.
“La verità è che con Draghi non ha nessun rapporto – spiega uno dei colonelli pentastellati – e questo ci penalizza, né si può nascondere dietro il dito che non è stato formalmente scelto come capo, perché è una sua decisione”.
Di Maio e Patuanelli predicano calma e provano a mediare, intestandosi le ragioni dell’ala governista che improvvisamente viene messa in discussione. Il pericolo sembrava svanito dopo aver assorbito il colpo della scissione dei vari Lezzi, Morra e Di Battista, quest’ultimo che apre a un ricongiungimento qualora i suoi vecchi compagni lo seguissero sulla strada del no a Draghi, e invece ritorna prepotentemente reale.
“E l’alleanza con il Pd? E la prospettiva strategica?” Si chiedono i parlamentari smarriti dall’ennesimo tramestio, si sentono tagliati fuori da scelte e decisioni, alla deriva di un partito che non sa dove vuole andare. In pochi parlano con l’ex premier, tra questi Alfonso Bonafede, un rapporto privilegiato, che intesse con lui un filo quotidiano di confronto sulla riforma della giustizia e chissà su cos’altro.
L’ex Guardasigilli si è defilato da quando ha lasciato il ministero, anche su di lui si annuvolano sospetti, un clima a un passo dalla degenerazione.
Conte aspetta e aspetta, qualcuno spiega che fino a settembre di una discesa in campo vera e propria non se ne parla. Se le intenzioni che gli attribuiscono di voler logorare Draghi non fossero veritiere, lasciare acefalo il partito di maggioranza relativo è un fattore di logoramento per l’esecutivo oltre che per il Movimento che sta nei fatti a prescindere dalle intenzioni.
Sempre che a logorarsi non sia l’avvocato del popolo, come ritiene un esponente di governo: “Già adesso siamo in queste condizioni, veedrete sui decreti pesanti: sarà un tutti contro tutti”.
(da Huffingtonpost)

argomento: Politica | Commenta »

FIGLIUOLO VUOLE VACCINARE I TURISTI MA MANCANO LE DOSI, LA DENUNCIA DELLA FONDAZIONE GIMBE

Giugno 4th, 2021 Riccardo Fucile

SAREBBERO 36 MILIONI IN MENO RISPETTO ALLE PREVISIONI DI GIUGNO

Flessibilità è il nuovo credo del commissario Francesco Paolo Figliuolo per le vaccinazioni in vista delle ferie. “Ho appena firmato – ha annunciato ieri il generale – una lettera per tutte le Regioni per dire di trovare delle soluzioni di massima flessibilità per le prenotazioni, penso alle classi più giovani che nei mesi estivi si sposteranno. Già in fase di prenotazione dovrà essere possibile trovare la data migliore per il richiamo e far sì, con la flessibilità, che già in quella fase sia possibile spostarlo eventualmente in un altro giorno nel range dei 42 giorni o delle 4-12 settimane. E’ fattibile, ci vorranno i tempi tecnici di adeguamento dei sistemi informatici su cui la struttura è pronta a dare una mano”.
Da ieri le somministrazioni del vaccino sono aperte a tutti gli over 12 senza nessuna distinzione di fascia d’età e sono iniziate le somministrazioni in azienda. Ma mancano all’appello oltre 36 milioni di dosi di quelle previste entro giugno e troppi over 60 non sono ancora vaccinati. E’ l’Sos che arriva dalla Fondazione Gimbe.
Al 2 giugno, il 40,3% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (23,8 milioni) e il 20,7% ha completato il ciclo vaccinale (12,3 milioni).
Ma, “mentre iniziano a salire le coperture nelle fasce d’età 50-59 e 40-49 anni, ci sono ancora oltre 3,3 milioni di over 60 ad elevato rischio di ospedalizzazione e decesso che non hanno ricevuto nemmeno la prima dose di vaccino”.
Inoltre, “nonostante l’incremento di consegne nell’ultima settimana, per rispettare le forniture previste dal Piano vaccinale entro fine giugno mancano ancora 36,3 milioni di dosi,”. La Fondazione precisa anche come “il mancato decollo delle consegne condizioni il numero di somministrazioni”.
Figliuolo ha annunciato che a giugno le Regioni riceveranno oltre 20 milioni di dosi ma si tratta di un quantitativo che – segnala il report – chiuderebbe il consuntivo delle forniture trimestrali con circa 15 milioni di dosi in meno rispetto alle previsioni. Rispetto alla copertura delle categorie prioritarie, l’81,5% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino ma se Puglia, Umbria, Lazio, Lombardia, Veneto e Molise superano l’85%, la Sicilia resta sotto il 70%. In particolare, degli oltre 4,4 milioni di over 80, circa 3,7 milioni (83,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 386.700 (8,6%) hanno ricevuto solo la prima dose.
Dei 5,9 milioni di 70-79enni, 2,1 milioni (35,4%) hanno completato il ciclo e 2.9 milioni (48,4%) hanno ricevuto solo la prima dose. Degli oltre 7,3 milioni di 60-69enni, 2,1 milioni (28,7%) hanno completato il ciclo e 3,3 milioni (44,7%) hanno ricevuto la prima dose.
Sorvegliata speciale nelle prossime settimane sarà la fascia dei giovanissimi. “La vaccinazione della fascia 12-15 è importante ed anche se non è obbligatoria è molto raccomandata. Dico ai genitori di avvicinarsi in maniera totale alla scienza e alla vaccinazione perché servirà molto all’apertura delle scuole. Bisogna mettere in sicurezza i ragazzi, i giovanissimi, i maturandi”, ha detto Figliuolo.
(da agenzie)

argomento: denuncia | Commenta »

CRISANTI REPLICA A SALVINI: “SE LA PRENDE CON QUELLO CHE DICO PERCHE’ HO SMONTATO LA SUA POLITICA”

Giugno 4th, 2021 Riccardo Fucile

“ABBIAMO LEVATO I FRENI PRIMA DEL DOVUTO, PIACCIA O MENO E’ LA VERITA'”

Ieri sera Matteo Salvini ha criticato il professor Andrea Crisanti per avere paragonato l’azzardo consapevole di chi non ha attivato i freni alla funivia al Mottarone con le riaperture. Secondo il virologo si tratta di una pari dimostrazione di imprudenza. E oggi replica all’attacco social del leader della Lega
Il post di Salvini diceva: “In diretta TV il ben noto Crisanti paragona le riaperture del 26 aprile alla funivia del Mottarone operata senza freni. Senza vergogna. Senza parole”.
E Crisanti replica e non si tira indietro: “Ribadisco al 100% le mie parole. Fanno male, colpiscono al cuore, ma non c’è replica possibile. La realtà è proprio questa ed è tutta qui. E giustamente può scioccare. La mia risposta a Salvini è molto semplice: noi in Italia abbiamo intrapreso un’azione senza nessun presupposto scientifico. La via giusta era quella indicata dall’Inghilterra. Punto. Abbiamo corso un rischio inutile e sono morte 7mila persone dal 26 aprile ad oggi: a me sembra che non ci sia nessun elemento da festeggiare”.
Quel parallelismo non se lo rimangerebbe. “Confermo tutto”, dice all’Adnkronos Salute. Cosa aveva detto ieri sera Crisanti, ospite di ‘Piazza Pulita’ su La7? “Supponiamo che alla funivia del Mottarone non fosse successo niente, era giusto levare il freno? La risposta è no. Abbiamo levato i freni prima del dovuto, dovevamo aspettare 3-4 settimane”. E alle critiche risponde: “Io irriducibile? Certo. E il suo problema è gente come me”, replica Crisanti citando l’aggettivo usato da Salvini per definirlo.
“Come Italia abbiamo dato un esempio pessimo. In cosa? Nel non aver privilegiato la minimizzazione dei rischi, che è una pratica che informa qualsiasi attività clinica e di salute pubblica. La cosa più importante è la minimizzazione dei rischi”, è la tesi del virologo.
Il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova difende la scelta di aver citato il Mottarone. “E’ un esempio che ha permesso di visualizzare come stanno le cose, purtroppo capisco che sia devastante”.
Settemila morti si potevano evitare? “A posteriori non si possono fare speculazioni – puntualizza Crisanti – Ma in questo Paese non c’è nulla da festeggiare. Ripeto, sono morte 7mila persone. Poi che i casi di Covid siano in diminuzione siamo tutti contenti”, ma quel numero delle vittime del virus non si cancella, assicura l’esperto.
“Ci stupiamo se l’Australia o altri Paesi ai primi pochi casi chiudono tutto? E’ quella la strada giusta”, osserva. Quanto alla reazione di Salvini, “vuol dire che l’ho colpito”, ragiona. A chi parla di ottimismo o pessimismo, giudicando le sue parole e quelle di altri esperti, Crisanti obietta: “Sono valori, parole sbagliate perché hanno una connotazione di valore. Qui si tratta di essere prudenti o non prudenti. E se Salvini se la prende per quello che dico, è forse perché gli ho smontato la sua politica”, conclude.
(da agenzie)

argomento: denuncia | Commenta »

STUPRO DI GRUPPO, CHIESTO RINVIO A GIUDIZIO PER CIRO GRILLO E I TRE SUOI AMICI

Giugno 4th, 2021 Riccardo Fucile

UDIENZA GUP FISSATA PER IL 25 GIUGNO

La procura di Tempio Pausania ha chiesto il rinvio a giudizio per Ciro Grillo e i suoi tre amici nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza italo norvegese. I fatti risalgono al luglio del 2019 e sarebbero avvenuti nell’abitazione di Grillo a Porto Cervo. La ragazza allora aveva 19 anni.
Due giorni fa Ciro Grillo è stato interrogato dai carabinieri di Genova su delega della Procura di Tempio Pausania. Il figlio del Garante dei Cinque Stelle, assistito dal suo avvocato (il cugino Enrico Grillo) ha reso dichiarazioni spontanee e secondo quanto trapela ha ricostruito la sua versione dei fatti.Il giovane è stato ascoltato da un maresciallo del Nucleo Operativo della Compagnia di San Martino.
Hanno invece rifiutato l’interrogatorio gli altri due indagati che avevano chiesto di essere sentiti, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta. A quanto pare i loro avvocati difensori avrebbero gradito che a sentirli fossero il procuratore capo di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, e il suo sostituto Laura Bassani. Francesco Corsiglia (il quarto indagato) invece non aveva avanzato alcuna richiesta dopo la chiusura del secondo Acip depositato il 3 maggio scorso e la cui scadenza è stata il 23.
(da agenzie)

argomento: Giustizia | Commenta »

MICROSOFT REGISTRA 315 MILIARDI DI DOLLARI DI PROFITTI IN IRLANDA SENZA PAGARE NEMMENO UN CENTESIMO DI TASSE

Giugno 4th, 2021 Riccardo Fucile

NON DEVE PAGARE IMPOSTE GRAZIE ALLA RESIDENZA IN UN PARADISO FISCALE

La consociata irlandese di Microsoft ha registrato l’anno scorso quasi 315 miliardi di dollari (quasi 260 miliardi di euro) di profitti, staccando dividendi alla casa madre per oltre 55 miliardi di dollari (oltre 45 miliardi di euro) senza pagare nemmeno un centesimo di tasse, grazie alla residenza in un paradiso fiscale. È il caso della Microsoft Round Island One, denunciato dal quotidiano britannico The Guardian, che cita le cifre depositate dalla stessa controllata della multinazionale digitale presso l’Irish Companies Registration Office, il registro delle imprese irlandese.
Fino al giugno del 2020, l’azienda aveva riportato 314,7 miliardi di dollari (259,5 miliardi di euro) di profitti su cui il colosso fondato da Bill Gates non ha pagato tasse, avendo sede legale in Irlanda ma residenza fiscale alle isole Bermuda, dove non si applicano imposte sui redditi delle società. Non solo: nell’arco dello stesso esercizio finanziario, l’azienda ha pagato alla casa madre americana un dividendo da 24,5 miliardi di dollari (20,2 miliardi di euro) e un ulteriore dividendo straordinario da 30,5 miliardi di dollari (25,15 miliardi di euro).
Il dato risulta vieppiù impressionante paragonato al Prodotto interno lordo (Pil) irlandese dello scorso anno, pari a circa 357 miliardi di euro. Insomma nell’ultimo anno la consociata di Microsoft ha registrato profitti pari a oltre il 72 per cento del Pil dell’Irlanda, senza pagare le relative imposte. Ed è tutto legale.
Microsoft Round Island One, la cui sede si trova presso gli uffici dello studio legale Matheson, lungo il fiume Liffey nel centro di Dublino, afferma nei propri conti di non avere “altri dipendenti oltre agli amministratori”. “Poiché la società è fiscalmente residente alle Bermuda, nessuna imposta è addebitabile sul reddito”.
La denuncia arriva a poche ore dalla riunione prevista oggi e domani a Londra tra i ministri delle Finanze del G7, in cui si discuterà un nuovo accordo internazionale contro l’elusione fiscale delle multinazionali e la proposta statunitense di imporre una tassa minima a livello globale, in vista dell’incontro dei capi di Stato e di governo dei sette atteso alla fine del mese in Cornovaglia.
Secondo uno studio pubblicato a fine maggio dalla britannica Fair Tax Foundation, negli ultimi dieci anni i colossi tecnologici americani Amazon, Facebook, Alphabet (proprietaria di Google), Netflix, Apple e Microsoft hanno risparmiato 96 miliardi di dollari (79,29 miliardi di euro) di tasse, sfruttando la possibilità di trasferire la propria residenza in paradisi fiscali.
Tra il 2011 e il 2020, queste sei multinazionali digitali hanno pagato 219 miliardi di dollari (180,6 miliardi di euro) di imposte sui redditi, pari al 3,6 per cento dei loro ricavi complessivi, superiori a 6 mila miliardi di dollari (oltre 4.950 miliardi di euro).
(da agenzie)

argomento: denuncia | Commenta »

DOPO IL RECOVERY TORNERA’ L’AUSTERITY: SCHAEUBLE E L’EUROPA AVVISANO DRAGHI E L’ITALIA

Giugno 4th, 2021 Riccardo Fucile

ONDE EVITARE CHE L’ITALIA CONTINUI A SPUTTANARE SOLDI

Il ritorno del patto di stabilità, le critiche alle misure di protezione sociale e una vecchia quanto insistente proposta che puzza di commissariamento. È il quadro che emerge negli ultimi mesi in Europa dove, con particolare riferimento all’Italia, si torna a discutere di disciplina di bilancio, riduzione del debito e ritorno a una normalità in cui le percentuali del deficit dominano le scelte di politica economica, come se la crisi innescata dalla pandemia di Covid fosse già conclusa e non appena all’inizio.
Nel giro di poco meno di un mese, si sono susseguiti una serie di segnali indirizzati al nostro Paese (e non solo) e al presidente del Consiglio, Mario Draghi.
A partire dalle previsioni economiche di primavera divulgate nella prima metà di maggio dalla Commissione europea, da Bruxelles e oltre si moltiplicano gli allarmi sullo stato di salute dell’economia italiana e le valutazioni sulle scadenze delle misure di sostegno.
Tra le raccomandazioni approvate collegialmente dalla Commissione figura ad esempio una critica al blocco ai licenziamenti voluto dal governo di Giuseppe Conte, considerato “superfluo” e dannoso per certe categorie, e l’appoggio alla linea dell’attuale esecutivo volta a superare gradualmente il provvedimento, offrendo un assist a Confindustria.
Inoltre, secondo la Commissione, il nostro Paese continua a soffrire di “eccessivi squilibri macroeconomici” dovuti a un elevato livello del debito, alla bassa produttività e a un mercato creditizio in sofferenza.
Di fatto, pur figurando tra gli Stati membri in maggiore difficoltà dal punto di vista macroeconomico, grazie alla sospensione del Patto di stabilità finora l’Italia ha potuto evitare di incorrere nella procedura di infrazione ma deve comunque fare attenzione alle finanze pubbliche nonostante la sospensione delle regole di bilancio confermata anche per il 2022.
In questo clima, la scorsa settimana il vicepresidente lettone della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha paventato il ripristino del Patto di stabilità nel 2023, mentre sono arrivati i primi avvertimenti a Italia, Cipro e Grecia ad usare prudenza nello spendere i fondi europei, a “limitare la crescita delle spese”, favorendo gli investimenti “in ricerca, istruzione e infrastrutture pubbliche” in luogo della spesa corrente. Il ritorno alle regole di bilancio, nelle intenzioni del commissario all’Economia ed ex premier Paolo Gentiloni, sarebbe comunque accompagnato da una volontà di riforma del Patto, considerato “troppo complesso” e di fatto ormai obsoleto nel quadro creato dalla pandemia, un progetto però già avversato da diversi Paesi membri, tra cui Austria, Germania, Finlandia e Svezia.
A questo punto riemerge una vecchia proposta, che suona quasi come una minaccia di commissariamento, rimessa sul tavolo dall’ex ministro delle Finanze tedesco e attuale presidente del Bundestag Wolfgang Schaeuble che, citando espressamente l’Italia e il presidente del Consiglio Mario Draghi, dalle colonne del Financial Times ha riproposto “un patto di riscatto del debito per la zona euro” sul modello dello storico fondo di ammortamento istituito da Alexander Hamilton nel 1792 per gli allora nascenti Stati Uniti, un’idea già presentata a metà maggio sulle pagine de Il Sole 24 Ore.
Il politico tedesco prende le distanze dalla propria reputazione di falco dell’austerity, ricordando di aver sempre avuto soltanto a cuore il tema della sostenibilità del debito. “Prendere a prestito in tempi di crisi per stabilizzare l’economia ha senso, purché non si dimentichi la questione del rimborso”, scrive Schaeuble. In quest’ultimo caso, secondo l’ex ministro, si rischia di alimentare una continua espansione del debito sovrano e quindi di accrescere le pressioni inflazionistiche.
Dopo aver citato l’economista John Maynard Keynes e le sue valutazioni sull’inflazione come potenziale fattore in grado di “rovesciare le basi esistenti della società”, il presidente del Bundestag prosegue il ragionamento collegando l’eccessivo debito pubblico ai rischi “per la tenuta del tessuto sociale“. “La maggior parte dei creditori degli Stati sono individui ed entità benestanti. Il debito pubblico aumenta la loro ricchezza, allargando il divario tra ricchi e poveri”, sottolinea l’ex ministro tedesco, secondo cui il divario tra “abbienti” e “meno abbienti” rappresenta un’enorme minaccia per la coesione sociale.
La soluzione proposta da Schaeuble è il ritorno “alla normalità monetaria e fiscale”, ossia al Patto di stabilità aumentando però i controlli, magari attraverso un’istituzione ad hoc con nuovi poteri. “L’esperienza mostra che i bilanci in pareggio nei Paesi con alti livelli di debito sono quasi irraggiungibili, senza pressioni esterne”, afferma il politico tedesco, che indirizza esplicitamente il discorso all’Italia.
“Ho discusso più volte di questo ‘azzardo morale’ con Mario Draghi. Siamo sempre stati d’accordo che, data la struttura dell’Unione monetaria europea, la competitività e le politiche finanziarie sostenibili siano responsabilità degli Stati membri. Sono sicuro che intende sostenere questo principio come Presidente del Consiglio italiano. È importante per l’Italia e per l’Ue nel suo insieme”, scrive l’ex ministro tedesco, che prosegue con un avvertimento. “Altrimenti avremo bisogno di un’istituzione europea con poteri in grado di far rispettare le regole concordate insieme. Ciò richiederebbe delle modifiche ai trattati. Eppure, anche senza queste ultime, la Commissione europea sta assumendo maggiore importanza in questo ambito”.
Al di là della risibile quanto orribile idea che per tutelare la coesione sociale si debba adottare uno strumento coercitivo della sovranità finalizzato a far rispettare “una disciplina di bilancio più rigorosa”, il cui effetto primario è stato storicamente proprio il ridimensionamento della spesa per il welfare, le ultime righe sembrano alludere a una sorta di commissariamento. Si tratta in realtà di una proposta di dieci anni fa del Consiglio degli esperti economici della Germania, il cosiddetto “European redemption pact“.
L’iniziativa prevede l’istituzione di un Fondo europeo di rimborso a cui tutti i Paesi membri dell’Ue dovrebbero conferire la quota di debito eccedente la soglia del 60 per cento prevista dal Patto di stabilità, assumendosi l’obbligo di rimborsare le somme erogate entro 25 anni e impegnandosi a non oltrepassare ulteriormente tale livello di indebitamento. Il vantaggio per gli Stati molto indebitati è che pagherebbero tassi di interesse inferiori sulla quota trasferita al Fondo, obbligandosi in cambio a rispettare una serie di condizioni, come l’accantonamento del gettito di una specifica imposta per assicurare il rimborso dei debiti, il deposito di determinate garanzie e l’adozione di una serie di riforme strutturali.
Insomma ben più di un semplice strumento finanziario. Come ha scritto Schaeuble sulle colonne del Financial Times, “non è un semplice problema economico”, ma una questione politica e di primaria importanza. Prima di impegnare il Colosseo, o meglio una quota delle riserve del Paese, dovremmo forse guardare il calendario. Non siamo più nel Settecento.
Nonostante le inquietanti pulsioni verso la progressiva contrazione della rappresentanza, alimentate in Italia da quasi tre decenni di martellanti campagne per la presunta “governabilità” e il “voto utile” a tutto discapito del principio elementare “un cittadino, un voto”, non possiamo riportare il dibattito a un salotto frequentato da gentiluomini à la Alexander Hamilton, Benjamin Constant o John Stuart Mill.
Il caso storico citato dal presidente del Bundestag riguarda un fondo di ammortamento del debito concepito come uno degli strumenti di una politica di mutualizzazione delle responsabilità volta alla nascita di uno Stato federale e non un semplice metodo di riscossione dei prestiti. Un mezzo politico deve presupporre un fine politico e se fosse questo il caso un tale salto istituzionale richiederebbe ben più della modifica di qualche trattato.
Come ricordato qualche anno fa da Mario Draghi in audizione al parlamento dei Paesi Bassi, citando il pensiero di uno dei padri dell’integrazione europea quale Jean Monnet, la zona euro si fonda su due principi fondamentali: la convergenza e la fiducia.
Assolvendo l’ex ministro delle Finanze tedesco da qualsivoglia intento di supremazia di una nazione sulle altre mascherata da commissariamento di uno o più Stati membri per il bene di tutti, l’idea di fondare semplicemente “un’istituzione europea con il potere di far rispettare le regole” sulla base dell’assunto che “senza pressioni esterne, è pressoché impossibile realizzare bilanci equilibrati nei Paesi ad alto debito” non va nella direzione dell’integrazione, al contrario.
Se il processo di convergenza dei Paesi europei segue la strada tracciata dalla nascita del mercato comune e dall’aver coniato una moneta unica per concludersi idealmente con un’unione politica (non ancora raggiunta), ogni forzatura promette solo di aumentare i rischi di disgregazione proprio perché mina la fiducia. Ed è questo il punto: la fiducia di chi? Non dei mercati, degli Stati o dei creditori ma degli europei.
Il problema del “controllo politico” a livello comuntario, che sia del debito o di altro, è intrinsecamente legato alla questione di un’adeguata rappresentanza dei cittadini, a cui oggi è privilegiata quella degli Stati. Un principio decisamente non garantito dall’organo citato dall’ex ministro delle Finanze tedesco, quella Commissione europea che starebbe “assumendo maggiore importanza nel far rispettare le regole” e di cui non si riesce nemmeno ad assicurare l’elezione indiretta del presidente attraverso le consultazioni per il Parlamento europeo.
Unico organismo quest’ultimo veramente eletto e sottoposto per lo meno all’andamento del consenso ma con poteri molto limitati rispetto alla propria controparte, quel Consiglio europeo che decide effettivamente le sorti dell’Unione e in cui i ministri (nelle sue varie configurazioni) e i leader dei singoli Stati membri (nella sua composizione anomala) governano di fatto l’Ue.
Ammesso che i popoli europei abbiano intenzione di dare vita a un progetto confederale o addirittura federale, la convergenza degli indicatori politici, economici, civili e sociali dei singoli Paesi andrà accompagnata all’aumento della fiducia dei cittadini nelle nuove istituzioni, un obiettivo che potrà essere raggiunto soltanto attraverso la progressiva partecipazione e un salto di qualità nella rappresentanza, ad esempio riequilibrando ulteriormente i poteri tra Parlamento e Consiglio e magari trasformando in seggi elettivi i voti controllati in questa sede da ciascuno Stato con la proporzionale riduzione dei parlamentari.
Eppure nessuna di queste ricette potrà mai funzionare né sarà possibile un vero rilancio del progetto europeo senza due fattori fondamentali: la crescita e la giustizia sociale. È solo questa la soluzione principe ai problemi del debito come del consenso all’integrazione continentale, non certo la coercizione ma i diritti.
Per la maggior parte degli oltre 446 milioni di cittadini europei infatti la politica è limitata al lavoro e alla salute, la cui garanzia resta imprescindibile per il successo dell’Unione europea e in generale di qualsiasi comunità politica.
(da Huffingtonpost)

argomento: Europa | Commenta »

DEMOCRAZIA SOVRANISTA: PUTIN PROMULGA LA “LEGGE ANTI-NAVALY” PER IMPEDIRE DI PARTECIPARE ALLE ELEZIONI A CHI NON E’ D’ACCORDO CON LUI

Giugno 4th, 2021 Riccardo Fucile

SE TI OPPONI ALL’EX AGENTE DEL KGB SEI UN “ESTREMISTA” E NON HAI DIRITTO A PRESENTARTI CANDIDATO

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato la legge che impedisce temporaneamente alle persone associate all’attività di organizzazioni estremiste e terroristiche di candidarsi a tutti i livelli alle elezioni in Russia. La misura è stata definita “anti-Navalny“, dal nome del noto avvocato Alexei.
Il provvedimento colpirà infatti tutto l’organigramma nazionale del movimento che fa capo all’oppositore russo, se l’organizzazione sarà dichiarata estremista in un processo in corso.
In questo modo, tutte le persone che abbiano lavorato, collaborato, o anche solo sostenuto o effettuato donazioni, in favore del movimento saranno escluse dalle elezioni parlamentari russe che si terranno a settembre.
Il controverso provvedimento era stato approvato il 2 giugno scorso in via definitiva dal Senato, dopo l’ok della Duma a fine maggio. La promulgazione di Putin arriva proprio nel giorno del compleanno di Navalny, tanto che su Twitter la portavoce dell’oppositore russo, Kira Yarmish, l’ha definita sarcasticamente “un augurio speciale dal Cremlino”.
Navalny, considerato l’avversario principale di Putin, è stato arrestato a gennaio, non appena è rientrato in Russia dalla Germania, dove era stato curato dopo un avvelenamento che aveva fatto temere per la sua vita e per il quale sono sospettati i servizi segreti del Cremlino.
Il capo del servizio federale degli ufficiali giudiziari, Dmitri Aristov, ha dichiarato all’agenzia Interfax che gli ufficiali giudiziari russi stanno cercando eventuali beni e fondi dell’oppositore russo in carcere Alexiei Navalny per pagare debiti, multe e risarcimenti per 29 milioni di rubli (circa 327mila euro) imposti dai tribunali russi al dissidente.
(da agenzie)

argomento: denuncia | Commenta »

« Previous Entries
  • Destra di Popolo.net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici: destradipopolo@gmail.com

  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (341)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (175)
    • Attentato (329)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4.297)
    • Bersani (235)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1.223)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (83)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (120)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (276)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5.592)
    • criminalità (1.404)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (14.536)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (276)
    • don Gallo (9)
    • economia (2.332)
    • elezioni (3.303)
    • emergenza (3.080)
    • Energia (45)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (784)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1.314)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (823)
    • fioriere (5)
    • Fitto (27)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (596)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (291)
    • Futuro e Libertà (511)
    • g8 (25)
    • Gelmini (68)
    • Genova (543)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5.796)
    • governo (5.805)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2.941)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (734)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1.396)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1.316)
    • LegaNord (2.415)
    • Letta Enrico (154)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (68)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (544)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (60)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (357)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (319)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (40)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (33)
    • Parlamento (1.428)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1.034)
    • PD (1.192)
    • PdL (2.781)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (33.799)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (502)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (52)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3.690)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1.410)
    • Referendum (200)
    • Regione (344)
    • Renzi (1.521)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1.125)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (354)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (373)
    • Storace (47)
    • subappalti (31)
    • televisione (244)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (16)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (342)
    • Web (1)
    • Zingaretti (10)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Agosto 2025 (426)
    • Luglio 2025 (671)
    • Giugno 2025 (573)
    • Maggio 2025 (591)
    • Aprile 2025 (622)
    • Marzo 2025 (561)
    • Febbraio 2025 (352)
    • Gennaio 2025 (640)
    • Dicembre 2024 (607)
    • Novembre 2024 (609)
    • Ottobre 2024 (668)
    • Settembre 2024 (458)
    • Agosto 2024 (618)
    • Luglio 2024 (429)
    • Giugno 2024 (481)
    • Maggio 2024 (633)
    • Aprile 2024 (618)
    • Marzo 2024 (473)
    • Febbraio 2024 (588)
    • Gennaio 2024 (627)
    • Dicembre 2023 (504)
    • Novembre 2023 (435)
    • Ottobre 2023 (604)
    • Settembre 2023 (462)
    • Agosto 2023 (642)
    • Luglio 2023 (605)
    • Giugno 2023 (560)
    • Maggio 2023 (412)
    • Aprile 2023 (567)
    • Marzo 2023 (506)
    • Febbraio 2023 (505)
    • Gennaio 2023 (541)
    • Dicembre 2022 (525)
    • Novembre 2022 (526)
    • Ottobre 2022 (552)
    • Settembre 2022 (584)
    • Agosto 2022 (585)
    • Luglio 2022 (562)
    • Giugno 2022 (521)
    • Maggio 2022 (470)
    • Aprile 2022 (502)
    • Marzo 2022 (542)
    • Febbraio 2022 (494)
    • Gennaio 2022 (510)
    • Dicembre 2021 (488)
    • Novembre 2021 (599)
    • Ottobre 2021 (506)
    • Settembre 2021 (539)
    • Agosto 2021 (423)
    • Luglio 2021 (577)
    • Giugno 2021 (559)
    • Maggio 2021 (556)
    • Aprile 2021 (506)
    • Marzo 2021 (647)
    • Febbraio 2021 (570)
    • Gennaio 2021 (605)
    • Dicembre 2020 (619)
    • Novembre 2020 (575)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (588)
    • Luglio 2020 (597)
    • Giugno 2020 (580)
    • Maggio 2020 (618)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (593)
    • Gennaio 2020 (596)
    • Dicembre 2019 (542)
    • Novembre 2019 (316)
    • Ottobre 2019 (631)
    • Settembre 2019 (617)
    • Agosto 2019 (639)
    • Luglio 2019 (654)
    • Giugno 2019 (598)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (383)
    • Marzo 2019 (562)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (641)
    • Dicembre 2018 (623)
    • Novembre 2018 (603)
    • Ottobre 2018 (631)
    • Settembre 2018 (586)
    • Agosto 2018 (362)
    • Luglio 2018 (562)
    • Giugno 2018 (563)
    • Maggio 2018 (634)
    • Aprile 2018 (547)
    • Marzo 2018 (599)
    • Febbraio 2018 (571)
    • Gennaio 2018 (607)
    • Dicembre 2017 (579)
    • Novembre 2017 (634)
    • Ottobre 2017 (579)
    • Settembre 2017 (456)
    • Agosto 2017 (368)
    • Luglio 2017 (450)
    • Giugno 2017 (468)
    • Maggio 2017 (460)
    • Aprile 2017 (439)
    • Marzo 2017 (480)
    • Febbraio 2017 (420)
    • Gennaio 2017 (453)
    • Dicembre 2016 (438)
    • Novembre 2016 (438)
    • Ottobre 2016 (424)
    • Settembre 2016 (367)
    • Agosto 2016 (332)
    • Luglio 2016 (336)
    • Giugno 2016 (358)
    • Maggio 2016 (373)
    • Aprile 2016 (308)
    • Marzo 2016 (369)
    • Febbraio 2016 (335)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (422)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (416)
    • Luglio 2015 (387)
    • Giugno 2015 (397)
    • Maggio 2015 (402)
    • Aprile 2015 (407)
    • Marzo 2015 (428)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (437)
    • Giugno 2014 (392)
    • Maggio 2014 (392)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (447)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (293)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (363)
    • Settembre 2012 (341)
    • Agosto 2012 (238)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (288)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (218)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (247)
    • Gennaio 2012 (259)
    • Dicembre 2011 (223)
    • Novembre 2011 (267)
    • Ottobre 2011 (283)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (155)
    • Luglio 2011 (210)
    • Giugno 2011 (264)
    • Maggio 2011 (273)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (234)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  • Giugno 2021
    L M M G V S D
     123456
    78910111213
    14151617181920
    21222324252627
    282930  
    « Mag   Lug »
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • FINE DELLA FARSA, IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV: “DISCUTERE DI GARANZIE DI SICUREZZA IN UCRAINA SENZA LA RUSSIA È INUTILE”. UN MODO PER CHIUDERE LA PORTA A QUALSIASI TIPO DI DISCUSSIONE SULLA PACE
    • “IL VIMINALE RILEVA UN AUMENTO DEI TURISTI, MA LA PERCEZIONE DELLE IMPRESE È DIVERSA”: FEDERALBERGHI SBUGIARDA IL MINISTERO DELL’INTERNO, CHE SOSTIENE CHE IL TURISMO IN ITALIA SIA IN AUMENTO
    • IL FILOSOFO, L’UFFICIALE, L’INFORMATICO: CHI SONO GLI ATTIVISTI DI MEDITERRANEA E PERCHE’ LO FANNO
    • IL GOVERNO SI SCIOGLIE SOTTO IL SOLE DI AGOSTO? FRANCESCO LOLLOBRIGIDA E MATTEO SALVINI CANNONEGGIANO ORAZIO SCHILLACI, “COLPEVOLE” DI AVER AZZERATO LA COMMISSIONE DEL MINISTERO DELLA SALUTE SUI VACCINI, ALL’INTERNO DELLA QUALE ERANO FINITI DUE MEDICI “SCETTICI” IN MATERIA
    • SOLO TRUMP CREDE DAVVERO NEL BILATERALE TRA PUTIN E ZELENSKY: COME PUÒ IL PRESIDENTE RUSSO INCONTRARE UN LEADER CHE NON RICONOSCE COME LEGITTIMO E NEPPURE NOMINA UFFICIALMENTE?
    • CON TRUMP ALLA CASA BIANCA, NEGLI STATI UNITI VIENE RIVALUTATA PERFINO LA SCHIAVITÙ: LA NUOVA BATTAGLIA DI “THE DONALD” CONTRO I MUSEI CHE TESTIMONIANO LA CONDIZIONE DI SCHIAVITÙ (ABOLITA SOLO NEL 1865) A CUI ERANO SOTTOPOSTI GLI AFROAMERICANI
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Accedi
      • Feed dei contenuti
      • Feed dei commenti
      • WordPress.org
    • Credits: G.I





    Usiamo i cookie anche di terze parti autorizzate. Continuando a navigare su questo sito, acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy.
    PreferenzeCONTINUA
    Manage consent

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
    CookieDurataDescrizione
    cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
    cookielawinfo-checbox-functional11 monthsThe cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
    cookielawinfo-checbox-others11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
    cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
    cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
    viewed_cookie_policy11 monthsThe cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
    Functional
    Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
    Performance
    Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
    Analytics
    Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
    Advertisement
    Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
    Others
    Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
    ACCETTA E SALVA