Giugno 26th, 2021 Riccardo Fucile
IL PD AL 19,1%, M5S 15,2%
Di sondaggi che davano il partito di Meloni a ridosso dalla Lega ne sono usciti
diversi nelle ultime settimane.
Ma la rilevazione appena pubblicata da Tecné in collaborazione con l’agenzia Dire questa volta segna il sorpasso.
FdI raggiunge infatti il 20,5% dei consensi contro il 20,4 del Carroccio. Terzo il Pd al 19,1%, seguito dal M5S che, complice la crisi fra Conte e Grillo, perde ancora e cala al 15,2%. Giorgia Meloni, reduce da un viaggio a Bruxelles per consolidare la sua leadership europea, si piazza al comando (sebbene virtuale) della coalizione di centrodestra.
A Salvini tocca dunque parare l’ennesimo colpo, dopo il rifiuto da parte di Meloni della sua proposta di federazione del centrodestra e mentre a Milano la coalizione non riesce a trovare la quadra sul nome del candidato che dovrebbe sfidare Beppe Sala.
Anche sul piano del gradimento dei leader le cose non vanno meglio per il capo leghista. Al primo posto rimane ben saldo il premier Mario Draghi (62,3%), ma Meloni è seconda al 43,7%, seguita da Conte al 37,8%. Solo quarto Salvini al 32,2%, quinto Letta al 29,7%.
La fiducia nel governo Draghi, infine, è in crescita dell’1,4% rispetto alla scorsa settimana e sale al 53,1%.
(da agenzie)
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Giugno 26th, 2021 Riccardo Fucile
“NON SAREI CAPACE DI FARE NEANCHE L’AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO E POI LO STIPENDIO E’ BASSO”
“Non sarei capace di amministrare un condominio, figuriamoci un po’ Milano“.
Così Vittorio Feltri si tira fuori dalla corsa a sindaco del capoluogo lombardo dopo le indiscrezioni su una sua possibile candidatura per il centrodestra.
In un’intervista al Corriere della Sera, il direttore di Libero si dice “lusingato”, ma non dallo stipendio.
“Io non ho mai fatto una campagna elettorale in vita mia, non so come si faccia. E poi, oltre a fare la campagna, bisogna anche vincere le elezioni. E quando le vinci, lo stipendio lascia a desiderare”, ha spiegato Feltri.
(da agenzie)
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Giugno 26th, 2021 Riccardo Fucile
UN PARTITO PERSONALE NON E’ DETTO CHE ABBIA SUCCESSO
La frizione di questi giorni tra Beppe Grillo e l’ex premier Giuseppe Conte
scombina nuovamente gli equilibri del Movimento 5 Stelle. La domanda cruciale resta una: chi ha bisogno di chi?
Secondo i sondaggi politici, il consenso del M5s si aggira attorno al 16% – una percentuale molto lontana dai fasti del 32% raggiunti alle politiche del 2018.
Dal canto suo, Conte raggiunge un livello di gradimento personale tra gli elettori pari al 50%.
Ma nonostante l’ex primo ministro risulti piacere a un italiano su due, il rischio è che, se si presentasse alle urne con un suo partito, non sarebbe in grado di sfruttare appieno la percentuale. «Avere stima di Conte non equivale a votarlo», ricorda al Messaggero Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos.
Ha ragione Grillo, dunque, a dire che è l’ex premier ad aver bisogno di lui? Non è così facile: «Conte prenderebbe un abbaglio se ritenesse che il gradimento verso di lui, indubbiamente alto, fosse la base di un partito come ad esempio En marche di Emmanuel Macron in Francia», spiega Risso.
«Intorno a Conte nascerebbe l’ennesima formazione centrista di cui l’Italia ha un record (sono già 18). Il segno della rottura fra Conte e M5S sarebbe quello dell’ennesimo sfilacciamento del sistema politico italiano esattamente l’opposto di quello che gli italiani chiedono».
Secondo Risso, al momento gli Italiani prediligono le figure che uniscono il Paese (come Sergio Mattarella e Mario Draghi, che hanno il consenso al 70%). Secondo Nicola Piepoli, fondatore dell’istituto omonimo, un partito di Conte può essere solo «qualcosa che esiste nel mondo fantastico». «Conte, per quanto valido, senza un partito si troverebbe in una posizione diversa rispetto ad avere, come avviene adesso con il M5S, uno scudo che lo protegge», spiega a Il Messaggero.
(da agenzie)
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Giugno 26th, 2021 Riccardo Fucile
ALLA FINE GRILLO MANTERRA’ IL GIOCATTOLO
Conte ha i voti, ma non il comando. Di Maio ha il potere, ma non il titolo. Crimi ha il titolo, ma non il potere. Grillo non ha il comando, né il potere né i voti. Ma il pallone – il simbolo – è suo, e dunque si gioca con le sue regole.
È sempre stato così, e così sarà anche stavolta: alla fine si farà come dice il comico- fondatore-garante, e svanirà come un miraggio nel deserto l’ illusione di riformare il Movimento 5 Stelle, missione impossibile che il troppo ambizioso Giuseppe Conte aveva imprudentemente accettato, credendo forse che bastassero le sue astuzie di avvocato d’ affari per far firmare a Beppe Grillo, come un contratto di leasing, un nuovo statuto che trasferisse a lui la guida dei pentastellati.
Sembrava un progetto facile, nella sua apparente semplicità.
Trasformare un’ organizzazione virtuale in un partito contemporaneo. Con una sede che fosse fatta di mattoni e non di megabyte.
Con organismi democratici dove si potesse discutere e votare guardandosi negli occhi anziché schiacciando un tasto. Con un programma che non fosse una accozzaglia di sogni, utopie e illusioni. E magari con una scelta di campo che rendesse possibili alleanze e battaglie comuni con quei partiti che al Movimento hanno teso la mano, dimenticando insulti, dileggi e offese personali.
Il colpo di coda del comico genovese dimostra invece che la sua creatura è irriformabile. Che un Movimento nato da un Vaffa- day non può cambiare natura adottando le regole della democrazia parlamentare. Che chi è andato al potere sventolando la bandiera del populismo non può diventare «liberale e moderato», come va dicendo Luigi Di Maio.
Tutti sanno che i grillini non sono più quelli di una volta. Che i meetup inventati da Grillo per «divertirsi, stare insieme e condividere idee e proposte per un mondo migliore» sono quasi spariti, e quei pochi rimasti sono stanze dove volano i coltelli. Che l’ assalto al Parlamento – la «scatoletta di tonno» che doveva essere aperta in un attimo dall’ apriscatole grillino – si è trasformato nell’ occupazione del Palazzo, con copiosa sistemazione di amici, compagne e parenti.
Che il sogno della democrazia diretta, fatta di leggi votate online dai cittadini e di riunioni sempre rigorosamente in streaming, è stato tradito da una gestione verticistica con riunioni rigorosamente a porte chiuse.
Che la promessa di entrare a Montecitorio e a Palazzo Madama solo come «portavoce dei cittadini» – mai «onorevoli » come gli usurpatori della partitocrazia – rinunciando a ogni benefit per accontentarsi solo di uno stipendio di 3000 euro è stata dimenticata da un pezzo, sommersa da generosissime ricevute di ristoranti e alberghi di lusso.
Dall’ inaspettato successo del 2013, quando un elettore su quattro votò per Grillo, il Movimento ha cambiato linea su quasi tutto, come ha scritto benissimo Mattia Feltri su “La Stampa”.
Uno valeva uno, ora uno non vale più uno. Voleva uscire dall’ Euro e dalla Nato, ora è a favore dell’ uno e dell’ altra. Era No-Tav, No-Tap e No-Vax, ma poi ha detto sì a Tav, Tap e vaccini.
Era contro le auto blu, i cambi di casacca e le alleanze con gli altri partiti, ma ora viaggia solo in auto blu, ha il record dei cambi di casacca e si è alleato a turno con tutti gli altri partiti (eccetto Fratelli d’ Italia, ma c’ è ancora tempo).
Un solo tabù ha resistito finora: quello del limite dei due mandati. Ma si sta già cercando una scappatoia – un voto degli iscritti, per esempio – per consentire le opportune eccezioni perché, come nel romanzo di Orwell, tutti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.
Il compito che lo stesso Grillo aveva affidato a Conte era quello di prendere in mano un partito che in tre anni ha letteralmente dimezzato i suoi consensi (dal 32 per cento delle politiche al 16 degli ultimi sondaggi) riorganizzandolo rapidamente.
Oggi però risulta evidente che il fondatore e garante del Movimento voleva solo incamerare la popolarità (e i voti) dell’ ex premier, conservando per sé il potere di dire su ogni questione – dalle alleanze alle candidature, dalla comunicazione alle espulsioni – l’ ultima parola.
Quando Conte l’ ha capito, ormai era troppo tardi.
(da La Repubblica)
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Giugno 26th, 2021 Riccardo Fucile
“MI HANNO ACCUSATO DI OSTENTARE LA MIA OMOSESSUALITA'”
Il sindaco di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, Giorgio Zinno è stato
attaccato sui social network per gli auguri al compagno. A denunciarlo è stato lo stesso primo cittadino in un post su Facebook. «Un ignorante della vita e dei diritti ha fatto girare su di una pagina, dove oramai si concede di tutto agli amici degli amici, una foto di un post preso dal mio profilo personale dove facevo gli auguri al mio compagno per i suoi 40 anni con due belle foto del 2007-2021. L’accusa del soggetto era che il sindaco “Non perde mai occasione per ostentare la propria omosessualità”», ha scritto Zinno.
Secondo il primo cittadino, «il problema ovviamente è culturale, e a qualche ignorante è difficile spiegarlo: reputare ostentazione un messaggio d’amore al proprio compagno per un traguardo così importante è un messaggio omofobo preoccupante. Un etero può scrivere alla propria donna “ti amo”, può mettere una foto abbracciato alla donna, può persino mettere qualche foto dove si bacia, ma un omosessuale, se poi sindaco ancora peggio, non lo può fare, altrimenti ostenta, si mostra. Per qualcuno gli omosessuali devono avere Facebook dove mettere gattini, barzellette, auguri ad amici, meglio se donne, ma mai mettere una foto con il proprio compagno, altrimenti ostentano la propria omosessualità, reato punibile con la pubblicazione a palla sui social del messaggio con relativi improperi. Questa è omofobia vera».
(da agenzie)
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Giugno 26th, 2021 Riccardo Fucile
MA 2,7 MILIONI DI OVER 60 NON HANNO ANCORA RICEVUTO LA PRIMA DOSE
L’appello di Vaia e Viola: fate la seconda dose prima di partire. Ma le somministrazioni della popolazione più anziana procedono a rilento: negli ultimi 7 giorni solo 140 mila iniezioni
In Italia ci sono ancora 2,7 milioni di over 60 che non hanno fatto neanche la prima dose di vaccino anti Covid-19. Il dato è contenuto nell’ultimo report settimanale del governo. Un dato che assume ancora più importanza alla luce della crescente allerta relativa alla variante Delta, che ha spinto nelle ultime ore diversi esperti – tra cui Francesco Vaia (Spallanzani) e l’immunologa Antonella Viola – a invitare gli italiani a completare il ciclo vaccinale prima delle vacanze.
L’appello di Viola e Vaia
«Quando il Regno Unito ha deciso di estendere l’intervallo di tempo tra la prima e la seconda dose dei vaccini a mRNA ho dichiarato la mia preoccupazione – ha scritto Viola su Facebook -, spiegando che generare immunità parziale nella popolazione durante una pandemia favorisce la circolazione di varianti resistenti agli anticorpi. È questo quello che sta accadendo con la variante Delta. Bisogna fare il richiamo senza rimandare a dopo le vacanze». «Dobbiamo andare incontro alle persone per agevolarle nelle vaccinazioni e nel Lazio lo faremo con centri nelle località turistiche, ma prima dobbiamo tutti noi essere attenti e partire per le vacanze con la seconda dose di vaccino già fatta», ha fatto eco Vaia.
I numeri degli ultimi sette giorni
In base ai numeri del governo, negli ultimi sette giorni è stata somministrata la prima dose a sole 140 mila persone con più di 60 anni. Inoltre, una minima parte di queste ha ricevuto AstraZeneca o Johnson&Johnson, i due vaccini raccomandati per questa fascia d’età: sono state somministrate poco più di 8.800 prime dosi AstraZeneca e circa 13.500 del monodose J&J. Il report del governo, aggiornato alle 16 di venerdì, indica che sono complessivamente 2.693.791 gli over 60 che non hanno avuto ancora la prima dose: 354.563 over 80 (il 7,79% del totale della popolazione di questa fascia), 813.389 tra 70 e 79 anni (il 13,51%) e 1.525.839 tra i 60 e i 69 anni (il 20,20%). Rispetto al report della settimana precedente, in 7 giorni sono stati raggiunti dalla prima dose 15.088 italiani ultraottantenni, 38.478 tra i 70 e i 79 anni, 86.621 tra i 60 e i 69.
(da agenzie)
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Giugno 26th, 2021 Riccardo Fucile
COLPISCE ANCHE CHI HA RICEVUTO SOLO LA PRIMA DOSE DI VACCINO
Ora evitiamo di trasformare questa estate nella premessa per altri problemi:
variante Delta in Italia, la maggior parte dei contagi in persone non vaccinate.
E’ quanto rileva rileva l’ultimo aggiornamento del rapporto ‘Epidemia Covid-19’ dell’Istituto superiore di sanità, pubblicato on line.
I contagi, sottolinea il report, avvengono tra chi “non ha ricevuto alcuna dose di vaccino Sars-CoV-2” o che non è stato “vaccinato con la prima dose o con il vaccino monodose entro 14 giorni dalla diagnosi stessa, ovvero prima del tempo necessario a sviluppare una risposta immunitaria completa al vaccino”.
“Nella maggior parte dei casi segnalati nelle ultime due settimane, l’accertamento diagnostico è stato motivato dalla presenza di sintomi o in seguito ad attività di ricerca dei contatti di casi accertati”, precisa l’Iss.
“A partire dalla seconda metà di febbraio con il progressivo aumento della copertura vaccinale nei soggetti ultraottantenni, la diminuzione è stata più marcata in questa fascia di età rispetto alle altre. Attualmente l’incidenza più elevata si osserva nei soggetti ‘under 60’ anni che hanno una minore copertura vaccinale”. “L’incidenza dell’infezione sintomatica da virus Sars-CoV-2 mostra un trend simile nelle diverse fasce di età (sotto i 60 anni, 60-69 anni, 70-79 anni e sopra gli 80 anni) e in diminuzione a partire dal mese di marzo 2021 – conclude il documento – Il progressivo aumento in queste fasce di età della copertura vaccinale (almeno una dose) segue l’ordine di priorità anagrafica adottato. Fino all’inizio di febbraio 2021, l’incidenza era più elevata nella fascia di età ‘over’ 80”.
(da agenzie)
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Giugno 26th, 2021 Riccardo Fucile
SYDNEY SI FERMA PER DUE SETTIMANE… SITUAZIONE CRITICA ANCHE IN TUNISIA E SUDAFRICA
Nelle ultime 24 ore nel Regno Unito sono stati registrati 18.270 nuovi casi di coronavirus, il numero più alto dal 5 febbraio. I decessi sono stati 23.
Il recente aumento dei casi viene ricollegato alla variante Delta, identificata per la prima volta in India. Intanto migliaia di persone hanno manifestato nel centro di Londra stamane per protestare contro le misure del lockdown.
L’allentamento delle restrizioni in Gran Bretagna era previsto per il 21 giugno, ma l’aumento dei casi dovuta all’emergenza della variante Delta, identificata per la prima volta in India, ha ‘costretto’ il governo a rinviare i piani di almeno 4 settimane.
Sudafrica, paura per la variante Delta
La variante Delta del coronavirus, identificata per la prima volta in India, ha cominciato a dominare nei nuovi contagi in Sudafrica. Lo ha detto uno dei più importanti scienziati locali, Tulio de Oliveira, in conferenza stampa. Il Paese, nel pieno della “terza ondata”, ha registrato ieri più di 18mila nuovi casi ed è da questo punto di vista il peggiore del continente. Secondo il ministro della Salute Mmamoloko Kubayi-Ngubane è ora probabile che si superino i numeri del picco della seconda ondata.
Sydney in lockdown per due settimane
Tutta Sydney e i suoi sobborghi sono confinati per due settimane a causa della progressione della variante Delta di Covid-19, altamente contagiosa. Lo ha annunciato il governo dello stato del New South Wales. Il confinamento, già in vigore dalla mezzanotte di venerdì in quattro quartieri della città, si applicherà dalle 18 di oggi a tutta la metropoli, la più grande d’Australia, come ha spiegato la Primo Ministro dello Stato, Gladys Berejiklian.
Nel Paese, che finora ha contenuto piuttosto bene la diffusione del Covid-19, questa settimana sono risultate positive oltre 80 persone, tutte legate a un autista che stava guidando gli equipaggi delle compagnie aeree dall’aeroporto di Sydney alla quarantena in hotel. “La variante Delta si sta rivelando un nemico particolarmente formidabile”, ha detto ai giornalisti il ministro della Sanità dello Stato Brad Hazzard. “Qualunque siano le misure difensive adottate, il virus sembra sapere come contrattaccare”, ha aggiunto.
In Tunisia la pandemia accelera, anche il premier è positivo
Continua a preoccupare la situazione sanitaria in Tunisia, dove anche il premier Hichem Mechichi – nonostante abbia ricevuto due dosi di vaccino anti Covid – è risultato positivo ad uno test di routine. Mechichi, ha annunciato la presidenza, lavorerà da casa.
Secondo il settimanale Leaders, tra l’altro, il premier aveva in programma una visita in Italia ai primi di luglio. Secondo i dati forniti dal ministero della Sanità, il 24 giugno sono stati 3.467 i nuovi casi confermati su 9.898 test effettuati e 83 i decessi, con un tasso di positività del 35,03%.
Tassi di contagio particolarmente alti in alcune regioni, che hanno costretto il governo domenica scorsa a decretare il lockdown generale in quattro governatorati del Paese (Kairouan, Siliana, Zaghouan e Beja) e ieri ad annunciare nuove misure restrittive valide sino all’11 luglio e modulate a seconda del numero di contagi per 100 mila abitanti
La linea dell’esecutivo è quella di decretare misure di chiusura progressiva ove si superino i 200/300/400 casi per ogni 100.000 abitanti. La Tunisia ha registrato dall’inizio della pandemia 398.829 infezioni e 14.489 decessi. Ad allarmare le autorità, oltre alla scoperta di alcuni casi di variante Delta e di una brasiliana, il numero dei ricoveri perché ospedali pubblici e cliniche private sono vicini al limite delle loro capacità. La campagna di vaccinazione nazionale, cominciata il 13 marzo scorso, procede piuttosto a rilento: finora hanno ricevuto almeno una dose di vaccino 1.685.739 persone e 461.754 anche la seconda, su circa 12 milioni di abitanti.
(da agenzie)
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Giugno 26th, 2021 Riccardo Fucile
ESILARANTI: SIAMO ANTI-RAZZISTI SOLO SU RICHIESTA
“Non c’è stata nessuna richiesta, quando capiterà e ci sarà la richiesta dell’altra
squadra, ci inginocchieremo per sentimento di solidarietà e sensibilità verso l’altra squadra” (non perchè si voglia dare un segnale di civiltà contro il razzismo)
“Cercheremo sicuramente di combattere il razzismo in altro modo, con delle iniziative insieme alla Federazione nei prossimi mesi”.
Giorgio Chiellini, capitano dell’Italia, ai microfoni di Rai Sport fa sapere che gli azzurri non si inginocchieranno – gesto di sostegno al movimento Black Lives Matter – prima del fischio d’inizio della gara con l’Austria a Wembley. Ieri Bonucci aveva annunciato che la squadra ne avrebbe parlato e preso una decisione.
(da agenzie)
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